Il Santuario di Monte Poro (VV)
di Maria Lombardo
Nel cuore della diocesi di Nicotera-Tropea si erge il santuario della Madonna del Poro. La sua costruzione si deve al giovane Carmelo Falduti, umile ed illetterato pastore, nato nella vicina Caroniti il 4 Ottobre del 1845. Ne ebbe l’ispirazione dalla Madonna stessa che gli era apparsa in quel luogo, seduta su un banco di nubi e col bambino in braccio, mentre sonnecchiava accanto alle sue pecore che pascolavano presso una vecchia edicola eretta in Suo onore. Da quel momento diventò l’innamorato di Maria che cominciò a chiamare <<la sua mamma bella>>;subito abbandonò la custodia delle pecore e, indossato un rozzo saio di terziario carmelitano, fidando unicamente nel Suo aiuto, si fece questuante per amore di lei.Con la corona del Rosario e una piccola cassetta per le offerte in mano, cominciò a percorrere le campagne e i paesi vicini e poi quelli della zona di Rosarno e della piana di Gioia Tauro, trovando dovunque accoglienza e generosità inaspettate. Frutto di queste prime offerte furono la primitiva chiesetta dedicata a S. Pasquale, protettore dei pastori, ora divenuta cappella del Crocifisso e delle Confessioni, le poche stanz e del vecchio romitorio, la fontana con il boschetto di pini, destinato a rendere piacevole la permanenza dei primi pellegrini che cominciano ad accorrere da tutte le parti.Ben presto però, essendo questa piccola chiesa divenuta angusta ed insufficiente, l’umile frate pensò ad una nuova chiesa più ampia e più bella. Si mise nuovamente in cammino, confortato anche dalle benedizione e dall’incoraggiamento del Vescovo Mons. Luigi Vaccari che aveva detto: “ Io prevedo grandi cose a Monte Poro ”.Riprese allora le strade, allargò lo spazio del suo itinerario, trovò ancora altri benefattori, e verso l’anno 1887 furono poste le fondamenta della nuova chiesa; si parlò di fatti prodigiosi e di interventi provvidenziali della Madonna in momenti di particolare difficoltà. La chiesa fu inaugurata il 1° Luglio 1894 e la statua della Vergine, fatta venire da Napoli, poté essere intronizzata sul ricco altare per la cui decorazione Fra Carmelo non aveva badato né a spese né a sacrifici di ogni genere. Sulla volta, tra i ricchi ornamenti, furono posti due quadri opere del pittore nicoterese Domenico Russo, rappresentanti il primo il sogno con l’apparizione della Madonna e il secondo la sua realizzazione. I due quadri però andarono perduti, quando nell’ultimo dopoguerra fu necessario abbattere la volta per motivi di staticità.L’attuale dipinto, posto ora accanto alla tomba del frate fondatore; è opera del giovane pittore di Spilinga, Giuseppe Pontoriero. Poichè il fervore e lo zelo di Fra Carmelo non potevano conoscere soste, terminati i lavori della chiesa, egli passò all’edificazione di nuovi e più ampi locali come sede di qualche istituzione religiosa che avrebbe continuato nel tempo la sua opera.Nel 1926, aveva compiuto l’ultimo fiore della sua fatica: l’edificazione del campanile per annunziare a tutti, col suono festoso delle quattro campane che il suo sogno era ormai diventato una meravigliosa realtà. Aveva 85 anni. Carico di meriti e rimpianto da tutti, egli morì il 6 maggio 1930, fu sepolto nel vicino cimitero di Caroniti. Nel 1957 per opera di mons. Saba, che diede al Santuario nuova vita, scegliendolo tra l’altro, come sede estiva del Seminario diocesano, le spoglie di Fra Carmelo furono trasferiti nel Santuario e sepolte proprio ai piedi della sua “ mamma bella”.
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