LA PAUSA CULINARIA DI FERDINANDO II DI BORBONE.
di Maria Lombardo
Sempre
alla spasmodica ricerca di materiale sul nostro amato Sovrano illuminato Sua
Maestà Ferdinando II di Borbone al fine di scriverne un libro, si pone di una
utilità magistrale l'aiuto cartaceo inviatomi dal compatriota Leopoldo Spina di
Scafati nel Napoletano, il quale aggiunge e riporto fedelmente quanto da lui
inviatomi mezzo posta:” Quando si va in pensione non si sa cosa fare. Si va
spesso in biblioteca a scoprire che una volta avevamo una nostra Patria”.
Tuttavia il ricordo di quella Patria vive dentro molti di noi consci che si è
operato con negazioni e insabbiature per favorire l'oblio nelle menti del
popolo del Mezzogiorno. La scoperta di Leopoldo Spina datata Scafati 21 giugno
2011 è un iter di varie letture, un mix di nozioni d'archivio e di libri che
raccontano uno spaccato di vita del tutto normale della vita del Sovrano e
nella sua normalità riporto quanto da Spina trovato:” Il Re passava la maggior
parte dell'anno a Caserta nella Reggia circondato dai suoi 13 figli avuti dalle
due mogli. Da buon padre, con un bambino in braccio, si aggirava spesso nei
corridoi della Reggia, dove erano stese fila di camicie e mutande stese ad
asciugare. Una visitatrice svedese diceva che il Re aveva più l'aria di un
benestante macellaio che di un Re :” a tavola era lui che faceva le porzioni
per tutti il cibo che preferiva era: caponata, timballo di maccheroni,
crostini,maccheroni al ragù, pizza. Era ghiotto della caponata e cipolla e chi
l'incontrava avvertiva l'odore inconfondibile”. Senza farsi riconoscere,
Ferdinando amava recarsi al mercato, nei posti dove si preparavano gli alimenti
con deliziosi profumi diffusi nell'aria. Tuttavia nel periodo natalizio in via
Toledo, si eclissava tra le bancarelle alla ricerca di pupazzetti di fichi
secchi e agnelli di zucchero nel periodo pasquale. Nel luglio del 1842 fece una
incursione a Gragnano patria della manifattura della pasta, con la scorta, ed
assieme alla Regina e figli per visitare i pastifici famosi nel Reame. I
proprietari dei pastifici regalarono 100 tomoli di maccheroni al Re e lui gli
concesse l'incarico di fornitori reali che essi etichettarono “Maccheroni del
Re”. Il Re nella sua Reggia di Caserta si inventò con questi lunghi maccheroni
la ricetta famosa del “ Timballo di maccheroni”. A tal proposito riportiamo la
testimonianza del maggiordomo di corte Spinoldo presso la Reggia di Caserta che
annota nel suo diario privato il 16-09-1842:” Il Re questa mattina è troppo
nervoso e incavolato si sposta avanti e indietro e si vede che non è sereno:
parla da solo....” qui riporto fedelmente le parole di sua Maestà:” Questi
liberali idealisti come fanno a capire la politica se stanno seduti dietro le
scrivanie senza conoscere chi è il mio popolo. Vogliono la Costituzione e si è
dimenticata che sono ancora circondato di Baroni, Conti, Marchesi che
approfittano dell'ignoranza di questi poveri contadini. Cosa faccio, faccio
scoppiare una guerra civile? Eh già così i Savoia subito allungano le mani sul
mio Regno e si fottono tutto quello che di buono sto facendo”. Tuttavia
Spinoldo continua raccontando le parole di sua Maestà:” Si dimentica che 9 anni
fa avevo proposto a Carlo Alberto e a quel prete di Roma, L'Unità fra gli Stati
italiani; macchè, neanche mi hanno risposto!. E mo ci mancava anche il colera,
porca miseria! Ma che cazzo sta succedendo, ma chiste mè vonno fa diventà
scemo!Eh già, sé,sè ma io non me faccio fa fesso a chista banda e pazzi”. Poi
Ferdinando di botto , si grattò il mento, riflette ancora un istante, guarda
l'ora ed esclama: ah! O stomaco se lamenta tene famma! E mo sai che faccio ? Me
preparo nu bellu timballo e maccarune pe mmè e ai piccirielli che a chest'ora
tengono fame. Poi ad alta voce è sempre Spinoldo a raccontare dice ad alta voce
sua Maestà:” Spinoldo, Spinoldo addò stai ….ah eccoti vieni con me in cucina a
darmi una mano per preparare nu bellu timballu e maccarune!”, Vieni Spinoldo
questa è la lista e mi raccomando, questi sono gli ingredienti, non farci
mancare niente altrimenti che pranzo da Re può essere. Il contenuto della
ricetta era:” Maccheroni lunghi di Gragnano, Cipolla Rossa di Tropea porri,
carote, sedano, foglie di cavolo, Fegatini di pollo, burro, olio d'oliva e
strutto. Formaggio grattugiato, Sale e Pepe. PREPARAZIONE: Soffriggere gli
aromi e le verdure, aggiungere sale e pepe. Quando l'amalgama è completa e
uniforme bisogna aggiungere i fegatini di pollo paesano tagliato a pezzetti ,
portare il tutto a fine cottura così il sugo è pronto. Cotti i maccheroni in
acqua e scolarli al dente,ungere una teglia a bordo alto con olio mettere un
primo strato di maccheroni con burro o strutto. Aggiungere primo strato di sugo
aggiungendo grana o altro tipo di formaggio, aggiungere secondo strato di pasta
e poi di sugo, ripetere fino all'esaurimento di sugo e maccheroni.
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