Post

Visualizzazione dei post da novembre, 2018

Dalla tradizione natalizia Reggina : I petrali.

Immagine
di Maria Lombardo  Ecco l’altro dolce famoso nel Reggino sotto Natale, naturalmente come” i nacatuli” veniva offerto al fidanzamento. L’origine etimologica del nome indicava "le offerte prenuziali" portate al tempio dai genitori della promessa sposa. Effettivamente nell’antica Grecia esisteva una festa ateniese detta protelia. Ebbene la tesi quindi è suffragata abbondantemente. Inoltre vi era la gamélia, che cadeva nel mese di gennaio, il mese delle nozze. Protélia: È questo il nome del giorno in cui i genitori conducono alla dea sull'acropoli la fanciulla in procinto di sposarsi, e compiono dei sacriflci . Chiaro che questi riti sono giunti fino a noi con la scoperta di frutta votiva in terracotta, le raffigurazioni di dolci antropomorfici che hanno per soggetto bambini, nonché la cerimonia misterica del “corredo della sposa” nelle pìnakes locresi. Ecco che questi dolci diventano il simbolo del Natale cristiano. Per la preparazione di questo dolce serve: Per la

Un prodotto tipico Natalizio della Riviera dei Cedri: I PANICELLI CALABRESI

Immagine
di Maria Lombardo Il giorno di Natale nella Riviera dei Cedri Calabrese il pranzo alquanto luculliano si conclude con i “panicilli i San Nicola”, dolcetti tipici intensi e profumatissimi. Profumato di cedro, il profumo di questo agrume era conosciuto fin dall’antichità. E proprio quest’ultimo è l’ingrediente principale impiegato in uno squisito dolce tipico calabrese preparato durante i mesi autunnali Ottobre-Novembre, poiché è questo il periodo della potatura e quindi della raccolta delle foglie. Le foglie infatti vengono conservate poi per l’utilizzo sotto Natale. I Panicelli piacevano molto a D’Annunzio che li descrisse minuziosamente nella Leda senza cigno, e perciò molti li chiamano Panicilli di D’Annunzio. Di per sé, l’aspetto dei Panicelli è molto semplice: cinque foglie di cedro, disposte in modo tale da formare un fagottino legate da un filo di ginestra selvatica, contenenti uva passa e scorza di cedro. Per fare i panicilli ci vuole innanzitutto la materia prima, l’uva

Un formaggio della tradizione calabrese: “a filicèta”di Morano Calabro ( CS)

Immagine
di Maria Lombardo La felciata di Morano Calabro è un prodotto solo del comprensorio di Morano, quindi per assaggiarla dovete fare come me, recarvi in questo borgo meraviglioso. Questo sublime prodotto viene chiamato “ Pane degli Angeli” come dare torto! Ha origini remotissime che sono legate alla tradizione della locale pastorizia che solevano consumare il formaggio appena fatto e caldo. Prende il nome dalle felci nel quale viene avvolto e da cui ne prende gli aromi, la sua pasta resta umida morbida e prelibata. Questo prelibato formaggio, fresco e tenero, con superficie liscia, è stato sempre presente sulle tavole dei contadini e delle famiglie nobili del luogo.Si racconta, inoltre, che gli artigiani del legno usavano barattare con i pastori locali un caratteristico secchiello fatto con legno di gelso (specifico per la felciata) in cambio del gustosissimo formaggio. La sua tipicità è nella lavorazione prodotta con l’80% di latte caprino e solo il 20% ovino, la Felciata viene

Leggende Nicoteresi : U fujeiettu!

Immagine
di Maria Lombardo Che la Calabria sia la terra del mito e della leggenda oltre che della storia questo è risaputo. Esistono così tanti miti tramandati da generazioni in generazioni da poter riempire pagine e pagine di libri. Alcuni sono davvero singolari. Tra le tante leggende che hanno popolato i racconti fatti dai calabresi davanti al focolare, quella più incredibile riguarda il “Fajettu”, ovvero un simpatico e burlone omino che abitava le nostre montagne e che durante le notti di pioggia s’introduceva furtivamente nelle stalle, dove si dilettava a intrecciare le chiome ai muli e ai cavalli. Si dice però che l'esserino non facesse solo questo, che viveva in nutrite comunità difficili da vedere perché attive esclusivamente durante le ore notturne. Uomini e “fajetti” vivevano, quindi, in un mondo separato da una sottile barriera diacronica. Una barriera che delimitava non solo il giorno dalla notte ma il mondo della realtà da quello della fantasia. A parlarci di loro sono s

LA MARMELLATA DELLE NONNE CALABRESI: CONFETTURA DI NESPOLE SELVATICHE E MELE.

