NICOTERA (VV): LA VERGINE DELLE GRAZIE DI ANTONELLO GAGINI E L’OMONIMO CONVENTO.





di Maria Lombardo


I Gagini furono una famiglia di rinomati scalpellini e scultori di origine Siciliana originari di Palermo, una scuola abbondantissima quella di Antonellus de Gagino uno dei più importanti architetti del rinascimento, tra l’altra cosa considerato seguace di Antonello da Messina, mentre Antonello, visto come fiore all’occhiello del Rinascimento, considerato “copista” di quest’ultimo.
Iniziò giovanissimo la sua produzione e nel 1498 acquisì il titolo di magister, cita il Di Marzo in ogni sua opera che il giovane scultore amava firmare le sue opere così:” Opus Antonello Gagini”, dopo numerose decisioni spostò i suoi interessi commerciali verso la città di Messina dove iniziò ad intraprendere rete commerciale di panno Piemontese da rivendere in Calabria, ed è proprio dalla città di Messina che scolpisce appena ventenne l’opera in marmo bianco La Vergine delle Grazie scolpita dalle sapienti mani dello scultore siculo, risulta essere di incantevole bellezza, e ad oggi è perfettamente conservata all’interno della Cattedrale di Nicotera a destra del presbitero.
Commissionata dal Beato Paolo da Sinopoli per essere posta nella nicchia principale dell’omonimo convento delle Grazie dei frati Minori Osservanti,la statua, fu poi translata dopo l’evento sismico dell’83 del secolo 1700 il Pagano dopo attente ricerche afferma :” scolpita a Messina dallo scultore appena ventenne nel 1498 (…) commissionata dal frate Beato Paolo dimorante nel convento nicoterese”.
Le fonti storiche in merito parlano chiaro attraverso una Relatio ad Sacra limina, 581A, Nicotera, 1649, in particolare ff.n.122.v del 1649 dell’allora vescovo Monsignor Baldo Romano risulta essere molto vicina alla verità storica tanto da appurare come il simulacro venne fatto giungere all’urbe di Nicotera, nel quale scorgo tale frase:” l’Immagine di essa fu portata da una nave” effettivamente l’Imago della Vergine delle Grazie fu portata a Nicotera per via mare e quando si avvicinò al luogo della fondazione del convento non volle andare più avanti.
Per quanto riguarda il convento dei frati minori Osservanti dedicata a Santa Maria delle Grazie poche e scarne sono le notizie in merito ma è noto che i frati minori dell’Osservanza guidati dal Beato Paolo da Sinopoli, arrivarono a Nicotera solo nella prima metà del XV secolo, per stabilirsi nel già presente convento di Santa Maria delle Grazie.
Indubbiamente è attraverso le parole di Luigi D’Avanzo nella Descrizione di Nicotera in apprezzo del 1646 estratto da “ Calabria Nobilissima” anno XIX-n 49-50 del 1965 a pag 13 annota:”(..) situato verso ponente (…) e quindi fuori le mura del borgo. Si innalzò qui una grande chiesa con tutti apparati e comodità per celebrare e ben 4 campane. Interviene il D’Avanzo nell’ operetta citata in calce sempre a pag 13 :” in esso risiedevano 22 padri dell’ordine Zoccolanti (…)et un Guardiano dove vi è l’habitazione con tutte le comodità et viveno di carità” secondo i precetti di San Francesco da Paola.
Notevoli fonti storiche del periodo in lingua latina aggiungono:” Monasterius adest circa 100 passus distant da urbe”, l’ordine Francescano effettivamente sorgeva fuori la città immerso nelle campagne Nicoteresi, a conti fatti risulta fondamentale esprimere cosa i frati Osservanti trovarono nel luogo citando ancora le fonti d’archivio:”et in maiori altari, adest Imago marmorea B.M semper Virginis cum Iesu Puero in manibus”effettivamente si tratta della Madonna del Gagini parole dello storico Nicoterese D. Taccone Gallucci ,Monografia della Diocesi di Nicotera e Tropea Reggio Calabria 1904 p.38. Risulta essere di estrema autorevolezza il mettere nero su bianco quanto afferma anche lo storico nicoterese Natale Pagano in un suo scritto apparso su Calabria Sconosciuta che porta titolo I Gagini e la Calabria, in Calabria Sconosciuta n.68/1995, da cui è estrapolata la frase in virgolettato in calce e dove trovo nota a proposito di quanto detto proprio all’indomani del gran tremuoto:” dell’immensa ricchezza di questo complesso conventuale non rimane nulla”effettivamente il sisma spazzò via il Convento dedicato alle Grazie, mentre rimane ancora testimonianza su numerosissimi documenti dell’excursus della statua marmorea cita ancora il Pagano nella medesima operetta su Calabria Sconosciuta affermando :”secondo la tradizione orale il Beato Paolo, (…) portò sulle proprie spalle la statua marmorea verso il Convento nicoterese”.
Risulta essere di importanza fondamentale gli studi condotti dal valoroso storico del Gagini, l’abbate Gioacchino Di Marzo nella sua dotta opera Gagini e la scultura in Palermo nei secoli XV e XVI, 1880 a pag 175-179 annota :” narravano di una statua gaginesca in Nicotera, esce in questa frase, e ben farebbe mestiere più di una gita in quell’estremo lembo di terra (…) a discoprirvi e richiamarvi in pregio ampi tesori d’arte, che dalla Sicilia vi pervennero ed ora giacciono in profondissimo oblio”.
