Calabria la terra dei cachi!





di Maria Lombardo



E’ arrivato l’autunno col suo carico di bontà! Una goduria tutta autunnale, frutto dolce, compatto e morbido ma attenzione a mangiarlo quando è ben maturo. In Calabria si dice che “n’gargia” cioè da un sapore sgradevolissimo quando non è maturo a puntino. Poiché durante questa fase si riducono i tannini che producono la sensazione gustativa dell'astringenza. Quindi ascoltare sempre i consigli “d’antichi”! Con la sua preziosa polpa si può cucinare di tutto crostate, confetture e vellutate sono all'ordine del giorno. Ma io che sono della vecchia scuola preferisco mangiarlo col cucchiaio.La caratteristica più nota della varietà più diffusa di caco è la sua polpa morbida e cremosa. Ma ne esiste anche un’altra varietà dalla polpa più soda, simile a quella delle mele, chiamato infatti cachi mela o anche cachi vaniglia. Addirittura vi è la varietà cioccolatino meno dolce e può essere mangiato sbucciandolo e tagliandolo a spicchi. Pianta da suolo arido questa è una coltivazione antichissima prima in Cina e nell’800 si diffuse in Europa.Solo a partire dal 1916 arriva in Italia, in particolare sulle alture dell'Agro Nocerino in Campania – regione che ancora oggi ha un ruolo centrale nella produzione nostrana di cachi, diffondendosi poi in tutto il meridione ed in Calabria. Ed era quel tocco energizzante dei contadini poiché molto energetico, grazie alla cospicua quantità di zuccheri. Inoltre le proprietà lassative grazie alle fibre e regolano i valori del sangue. Carichi di vitamica C lo si evince dalla sua colorazione che va dall’arancione al rosso! contrastano spossatezza, stress psico-fisico, inappetenza; depurando e rimineralizzando l’organismo. Insomma un tempo come oggi sono un vero toccasana. Il suo delicato e particolare sapore, fu talmente apprezzato dai popoli antichi da essere definito "il pane degli dei". Il cachi simboleggia l'autunno, stagione di passaggio. Benvenuto autunno!

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