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Visualizzazione dei post da settembre, 2023

L’Acrolito di Cirò Marina (KR): ma lo potete ammirare al Museo Archeologico di Reggio Calabria

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 di Maria Lombardo L’acrolito era una statua greca o romana formata dalla testa, le mani o le braccia e i piedi in pietra, marmo o avorio, mentre il corpo era formato da una struttura di sostegno di materiale scadente, ricoperto di tessuto, dove venivano attaccati le parti scolpite. Rinvenuta nel 1929 durante la prima campagna di scavi nell’area archeologica di Punta Alice, l’Acrolito di Apollo Aleo è identificato con una testa in marmo bianco della statua raffigurante il dio greco, qui protettore dei naviganti e dei mercanti di mare. L’Acrolito si compone della testa quasi intatta, alta 41 centimetri e con le orbite degli occhi vuote, dei piedi, e della mano sinistra frammentata. La statua in marmo greco bianco, doveva essere alta poco più di due metri, e rappresenta una delle poche rinvenute in tutta la Magna Grecia ad utilizzare la tecnica acrolitica. Una tecnica che permetteva di rendere gli dei ellenici più vicini alla realtà quanto a fisionomia, attributi e abbigliamento. Infatti

I MILLE A BRONTE ED IL ROTOLO ALLA GARIBALDINA

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 di Maria Lombardo Nel 1860, durante la famosa "marcia siciliana dei Mille", per stuzzicare il palato di Giuseppe Garibaldi, a Bronte, si pensò di dedicargli un elaborato piatto di carne con ripieno di pistacchio dal nome celebrativo: rotolo alla garibaldina. Il piatto risultò particolarmente gradito al punto che l'Eroe dei mondi chiese se fosse stato possibile effettuare innesti di pistacchio sui lentischi, piante spontanee presenti in abbondanza nella sua isola di Caprera. Rotolo alla garibaldina fatelo così!   Ingredienti (per 4 persone): 700 gr. di fetta di spalla di vitello, 200 gr. carne di vitello tritata, 100 gr. di prosciutto crudo, un uovo, latte, pan grattato, una piccola mela, 30 pistacchi di Bronte sgusciati e spellati, un bicchiere di marsala, 3 cucchiai d’olio, una noce di burro. Tritate il prosciutto crudo e mescolate con il vitello tritato, i 2 cucchiai di pane grattato, l'uovo, il mezzo bicchiere di latte, i pistacchi, la mela sbucciata e gratt

Giuseppe Maria Pisani l’ultimo artista di Serra San Bruno

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 di Maria Lombardo   (Serra San Bruno, 1927 - Soverato, 2016) si è formato sin da bambino presso le botteghe degli ultimi maestri serresi ed ha avuto modo di imparare dai pittori Gaetano Barillari (1886 - 1956), e Vincenzo Minichini (1886 – 1954), dal plasticatore Salvatore Scrivo (1885 - 1953) e dall’intagliatore Salvatore Tripodi (1892 - 1977) le forme e le tecniche pittoriche e scultoree che furono patrimonio delle botteghe più attive, nel suo paese natale, fin dal XVII secolo. L’esempio degli antenati, lo scultore Giuseppe Tommaso Pisani (1734 – 1806) i pittori Stefano Pisani (1750 – 1843) e Venanzio Pisani (1800 – 1878) e soprattutto quello del nonno Giuseppe Maria Pisani (1851 – 1923), allievo di Domenico Morelli all’Accademia di Belle Arti di Napoli, ha influenzato notevolmente i suoi anni giovanili, anni in cui ha potuto affinare le tecniche del carboncino, della sanguigna e della matita, sulla base dei modelli della ritrattistica classica. Negli anni di formazione ha guardato

