L'Osservatorio sulle mafie di ConDivisa....



di Maria Lombardo



Fa proprio riflettere vedere il nome della Dott.ssa Marisa Manzini utilizzato con così tanta disinvoltura dall’Associazione ConDivisa della Signora Lia Staropoli ( non scrivo avvocato come altre testate perché non lo è). La Staropoli qualche mese fa ha deciso di istituire un suo Osservatorio, coadiuvato dalla Dott.ssa Manzini e dal signor Gianni Cuozzo, ed è la stessa Staropoli a spiegare cos’è questo Osservatorio in una recente intervista fatta dalla sua amica e “compagna di merende” Enza Dell’Acqua. Ricordiamo ai lettori che le due donne hanno collezionato a testa almeno 20 querele: tutte, per la maggior parte, per diffamazione aggravata in quanto le due donne sarebbero abituate ad etichettare le persone, chiunque e per qualsiasi cosa a loro discrezione, col termine "n’dranghetista". Ma, tornando alla nascita, autorizzata da quale Istituzione o Autorità non è dato sapere, ecco quanto dice la Staropoli:”  “ConDivisa, a questo proposito, istituisce l’Osservatorio per monitorare la mafia sui social, con la collaborazione gratuita di un team di esperti con competenze specifiche, eccellenze nei settori di appartenenza, una “Task Force” per monitorare costantemente gli spazi virtuali interessati dal fenomeno mafioso, per elaborare i criteri d’ individuazione del fenomeno e le proposte di legge per neutralizzare il pericolo sui social, un luogo virtuale frequentato assiduamente da giovanissimi, talvolta indifesi». Peccato però che l’intento della Staropoli sia altro: vessare la gente forse per trovare qualche “escamotage” con la speranza di vincere qualche causa in cui si è cacciata in malo modo? Di grande rilievo risulta la figura di Cuozzo, responsabile di una sconosciuta agenzia di informatica, che sulla sua pagina Facebook in data 17 settembre, alle ore 14:37 scrive baldanzoso:”Volevo pranzare guardandomi il documentario di KindotCom lo stavo cercando nei canali tradizionali(…) ma in Italia non c’è e non ci sarà mai e mi trovo a piratare” .Bell’esempio da seguire mi domando se la Manzini lo sa visto che il Cuozzo afferma di provare gusto ad usare le sue "conoscenze" informatiche" per scaricare documentari piratando a sua volta i "pirati" della rete. Dunque, l’Osservatorio sulla Legalità, e sull'osservazione del fenomeno "mafioso" sui social, ha questi presupposti: una sorta di informatico dedito alla pirateria e all’hackeraggio. Inoltre sono questi i componenti di un osservatorio (ripetiamo, dove sta l' autorizzazione?) che si occupano di legalità? O, piuttosto, si occupano di infiltrarsi nei PC dei "nemici" ("ci faremo un giro nei loro computer") della ideatrice di tale fumoso "strumento" per passarle le informazioni, violando così le leggi e l'articolo 15 della Costituzione Italiana? La dottoressa Manzini lo sa, qualcuno l'ha informata (le allora lo facciamo noi) di come e per cosa viene usato costantemente il suo nome? E' questa la trasparenza, siamo ancora in uno stato di diritto? Chi tutela i cittadini da questi personaggi in cerca d'autore? Avremo mai risposta a queste domande? Forse si. Forse no. Chissà.

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