Post

Visualizzazione dei post da 2019

1743, quando Casanova fuggì dalla Calabria: «Abitanti come animali». Eppure era periodo borbonico!

Immagine
di Maria Lombardo E’ successo davvero ed in periodo Borbonico per giunta, il celebre seduttore appena diciottenne fu ospite del vescovo di Martirano ma scappò dopo tre giorni dall’arrivo: «La gente di quel posto mi faceva vergognare di appartenere al genere umano”. Eppure in barba alle ciance neomeridionaliste che vedono una Calabria ricchissima sotto i Borbone, il  1743 vede al governo Carlo III uno dei migliori Sovrani di casa Borbone. Alla fine la situazione delle Calabrie era deplorevole da terra di periferia, una periferia abbandonata a se stessa!  Le parole di Giacomo Casanova non furono certo incoraggianti fin dal principio, così scrive nelle  nelle sue Mémoires: «Durante il viaggio fissai i miei occhi sul famoso Mare Ausonium. Ero felice di trovarmi al centro della Magna Grecia, che il soggiorno di Pitagora aveva reso celebre ventiquattro secoli prima. Osservavo con meraviglia la terra famosa per la sua fertilità, nella quale, però, malgrado la prodigalità della natura, 

Vigilia di Natale in Calabria: “i tridici morza” del Vibonese e Provincia.

Immagine
di Maria Lombardo   "I tridici morza" natalizi consistono, verosimilmente, in: 1) vermicelli con broccoli e sugo di baccalà, oppure vermicelli con sugo di stocco o, in alternativa "povera", spaghetti con mollica, qualche acciuga e pomodori freschi. 2) Baccalà fritto. 3) Baccalà in umido . 4) Stocco "scaddatu". 5) Broccoli affucati. 6) 'A cucuzza   fritta e, "solari solari"- cioè a strati. 7) Cavolfiore in agrodolce o sbollentato e condito con olio, limone e prezzemolo. 8) frittelle di cavolfiore o di taji, o soltanto con acciughe. 9) Insalata di arance con olive. 10)zeppole con uva passa o con acciughe. 11) Frutta fresca. Finocchi e lupini. 12) Frutta secca 13) Dolci Susumelli, Croccante di mandorle o di noci. Sono 13 i cibi che in Calabria bisogna mangiare la sera della Vigilia di Natale, 13 portate come il numero degli Apostoli insieme a Gesù ma possono essere anche 9, come i mesi dell’attesa, o 7 come le virtù,

L'oro di Capo Rizzuto (KR) si chiama finocchio.

Immagine
di Maria Lombardo   I finocchi di Isola di Capo Rizzuto hanno davvero qualcosa in più, sia dal punto di vista organolettico, che dal punto di vista sociale ma anche dal punto di vista storico. Secondo alcune fonti, l’origine del Finocchio di Isola di Capo Rizzuto è da ricercare nella Magna Grecia, in particolare nel comune di  Maratona che in greco significa finocchio  (per l’abbondanza di finocchi in zona). In Calabria è presente da almeno 160 anni, in particolare in quei meravigliosi 5mila ettari di fascia ionica che vanno da Strongoli a Botricello, fino a 200 metri sul livello del mare. Nel tempo si è diffuso sempre di più, ma soprattutto si è legato alla cultura locale, tant’è che quasi tutti se lo coltivano, anche solo per consumo personale.Il finocchio di Isola di Capo Rizzuto si differenzia rispetto agli altri per tre caratteristiche principali: il suo  profumo , che come notò appunto Bernardo Caprotti, è molto più forte e inebriante, soprattutto se tagliato e aperto ap

Natale in Calabria Grecanica: i buonissimi Petrali di Bova.