Francesco Brancia storico latinista e liberale Nicoterese

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 di Maria Lombardo   Nobile e di gran cultura figlio di Diego e   Maria Martina Thoro, una famiglia nobile di Nicotera! Il 10 gennaio 1844 contrasse matrimonio con donna Rosa Cipriani e dall'unione nacque numerosa prole, ben 12 figli: Orazio, Isabella, Vittoria, Diego, Margherita, Annibale, Giuseppe, Tommaso, Andrea, Francescantonio, Carlo Ottavio, Benedetta, nomi che si tramanderanno nelle loro future generazioni.   Insegnò storia, latino e letteratura    nel Seminario Vescovile di Nicotera (1852-1886) e fu docente e direttore del     Ginnasio-Convitto Comunale (1869-1902). Domenico Taccone Gallucci, noto storico, in un suo scritto lo ricorda con queste parole: «Insigne letterato, storico e professore di latinità   appartenente ad una famiglia che annovera personalità   e titoli nobilissimi ». A Nicotera la presenza della famiglia si registra sin dall'anno 1619 essendo don Annibale Brancia di Andrea, parroco a Motta Filocastro e successivamente arcidiacono nella nostra catte

Il Parco nazionale della Sila

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 di Maria Lombardo     Situato nel cuore della Sila   si estende per 73.695   assumendo una forma allungata nord-sud. La sede del parco si trova a Lorica, mentre il perimetro coinvolge territorialmente tre delle cinque province calabresi, la Provincia di Catanzaro, la Provincia di Cosenza e la Provincia di Crotone. Il Parco è stato istituito nel 1997 con legge n. 344, mentre l’istituzione definitiva è avvenuta per Decreto del presidente della Repubblica del 14 novembre del 2002, dopo un iter politico iniziato nel 1923, quando in Italia si cominciò seriamente a parlare di Aree naturali protette, istituendo i primi parchi nazionali.   Il simbolo del Parco è il lupo!All’interno del Parco vi si trovano 3 dei 6 bacini artificiali presenti sull’altopiano silano e la sua superficie boschiva è molto ampia, tant’è che fra i Parchi nazionali italiani è quello con la maggior percentuale di superficie boscata, circa l’80% del totale, costituita principalmente da faggete e pinete del tipico pino

CINGHIALE ALLA CALABRESE

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 di Maria Lombardo La carne di cinghiale come tutti sappiamo è molto prelibata, buona, dal sapore selvaggio; ogni luogo ha il suo metodo per proporla a tavola: ecco la ricetta alla maniera calabrese. INGREDIENTI: 1500 kg di cosciotto di cinghiale con la cotenna. 1 cipolla. Alcune foglie di alloro. Prezzemolo. Sale. Peperoncino. 15 g di strutto. 100 cl d'acqua. 1 bicchiere di vino rosso. 2 bicchieri di aceto di vino forte. PREPARAZIONE La prima cosa da fare è, innanzitutto, 24 ore prima di cucinare il cinghiale, marinare la carne in acqua e aceto e rigirarla di tanto in tanto. Dopo averla asciugata, farla rosolare a fuoco vivo, in un bel coccio con i rispettivi odori: alloro, prezzemolo tritato, sale e peperoncino, Aggiungendo un po' d'acqua per non farla asciugare, coprire e cuocere a fuoco basso per circa 3 ore. Mezz'ora prima di spegnere il tutto, aggiungere un po' di vino e continuare a far cuocere. Una volta cotta la carne, disponetel

Ecco a voi come si prepara la “nzerta di pomodori m’bernoli”

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 di Maria Lombardo La buona abitudine di conservare i pomodori “appesi”, ha sempre fatto parte della mia vita.   La ‘nzerta, da sempre associata al mondo rurale, oggi si riscopre come uno dei metodi di conservazione più salutari, ma anche più versatili, adatta ad una moltitudine di preparazioni che la rendono una delle protagoniste indiscusse della cucina, soprattutto mediterranea.Procurarsi un “filo di pomodori appesi” non è facile, primo perché si tratta di produzioni artigianali limitate a zone geografiche molto ristrette, poi la quantità di prodotto lavorato in questa maniera spesso ha un costo abbastanza elevato, soprattutto durante il periodo invernale, quando la possibilità di acquistarne è decisamente ridotta. Vi spiego come realizzarne una a casa vostra. Dovrete procurarvi il pomodoro quello ciligino possibilmente. Quest’ultimo, rigorosamente raccolto a “grappoli”, magari ne avete già nell’orto, potreste raccoglierlo li, oppure rivolgervi al vostro contadino di fiducia. Attenz

