Calabrosa sul Monte Pollino
di Maria Lombardo
E' un evento
climatico molto raro al Sud Italia, è la calabrosa e come per incanto dà un
tocco di magia alle montagne del Pollino. Un fenomeno questo che non dovrebbe
interessare i nostri monti ma che a conti fatti ha tinto quei boschi di
ambienti favoleggianti e spinto i turisti invernali ad ammirare questo
paesaggio da mille ed una notte. E' chiaro che il termine calabrosa derivi dai
dialetti settentrionali dove il fenomeno è molto frequente. Che il Massiccio
del Pollino sia l’eccezione che conferma la regola del clima al sud Italia lo
stiamo scoprendo giorno dopo giorno: nevicate eccezionali temperature record.
Eppure anche il nostro Pollino che per latitudine dovrebbe entrare in un clima
mite e mediterraneo ormai vive questo fenomeno. Il paesaggio ovattato eburneo
sembra invitare il viaggiatore calabro a saggiare della bellezza dei paesaggi
invernali. Essa infatti, è formata da una crosta piuttosto compatta di ghiaccio
con granuli che la rendono simile a una spugna, a causa delle bolle d'aria che
vi si trovano. Il colore è biancastro, se sottile è semi-trasparente. I pini
loricati simboli del monte calabrese hanno manifestato questo spettacolo,
perchè la calabrosa è un fenomeno molto raro e frequente nelle alture di 1900
m. Non è altro che un deposito di ghiaccio che si produce in caso di nebbia
sopraffusa ovvero goccioline di acqua fluttuanti nell’aria che a contatto con
la vegetazione si solidificano formando un rivestimento opaco e biancastro.
Tutto ciò accade quando la è ventilazione sostenuta, e sulle superfici solide
coinvolte si formano depositi compatti di ghiaccio di grande spessore (anche
maggiori di 20 cm) modellate in maniera suggestiva dai forti venti presenti. Ma
la bellezza non è il fenomeno in sé stesso l'altopiano diventa così una
magnifica ininterrotta cerniera montuosa, resa quasi surreale dalle
gigantesche, silenti presenze del pino loricato, che rappresentano la specie
botanica più rilevante del massiccio. Si tratta di albero dalla straordinaria
adattabilità che prende forme bizzarre e diversissime e che può arrivare a
vivere addirittura fino a 900 anni. Soprattutto la varietà endemica è presenza
invidiabile del passato del pianeta e anche del presente, che racchiude in sé
la capacità della vita naturale di modificare la propria struttura per
semplicemente sopravvivere. Oggi, gli esemplari maggiori sono osservabili specialmente
sul Pollino, il massiccio montuoso dell’Appennino meridionale, dove per circa
2000 esemplari catalogati, una consistente fetta è rappresentata dalla presenza
di molte piante giovani che si apprestano a portare avanti la fama di pino
secolare.L’esemplare ha un carattere solitario e sembra apprezzare soprattutto
la temperatura frizzante delle vette, immaginiamolo con le sue forme bizzarre e
ricoperto di calabrosa..... che spettacolo!Cerchiamo ancora di immaginare
questo magnifico posto fatto di alberi secolari e di percorsi capaci di farci
scoprire questi spettacoli offerti dal Parco. Un’altra testimonianza
dell’incredibile varietà di paesaggi della nostra Calabria! Ci aspettiamo anche
per questa stagione di vivere questa meraviglia!
;))
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