Immagine
di Maria Lombardo Nelle scorse stagioni natalizie vi ho raccontato già la bontà dei petrali nella versione che si fa in tutto il Reggino. A Bova però la “capitale” della Calabria Grecanica   i petrali di Bova hanno una tradizione antichissima e sono aperti come dei cestini  L’origine etimologica del nome indicava "le offerte prenuziali" portate al tempio dai genitori della promessa sposa. Effettivamente nell’antica Grecia esisteva una festa ateniese detta protelia. Ebbene la tesi quindi è suffragata abbondantemente. Inoltre vi era la gamélia, che cadeva nel mese di gennaio, il mese delle nozze. Protélia: È questo il nome del giorno in cui i genitori conducono alla dea sull'acropoli la fanciulla in procinto di sposarsi, e compiono dei sacriflci . Chiaro che questi riti sono giunti fino a noi con la scoperta di frutta votiva in terracotta, le raffigurazioni di dolci antropomorfici che hanno per soggetto bambini, nonché la cerimonia misterica del “corredo della s

Dalla Calabria lo Ndujattone: l’aperitivo innovativo della Locride.

Immagine
di Maria Lombardo Dalla creatività e dalla fantasia di un pizzaiolo reggino, noto soprattutto a Caulonia, è nata l’idea di unire un dolce tipicamente natalizio alla bontà e piccantezza di un prodotto calabrese per eccellenza: approda per i buongustai lo  ‘Ndujattone’ , il panettone alla ‘Nduja, un must che non può mancare sulle tavole dei calabresi. Il progetto alquanto bizzarro, sin dalla sua prima realizzazione ha riscontrato in Calabria un enorme successo, alquanto inaspettato anche per  Marco Macrì,  il pizzaiolo di Caulonia ideatore dello Ndujattone, un panettone particolare, dal gusto salato e al contempo dolce e piccante. La preparazione del prodotto richiede all’incirca tre giorni, ma il risultato ottimale risulta essere più che soddisfacente per Macrì, che ha raccontato: “L’idea è nata anni fa in pizzeria. La particolarità del panettone sta nelle gocce di ‘Nduja nell’impasto. Il risultato è stato fenomenale, ha sorpreso anche me”. Lo “Ndujattone” sin dal suo p

Il Natale calabrese: luoghi incantati sulla locomotiva della Sila

Immagine
di Maria Lombardo E’ cambiato il modo di fare turismo in Calabria, tutti sono interessati alla Regione ed a cosa può offrire nelle diverse stagioni dell’anno. Anche la Sila è mutata grazie ad un gruppo di ragazzi che ha concepito l’altopiano silano non solo come stazione turistica di montagna hanno recuperato il valore storico e turistico delle vecchie stazioni e delle linee dismesse delle calabro-lucane. Meravigliosa questa tratta silana! Tre anni fa venne rimessa in moto una vecchia locomotiva del 1926, di fabbricazione tedesca, che dopo tanti anni di onorato servizio era stata abbandonata su un binario morto di San Giovanni in Fiore. Ed ecco che la Ferrovia Silana è stata inserita nella legge nazionale sulle Ferrovie Turistiche. Un volano per incrementare il turismo nelle zone montane! E proprio domenica 8 settembre lo storico treno a vapore della Sila è diventato il treno dei vini e dei grani antichi della Calabria, un modo per riscoprire i gusti di una volta, i sapori e

Le passulate biscotti natalizi di Ardore (RC)

Immagine
di Maria Lombardo Le passulate sono dei biscotti tipici della provincia di Reggio Calabria, sono a base di frutta secca di mandorle e noci, il tutto amalgamato con il miele molto squisiti è sostanziosi. E’ un biscotto che si prepara nel periodo natalizio, ma si possono gustare tutto l’anno, visto che sono molto simili alle barrette di frutta secca, proprio una vera delizia. Dolci semplici, preparati con i prodotti della terra, che non hanno nulla da invidiare ai dolci delle più note marche e per gusto e per originalità esempio  sono le Passulate. Il piccolo borgo reggino tramanda questa tradizione fin dal 1700 ed era un dolce augurale   da regalare e consumare con vino moscato.Attenzione è un dolce di recupero si usano le “nocille” avanzate magari delle feste. Ingredienti 500 g nocciole tostate e spellate 500 g mandorle tostate e spellate 400 g uva sultanina rinvenuta in acqua tiepida 1 cucchiaino cannella in polvere qualche chiodo di garofano scorza di limone fa

“U ‘ncantatu” leggenda calabrese del pastorello meravigliato del presepio.