Garibaldi e quel discorso infuocato a piazza S. Caterina a Nicotera (VV)

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 di Maria Lombardo La colonna Medici dalla Sicilia sarebbe sbarcata presso Nicotera per decretare la definitiva espugnazione garibaldina della Calabria. A Nicotera   un certo fermento antiborbonico si era già manifestato nel 1848 nel quadro della insurrezione calabrese conclusasi tragicamente, come ci ricorda il Corso, con l’eccidio civile presso il Ponte delle Grazie, in data 27 giugno 1848, la notizia dell’avvenuto sbarco dei Mille sulle coste calabre non fece altro che aumentare il clima di eccitazione come si aspettava. Grande così fu la gioia, allorquando nella mattinata del 26 agosto 1860 – una domenica – la gente del posto scorse intorno alle dieci di mattina una nave a vapore che si avvicinava alla nostra Marina. Il Corso stesso ci fa rivivere questa scena scrivendo che “un grido di gioia eruppe allora da tutti gli astanti, i quali per diversi sentieri accorsero alla marina stessa per andare incontro ai giovani avventurosi dalla smagliante camicia rossa, piantando sulla spiaggi

Spianata Calabra

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 di Maria Lombardo La spianata calabra è uno dei salumi tipici calabresi, dal momento che viene esclusivamente prodotto in questa regione ed è molto amato e apprezzato per via della sua forma particolare – appiattita e leggermente ovalizzata – e per la sua variegata versatilità in ambito gastronomico. La spianata calabra piccante viene prodotta utilizzando anche il peperoncino piccante calabrese, può infatti essere servita in assoluta semplicità e ricorrendo a svariati abbinamenti possibili, spesso insoliti ma comunque capaci di conquistare il palato dei suoi innumerevoli consumatori, sia sul territorio italiano e sia all’estero. La spianata può infatti essere presente in qualsiasi portata e utilizzata in tantissime ricette, sia essa aperitivo o antipasto, magari in compagnia di altri salumi tipici calabresi o di formaggi tipici calabresi. Allo stesso tempo, la spianata piccante può essere utilizzata per farcire deliziosi panini, fantasiose pizze o focacce oppure addirittura delle tort

Una leggenda tutta calabrese: Donna Canfora

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 di Maria Lombardo La leggenda di Donna Canfora è una leggenda calabrese molto suggestiva. Ci troviamo a Taureana di Palmi, in provincia di Reggio Calabria, dove da un paio d’anni è stato istituito un parco archeologico dei taureani, appunto. Taureana, città di origine brettia, (lo dimostrano le case scavate al suo interno), in seguito ripianificata dai romani nel I sec. a.C. con la costruzione di un decumanus maximus, un teatro (che all’occorrenza diventava un anfiteatro) e un alto podio, legato alla leggenda, definito appunto “la casa di Donna Canfora”. La credenza popolare voleva che in esso fosse nascosto il tesoro della protagonista, infatti nel corso dei secoli sono stati effettuati diversi interventi, anche con l’uso di piccole bombe, per ricercare l’ambita ricchezza.Donna Canfora, secondo la leggenda locale, era una gentildonna ricchissima, adorna delle più rare virtù e di suprema bellezza. Rimasta vedova ancora giovane, e respingendo ogni nuova offerta d’amore, volle consacrar

