Storia del più grande Santuario calabrese: quello di San Francesco di Paola


di Maria Lombardo

E’ il Santuario di Paola in provincia di Cosenza, il posto delle cristianità e della sacralità calabrese. Ogni calabrese in tutta la propria vita, è stato almeno una volta nella cittadina Francescana a rendere omaggio al Patrono di Calabria, e a visitare il Santuario-Basilica dalla storia millenaria. Il Santuario cresciuto intorno alla figura del Paolano che:” con l’aiuto dei buoni Francesco iniziò la costruzione del convento e della chiesa” ovviamente il Santuario posizionato tra una folta vegetazione e acque abbondanti è giunto a noi più volte rimaneggiato ma con le linee essenziali delle origini. Affonda le sue radici nel lontano secolo XV, attorno agli anni 1435-1452, quando iniziò l’esperienza eremitica di Francesco Martolilla, nato a Paola il 27 marzo 1416 e morto a Tours (Francia) il 2 aprile 1507. Iniziò così la fabbricazione del sistema, partendo da una piccola chiesetta, tipica di un romitorio per permettere ai fedeli ed agli eremiti di pregare. La tradizione però vuole e ci insegna che fu proprio il fraticello d’Assisi in sonno a tracciare la forma architettonica del futuro luogo di culto. Divenendo così importante sia a livello calabrese ma anche a livello statale, crebbe l’esigenza di ampliare gli spazi intorno all’antica grotta del romito francescano. La Basilica e tutti gli edifici subirono una cruenta razzia arabesca il 2 luglio del 1555, fu una vera prova per il Santuario dove perse la chiesa che a quel punto ricevette dei rifacimenti in stile barocco. Inoltre fu proprio in quell’anno che venne edificata una cappella dedicata al Paolano, dove vennero conservate alcune reliquie. Tuttavia la parte più spettacolare nel complesso risulta il Convento, il luogo del frate della Charitas. Edificio in due piani di età seicentesca nasconde una parte ancora più antica che è l’ala della Cucchiarella voluta dal frate. Numerosi sismi, incursioni saracene, che hanno da sempre devastato la Calabria non hanno scalfito l’architettura del Convento che nel 1901 rivide definitivamente il ritorno dei Minimi. La vera chicca architettonica è però il portale di tipo gotico, composto da due colonne a fascio e sormontato da capitelli fu questo voluto dal Santo. Gli affreschi laterali ricordano i miracoli del frate e la pietra posta all’angolo è stata trasportata dal un barone come simbolo di guarigione. La Basilica modesta in ogni sua parte, in principio però la chiesetta fu dedicata al fraticello d’Assisi, dopo il 1474 però Francesco volle ingrandire l’ambiente con una navata centrale ed una laterale. Nel 1700 inoltre ricevette numerose modifiche e proprio nel 1928 da Papa Pio XI venne nomata Basilica. Una spettacolare nicchia posta all’angolo della navata piccola, conserva tra marmi e cristalli le reliquie del Santo: calzari, zoccoli e mantello, una corona del rosario e persino ossa ed un dente. La nicchia è illuminata perennemente da una lampada votiva tenuta accesa dall’olio inviato dalle 3 provincie. La devozione esalta in toto i miracoli di Francesco, il racconto dei suoi infiniti miracoli è quello che
in verità interessa alla gente. A pochi passi dalla nuova Chiesa sorge La Fornace il luogo dove il Santo fa cuocere i materiali per la Chiesa. Si narra che il taumaturgo vi entrò una volta con il fuoco ardente, per riparare il forno, ed ancora riportò in vita il suo agnellino che fu mangiato dagli operai. Nell’incavo vicino la fornace è conservata una bomba del’43 che miracolosamente non esplose su Paola. Subito dopo si incontra la fonte della Cucchiarella nata prodigiosamente per far dissetare gli operai fu qui che il Santo fece rivivere la trota Antonella, ma la cosa più eclatante e che nel 1806 i francesi tentarono di prosciugarla ma prodigiosamente tornò al suo livello. Attraverso un viottolo è possibile raggiungere il Ponte del diavolo, si narra che fu edificato dal diavolo per volere di Francesco, e che lo stesso chiese l’anima del primo viandante, vi fece passare un cane. Sono visibili i segni della furia diabolica e dell’impronta del maligno impressa sulla parete del costone. Il Santuario- Basilica pullula di santità e di miracoli ed oggi come allora attira intorno a sé una moltitudine di pellegrini.

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