Immagine
di Maria Lombardo Un tempo in Calabria si faceva solo il Presepio, secondo la tradizione che era di Napoli in giù, l’albero di Natale venne dopo con la globalizzazione. Tra tutte quelle statuine ce n’è perché si espone ancora oggi una alquanto curiosa che ha stuzzicato la mia curiosità: “il pastore meravigliato” o “l’incantato“.Rappresenta un fanciullo con le mani vuote, le braccia aperte e il viso ch esprime meraviglia. “U ’ncantatu” è totalmente assorto nel gurdare il Bambinello. La costruzione del Presepio in Calabria si svolgeva prettamente quando i padri tornavano dall’estero e   portavano in dono qualche altra figurina ai bimbi lasciati in terra natia. Tutti i personaggi collocati al proprio posto ed ecco la curiosità dei bimbi ed il mito del pastorello incantato. Questo povero pastorello arriva a mani vuote non ha doni per la nascita di Gesù. Mentre tutti erano diventati buoni lui era rimasto povero portava con sé la meraviglia di una notte particolare! Quando le feste

Sapevate che in Calabria lcrescono i broccoletti selvatici: “i misi misi”.

Immagine
di Maria Lombardo Non tutti sono a conoscenza di questa cosa, devo ammettere che non lo sapevo neanche io ! Si tratta di broccoletti selvatici che crescono spontaneamente sotto gli alberi di aranci e mandarini della Piana di Gioia Tauro. Come tutti i prodotti tipici di un territorio, i  misi misi  non si trovano in commercio, ma vengono raccolti a mano e senza alcun costo dai buongustai della zona. Sono più abbondati nel periodo autunnale e sono considerati "l' ortaggio invernale " per eccellenza. L'uso in cucina dei  misi misi affucati  ha origini contadine molto antiche.Come da tradizione nella cucina calabrese, i " misi misi affucati " si gustano prevalentemente spadellati in olio, con spicchi di aglio e peperoncino piccante, previa un'accurata pulitura dei  broccoletti  (si eliminano le foglie che al tatto risultano troppo dure e gli eventuai filamenti dai gambi più spessi), ed una breve lessatura in acqua salata.Spesso i piatti semplici

I paesi del Pollino calabrese per la festa dell’Immacolata svolgono il rito “ du perciavutta”.

Immagine
di Maria Lombardo Non solo a Verbicaro, non solo a Mormanno o a   San Sostene dove prende nome di “u trividdru”si svolge questo rito conviviale molto antico.La “Perciavutta”, letteralmente ‘aprire la botte‘, una festa popolare che celebra l’Immacolata Concezione attraverso la convivialità e, come dice il nome, il buon vino. Si assaggia il vino nuovo che, per tradizione, viene degustando con grespelle ripiene di alici salate, peperoni secchi e cavolfiore portate in dono da amici e vicini di casa. Ed ecco che è un buon motivo per salutarsi e farsi gli auguri! Un vecchio detto Verbicarese cita: “chi i boni festi si voli fari, da l’otto dicembre addi cominciari”, in attesa del Natale. Le notizie storiche invece cantano tramite il Padula“… dopo la peste del 1656, tutti i comuni della provincia (…) per ordine del governatore D. Francesco Velasquez, fecero pubblico istromento con la Madonna, con cui si promettea: 1) digiuno nella vigilia; 2) confessarsi e comunicarsi; 3) fare la proc

Le tradizioni per Santa Lucia in Calabria.

