Frutti di Calabria: il prugnolo selvatico nato da una pianta spinosa e dimenticata.
di Maria Lombardo
Questa pianta era
ed è molto diffu sa nelle nostre campagne
ma molti non sanno cosa è. Occhio
è un arbusto spinoso che sboccia copioso
da marzo e maggio ed emanano un delicato profumo di miele. I frutti piccoli, sferici e al massimo diventano grandi
come una nocciola. Il frutto ha un sapore aspro, molto acidulo e allappante che
diventa poco più dolce dopo il primo gelo. Fruttifica da settembre a ottobre
con drupe lungamente persistenti sui rami, mangiate volentieri da uccelli,
lepri e volpi. Il legno è duro, con alburno rossastro. Comunemente chiamato “Biancospino” ama la luce
e cresce sulle pendici soleggiate,sparso a piccoli cespugli e talmente
indipendente che non si lascia trapiantare. Nelle antiche credenze popolari era
considerato albero magico: l'impenetrabile intreccio dei suoi rami poteva
ospitare il bene e il male. Si credeva che piantandolo davanti alle case,
queste fossero protette dal fuoco e dai fulmini, mentre gli abitanti lo erano
delle malattie. Insomma si credeva di tutto su questa pianta!La pianta, però, è
nota da millenni per le sue straordinarie ed eccezionali capacità
medicamentose. Le parti maggiormente utilizzate dell’arbusto sono i fiori ed i
frutti, anche se in alcune zone vengono utilizzate anche le gemme, la corteccia
e le foglie. Conosco bene questo frutto perché mia nonna lo trasformava nel
Prunello un delizioso liquore e in una vellutata marmellata. Ho deciso di farvi
scoprire questo antico sapore tramite queste ricette di famiglia. Ecco gli
ingredienti che dovete procurarvi
1 kg di Prugne
selvatiche1 litro alcool
600 g di zucchero
1 litro acqua.
Preparazione:
Fate macerare le
prugne nell’ alcool per 10 giorni. In un tegame mettete acqua e zucchero,
portate ad ebollizione e togliete dal fuoco, fate freddare. Unite l’alcool e le
prugne allo sciroppo di zucchero, mescolate bene e filtrate. Inoltre i frutti del prugno spinoso sono
utilizzati in alcuni paesi per produrre bevande alcoliche (in Inghilterra lo
sloe gin, in Navarra, Spagna, il patxaràn, in Francia la prunelle, in Giappone
l' umeshu ed in Italia la prunella il "prospino" e il bargnolino). Per
quanto riguarda la marmellata è molto facile produrla
Ingredienti:
1 chilo prugne selvatiche
5e1/2 bicchieri di zucchero
Durata:
20 minuti preparazione
20 minuti cottura
Ponete le prugne selvatiche in una bacinella, piena
di acqua fredda, e lavatele accuratamente. Toglietele dall’acqua e
lasciate scolare per circa 3 minuti, dopodiché allargatele su uno strofinaccio
per asciugarle bene. Versate le prugne asciutte in una bacinella e, con le
dita, dividete i semi interni dalla polpa. Quando avrete finito di sgusciale,
versate le polpe delle prugne selvatiche in un tegame e lasciatele cuocere per
circa 3-4 minuti a fuoco lento. Mentre il tutto comincia a riscaldare versate
lo zucchero e mescolate man mano con un cucchiaio di legno. Dopo una decina di
minuti vedrete che il composto si amalga restringendosi. Dopo 20 minuti sarà
conforme e ben denso quindi, spegnete il fuoco e versate la marmellata di
prugne selvatiche in vasetti di vetro ben sterilizzati prima. Chiudete
ermeticamente e lasciate raffreddare i vasetti pieni di marmellata a testa in
giù. Quando si raffredda conservate i vasetti di in luogo fresco e buio. Con la
ricetta della nonna, le vostre confetture di marmellata di prugne selvatiche,
si presentano ottimamente per colazioni e preparazioni di dolci e non bisognano
di conservanti. Marmellata di prugne selvatiche ricetta della nonna.
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