La Torre cavallara di Sant'Antonio a Santa Caterina allo Jonio (CZ)





di Maria Lombardo


Questo meraviglioso monumento che sto per presentarvi è la Torre di Sant'Antonio, torre cavallara del XIII secolo, edificata ancora prima delle disposizioni di Carlo V per la protezione delle coste di tutto il Regno di Napoli. Se la datazione è precisa, la Torre è la prima sulla costa ionica meridionale, e precede le torri angioine e durazzesche similari, della fine del secolo XIV.
A ridosso del mare le due guardie a cavallo ( per questo detta cavallara) perlustravano senza sosta tutto il litorale a turno. Inoltre quando avvistavano i famosi “pirati” (Balcanici, Greci e Anatolici) provenienti dal lato ionico facevano partire dei segnali di fumo al castello approfittando del fuoco che di notte era sempre acceso. Collegata visibilmente anche con Torre Manno e con la Torre Castillace oggi ricordate in alcuni testi ma di cui non rimangono vetusta.
Come tutte le torri cavallare è a forma cilindrica in modo da favorire la partenza degli equini. Il tempo però ha fatto rilevare numerosissimi interventi in alcuni casi svolti anche con enorme leggerezza! ma sono state rispettate ugualmente le sue caratteristiche costruttive, tra cui i merletti, le aperture, la scala esterna ed il colore dell'intonaco. Una bellissima nota di merito va al vincolo monumentale a cui è sottoposta, l'area che la ospita non è edificabile.
Le notizie chiave le estrapolo dal Faglia e dal libro ‘La frontiera di pietra' di Cataldo Vincenzo, i quali pongono all'attenzione dello studioso date e nomi dei torrieri dal 1576 in poi. I torrieri venivano scelti dall'Universitas del luogo cita così il Faglia:” il torriero Tropiano Francesco, nel 1599 il torriero Contestabile Francesco, nel 1613 compare nella carta di Mario Cartaro, la custodisce il torriero Sebastiano Burgese, dopo il terremoto del 1638 compare nell'elenco del Blanch, che la ispeziona e riporta che: “… abbattuta dai turchi prima del terremoto, necessitano 300 ducati…”, nel 1777 è custodita dagli invalidi (persone che non hanno la qualifica di torrieri) ed ha bisogno di accomodi, nel 1778 è vistata dall'abate Saint De Non che la ricorda per le ‘pulci', nel 1810 è utilizzata nell'ordinamento doganale”.
Una storia documentatissima e dettagliata questa di Faglia sui torrieri di Sant'Antonio. Tanto dettagliato è l'acquarello che l'abate Saint Non fa della Torre, il viaggiatore con un seguito di incisori, pittori, architetti sosterà sulla costa che va da Scyllatium fino a Locri, nella Calabria Ultra e la descrive con le seguenti parole: “…La contrada che percorremmo era piantata ad oliveti, a ficheti e a gelseti mori da cui si raccoglievano le foglie per i bachi da seta, che essi ricevevano al momento della monta; ne ho visti molti impianti presso i contadini: essi li tengono nei loro granai su graticci di canne, tappezzati di felce, e buttano con la cattiva foglia tutti quelli che non sono vigorosi, o che ritardano sugli altri al cambiamento di pelle. Il vantaggio e la dolcezza del clima non obbligando a raccogliere le foglie con precauzione, e a darle, come in Francia, spesso appassite e umide, rendono i bachi molto più forti e ben più facili da curare...”.
Per raggiungere la torre quando i viaggiatori di Calabria visitavano questa nostra terra a loro avviso “sauvage” più di uno compreso il Saint Non che fece una descrizione più vivace ed attenta la descrive così: ”Arrivammo col sole calante, dopo una giornata più fatigante che lunga, alla Torre San Antonio, dove non trovammo che una vecchia torre, e una piccola cappella edificata accanto. La torre era talmente occupata dalle pulci che s'erano impossessate prima di noi, che furono le più forti, e ci obbligarono a trincerarci nella cappella, dove fummo felicissimi di trovare asilo. Vi accendemmo del fuoco per far cuocere il pesce che avevamo acquistato da alcuni pescatori che lo prendevano al nostro arrivo, e fatta la nostra cena, non avendo altro letto che i nostri mantelli, ci arrangiammo del nostro meglio sui gradini dell'altare per passarvi la notte. L'indomani, viaggiammo sognando lungo il bordo del mare…”.
Racconti di altri tempi! Oggi la Torre rappresenta un volano per il turismo di Santa Caterina dello Ionio poiché oggi è parte di un resort esclusivo che integra a perfezione storia e turismo.

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