Oggi 15 ottobre 2017 la Calabria ha un nuovo Santo è il turno del beato Angelo da Acri (CS).





di Maria Lombardo

"Era il lontano 18 dicembre 1825 quando, a conclusione di un lungo iter iniziato il 10 ottobre 1744 a cinque anni dopo la sua morte con il processo di “non culto”, al quale seguirono i processi informativi di Bisignano (1748-1759) e di Cosenza (1764-1769), e quelli celebrati a Cosenza (1786-1789; 1791-1792; 1793-1795) e a Bisignano (1793-1796), papa Leone XII celebrava il rito della beatificazione. Da allora sono passati oltre 190 anni e la fama di santità del beato Angelo, specialmente tra gli acresi ma non solo, non è mai venuta meno. L’Ordine dei Frati Minori Cappuccini gioisce per questo nuovo santo, testimone di Cristo, predicatore instancabile del Vangelo, discepolo fedele della croce, grande difensore dei poveri e degli esclusi, confessore della misericordia di Dio. Il Santo beato Angelo, lasciandosi sorprendere dall’irrompere del Signore nella sua vita, ha saputo essere l’umile lavoratore nella vigna del Signore." Lo ha annunciato ormai già da qualche mese Papa Francesco nel Concistoro ordinario pubblico, in Vaticano. La notizia è stata poi diffusa dall’Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano «che gioisce – si leggeva in un comunicato – per la notizia sulla data di canonizzazione del Beato Angelo d’Acri, figlio di San Francesco e sacerdote illustre di questa Chiesa». «L’Arcivescovo di Cosenza-Bisignano Francesco Nolè – si leggeva ancora nel comunicato – ha espresso la gratitudine della Chiesa cosentina al Santo Padre. I sacerdoti e i fedeli, affidandosi alla sua intercessione, rendono grazie a Dio per il dono di questo nuovo testimone della misericordia il cui culto sarà esteso il prossimo 15 ottobre alla Chiesa universale». Lucantonio Falcone, nato ad Acri, provincia di Cosenza, il 19 ottobre 1669. Nasce in una famiglia religiosissima  che mai avrebbe cercato di dissuadere il figlio dalla sua vocazione, invece i contrasti è  Lucantonio i contrasti se li sente dentro. Quando a 15 anni incontra un cappuccino carismatico gli sembra di capire che solo tra i cappuccini potrà realizzare la sua vocazione. Diviene frate a 19 anni ma dopo poco torna a casa sente che deve formarsi una famiglia sua ma poco dopo torna in convento pentito poi depone nuovamente il saio non si sente all’altezza del compito. La sua sembra una vocazione fragile! Sembra, poiché questi erano i contrasi che il demonio metteva nel suo cammino poiché presto il giovane cappuccino lo contrasterà con tutto se stesso. Torna per sempre in convento e muta nome in Fra Angelo ordinato prete nel 1700. Inizia a prendere sulle sue spalle gravosi oneri fino a inizia a predicare e viene riconosciuto come  «angelo della pace» e «apostolo del Mezzogiorno». Sono 40 gli anni in cui predica in primis gli attribuiscono una predica “barocca”, preparata con tanta cura, che lo zelante predicatore impara a memoria prima di salire sul pulpito dove, appena giunto, perde subito il filo del discorso e fa scena muta, vergognandosene terribilmente. Poi inizia a parlare per tutti e la sua oratoria fu apprezzatissimo tanto che quando predica «nelle case nun ci restavanu mancu li gatti».
Non così a Napoli, dove giunge chiamato dal cardinal Pignatelli e… 
“predica alle panche”, perché gli intellettuali, accorsi numerosi a sentire il famoso predicatore, rimangono delusi dalla sua oratoria scarna e senza fronzoli. Il beato Angelo inizia ad essere boicottato era di nuovo il demonio a metterci lo zampino. Il demonio lo vessa giorno e notte ricevendone in cambio tentazioni e botte. Grandi violenze fisiche e persino offese il demonio lo chiama ladro poiché gli rubava le anime.Il 30 ottobre 1739, poco più che settantenne. Padre Angelo fu beatificato da papa Leone XII il 18 dicembre 1825.

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