Immagine
di Maria Lombardo U' Ranu Cuottu, detto anche a' Cuccìa, era un piatto semplice ma denso di storia. Era fatto di semi di grano non macinati e non contabili singolarmente perché a mucchietto: sembrava così indicare proprio la prosperità e l’abbondanza. Il grano, ripulito dalla pula o da altre impurità era cotto in acqua. Ben scolato veniva messo in un recipiente e dolcificato con vino cotto o miele o ricotta e zucchero poi sostituiti con cioccolata e creme varie. Il dolce infatti è da sempre al centro dei cibi che prospettano benessere essendo espressione massima dell’abbondanza. In una festa in cui non si usava mangiare ne pane ne pasta il grano dolce era un degno sostituto. Se aggiungiamo che nella tradizione tutto ciò che era innumerabile e a chicchi assumeva il valore di portatore di buon augurio, esso portava dunque fortuna. Non a caso si gettava il riso sugli sposi, si mangiavano lenticchie a capodanno, si lanciavano confetti e soldi in monetine spicciole per le fe

La salumeria calabrese ha origini antichissime risalenti probabilmente alla colonizzazione greca: “ a pancetta calabrisi”.

Immagine
di Maria Lombardo La pancetta calabrese è davvero un prodotto versatile che si utilizza per insaporire piatti o mangiarla a fette col pane casareccio, una cosa è  certa in alcune zone di Calabria raggiunge livelli d’eccellenza, dove viene prodotta da secoli ed ha meritato l’attribuzione della prestigiosa DOP. Nella nostra Regione si è sempre macellato in maiale fin  dall’arrivo dei Greci ma nei secoli si è radicata ecco cosa dice la “Statistica Murattiana”, redatta nel corso del decennio francese tra 1806 e il 1815, nella quale, nella terza sezione riguardante la “sussistenza e la conservazione delle popolazioni”, si legge che le tecniche di salagione e stagionatura delle carni suine erano diffuse in tutti i circondari. Generalmente si usava riporre la carne insieme al sale all’interno di vasi di creta o vasche di legname, per poi estrarla e completare l’asciugatura in luoghi ventilati. Tra i più apprezzati e rinomati salumi e le carni salate di tradizione calabrese, di cui si

Natale 2019: Tropea (VV) affronta la sfida invernale per la prima volta col Villaggio di Natale.

Immagine
di Maria Lombardo Questa stagione   Tropea nota meta turistica estiva, indossa il suo vestito più bello lanciando un messaggio si può fare turismo anche d ’ inverno! E speriamo non sia una sporadicità   perché una Tropea così d ’ inverno non si era mai vista. È stato inaugurato, sabato 16 novembre in Piazza Ercole a Tropea, con l’accensione delle luci d’artista, il primo  Villaggio di Natale a Tropea. Durante l’evento inaugurale, hanno aperto i battenti i tanto attesi Mercatini di Natale, a cura dell’Associazione Giovani Tropeani, in Piazza Tre Fontane e in Largo Mercato, e, in contemporanea, la Casa di Babbo Natale, al piano terra dell’Antico Sedile, che accoglierà i bambini in tante giornate di novembre e dicembre. Insomma c ’ è divertimento per grandi e piccini e per tutto il periodo delle feste. Il Villaggio di Natale di Tropea sarà ricco di eventi culturali: il 20 novembre, al via la “ Visita delle sette Chiese” organizzata dai Frati Minori e, a seguire, il 25 novembre,

Il 23 novembre 1862 Garibaldi viene operato all’Astragalo dopo il ferimento in Aspromonte

Immagine
di Maria Lombardo In   un precedente articolo su questo blog che porta titolo: Aspromonte: 1862 racconto quello che accadde sul brullo acroco calabrese quando il Nizzardo venne ferito ad una gamba. Ho concluso quel pezzo con i 4 medici al capezzale del Generalissimo ed il diniego dei luminari di far curare il malato a Messina o Reggio. Ebbene il desiderio di Garibaldi era di rimanere in cura nei luoghi citati in calce! Giungere a La Spezia fu un viaggio scomodo e la ferita del Generale era peggiorata, tutta l’Europa era in pena per il nostro valido avventuriero, sia la stampa Europea ed Americana aggiorna le gesta e la salute dell’Eroe dei due Mondi. Cominciano ad arrivare a Spezia medici e chirurghi di fama, professionisti di buona pratica, medici già garibaldini ed anche politici-medici; si radunano “a consulto”, o danno estemporanei pareri personali e discutono insieme con anatomopatologi, anatomisti, esperti non medici di ferite in battagli

La giornata del Pane e del Sapone a Zungri (VV): si torna ai valori antichi.

