L’ULTIMA EROICA BATTAGLIA DEI BRETTI.



di Maria Lombardo

La nostra Regione fu abitata dai Bretti popolo libero che dal 354 a.c e per un secolo protessero con armi in mano queste terre.
Divenuti liberi dal giogo lucano, vennero sottomessi dai Romani che li sottomisero con ferro e fuoco. Ogni anelito di orgoglio bruzio venne sopito dai Romani che li sottomisero in toto, cancellando lingua, cultura, arte arrivando al punto di non permettere ai “calabresi” l'entrata nell'esercito tra le fila dei soldati, dove erano obbligati a servire come attendenti (servi) dei magistrati romani.Uomini valorosi e quindi temibili poiché si ribellarono ai propri padroni.
Narra una leggenda che mercenari libici vennero spediti in Calabria e crearono disordini a Siracusa presso la corte di Dioniso.
Non tornarono più in Sicilia e stanziati in Calabria diedero via alla stirpe Bretta.
Il Bruzio iniziò a formarsi man mano con una confederazione di 12 città, Consentia ebbe l'onore di essere “capitale” seguì poi Aufugum oggi Montalto Uffugo poi Argentanum San Marco Argentano, Besidiae Bisignano e Ocriculum oggi Acri.
Il Brutio iniziò a non bastare più e quindi iniziarono a spandersi fino a Locri.
Chiaramente prevalsero sia sui popoli locali che sui Greci.
Un nuovo pericolo giungeva dall'Epiro, l'odierna Albania, i Bretti divennero alleati di Pirro contro Roma per salvare il Bruzio.
Pirro viene sconfitto ed i Bretti pagarono questa scelta con la confisca delle loro terre da parte di Roma.
I Romani non fecero altro che vessare i Bretti, giunse un nuovo spiraglio di libertà sotto le spoglie di Annibale Barca.
Insorsero nuovamente e si posizionarono sotto l'ala difensiva di Cartagine, la guerra toccò in primis il Brutio che vide il sangue scorrere per due lunghi anni.
Una vendetta asfissiante e logorante quella dei figli della Lupa.
I “calabresi” fieri ed orgogliosi covarono un forte odio che andava sopito. Tuttavia basti ricordare Spartaco che guidò il suo esercito nella Sila dove venne sostenuto.
Furono molti i Breti crocefissi con loro.Mentre il Bruttium e la civiltà magnogreca decadevano,facendo perdere alla Calabria la sua vocazione marinara in favore di un’identità più agricola, i Romani costruivano la via Popilia che collegava Capua a Reggio.

Su questa strada e sul litorale ionico si diffuse la Parola di Cristo,portata in Calabria da San Paolo che nel febbraio del 61 d.C. aveva soggiornato a Reggio.
Roma ancora era pagana e questo fornì agli indomiti Bretti un nuovo motivo di ribellione,nel 305 d.C.,seicento cavalieri e settemila fanti, seguirono il patrizio Bulla nell’ultima generosa quanto inutile battaglia sulla Sila, dove trovarono una morte eroica,sfidando le legioni di Massimiano.


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