LA REPUBBLICA UNIVERSALE DI FILADELFIA ( VV): RISORGIMENTO IN CALABRIA
« Fatta la pubblica deliberazione, che fosse in questo luogo da porre la nuova fede, alla maniera e coi solenni riti Romani le fu dato cominciamento. Il Sindaco, e l’Eletto del Popolo, ed il resto dei cittadini collo aratro disegnarono tutta la città. »(Elia Serrao, da De tremuoti e della nuova Filadelfia in Calabria)
di Maria Lombardo
Questa storia che voglio raccontare è un pezzo del risorgimento nota a pochi e se conosciuta colorita dei soliti toni propagandistici. Tutto ebbe inizio con l’amicizia fraterna tra Ricciotti e Menotti Garibaldi e l’alter ego di Peppino Garibaldi: Don Achille Fazzari. Ricciotti in quel periodo che si ordiva questa “Repubblica” era ospite di Fazzari a Catanzaro e passava i suoi giorni tra bere e gioco d’azzardo. Ma perché Ricciotti si trovava in Calabria? Don Fazzari fece di tutto per farlo diventare consigliere comunale e si era invaghito di Adelina Sanseverino ricca figlia del Sindaco di Catanzaro. Il giovane Ricciotti in preda ai fumi dell’alcool ed ai consigli di suo padre e del Mazzini decise di mettersi niente di meno contro i Savoia per rovesciare la monarchia e nel mentre aspetta la scintilla giusta per agire vive nelle campagna come un brigante. E’ vero che la sua balordata fu accettata di buon cuore ma poca cosa rispetto alla gente che unì suo padre un decennio prima. Le idee propagandate dalla “luce calabra” un famoso giornale chiedevano di fondare una repubblica ai contadini vessati dal mal governo. Se sotto i Borbone le tasse da pagare erano 14 con i Savoia erano duplicate! Dopo l’Unità, diversamente da molti suoi compagni di lotta, Raffaele Piccoli , non si integrò nel nuovo regno, rimanendo coerentemente repubblicano, così nel maggio del 1870 partecipò all’insurrezione repubblicana nella cittadina calabrese di Filadelfia provincia di Vibo Valentia attualmente assieme a Ricciotti Garibaldi figlio dell’impavido Garibaldi . L’insurrezione non ebbe successo e Piccoli riparò a Malta. Processato in contumacia, gli venne revocata la pensione attribuitagli come veterano dei Mille, unica fonte di sopravvivenza. Tornato in patria nel 1880, in miseria si tolse la vita a Catanzaro. Il 6 maggio il Prefetto di Catanzaro riceve un telegramma dal collega di Nicastro in cui lo avverte di uomini armati a Santa Eufemia ed in tutto sono 600! Pochi uomini.Era il 7 di maggio del 1870, gli insorti di Filadelfia ispirandosi agli ideali mazziniani issarono la bandiera repubblicana, ma la popolazione già troppo scossa dalla recente conquista unitaria causa di tanti lutti e sofferenze subite dai fratelli italiani, non partecipò all’insurrezione che doveva portare più giustizia proprio tra i poveri ed ignoranti contadini che chiedevano come ultima spiaggia solo la terra, una sorta di Terra Promessa che non vi fu mai concessa, lasciandoli nella più totale indigenza. La banda del Ricciotti venne intercettata a Maida da un battaglione che si trovava a Tiriolo e la guerriglia si svolse in montagna. Intanto il Piccoli citato in calce attacca il carcere di Serra San Bruno con 100 uomini in nome di Mazzini. Sappiatelo le idee di rivoluzione mazziane fallirono tutte compresa questa. Del primo episodio abbiamo una intensa rievocazione filmica in “San Michele aveva un gallo” dei fratelli Taviani, del secondo è possibile rinvenirne traccia nella letteratura contemporanea, “Il birraio di Preston” di Camilleri: entrambe queste fonti potranno essere utilizzate per introdurre alla lettura dei documenti che riguardano gli avvenimenti. L’argomento è poco noto anche all’interno della ristretta cerchia degli specialisti, ulteriore segno dell’indebolimento della memoria collettiva e della debolezza degli studi storici calabresi: se ne occuparono in passato due studiosi di valore, Pavone negli anni ’50, Alatri nel 1970 ed è stato più recentemente ripreso in un pregevole lavoro di Michele Rosanò. Il saggio di P. Alatri, “Il moto repubblicano del 1870” potrà essere usato per una ricostruzione generale degli avvenimenti, mentre dallo studio di C. Pavone sulle “Bande insurrezionali della primavera del 1870” si potranno estrarre i documenti sulle bande calabresi, soprattutto le relazioni inviate al governo dei militari incaricati di sedare il moto. Torniamo alla storia la colonna del Ricciotti viene vista a Filadelfia ecco che a Pizzo sbarcano i battaglioni italiani, il tempo per i ribelli si stringono da Serra partono proclami sconfusionati che invitano alla calma. Intanto a Filadelfia i bersaglieri (ricordo che tra i bersaglieri vi erano anche i Meridionali) sparano sui Repubblicani e tra i morti vi è Eugenio Petrucci cameriere personale di Ricciotti. Questa Repubblica abortì sul nascere si ipotizzò di tradimento da parte dei notabili effettivamente così fu. Ed il voltafaccia venne proprio dal miglior amico di Ricciotti, Don Fazzari. L’ex Garibaldino dichiarava di trovarsi a Napoli e di non conoscere questo movimento Repubblicano. Ricciotti lascia la Calabria per la Francia finisce così senza Briganti al fianco di Ricciotti questo episodio durato solo pochi fiorni. Debellato il “brigantaggio” non poteva essere riesumato. <<Signora Anita Garibaldi non vada inTv a raccontare sciocchezze ….la gente ci crede!>>
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