LA TOMBA BRETTIA DI CARIATI-CS

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 di Maria Lombardo La sepoltura è costituita da una tomba a "camera sotterranea", sita su una collina a ridosso del mare in località Salto, facilmente raggiungibile dalla statale 106. Tra il IV e il III secolo A.C. Cariati fu sede di insediamenti di genti brettie dedite all'agricoltura e alla pastorizia. Cariati per molto tempo fu insediata da questa civiltà dove con il suo punto strategico sul mare dominava gran parte del territorio. Quello che ci giunge a noi di questa civiltà è una tomba trovata su una collina in periferia di Cariati in mezzo agli alberi di ulivo venuta alla luce dopo lavori di movimento terra per l'agricoltura risalente al 330 circa a.c. , la tomba costituita da blocchi di arenaria posti a parallelepipedi formavano una stanza di circa 2 m2, essa si presentava intatta, al suo interno vi era un affresco che probabilmente rappresentava la vita del guerriero “BRETTIO” che si suppone fosse il capo della comunità locale. Al suo interno furono trovati il

San Marco Argentano (CS). Una Motta normanna in Italia

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 di Maria Lombardo La Motte-and-Bailey era un tipo di fortificazione ampiamente usato dai Normanni sia in Normandia sia in Inghilterra. Si trattava di un sistema rapido ed efficace di erigere un castello provvisorio durante le fasi di conquista di un territorio. Su di un monticello di terra artificiale (motta), veniva eretta una torre lignea e tutto intorno un recinto, sempre di legno, che racchiudeva le baracche e le case. Spesso, in seguito, la fortificazione diventava più duratura grazie alla sostituzione degli elementi lignei con la pietra. In Italia meridionale, invece, i Normanni lo utilizzarono poco, grazie alla presenza di numerose fortificazioni preesistenti, che furono riadattate, e alla natura del territorio di per sé già montuoso.Uno dei pochi esempi di tali costruzioni nel nostro Mezzogiorno è rappresentato dalla Motta di San Marco Argentano in Calabria. Essa fu eretta, secondo i canoni suddetti, durante la prima fase della conquista normanna (alla metà dell’ XI secolo), d

Bruschette ai peperoni

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 di Maria Lombardo Le bruschette ai peperoni sono un ottimo antipasto per cominciare un pranzo estivo quando i peperoni sono nella loro stagione migliore. Se vi piacciono le bruschette perché non accompagnare quelle ai peperoni con quelle alle melanzane e acciughe.   Ingredienti •           1 kg di pane raffermo •           3 peperoni •           ricotta calabrese •           aglio •           basilico •           olio di oliva •           pepe nero macinato •           Tempo Preparazione: Procedimento Cominciate con il prendere 3 grandi peperoni di colore diverso (rosso, giallo e verde). Fateli arrostire sulla griglia e dopo averli puliti, togliendo il pistolo, i semi e la pelle, tagliateli a listarelle e metteteli in una terrina. A parte pulite l’aglio e tritatelo finemente, sminuzzate le foglie di basilico. Condite le listarelle di peperone con questo composto aggiungendo il sale, il pepe nero macinato e l’olio di oliva. Tagliate il pane raffermo da un pa

Corrado Alvaro, il più grande scrittore della Calabria

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 di Maria Lombardo     Alvaro è l’unico scrittore calabrese divenuto un classico della letteratura italiana del Novecento. Nasce a     San Luca (RC) il 15 aprile 1895, primo di sei figli da Antonio, maestro elementare e fondatore di una scuola serale per contadini analfabeti e Antonia Giampaolo, proveniente da una famiglia di proprietari terrieri. Grande   voglia di studiare e apprendere, sicché, dopo le scuole elementari frequentate a San Luca, nel 1905 fu iscritto in un collegio di gesuiti, per continuare la formazione liceale ma da dove però il giovane Alvaro sarà ben presto espulso perchè sorpreso a leggere testi di Giosuè Carducci e Gabriele d’Annunzio allora proibiti dalla Chiesa Cattolica.Completò quindi gli studi a Catanzaro nel 1913! Scrive giovanissimo il primo opuscolo Polsi nell’arte, nella leggenda, e nella storia.   Nel 1915 Alvaro fu chiamato a prestare il servizio militare presso Firenze nel reggimento di fanteria. Ferito alle braccia sul monte Sei Bussi presso Sa