Immagine
di Maria Lombardo Le mie ave sapevano davvero fare tutto in cucina!Trasformavano i prodotti della terra in delizie luculliane.  La  marmellata di nespole selvatiche e mele   era una di quelle cose che si aspettava di mangiare nella crostata.    Il nespolo selvatico (Mespilus germanica) che fiorisce in maggio e perde le foglie all’arrivo dell’autunno, mentre maturano i frutti. Le nespole vanno raccolte entro la fine di ottobre con grande cura, vista la facilità con cui la polpa si ammacca. Non sono immediatamente edibili: devono   maturare, in una cassetta al buio e al fresco. Come dice il proverbio: “col tempo e con la paglia, maturano anche le nespole”. Per preparare la marmellata con questo frutto antico ecco cosa urge: dalle 5 ai 10 kg di nespole per ottenere circa 3 kg e mezzo di polpa 5 mele 1 kg di zucchero  2 bicchieri d’acqua 2 limoni Procedimento: Dopo un breve lavaggio alle nespole e dopo aver pelato le mele e tagliate si metteteno nello  schiacciapatate e

PRODOTTI CALABRESI: LA PATATA DELLA SILA.

Immagine
di Maria Lombardo Prodotta in 13 comuni della provincia di Cosenza e Catanzaro, dagli anni ’50 c’è un sistema forte economicamente e ben 200 aziende producono questa meraviglia di Calabria.La patata della Sila possiede una percentuale maggiore di amido è questa la caratteristica che rende unico il tubero silano. Nutriente e soprattutto più saporito delle altre patate italiane! A conferirle questa caratteristiche è l'area di produzione situato sopra i 1000 metri di altezza dal livello del mare. È una patata di alta qualità con forti connotazioni organolettiche, caratteristiche date dall'essere l'unico prodotto di alta montagna coltivato nel centro del Mediterraneo. Un vero primato non c’è che dire. Inoltre la coltivazione di questo tubero  è da sempre un'attività tradizionale e ha un ruolo importante nell'economia locale. A metà degli anni ‘50, per porre un certo ordine nella coltivazione del tubero, venne fondato il "Centro silano di moltiplicazione e s

Quest’autunno vi porto in visita in Aspromonte.

Immagine
di Maria Lombardo  Perché parlare di Aspromonte solo in termini storici visto che l’acroco ospitò alcuni episodi del Risorgimento o parlarne solo con parole dispreggiative e cariche di pregiudizi fino a ricordare questo luogo come “santuario della malavita”. Nulla di più sbagliato! Questa meravigliosa montagna non ha nulla da invidiare ai parchi più belli del mondo. Oggi l’Aspromonte si fregia del titolo di “parco nazionale”. Posto al centro della punta estrema della Calabria si può godere la vista dei due mari calabresi sul mar Tirreno ad ovest e sullo Jonio ad est, una notevole varietà di paesaggi partendo dai 1950 metri di Montalto fino a giungere sulle incantevoli spiagge. Certamente è ancora un’area poco conosciuta quindi per fare trekking in queste zone urge una guida ben preparata. Il suo nome sicuramente non deriva dall’asperità del luogo come cata la vulgata ma dal greco Monte Bianco per via di alcune rocce bianche visibili nella parte orientale. . Dal punto di vis

Un liquore calabrese inusuale:rosolio ai funghi porcini.

Immagine
di Maria Lombardo Ci sono davvero molti modi per assaporare i funghi calabresi. In Calabria è cosa certa li assaporiamo in moltissimi modi, cucinati, in deliziose conserve ed anche in u n delizioso liquore. In annate come questa dove i funghi porcini abbondano da Nord a Sud è possibile “sacrificare” senza però pentirsene qualche chilo di porcini delle montagne di Calabria.   La ricetta come detto in calce è originale ed accattivante. Ecco a Voi cosa serve:   200 g. di porcini;   1/2 litro di alcool puro; 200 g. di zucchero;   2 bicchieri di vino bianco secco. Preparazione: vi ricordo sempre di usare solo esemplari giovani e freschi e possibilmente molto profumati. Scelti gli esemplari dovremo pulirli bene e tagliarli a fettine sottili. Attenzione non lavateli pulite i funghi con un panno bagnato. Fatto questo bisognerà metterli in infusione nell’alcool puro per almeno 40 giorni, preferibilmente al buio. Passato questo periodo, filtriamo l’alcool e prepariamo lo scir

Almeno sette i capolavori del Bernini da vedere in Calabria.

Immagine
di Maria Lombardo  Il Parco Nazionale del Pollino non smette mai di stupire, bellissimo posto da visitare in ogni periodo dell’anno. Morano Calabro uno dei Borghi che dal 2003 è nell’ elenco dei Borghi più belli d’Italia ed è Bandiera Arancione del Touring Club Italiano per la sua pittoresca posizione geografica oltre che per la pregevolezza delle opere d’arte custodite. Niente di cui meraviglarsi la Calabria è ancora una terra da scoprire! Di indiscussa bellezza le sue chiese incastonate in questa terra benedetta, due le chiese dove sono presenti delle opere di uno dei maggiori scultori italiani del periodo fra XVI e XVII secolo, il toscano Pietro Bernini (1562-1629) padre del celebre Gian Lorenzo il cui nome immortale è noto in tutto il mondo. Una scoperta sui generis la presenza di queste opere proprio a Morano la cui esistenza fu portata alla ribalta grazie alla tesi di una giovane ricercatrice. Ma come mai Bernini si trovò in Calabria? La risposta è molto semplice a Napol

Tra poco è tempo in Calabria di nespole selvatiche: il nespolo comune.

