La fuga del Marchese di Gagliato (CZ)
di Maria Lombardo
Storia e
leggenda si fondono spesso nel medioevo; come nel vicino e antico borgo di
Gagliato o Gagliati come allora si chiamava; un piccolo borgo di circa 100
anime infeudato ai nobili Sanchez de Luna già dalla metà del 1500.Non si
conoscono con precisione ne il tempo ne i protagonisti principali ma si narra
di un fatto quasi tragicomico là avvenuto e legato al fatto che le ragazze
prima di consumare il matrimonio col legittimo marito dovevano sottostare alle
voglie del signorotto locale. Consuetudine sessuale protrattasi per lungo
tempo; per cui possiamo provare a ricostruire,con un po' di fantasia, l’accaduto
collocandolo un secolo dopo verso la metà del 1600,quando i Sanchez
incardinarono il titolo di Marchese.A quel tempo giunse in età da prender
marito una graziosa fanciulla appartenente alla famiglia dei Codispoti. Il
Signorotto pretendeva dalla ragazza il puntuale rispetto dello Jus Primae
Noctis,ovvero il diritto tradizionale di giacere con ogni promessa sposa del
suo feudo prima del rispettivo marito. Ma in quel caso,al Marchese, gli andò
male. La promessa sposa in questione aveva, infatti, quattro robusti
fratelli,tutti macellai e per nulla disposti a farsi disonorare la sorella, per
una assurda legge non scritta, e per di più di carattere irruento, ed in certi
casi anche violento. Così, quando tre bravi del marchese fecero per prelevare
la fanciulla e condurla al palazzo signorile, su ,al rione Castello, i
Codispoti fecero loro,per così dire,la festa.I tre gaglioffi si presentarono a
casa della ragazza,invitandola a seguirli docilmente, anche perché il marchese
la attendeva ansioso di sfogare la sua nobile libidine. Nascosta da un
rudimentale tappeto nel pavimento di assi,i quattro fratelli avevano
predisposto una botola ed i tre bravi vi caddero dentro come dei fessacchiotti.
I Codispoti li agguantarono,li uccisero e li squartarono per bene,favoriti in
ciò dall’abilità del loro mestiere.I pezzi migliori li appesero poi ai rami di
un secolare ulivo saraceno piantato nei pressi della porta cittadina e del
cancelletto che chiudeva una proprietà in Località Savino, spacciandoli per
ottimi quarti di carne, macellata di fresco. Da qui, appunto, il curioso nome
con cui furono indicati l’”olivara dei quarti “e l’Omonimo quartiere.Il resto
dei cadaveri fu seppellito in una fossa scavata nei pressi e la macabra tomba
fu indicata da tre croci. Quel posto fu poi così indicato. Ma la storia non
finisce qui. Sistemati i bravi, i Codispoti si misero alla ricerca del
marchese. Probabilmente, vestitosi uno di loro da donna, tentarono, con questo
stratagemma di introdursi nell’alcova del signorotto il quale però, avvertito
in tempo della tragica fine dei suoi scagnozzi e temendo per la sua incolumità,
con un ben poco nobile sotterfugio, se l’era appena squagliata: nascosto in un
materasso riempito e ricoperto di paglia che alcuni servi, con la scusa di un
urgente trasloco in campagna di inutili masserizie, portarono fuori paese su un
carro trainato dai cavalli, in un luogo solitario e sicuro. Così, pur braccato
dagli animosi fratelli, sfuggì, almeno provvisoriamente, al linciaggio. Del
lussurioso Marchese non si sa se sia poi tornato nel suo dominio o se abbia
fatto una brutta fine lontano dal suo palazzo marchesale. Di certo si sa che,
da quel giorno, nessun altro feudatario osò più nè in Gagliato e nè nei nei
feudi dei dintorni avanzare simili richieste indecenti.
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