La Grande ed importante storia di Catanzaro


di Maria Lombardo
Per chi come me ama documentarsi e conoscere il più possibile su questa meravigliosa terra che è la Calabria non ha importanza se si decide di scrivere di Nicotera o di Limbadi o ancora di Catanzaro. Oggi ho scelto di farvi conoscere una storia sulla Città di Catanzaro, una storia fatta di forza e resistenza. E’ sicuramente l’inciso che certe storie e certi avvenimenti nessuno storico li racconterà mai perché entriamo in merito alla storia particolare! Nel 1528 durante la Guerra delle Lega di Cognac viene toccata la città di Catanzaro in giochi di potere che ne determineranno l’assedio. A cingere la corona del Regno di Napoli era Carlo V e più volte nel corso della storia la città calabrese dimostrò la sua fedeltà alla Corona di Napoli. Catanzaro entrò nel mirino dei francesi che volevano portarla sotto il potere Francesco I, viene inviato così in Calabria Odet de Foix de Lautrec per conquistarla. Partono per le Calabrie due contingenti al comando di Simone Tebaldi, conte di Capaccio, e di Francesco di Loria da Tortorella. E’ chiaro che si uniscono altri calabresi il Marchese di Crotone e pugliesi come il Marchese di Taranto parteggianti per la Francia che formarono un esercito di circa 35.000 uomini. Intanto gli Spagnoli diretti dal vicerè della Provincia di Calabria Ulteriore, Don Pedro d’Alarcon de Mendoza, con 11.000 uomini forniti dai nobili rimasti fedeli alla Corona, organizzò la difesa della Calabria Ulteriore eleggendo la città di Catanzaro, considerata inespugnabile, Piazza d’Armi e comando generale delle operazioni. Catanzaro era intoccabile amata dal Re di Napoli e fedele in toto!. Giunti i Francesi nelle Calabrie la cittadina viene assediata e l’inferiorità numerica non scalfì il desiderio dei Napoletani di mantenerla Spagnola. Il 28 AGOSTO del ’28 gli spagnoli vincono sui francesi grazie alla tenacia dei Catanzaresi. Carlo V infatti concesse un prestigioso diritto l’utilizzo dell’aquila imperiale, recante sul petto uno scudo rappresentante i tre colli della città sormontati da una corona, e reggente col becco un nastro azzurro col motto Sanguinis Effusione. In cambio ancora della tenacia alla città venne concesso l’esenzione delle tasse e la possibilità di una moneta propria di un carlino. Le monete provenienti da Catanzaro recavano su una faccia la scritta “OBSISSO CATHANZARIO” e sull’altra”CAROL. V S IMP”

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