La processione dei ”mortificati” di Chiaravalle Centrale (CZ)
di Maria Lombardo
Circa 340 anni fa ,Chiaravalle fu colpita da una grave siccità, che
perdurando, aveva nesso in pericolo i raccolti e riserve d’acqua e, di
conseguenza, la vita di tutto il popolo. Il clero aveva portato in processione,
tra le altre ,anche la statua di Sant’Elia, allora ritenuto il Santo Protettore
del Paese, ma nulla…Il sole del mese di maggio contribuiva ad aggravare la già
critica situazione. Si narrava che sant’Elia, era considerato protettore dalla
siccità e invocato come apportatore di pioggia, quella buona, però. E capitò
proprio a fagiolo che quella domenica primaverile, su suggerimento di frate
Antonio da Olivadi, che per caso si trovava in chiesa alla messa cantata, si
indisse un’altra processione per le ore 22 della sera detta dei “mortificati”
in quanto erano necessarie mortificazioni e lacrime per ottenere la pioggia.
All’ora stabilita comparvero in chiesa tutti i religiosi coi piedi scalzi, il
capo coronato di spine e cosparso di cenere e i fianchi cinti da ruvida e
grossa fune. Con essi quasi tutta la popolazione, preoccupata ma contrita. E,
tutti in fervente preghiera, si uscì per la processione raggiungendo la
chiesetta di San Giorgio, con l’intenzione di girare per tutto il paese. Ma
ecco che all’improvviso si aprirono le cateratte del cielo e venne giù una
forte pioggia che costrinse i mortificati a rientrare velocemente in matrice
dove, mentre fuori continuava a piovere a dirotto, furono accese delle candele
e si fece una veglia in pianto che durò fino alle due di quella notte. A
chiusura della funzione, per ringraziamento, fu proclamato il digiuno pubblico
per i giorni di lunedì, mercoledì, venerdì e sabato in modo che per la domenica
successiva si facessero le confessioni e le comunioni per aver ottenuto il
miracolo dell’acqua necessaria. Probabilmente più che merito di Sant’Elia fu
opera di frate Antonio che, ancora una volta, aveva battuto il diavolo, che di
certo ci aveva messo lo zampino.
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