Ecco i gioielli dei Borbone: Fu grazie a Francesco II che si persero per sempre.
di Maria Lombardo
Nulla
rimase in mano ai Borbone dei magnifici gioielli della Corona Napoletana,
gioielli che la bellissima Regina d’origine Bavarese indossava nelle feste
fatte a corte. Per conoscere questi gioielli ci sono solo giunti i disegni
tramite l’ausilio di documenti provenienti dai fondi archivistici di Casa Reale
(come il disegno della corona ideato per la incoronazione di Carlo di Borbone a
Palermo nel 1735) . Un vero peccato si sarebbe potuto ammirare l’artigianato
napoletano in tutta la sua maestosità. Purtroppo rimangono solo note che
ricostruiscano quel tempo. ” tracciate dagli stessi creatori, dagli orefici e
sarti che operavano a Napoli per la Corte e per le elite. Abiti, uniformi,
decorazioni e monili, connessi con scrupolo alle mode imperanti nell’Europa
continentale, attraversano il gusto Rococò del Settecento per raggiungere
quello Neoclassico ottocentesco. Tornano a splendere i diamanti a taglio
inglese, le rose d’Olanda e le perle che ornarono monili pensati per essere
“finimento” delle regine borboniche. Tuttavia dei monili originali nulla
rimase! Facciamo parlare la storia è doveroso e quando la scienza parla si
richiede silenzio. Sono gli ultimi giorni che la coppia reale passa a Napoli
nel palazzo reale, è il mese di gennaio e Napoli vive tempi bui e non solo per
il tempo. A raccontare quei giorni è ANTONIO CAPRARICA C’ERA UNA VOLTA IN
ITALIA, IN VIAGGIO TRA PATRIOTI BRIGANTI E PRINCIPESSE NEI GIORNI DELL’UNITà
Sperling e kupfer Rai eri pag53, 54, 55, l’autore spiega che a Napoli stavano
accadendo cambi ai vertici , Farini viene trasferito al suo posto giungerà il
principe di Carignano , la piazzaforte di Napoli è affidata a Cialdini
Menabrea, Valfrè di Bonzo. I piemontesi nel soggiorno napoletano litigano tra
loro e non riescono a concludere molto Cavour è molto scontento. Ripetutamente
il Primo Ministro invia telegrammi a Napoli affinchè si chiuda la partita con
la partenza dei Borbone da Napoli. Liborio Romano inizia la sua “campagna” di
plagio a sfavore dei Borbone, convincendo i giovani sovrani di Napoli a lasciare
il palazzo con l’astuzia. Altro che vulgata neomeridionalista che il Re lasciò
la sua Capitale per salvarla. Ricordo ai lettori specie poco allineati alla
storia che :” Tutto ebbe inizio con una missiva che Garibaldi ricevette il 27
agosto 1860 e portante firma di Francesco II,al tempo Re delle Due Sicilie.
Nella lettera il sovrano delle Due Sicilie palesava l’intenzione di voler
lasciare libera la sola Sicilia affinché con un suffragio universale la
popolazione decidesse se restare disunita dal resto d’Italia o meno. La
proposta era chiaramente un tentativo di corruzione! Inoltre il Borbone era
disposto a lasciare libero il passaggio ai Garibaldini per tutto il Regno
doveva rimanere in mano ai Borbone solo Napoli ed in più la corona di Napoli
avrebbe versato una cospicua somma di denaro”. Ebbene si fu raggirato e cadde
nel tranello,il giovane ed inesperto Borbone! .Il 6 settembre i due reali
lasciano Napoli su suggerimento di Liborio Romano non certo per salvare Napoli
convinti che la loro lontananza sarebbe durata poco. Ne sono così convinti che
Francesco lascia a Napoli tutto denaro, argenteria collezioni d’arte e la
moglie decide di non portare con se il guardaroba. A Napoli lascia 11 milioni
di ducati eredità del padre che in primis erano depositati nella Banca
d’Inghilterra poi riportò nel Banco di Napoli. Pronti per essere "sequestrati”
dal Piemonte con vasellame quadri e l’altra dote di 4 mila ducati della Regina
Santa ed anche la dote di M. Sofia. Portò con se solo 4 quadri due ritratti di
Van Dick e due Madonne tra cui una di Raffaello. Il vestito nero il viso
corrucciato di Maria Sofia ed i capelli raccolti in una treccia come una donna
qualsiasi non le danno torto, si trovò spodestata ed impoverita a combattere a
soli 19 anni sugli spalti della fortezza di Gaeta. Unica e sola epopea di cui i
Borbone possono vantarsi. Oggi gli unici gioielli dei Borbone ad essere
ammirati sono quelli degli attuali Reali di Spagna, gioielli spettacolari e
firmati da stilisti in auge come Cartier. Fra tutti i gioielli voglio
ricordare:la tiara dei fiori di giglio. Il più spettacolare tra i doni di nozze
di Alfonso XIII, fu creato nel 1906 dal gioielliere Ansorena di Madrid ed è
composto da diamanti taglio brillante e cuscino, su una montatura in platino
che disegna il simbolo araldico dei Borboni: i gigli. Sarà per questo che la
regina Sofia l’ha indossata solo nelle grandi occasioni, come gioiello simbolo
delle regine di Spagna.
Un articolo idiota: parte con un titolo sui gioielli e poi se ne va sulla politica di allora e di gioielli nomina solo alla fine qulacheduno della corona spagnola. Non menziono poi gli errori di lingua che a tratti rendono non comprensibile il discorso.
RispondiEliminaneoborbonico abbiamo capito ...non è roba per lei!
RispondiEliminaIn realtà, i gioielli della Corona andarono persi prima di Franceschiello, allorché nella fuga in Sicilia del 1799, il re Ferdinando IV, imbarcatosi sulla Vanguard di Orazio Nelson da Napoli, fece caricare i preziosi su un altro naviglio di scorta che naufragò. Come siano andate veramente le cose nessuno lo sa. Inganno inglese per impadronirsi del carico di incommensurabile valore (era compresa anche la corona del re)? Sotterfugio di Ferdinando per procurarsi fondi? oppure in qualche luogo della rotta fra Napoli e Palermo giace da secoli una nave inglese col suo carico...
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