CAPONATA alla calabrese che goduria!!!!!!!!!!!!!



di Maria Lombardo 


Quando si cita la caponata non si può non pensare ai sapori e agli odori della bella Sicilia ma attenzione la caponata è anche calabrese. Ogni provincia sicula però sfoggia la sua variante a seconda dei prodotti a “chilometro zero” prodotto in loco così succede  per la Calabria. Sono riuscita ad intercettare ben 37 varianti diverse! Il piatto è diffuso comunque in tutto il Mediteranneo ma l'accostamento con l'isola di Trinacria è opportuno. Considerato un contorno o addirittura antipasto era invece il piatto unico dei contadini. In sostanza un buon con panatico!. Il termine deriva dal capone un pesce a carne molto pregiata, la Lampuga siciliana. Un pesce solo per i ricchi servito con salsa agrodolce tipica della caponata. Il popolino non potendo permettersi il pesce molto costoso lo sostituì con le melanzane, che avevano in quantità! Inoltre vi è chi sostiene che sostiene che il nome del piatto derivi in realtà dalle "caupone" (dal latino "cauponae" delle taverne romane), con cui ci si riferisce alle taverne dei marinai. Altri si rifanno alla capironades, termine con cui si definivano intingoli di cose varie di iberica memoria, piatto universalmente noto ed esclusivo della tradizione gastronomica del nostro Mediterraneo. Quindi l'esistenza di due caponate è chiara per i poveri ed i ricchi. La caponata siciliana vegetariana, "dei poveri", si é evoluta con la presenza di melanzane, sedano, cipolle, olive, capperi e, raramente, carciofi, in salsa agrodolce (aceto più miele, oppure aceto più zucchero). Nelle caponate con presenza di pesce sono note diverse ricette, a partire da quelle che Ippolito Cavalcanti, discendente diretto del più noto Guido, riporta nel suo libro "La cucina teorico-pratica con corrispondente riposto", pubblicato a Napoli nel 1839. Ora vi spiego dalla viva “voce” dei fratelli siciliani come si prepara questo piatto tipico:”Pi fari un beddu piattu di capunata si tagghianu sei milinciani longhi, cu tutta la scorcia, a tucchetti, e si friinu nna 'na padedda granni, cu ogghiu quantu abbasta, a culuri d'oru. Si mettinu nna un piattu e, livannu un pocu di l'ogghiu di frittura, nna chiddu chi arresta pi suffriiri li civa di dui o tri acci, tagghiati a listiceddi e 'na cipudda tagghiata fina. Si cci agghiunci un cuppinu di sarsa di pumadoru friscu, mezzu bicchieri d'acitu, un cucchiarinu di zuccaru, e un beddu pizzicu di sali. S'arrimina e si fa cociri a focu lentu 'na dicina di minuti. Si mettinu allura nna 'na padedda, li milinciani fritti, dui cucchiarati di chiappari sutt'acitu, un pugnu d'alivi virdi, sculati e disussati: si lassanu 'nsapuriri tutti cosi pi cincu minuti. Si mancia fridda, mittennucci 'ncapu mennuli atturrati a pizzuddu” . Godete di questi sapori e buon appetito! In Calabria è preparata con l’aroma del pomodoro belmonte maturo e la dolcezza della Cipolla di Tropea combinano perfettamente con le altre verdure, rendendo il tutto molto prelibato.
Per preparare questa ricetta ci vogliono circa 50 minuti e la difficoltà non è molto elevata, basta essere un po’ pratici in cucina per realizzarla al meglio:
Passiamo adesso agli
ingredienti sempre per 4 persone:
– 4 patate medie Igp della Sila
– 4 peperoni sia rossi che gialli
– 1 melanzana media
– 1 Cipolla di tropea
– 1 zucchina
– 3 pomodori maturi belmonte
– 1 spicchio d’aglio
– foglie di basilico
-olio di oliva
-sale e pepe q.b.
Vediamo adesso come preparare la ricetta:
Partiamo delle patate, sbucciamole e tagliamole a pezzettoni medi e friggiamole in olio bollente.
Dopo, friggete i peperoni e le melanzane tagliate a spicchi lunghi e sottili solo dopo però averle salate.
In una seconda padella fate rosolare l’aglio e la cipolla, aggiungete, tagliati a pezzi, i pomodori e le zucchine. Dopo circa 12 minuti unite le melanzane, i peperoni e le patate, saltate perbene e continuate la cottura per altri 12 minuti circa amalgamando il tutto frequentemente.
Aggiustate di sale e pepe e verso la fine aggiungete il basilico a foglie, mettetelo nei piatti e servite il tutto anche tiepido sarà buono lo stesso.

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