Guardia Piemontese (CS), isola della lingua Occitana e recupero della ghironda

– di Maria Lombardo-


In Calabria sopravvive ancora la lingua “dell’amor cortese” che veniva cantata dai trovatori nel 1600, solo a Guardia Piemontese nel cosentino esiste l’isola linguistica occitana. “La Gàrdia” un piccolo borgo di 1600 anime del cosentino, qui parlano occitano una lingua gallo-romanza, appartiene al gruppo occidentale delle lingue neolatine ed è nota anche come lingua d’oc o provenzale. Una lingua che si parla solo in Provenza e nelle Valli Occitane. Ma come giunsero da noi questi popoli? In Calabria si verificò l’esodo dei Valdesi tra il XII e il XIII secolo, lasciarono le valli piemontesi per sfuggire alle persecuzioni dell’Inquisizione. C’è anche, però, chi sostiene un’altra tesi, secondo la quale si trattò di una migrazione economica verso la Calabria, databile intorno alla prima metà del XIV secolo, la cui causa fu la sovrappopolazione dei territori da cui essi provenivano. In Calabria vissero in pace per un po’ di tempo poi nei loro fu ordita una violenta persecuzione, di cui ancora oggi si parla con orrore. Dopo la loro adesione alla Riforma protestante, infatti, la Chiesa di Roma decise che i valdesi del Piemonte e della Calabria dovessero essere letteralmente annientati, con ogni mezzo, senza alcun ritegno. Appena iniziò la repressione Guardia Piemontese il 5 giugno 1561 venne coinvolta per 15 giorni in atroci delitti. E’ stato calcolato che furono oltre duemila le persone barbaramente trucidate, sgozzate, arse vive, in quelle tremende giornate. Fu così tanto il sangue che scorse per i vicoli e le strade, che la porta principale del paese e la piazza antistante furono, a futura memoria, denominate “Porta del sangue” (Pòrta dal Sang) e “Piazza della strage”. Una mattanza! In nome della conversione ed i superstiti furono costretti al nuovo credo. Ma molti dei suoi abitanti scelsero di scappare e di rifugiarsi nelle valli piemontesi, proprio nei luoghi da cui i loro antenati, qualche secolo prima, erano emigrati. Una storia questa che Guardia Piemontese non ha dimenticato e come potrebbe! Effettivamente ogni 5 giugno celebrano il loro giorno della Memoria. Avendo un “dialetto” particolare ha di conseguenza una musica particolare che si pratica con la ghironda antico strumento. Un cordofono a corde strofinate di origine medioevale per suonarlo bisogna poggiarlo sulle gambe. Solo in questo modo le corde vibrano! Il suono è prodotto dalla sfregatura di una ruota azionata da una manovella e modificato con la pressione di tasti in legno. Le corde vengono fasciate col cotone per non usurarle. I cantini sono controllati da una tastiera e realizzano la melodia, i bordoni sono posti vicino al piano armonico e producono un suono continuo, la corda della trompette invece poggia su un ponticello mobile detto cane e produce il caratteristico ronzio tipico della Ghironda tramite la complessa tecnica dei colpi di manovella. Purtroppo a Guardia Piemontese l’uso si è “ sintetizzato”solo a pochi eventi ed è un vero peccato. Una perdita dovuta allo popolamento del borgo a causa dell’emigrazione, oggi il “Viulo” è stato recuperato.

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