Abbazia dei Tridetti a Staiti: Calabria ancestrale.
di Maria Lombardo
Una Calabria meravigliosa, inedita ed
ancestrale potrebbe essere apprezzata dal turista volenteroso che abbia voglia
di scoprirla e di visitarla. Ed allora seguitemi vi condurrò in uno dei borghi
più belli dell'Aspromonte! Siamo a Staiti nella Calabria Meridionale a visitare
l’abbazia di S. Maria di Tridetti accanto al torrente Fiumarella (oggi un
rigagnolo ma un tempo di portata consistente). Edificio di culto bizantino ma
porta con se numerose influenze normanne ed accanto motivi arabeggianti. Uno
spettacolo singolare ed unico. Risale probabilmente al VII-VIII secolo, o
addirittura al XI secolo (come ritiene il grande archeologo Paolo Orsi,
sovrintendente alle antichità e alle belle arti della Calabria, che scoprì la
struttura nel 1912). Una serie di leggende ( ben tre) aleggiano su questa
costruzione ed oggi ho intenzione di farvele scoprire. Si dice che l'edificio
sorgesse su un tempio dedicato al Dio Nettuno. Una tesi attendibile il tempio
fu eretto dai Locresi Zefhiri nel V-VI secolo A.C.; e qui vennero rinvenute
monete dedicate al Dio del mare. Inoltre alcuni storici del tempo narrano di
una possente statua Nettuniana ricoperta di un bellissimo mantello. Secondo
alcuni infatti, pare che Annibale, passando da questo luogo (attraccato forse
con la sua nave al porto di Capo Bruzzano (un tempo polo di scambio commerciale
importantissimo) vedendo questo pregiatissimo mantello se ne impossessò, con la
scusante “che la divinità avesse caldo e che lo avrebbe riportato alla divinità
con l’arrivo del freddo”. Inoltre il secondo “detto” passa direttamente per i
monaci basiliani che intorno al VIII- IX Sec scapparono sull'Aspromonte ricco
di anfratti naturali e luoghi nascosti. Il posto dove sorse questo monastero è
detta vallata della Badia o Batia dove un nucleo abitativo di Pollischio
scomparve. Misteri di Calabria! La questione sembra essere ammantata di
mistero; la leggenda, che si tramanda oralmente da secoli, è ricca di
affascinanti e misteriosi racconti. Entra in gioco la spiegazione scientifica
del dott. Francesco Giuseppe Romeo che pubblicò nel 1985 il libro S. Maria di
Tridetti a Staiti, storia di una abbazia Basiliana, testo ricco di notizie
storiche sul libro scrive: “che in località denominata “Turco” i proprietari di
una casa durante i lavori di restauro, rinvennero dei resti umani di scheletri,
probabilmente resti di una necropoli appartenuti al vicino nucleo abitato
Pollischìo”, in un’altra nota aggiunge “che un Signore di nome Giovanni Patti
di Staiti mentre coltivava il suo appezzamento di terra, sempre in località
Fracasso, rinvenne una croce metallica di ottima fattura artigianale”. Spiega
però l'autore del libro che questa località Fracasso prese nome da un sisma
prima del 1783 che cancellò il paese con annesso culto. Il Libro di Francesco
Giuseppe Romeo – diede vita al nucleo abitativo di Stayti (oggi Staiti). Stando
alle ricerche condotte dal Ricercatore Storico ed archivista “Carmine Laganà”,
dato che il nucleo di Staiti prese il nome dalla Famiglia Stayte (di origine
Messinese intorno al 1590), e che come dimostrano i registri esaminati, il
Feudo risulta riscattato da Federico Stayte a causa dei debiti lasciati dalla
Madre. È solo attraverso lo studio delle etimologie e denominazioni di questi
luoghi, che si può approfondire l’origine ed il declino stesso di queste
antiche civiltà, scomparse nel silenzio tra le montagne, divenuti ormai, luoghi
inaccessibili che richiamano attraverso la leggenda, una sfrenata voglia di
sapere, conoscere e ammirare. Inoltre di storie come quella di Pollischio la
Calabria pullula ed infine metterci sui passi dei nostri antenati.
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