Immagine
di Maria Lombardo Sono stata incuriosita da questo meraviglioso progetto fondato dalla Presidente di Asfalantea Franca Crudo. Vulcanica promotrice di molti progetti che valorizzano il territorio di Zungri bellissimo borgo agreste del Monte Poro nel Vibonese, suo anche il progetto Essenze Mediterranee con un delicatissimo profumo alla ginestra di cui ne ho parlato in questo blog. Questa volta sono stata coinvolta in una giornata davvero sui generis quelle di cui ormai si vivono nei ricordi dei nostri nonni! Franca accoglie chiunque voglia fare questa esperienza gruppi e scolaresche comprese, nel suo fondo la “ Raisina ” la località in cui è ubicato il suo bel pezzo di terra. Molto curato ed adatto a certe esperienze antiche.   Esperienza che viene praticata dai gruppi ospitati che vengono seguiti attentamente da un copanello di “ cummari ” anziane Zungresi che portano avanti gli antichi valori e l ’ arte della panificazione casareccia.   Si parte dalla farina di grani anti

Sapevate che la Marinella di De Andrè era di origine calabrese proprio di Taurianova?

Immagine
di Maria Lombardo Sabato sera ho visto su la rete Nazionale il tributo a “ Faber ” ed allora ho deciso di raccontarvi chi era Marinella,  sappiamo benissimo che il cantautore genovese raccontava nei suoi testi le storie degli ultimi. Marinella era infatti una prostituta! E ’ lo stesso De Anfrè in alcune interviste che menziona l ’ omicidio di questa prostituta  e poi gettata nel fiume Tanaro o Bormida  che lesse su un giornale e ne rimase colpito.  Inoltre su un libro di Roberto Argenta,  lo psicologo che indagò sul caso per vederci chiaro attratto dal racconto del cantautore, scrisse “ Storia di Marinella... quella vera” (Neos edizioni)  dove in quelle  ricerche esce lo spaccato calabrese della donna ricordata el capolavoro di De Andrè. Maria Boccuzzi era di Radicena oggi Taurianova dove nacque l ’ 8 ottobre 1920 una bellissima ragazza della provincia calabrese. Maria lascia con la famiglia il su piccolo e povero borgo alla volta di Milano con la sua famiglia, speravano in

Passione conserve calabresi: “zucca sutt’acitu “

Immagine
di Maria Lombardo Quando arrivava questo periodo fervavo tra le massaie calabresi le conserve per il Natale povere ma di gran gusto. “ A zucca sutt’acitu” non poteva mancare al cenone! E’   un contorno sfizioso e saporito per chi ama le verdure ma non ha tante idee o tempo per prepararle.Questa ricette richiede un po', ma non troppo, tempo di preparazione ma ne guadagnerete quando avrete i vostri barattoli pronti da tirare fuori ad ogni occasione. Pochi gli ingredienti 2 litri di aceto bianco, zucca e sale quanto basta. Per la preparazione pulite la zucca mettetela sul fuoco intera   e tagliatela a vostro piacimento dopo la cottura mettetela sul fuoco coperta di 2 litri di aceto rigorosamente bianco. Poi versate anche 1 litro di acqua tenendo conto sempre che vanno 2 parti di aceto e 1 parte di acqua. Salate a vostro piacimento! Arrivati ad ebollizione mettere la zucca , girare di tanto in tanto , 3/5 minuti sollevare la zucca e metterla in un colapasta lasciare tutta not

Si è spento da poco Francesco Vallelonga alias partigiano Fanfulla di Nardodipace.