Immagine
di Maria Lombardo  Il nespolo comune e uno dei frutti dimenticati anche di Calabria. Appartenente alla famiglia delle  Rosacee ,la sua origine è incerta: secondo alcuni, pare sia stato introdotto in Italia dalla Germania, secondo altri pare sia originario della regione caucasina a nord della Persia, da dove fu importato in tutta Europa nel 200 a.C. I  Greci e i Romani  lo conoscevano e lo coltivavano: è infatti raffigurato negli affreschi dell’antica Pompei, mentre la sua prima descrizione è dovuta a  Plinio il Vecchio , nel 1° secolo dell’era cristiana. Nel  Medioevo , invece, le nespole comuni erano utilizzate per le proprietà febbrifughe e antidiarroiche. Conosciamo le nespole come frutti dolci e primaverili.  Al momento della maturazione il nespolo selvatico trasforma i tannini in zuccheri e diviene dal sapore dolce e gustoso. Un frutto ipocalorico; sono  ricche di acido citrico, vitamine del gruppo B, potassio, magnesio e caroteni , per questo consigliate agli sportivi ch

Resti di una Villa Romana a Comerconi frazione di Nicotera (VV)

Immagine
di Maria Lombardo Che Comerconi, oggi piccolo borgo agreste posizionato sulle pendici del Poro abbia origini antiche è cosa ben nota. Ma che le sue origini oscillano tra il periodo Greco o Romano è da convalidare. E' vero che sono stati compiuti scavi che hanno fatto rinvenire dei resti di una villa Romana. Nel 1832 si cominciò a parlare e poi a mettere in pratica una campagna di scavi voluta dal Conte Capialbi, amico e ospite del conte Monteleonese fu Theodor Mommsen, a cui fece visitare Nicotera e gli fece allacciare amicizia con Diego Corso medico ma anche noto archeologo Nicoterese. Gli scavi nell'agro comerconese portarono a galla in località Chiesola un antico sigillo bronzeo che fu poi trafugato perdendone le tracce. Il Lenormant scrisse in un numero delle Memorie del Deutsches Archäologisches Institut di Roma del rinvenimento a Comerconi di un antico sigillo in bronzo; mentre alla fine di quello stesso secolo, un contadino che arava il suo podere trovò monete

Olivocoltura calabrese dai Borbone fino ai giorni nostri.

Immagine
di Maria Lombardo   La presenza dell’ulivo questa pianta secolare che tinge di verde le campagne calabresi pugliesi e campane per dirla tutta rappresenta da secoli la peculiarità delle terre calabre e dell’intero Mezzogiorno. È cosi forte la loro presenza nei nostri territori, che ci si immagina che si tratti di vegetazione spontanea,nulla di più errato! L’ ulivo da secoli e secoli necessita di cure affinchè cresca rigoglioso e produca il suo frutto. Da millenni infatti il lavoro della piantumazione degli olivi ed inoltre dell’annesso raccolto coinvolge intere famiglie calabresi effettivamente la raccolta delle olive era una festa. Le infinite distese di terreni ulivetati sono il risultato di secoli di trasformazioni del territorio e del come i calabresi siano legati a questa pianta. Il territorio calabrese è stato, almeno sotto l’aspetto botanico, plasmato dalle sapienti mani dei contadini i quali con abnegazione si dedicano a questa millenaria attività. Quanto fin qui detto,

Un rosolio autunnale di Calabria: liquore al melograno.

Immagine
di Maria Lombardo Col melograno è possibile fare uno squisitissimo rosolio, una ricetta facile e molto gustosa che in casa mia si faceva spesso. Quando la famiglia era tanta c ’ era il bisogno di conservare e trasformare più “ roba “ possibile. In autunno le melagrane abbondano, i chicchi sono dolcissimi, ma esiste anche la qualità più amarognola che nessuno disdegnava. L’unico accorgimento è quello di sgranare bene il frutto evitando la pellicina bianca che conferisce un sapore amarognolo. Io vi scrivo la ricetta con piccole dosi magari prima fatene un litro ma vi   assicuro che piacerà molto ed alla prossima tornata ne farete quanto ne desiderate. 1/2 Litro di alcool 3 chiodi di garofano 1 stecca di cannella scorza di limone 375 g di zucchero 500 ml di acqua Prendiamo due melagrane grandi e sgraniamole. Versiamo i chicchi in un vaso di vetro a chiusura ermetica e versiamo 1/2 litro di alcool. Aggiungiamo una stecca di cannella, 3 chiodi di garofano, e la s