Antichi frutti autunnali calabresi: “I fraguluna” (corbezzoli).




di Maria Lombardo


Piccoli e deliziosi frutti scarlatti di una pianta diffusissima in Calabria e nelle regioni limitrofe. Questa pianta fiorisce in autunno avanzato dei fiori bianchi a grappolo che daranno i frutti a distanza di un anno. Da noi li possiamo mangiare tra novembre e dicembre ed ammirare ora i fiori candidi. Conosciuto fin dall’antichità fu citato dal poeta Ovidio  nelle Metamorfosi da Virgilio nell’Eneide e da Pascoli che compose  un’ode. Il corbezzolo ha enormi proprietà terapeutiche: è astringente, antidiarroico, antinfiammatorio, antispasmodico e inoltre diuretico e antisettico delle vie urinarie. Il frutto, granuloso all’esterno dalla polpa carnosa e gialla, contiene circa il 15% di zuccheri, pectine, luppolo, arbutina, flavonoidi, vari steroli e vitamine. E’ ottimo da consumare al naturale, con zucchero o aggiunto ad insalate, sotto spirito o trasformato in confetture, acquavite, infusi, vini, liquori, canditi e sciroppi.
Attenzione a non abusare molto nel mangiarne  contengono un alcaloide, che se ingerito in quantità produce un senso di ubriachezza e vertigine. Plinio il Vecchio assegnò alla pianta il nome unedo (ne mangio solo uno) poiché questa proprietà era già conosciuta. Inoltre in passato si pensava che i corbezzoli avessero poteri magici e usavano appenderne in casa un ramoscello con tre frutti, usanza che si perpetua in Calabria nel periodo natalizio. Il legno di questo albero è pregiatissimo resistente agli insetti e le sue foglie ricche di tannino usate per la concia delle pelli. Un’infusione di sei o sette foglie di corbezzolo è ottima contro la febbre, la diarrea e disturbi alle vie urinarie. La stessa si può usare come tonico astringente per il viso. Ottimo, anche se raro, è anche il miele di corbezzolo che ha proprietà balsamiche, antisettiche, antispasmodiche.

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