Immagine
di Maria Lombardo Non è la prima volta che racconto la vita degli ultimi partigiani calabresi, assolutamente doveroso omaggiarli alla morte per il sacrificio compiuto contro il nazifascismo. E’ dall’estremo Sud dello stivale partiva la “Campagna d’Italia” ma al Nord vi era anche un’altra Calabria   in seno ai partigiani per mettere una pietra tombale al regime e all’ultimo tentativo di ripristinarlo attraverso la Repubblica sociale italiana (Salò). Carmine Fusca, Pino Scrivo, Pasquale Staglianò, Francesco Restuccia, sono solo alcuni dei vibonesi “sbandati” (oggi scomparsi) che hanno contribuito alla Liberazione. Uomini di tempra e coraggio che sfidarono la pena di morte prevista dal Bando Graziani! Il contributo dei calabresi alla Seconda Guerra Mondiale fu elevata basta citare solo il Piemonte.Secondo una ricerca dell’Istituto regionale per la Storia della Resistenza, per capire che sono 917 i calabresi che compaiono tra le liste delle formazioni partigiane. Come afferma lo

AGLI ETERNI VALORI DEL IV NOVEMBRE: IN RICORDO DEI CALABRESI NELLA GRANDE GUERRA

Immagine
di Maria Lombardo E' la data che si imprime nel cuore di ogni Patriota, nel ricordo solenne dei 650.000 Caduti per la Patria che ci richiamano  al solenne monito.E' il richiamo all'essenza dei Valori fondanti della Nazione di cui dobbiamo essere sempre gelosi custodi.Al Grande Popolo dei Caduti faro costante della Nazione. Definita la Quarta Guerra di Indipendenza perché ad essa si deve il compimento del disegno risorgimentale di Unificazione dell’Italia, la Prima guerra mondiale si distinse drammaticamente per una perdita umana di oltre 20 milioni di vite spezzate tra militari e civili, di altrettanti militari feriti e di quasi otto milioni di soldati dispersi. . Drammatiche furono le percentuali dei mancati ritorni soprattutto al Sud, in Basilicata (21%), in Sardegna (13%) ed in Calabria (11%). Ed ecco a pochi giorni dalla festa del 4 novembre dopo che tutti hanno “ sparato le proprie cartucce” concedo il mio tributo personale a quei ventenni calabresi che mor

FIERA DI SAN LEONARDO A BORGIA (CZ) UN VERO E PROPRIO PREPARARSI ALL’INVERNO.

Immagine
di Maria Lombardo Si svolge nei giorni 4 - 5 - 6 del mese di Novembre tre giorni di tradizione e folklore da non perdere. Ma è una tradizione con una storia ultrasecolare si hanno notizie già nel ‘600 per quanto la fiera ! Questa festa di San Leonardo Abate è comunque risalente alla fondazione del borgo inoltre la bellissima devozione venne portata in Calabria dai Normanni poiché l’Abate Leonardo visse in Francia. La devozione arrivò a Borgia, dalla Valle del Corace dove si trovava una chiesa dedicata al Santo, poi in località Pallaforio per arrivare nel sito (I DIRUPI) dove si trovava l'antico paese prima del terremoto, che lo distrusse nel 1783. Si dice ancora nelle leggende di Borgia che la statua   venne portata in Calabria dai Normanni , fu messa su di un carro addobbato di fiori e trainato da buoi. I borgesi, animati da un vecchio venerando, dissero che, dove sì sarebbe fermate il carro, avrebbero eretto la Chiesa al Santo. Arrivati in località “Crocielle”, il carro

LA ROCAMBOLESCA VITA DI NINO MARTINO IL BRIGANTE CALABRESE CHE DIVENNE SANTO.