Purtroppo questo dolce rimprovero ha un grande strato di verità, il gusto del bello fu sempre presente in Calabria e Nicotera ne è testimonianza. Dalle parole il Di Marzo ci mette i fatti e a seguito di studi si porta a Nicotera per studiare la pregievole statua a tutto tondo. In un famoso documento del Di Marzo apparso nella sua opera più importante citata in calce dice a pag 169:” Magister Antonellus de Gagini marmorius Messina “ ed è proprio da Messina che lo scultore fa pervenire questa primissima opera oggi conservata a Nicotera “ ed impiegata dall’autore come modello per le altre opere” annota W. Kruft nell’opera Gagini as coautor with Michelangelo on the tomb of Pope Julius II pag 598.
Inoltre Le figure giovanili di Madonne di Antonello Gagini per antichità viva pag24-34 dove dopo attenta lettura scorgo tale affermazione:”del Gagini è anche la Madonna delle Grazie della Cattedrale di Nicotera (…)che si richiama direttamente alla Madonna di F. Laurana, conservata nella Cattedrale di Palermo,(…)e quindi il canone introdotto in Sicilia dallo scultore Dalmata, fatto di saldezza di volumi” anche il Laurana fu maestro del Gagini e le opere storiche confermano tale tesi. Senza dubbio non possiamo non citare anche le parole di Vito Maesano in La Madonna delle Grazie di Nicotera bollettino centri studi medmei anno II 1975,n 3 p 8-10 dove afferma con dovizia ed insinua nello studioso il dubbio della diversa paternità dell’opera:” la statua marmorea (…) da alcuni attribuita al Gagini, si trova nella Cattedrale a partire dalla distruzione del convento dei minimi Osservanti” ma la scuola del Gagini è abbondantissima ed esistono una serie di statue simili a quella di Nicotera.
Resta il fatto che la giunonica opera a figura intera è opera giovanile di Antonello Gagini, dove si riscontrano l’eleganza di Francesco Laurana ed i caratteri tradizionali del Gagini, ed ancora la dolcezza del volto la perfezione delle forme ed assenza di panneggio delle forme, assieme alla poca naturalezza delle mani è riscontrabile nella stessa Vergine di Nicotera. Si narra che suddetta statua sia davvero miracolosa e che abbia salvato il Convento proprio in occasione dell’incursione saracena del 1638 sulla questione si pone un documento molto interessante scritto in latino rinvenuto in loco e che cita:” (..) et est quidam dicta Imago B. Marieae miraculosissima quia inter miracula, quae in dies facit, (…) 20 iunii 1638”. Tra le numerose nozioni storiche rinvenute in loco si può riscontrare che Marcello Fossataro terziario francescano, a seguito del “male piccolo” chiamati così gli attacchi epilettici ebbe una visione della Madonna delle Grazie e si mise a suo pieno servizio alla statua di Nicotera, dopo di chè si recò a Napoli per fondare un’importante collegio.
E’ opportuno a questo punto citare uno dei giorni più difficili che il Convento delle Grazie subì, nel 1638 il 20 di giugno, come spesso accadeva nelle coste meridionali Nicotera subì un cruento attacco turchesco che distrusse il centro abitato ma le cronache del tempo non sono concordi sugli effetti che l’incursione ebbe sul Convento, infatti secondo i resoconti vescovili sostengono che il convento rimase illeso.
Tuttavia secondo altri autori fu il solo convento delle Grazie ad essere saccheggiato questa descrizione fu raccontata nella Cronistoria civile e religiosa della Città di Nicotera per Diego Dott. Corso, a cura di Ernesto Gligora, Nicotera 2002, 95:”Saccheggiata la Chiesa ed il Convento, guasto il lanificio dissipate le conserve nei magazzini, fatti captivi molti frati (…)”. Il convento si riprese divenne florido e ricco e fino al gran sisma del ’83 fu in piena attività tanto che nel 1771 si svolsero rinomati lavori di restauro.
Le notizie storiche ripartono a distanza di anni dopo l’evento sismico del 1783, e proprio nel 1788, “la Cassa Sacra affidava al Vicario Capitolare della Diocesi di Nicotera il patrimonio del Convento delle Grazie” citazione dedotta da G. Scamardì, Nicotera Concattedrale di Santa Maria Assunta,in S Valtieri ed,Cattedrali di Calabria Gangemi ,Roma 2002 pag 90-100, effettivamente secondo le disposizioni della Cassa Sacra era impossibile la ricostruzione ed i paramenti ceduti alla Chiesa madre mentre l’altare maggiore ceduto alla Parrocchia di San Giuseppe dopo numerose controversie con la diocesi di Limbadi.
Proprio su esplicito desiderio di Monsignor Coppola su motivazioni che non c’ è dato conoscere l’altare venne trasferito e montato nella Chiesa del rione San Giuseppe nel 1798 dato tratto dall’archivio storico di Catanzaro Fondo Cassa Sacra b67 fascicolo 1072, Carte relative all’altare di marmo dei PP. Minimi Osservanti chiesto per comodo di quella cattedrale, e per la chiesa di Limbadi,come dentro Appendice documentaria n.5.

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