Pietro e Paolo Boiano, detti anche “Vianeo” famosi medici di Tropea VV

di Maria Lombardo
Conosciuti come benefattori dell’umanità partendo dal capostipite Vincenzo Vianeo, le operazioni chirurgiche eseguite da Vincenzo Vianeo e poi da Paolo e Pietro, suoi fratelli, tutti vissuti in Tropea ( da verificare) verso la fine del ‘400 e nel corso del ‘500, erano forse alquanto empiriche. La notizia da verificare sulla città di nascita ma anche di lavoro dei chirurghi oscilla tra le notizie reperite da Antonio Parisi che li fa nascere a Maida ed esercitare in quella zona. Soltanto Pietro, l’ultimo, lasciò la nativa cittadina, e si trasferì a Tropea, ma in età matura quando era già
famoso; costretto a far ciò da varie cause tra le quali si ricordano: l’inasprirsi del giogo baronale ed il brigantaggio che infestava la zona.I primi documenti che citano il Dottor Vianeo è stato redatto da un ricco personaggio che nel 1588/89 arriva a “Torpia” oggi Tropea e incontra un certo Dott.Vianeo “faisoit profession de refaire des nedz à ceux qui ou par maladie ou par aultre accident l’avoient perdu”. Era un chirurgo plastico “ ante litteram”! Il ricco borghese d’Orléans elogiò le sue tecniche nellaa rinoplastica ” […] même aux premières techniques de rhinoplastie que l’on venait de développer en Calabre […]”; Inoltre anche il Barrio ci da notizie sui chirurghi calabresi che per essere di Francica ed aver vissuto di poco posteriormente a Bernardino, è una fonte non sospetta. Parlando di Maida il dotto francicano aggiunge: <<Ex hoc oppido fuit Vincentius Vianeus, medicus chirurgus eximius, qui primus labia et nasos mutilos instaurandi artem excogitavit. Fuit et Bernardinus ejus ex fratre nepos et artis heres. Viget modo, huius filius et itidem artis heres..>>.Mezzo secolo dopo il Barrio, lo storico Girolamo Marafioti torna a ricordare il <<maidese>> Vincenzo Vianeo, come colui cui va il merito di aver ritrovato <<il vero modo di ristorare i nasi tagliati e farli quasi per l’appunto come natura li genera>>, aggiungendo che in Maida <<vivono al presente molti huomini nobili degni di memoria, dottori di legge, filosofia e medicina>>. Chioserò sostenendo che ne Tropea e ne Maida ancora al lume delle attuali incomplete ricerche, possono avere la sicurezza di aver dato i natali ai fratelli Vianeo Certamente il loro cognome subì una mutazione fonetiva della prima consonante la V divenne B e la desinenza “eo” ancora molto usato tutt’ora a Tropea. Tale cognome proviene dalla città di Boiano nel Sannio (la “Bovianum Vetus” citata da Plinio). Il conte Roberto di Boiano, comandante del blocco di Napoli nel 1135 per Ruggiero II, può essere considerato il capostipite della famiglia che si trasferì a Tropea. I primi “Boiani” a Tropea furono Vincenzo e Bernardino (già detto “Voiano”), padre di Pietro e Paolo (i “Voianei”). Pietro Boiano sposò Laura Guarno, la cui nobile famiglia aveva fondato a Tropea un ospedale. In questa clinica vennero perfezionate le tecniche di rinoplastica che il Tagliacozzi descriverà e illustrerà dopo averle apprese dai Boiano.Questi dottori all’avanguardia Pietro e Paolo vennero fatti oggetto di studio anche dai fratelli d’oltralpe e da medici italiani come Fioravanti che nel libro Tesoro della vita umana del 1582 riuscì a comprendere con un subdolo stratagemma la manovra usata dai medici tropeani, descrivendola per giunta nel suo libro. La critica del tempo ci mise tempo nelle polemiche tante e copiose ma alla fine attribuirono ai Tropeani il merito di aver gettato le basi per l’autoplastica. Nel mentre altri chirurghi lottavano per l’ambito merito i medici calabresi avevano eseguito con successo l’operazione dello storico Camillo Porzio di Napoli 1561. Nel 1561 si recò espressamente a Tropea, e di quì scrisse al Cardinale Seripando – che si trovava a Trento per il Concilio:”<<… Questi dì addietro ricevei una di V. S. Ill.ma e R.ma, alla quale se di subito non risposi ne fu cagione che mi trovò in lecto, e certo che ne presi tanta consolazione che non solo mi diede aiuto a guarire, ma anche mi portò seco l’ultimo compimento del mio naso, il quale la Iddio mercè, l’ho quasi ricuparato e tanto simile al primo che da coloro che nol sapranno, difficilmente potrà essere riconosciuto; è ben vero che ci ho patiti grandissimi travagli, essendo stato di bisogno che mi si tagliasse nel braccio sinistro duplicata carne della persa, dove si è curata per più di un mese e poi me l’ha cucita al naso, col quale mi è convenuto tenere attaccato quindici dì il predetto braccio. Signor mio, questa è un’opera incognita agli antichi, ma di tanta eccellenza e tanto meravigliosa che è gran vitupero del presente secolo che per beneficio universale non si pubblichi e non s’impari da tutti i corusici, essendo che oggi sia ristretta in un solo uomo, il quale non è quel medico, nè altro suo creato, che come la dice le puosi i denti in Portogallo, perchè colui per quanto ho veduto fuit imitator naturae, ma costui fa quel medesimo che l’istessa natura. Da Tropea il dì 9 luglio 1561. Di V. S. Ill.ma e R.ma deditissimo servitore Camillo Porzio>>. C’è da affermare che la chirurgia veniva utilizzata già dai romani intorno all’anno 30. Col tempo poi nel ‘400 a Catania si sperimentò una tecnica per prelevare lembi di pelle ma i Boiano furono i pionieri della ricostruzione nasale divennero così esperti nella tecnica da far coniare il termine “magia tropoensium”; Vincenzo Vianeo intorno al 1450 era già famoso per tutto il regno di Napoli! Pure Alessandro Benedetti, anatomista e chirurgo di Padova morto nel 1511, descrisse la tecnica dei “Vianeo” (cioè dei Boiano). Ma come operavano i Boiano? Alzavano dei lembi di pelle dall’avambraccio del paziente e li posizionavano sul naso mutilo, il paziente viene immobilizzato per far cicatrizzare la pelle del naso. La tecnica, che probabilmente riusciva a raggiungere in alcuni casi anche risultati estetici decenti, si concludeva con il distaccamento del braccio dal naso ormai ricostruito. Bisogna però chiarire come appreso questa arte, probabilmente nelle vicinanze vi erano i basiliani esperti di medicina e ne abbiamo testimonianza dai documenti.Senza dubbio nulla di più facile per quei monaci di essere stati inconsapevolmente l’anello di congiunzione tra l’antichissimo precetto di rinoplastica contenuto nel libro di Susruta (I, 16) e l’arte più evoluta di Vincenzo, Bernardino e Pietro Vianeo; e ripetiamo Vianeo, perchè col prof. Castiglioni siamo d’avviso: <<Prima a Vianeo di Maida e poi, tramite Pietro Vianeo, i Boiano di Tropea>>.

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