'A PIZZATA: Pane di mais Calabrese.
di Maria Lombardo
Mare o montagna in Calabria è un vero dilemma
sia la diversificazione paesaggistica, il “carico” non indifferente di bellezze
storiche e culturali, e poi il cibo, l’enogastronomia che ci rende “leader”.
Oggi ho deciso di parlarvi di un pane profumato e saporito che nei paesi
dell’entroterra calabrese proprio sulle nostre montagne chiamano pizzata, ma
altro non è che pane di mais. Pane questo figlio di una lunga tradizione
contadina di montagna. Consumatissimo nelle Serre Vibonesi ed a Mammola la
porta dell’Aspromonte! Era il pane dei poveri e veniva preparato durante la
stagione invernale quando ci si apprestava alla macellazione, inoltre proprio
in questo periodo quando la raccolta delle olive è imperante le contadine si
organizzzano per la prima fornata. Proprio così è abitudine montana portarlo al
frantoio per assaggiare il primo olio. Tradizioni montane di Calabria! Questa
dorata pagnotta oggi è una vera eccellenza calabrese che non è cibo per i
poveri ma si mangia su ordinazione tutto l’anno.Viene particolarmente
apprezzata dai turisti, disposti anche a pagarla “profumatamente” per poterla
assaggiare.La Pizzata , dunque, da prodotto della tradizione contadina, cibo
umile, si é trasformata in vera e propria eccellenza, tenendo alta la fama
della gastronomia Calabrese. In circa 20 cm di diametro è racchiuso tutto il
sapere contadino, la crosta, leggermente croccante, è di colore giallo scuro e
racchiude una mollica di colore giallo oro. La farina di mais le conferisce una
gradevole fragranza e un sapore intenso, persistente e gustoso. La farina usata
deve essere assolutamente di grande qualità per mantenere il suo primato, un
granturco montano può donare questa enorme qualità. Magari anche la possibilità
di un mulino ad acqua, le nostre alture pullulano di antichi mulini. L'usanza
vuole che la Pizzata debba cuocere in forno alimentato da legna stagionata,
adagiata su pale di legno sulle quali sia stato sistemato un letto di foglie di
castagno che contribuiscono a conferire al pane il particolare aroma che lo
contraddistingue. La si deve mangiare calda, condita anche soltanto con un filo
di olio extravergine di oliva e per i palati più temerari, con una manciata di
immancabile peperoncino calabrese. Ma è deliziosa in accompagnamento a numerosi
piatti della tradizione locale, dalle sarde salate sott'olio, o con le
succulente frittole di maiale, con lo stocco e patate o con i fagioli di
montagna. Il mio pensiero va anche agli emigrati calabresi che hanno a cuore la
nostra cucina. Vi proporrò una ricetta da fare nel forno di casa, la pizzata
sarà buona lo stesso ma non eccellente come quella locale. La ricetta:
Ingredienti: 500 grammi di farina di mais, 15 grammi di lievito di birra, 25
grammi di sale, acqua tiepida, latte. Fate sciogliere il lievito in un
bicchiere di latte con un cucchiaino di zucchero. Aggiungetelo, quindi, alla
farina di mais ed impastate aggiungendo il sale ed acqua tiepida in quantità
sufficiente per ottenere un impasto compatto ed omogeneo. Modellate l'impasto
con la forma di una pagnotta, copritelo e lasciatelo lievitare per almeno due
ore in un ambiente caldo. Preriscaldate il forno a 250° ed infornate il pane.
Lasciate cuocere per circa 15 minuti, poi abbassate la temperatura a 200° e
proseguite la cottura per altri 45 minuti. Non pensate minimamente di venire in
Calabria e non mangiarla!
Il pane in questione non è fatto col 100% di farina di mais. Non è possibile perché non lieviterebbe.
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