La Lira Calabrese lo strumento antico di Monte Poro.
di Maria Lombardo
Le origini di questo strumento affondano le
radici in tempi non sospetti, dove da semplice Lira diviene Calabrese. Di
solito siamo abituati ad immaginare la Lira come uno strumento greco adagiato
nelle mani di Mercurio, il quale in giovane età, intrattenendosi a colloquio
con una tartaruga, privò crudelmente l’animale della sua casa e tese,
all’interno del guscio, sette corde di budello di pecora, costruendo così la
prima lira. Mitologia ma a cui dobbiamo rifarci se vogliamo conoscere i nostri
usi e costumi! Mercurio però decise che questo curioso strumento dovesse finire
nelle mani di Apollo che lo donò al figlio Orfeo. Un curioso giro che lo fece
divenire immortale! Orfeo infatti era il più famoso poeta e musicista, inoltre
furono le Muse che dovettero insegnargli lo strumento. Orfeo divenne il primo
suonatore della Lira Calabrese riusciva ad addomesticare gli animali feroci ed
a calmare le greggi. Un vero miracolo! E' chiaro che lo strumento proviene
dalla tradizione greca e furono proprio loro ad impartirci il modo di
assemblare questo strumento. Utilizzando un blocco di legno di ulivo, di noce o
di ciliegio, vegetazione presente prevalentemente in zone calde come la nostra.
Il “guscio” della Lira viene scavato con attrezzi semplici e di fortuna raspa,
coltello, seghetto attrezzi che ogni pastore o contadino possedeva. Oggi però a
malincuore asserisco che questo antico strumento è stato dimenticato e forse lo
si può trovare nei musei etnografici. Dico forse perchè chi lo possiede lo
conserva gelosamente nelle case precludendo la conoscenza alle genazioni
future. In Calabria il mito è di casa ma dopo il mito bisogna rifarsi ai dati
tangibili. Questo tipo di strumento è tipico di Monte Poro e della Locride. Le
sue caratteristiche sono tipiche della lira bizantina si accompagna a
tamburelli e “friscarotti” per suonare un tipo particolare di tarantella come
quella del Poro di cui parleremo in separata sede. E’ grazie all’abilità di
alcuni costruttori, che possiamo contare sulle dita di una mano che possiamo
magari ammirarlo nelle tipiche occasioni di festa. Purtroppo quando questi
pochi virtuosi scompariranno perderemo un pezzo della nostra identità e non
ascolteremo più quei dolci suoni. Domenico Paglia, è uno dei pochi costruttori
di lira rimasti.Si siede vicino al camino e nel tempo libero costruisce questi
cordofoni ad arco. Ne possiede una decina e mai avrebbe immaginato di ricevere
frequenti visite da gente, proveniente da ogni parte, per osservare la sua
arte. Gli ultimi esemplari antichi si rifanno al 1908 a cavallo tra le due
guerre esistono le ultime esibizioni. Oggi la lira viene suonata in ogni angolo
della Calabria, nelle sagre e nelle feste di paese. Inoltre a Spilinga provincia
di VV si svolge “Il Festival internazionale della Lira”, un vero e proprio
intreccio musicale che va dalla Calabria fino alle estreme sponde del
Mediterraneo attraverso il suono di questo antico strumento. Riconosciamo i
nostri suoni portiamo avanti le nostre tradizioni, senza la Lira e senza
qualcuno che la suonerà sarà a rischio la nostra Tarantella. Non possiamo
permetterlo!
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