Il pinocchietto della costa viola, il pesce spada siculo- calabrese

di Maria Lombardo
E’ senza dubbio un pesce pregiato veloce in acqua e con una lunga tecnica per poterlo “catturare”. Il primo a raccontare questa battuta di pesca fu niente di meno che Polibio (II sec. a.C.), che rimase affascinato dalla tecnica di pesca praticata ai piedi dello scoglio di Scilla. L’arte della pesca del pescespada si è svolta per millenni sempre allo stesso modo, solo negli anni ’50 le cose iniziarono a cambiare. Il progresso! Le acque della Costa Viola sono molto profonde e perciò facile habitat. La pecularità della pesca di questo pesce consiste nel suo avvistamento, nell’inseguimento e poi infilzato in principio con uno “spiedo” oggi fucile. Attore principale l’avvistatore che se ne sta a picco sul mare dal lato di Scilla, da Palmi a Cannitello ed attende di avvistare questo pesce che nuota come un siluro. Il pesce è del primo che lo avvista, e la ciurma relativa ha l’esclusiva della caccia, con diritto di sconfinamento dalla propria zona se la preda ve la trascina, fino a che avviene la cattura o il pesce, disturbato, si inabissa. Allo scattare del segnale la ciurmaglia si getta sulla barca a prua sta il lanzaturi che ha in mano l’esito della caccia. Il pesce viene infiocinato il pesce si dimena si dissangua e viene issato sulla barca. Qui si svolgono antichi rituali e probabilmente qualcuno si chiederà come possa una barca, sia pure spinta da quattro rematori, competere con un animale che corre a 100 chilometri all’ora, sappia che il pesce affiora quando è in amore, e questo status, oltre a renderlo, come si dice, cieco (e sordo), lo fa pure un po’ citrullo, per cui si muove distratto e lento. L’impresa della sua cattura richiede infatti molta abilità e non sempre la cattura riesce. La furbizia sta nel catturarli mentre affiorano dalle acque in coppia, attenzione la femmina è più robusta e porterli avvistare maggiormente va da maggio ad agosto, due mesi sulla costa calabra e due su quella siciliana -dove la caccia è praticata a partire dal ‘500 facendo ricorso a vedette posizionate su alberi alti 30 metri, montati su feluche ancorate a riva – seguendo il percorso del pesce che scende fino a giugno lungo le coste calabresi e risale da luglio a fine agosto lungo la costa messinese.
Ora però visto che siamo in tempo per mangiare pesce spada fresco in Calabria godetevi questa bella ricettina veloce


e gustosa must delle cucina calabrese: ”Pisci spada ‘nsalamorigghiu” ovvero, il “Pesce Spada in Salmoriglio” è un secondo piatto a base di pesce della Cucina Calabrese!
Ingredienti: pesce spada, olio evo, succo di limone, aglio, origano, prezzemolo, sale e pepe.
Preparazione -Ungete una piastra o una griglia e appena calda, fatevi cuocere il pesce spada. Servitelo condendolo con una marinata di olio, succo di limone, origano, prezzemolo e aglio tritati, pepe e sale. A piacere, accompagnatelo con dei pomodorini conditi con olio evo, sale, origano e cipolla fresca.. Storia e tradizione il connubio calabrese!

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