" U' papau "credenze calabresi.



di Maria Lombardo


U’ Papau, o Papalutu, Papambaru Mamau come si intende chiamarlo ma il significato non muta ,nel significato di vecchio che fa paura, la figura immaginaria con cui un tempo si spaventavano i bambini, derivava dal vestito indossato dal Priore dell’antica confraternita durante le processioni della settimana santa . I confratelli normali usavano la cappa col cappuccio bianco, una tunica bianca stretta alla vita da un cingolo di cordelle annodato sul lato destro e ornato di medagliette, una mantella bianca bordata di rosso vivo, un paio di guanti bianchi, e andavano a piedi scalzi. Il Mastro Massaro, o Priore invece, usava la cappa col cappuccio a stile passamontagna, che copriva quasi completamente il volto, di colore beige damascato e la tunica bordata di color oro con una mantella di solito bianca, oppure azzurra. Al cingolo portava spesso una campanella d’argento, che come si muoveva tintinnava. Egli Camminava con un paio di ciabatte bianche bordate di rosso e procedeva lentamente agitando la troccola che produceva colpi lugubri e secchi. Così conciato, il Papau, specialmente se era alto e robusto, incuteva timore ai piccoli ai quali, nella tarda sera del venerdì santo, appariva come un mostro spaventoso. Si diceva anche che, a similitudine del lupo mannaro, non si sa per quale misteriosa maledizione, ad ogni luna piena a trasformarsi in una bestia feroce fosse una persona del luogo. Quelli che asserivano di averlo incontrato, e ve ne erano diversi, raccontavano che il compaesano, condannato dalla maledizione, assumesse le sembianze di una bestia tra il lupo ed il porco e proprio come quest’ultimo grugniva in modo spaventoso nell’aggredire chiunque, malauguratamente, si trovasse a girare a quelle ore notturne! 

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