Francesco Pignatelli, i Borbone ebbero con lui memoria corta?
di Maria Lombardo
Marchese di Laino e conte di Acerra (Napoli, 27 marzo 1734 – Napoli, 11 ottobre 1812), fu un generale e politico italiano, vissuto nel Regno di Napoli al servizio dei Borbone. Ricoprì l'incarico di Vicario generale di Ferdinando IV, dopo la fuga di questi in Sicilia, a seguito dell'invasione
francese dello Stato Pontificio e della battaglia di Civita Castellana.Il 15 Febbraio 1783, dopo il
terremoto del 5 denominato il Fragello, fu nominato Vicario generale
delle Calabrie «con autorità e facoltà ut alter ego sopra tutti li présidi, tribunali, baroni, corti
regie e baronali e qualsísiano altri uffiziali politici di qualunque ramo
qualità e carattere, come altresì sopra tutta la truppa tanto regolare quanto
di milizie» e vi rimase fino al 10 settembre 1787. Dotato
immediatamente di 100.000 ducati per le necessità urgenti della popolazione inviò due
navi con beni di prima necessità a Reggio e a Pizzo e si stabili il 22 febbraio a Monteleone dove pose il suo quartier generale; da qui,
effettuando anche sopralluoghi nelle zone più colpite, coordinò gli aiuti, per
cui si valse anche dei fondi della cassa sacra, alle zone colpite dal sisma. Il 7 ottobre 1792 sposò Maria
Grazia de Cardenas, una sua lontana cugina e figlia della Marchesa Pignatelli
Fuentes. Alla morte di costei avvenuta quattro anni dopo, nel 1796 sposò una
bella nobildonna di Reggio Calabria conosciuta durante la "missione
calabrese":Donna Marianna Spanò,probabile quintogenita di Giacinto Spanò.
Nominato dal re Ferdinando IV direttore
della polizia di Napoli, corpo di nuova istituzione, fu sempre da questo, prima
della fuga della famiglia reale in Sicilia nel dicembre 1798, con un biglietto regale
nominato Vicario generale del monarca con il compito di contrastare
l'avanzata dei francesi di Napoleone finché il re fosse tornato con i
rinforzi; ma trovatosi il Pignatelli senza possibilità di impedire
l'occupazione firmò l'11 gennaio 1799 a
Sparanise, con il generale Championnet, un armistizio di due mesi che prevedeva la
cessione della fortezza di Gaeta, il pagamento di due milioni e
mezzo di ducati in due rate da pagarsi il 15 e il 25 gennaio e l'interdizione
dei porti napoletani alle navi dei paesi nemici della Francia. In seguito alla notizia che in città erano presenti
gli emissari francesi per il pagamento della prima rata i lazzari napoletani insorsero e si impadronirono delle
fortezze cittadine. Il marchese di Laino abbandonò Napoli il 17 gennaio ed arrivò a Palermo il 28, qui fu fatto mettere agli arresti
domiciliari dal re, che non era d'accordo con l'armistizio da lui stipulato
con i francesi, ma sembra che alla fine, dopo essersi giustificato, sia stato
prosciolto[.Più triste fu il destino di Donna Marianna Spanò, già
dama di Corte Reale che, sorella del Generale degli insorti Partenopei
Agamennone fucilato nell'estate del 1799,fu imprigionata a Castel dell'Ovo dai
Borbone e lasciata morire. Si narra che nella prigionia, innamoratasi di un
bell'Ufficiale Borbonico ,tramite un messo di fortuna, riuscì a fare avere al
fratello Pasquale a Reggio Calabria una spilla con brillante che le era
rimasta, a titolo di amore imperituro per la sua famiglia lontana.
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