Immagine
di Maria Lombardo   Per capire di cosa sto narrando bisogna partire dalla leggenda che aleggia su questo personaggio.La leggenda che andrò a narrarvi parla di quando Nino dopo anni di vita solitaria decide di unirsi ai suoi concittadini ma viene duramente sbeffeggiato. Decide così in primis di lavare l’onta subita bruciando la casa del suo padrone. Viene catturato e salvato dalla forca, chiede vivamente perdono alla madre ma l’atto viene giudicato da spia ragion per cui viene trucidato dal suo gruppo di “amici”. E’ però la madre a trovare il corpo nel bosco, e riportandolo a casa lo seppellisce nella sua cantina, proprio sotto una botte. La leggenda come apprendiamo da molte fonti, vuole che quella vecchia botte iniziasse a produrre un copioso e buon vino persino la giustizia lo riconobbe come miracolo. Per questo un “brigante aspromontano” fu proclamato Santo. Nell’antica cultura popolare calabrese è lui San Martino, il santo dell’abbondanza. Persino Francesco Perri nel suo l

Il 7 novembre 1860 Elisabetta Romeo da Santo Stefano d’Aspromonte sventola sul palazzo reale di Napoli il tricolore.

Immagine
di Maria Lombardo Ed eccomi di nuovo a spiegare come i calabresi vollero ardentemente e lottarono per avere l’Unita’e per allontanare dal trono i Borbone. Un contributo particolare lo fornì il borgo di Santo Stefano d’Aspromonte con a capo la famiglia Romeo che per quella libertà pagò un contributo davvero pesante. Nel blog c’è l’articolo specifico sull’evento in Calabria!   A nessuno venga in mente tra i neomeridionalisti di dire che non è vero la bibliografia è vastissima e basterebbe “inforcare” uno dei tanti   libri del Cingari. Ma se le buone letture vi stremano sulla facciata del Municipio vi è una lapide che ricorda il 1° centenario della Rivoluzione del 2 settembre 1847. Ricorda soprattutto perché Santo Stefano   ha dato la più larga partecipazione di uomini ai fatti del Risorgimento in Calabria, basti dire che dei suoi abitanti si è scritto: "è una stirpe di forti". Basta entrare nella casa comunale del borgo calabrese ecco busti, lapidi celebrano l’eroismo

BIANCO (RC): ECCO A VOI IL “NETTARE DEGLI DEI”.

Immagine
di Maria Lombardo “Il nettare degli Dei” sto parlando del vino Greco di Bianco che nasce e cresce in alcune aree della locride tra Gerace e Bianco. Amatissimo e ricercatissimo dai turisti insignito in America di uno speciale riconoscimento. Tra le sue proprietà anche quelle afrodisiache riconosciute in tempi molto remoti! Padre Fiore, nella sua “ Calabria Illustrata”, riporta uno scritto del Barrio nel quale si legge: “ Qui ( a Bianco) nasce un vino straordinario per bontà, è bianco, forte, sempre migliore di se stesso, del quale si produce una grande quantità”. Bisogna fare un salto di secoli e si ricorda il poeta liberale geracese, Muscari Tomaioli, in occasione della visita a Reggio, del Re Galantuomo, durante il banchetto, brindava in presenza della regale compagnia e di tutta la classe dirigente reggina e calabrese, con significativi versi proprio con il vino greco di cui tesseva le lodi, Si tratta, in effetti, di un vino eccezionale ottenuto da un vitigno portato dai colo

L'ortaggio autunnale che sfamò generazioni di Calabresi: " a cucuzza gialla"

Immagine
di Maria Lombardo La zucca, ortaggio prettamente autunnale, dolce e versatile, viene largamente utilizzata in cucina per il suo sapore particolare che la rende adatta alla realizzazione di primi e secondi piatti, ma anche curiosi dessert come cupcake o pan di spagna. Oggi un tempo ha davvero sfamato generazioni di calabresi trasformandola anche in un pane antico! La zucca, oltre ad essere un alimento adatto anche ai bambini, ha molteplici effetti benefici sulla nostra salute.La zucca, per il su  povero contenuto di calorie  è inserita spesso all’interno di regimi alimentari dietetici sia come contorno leggero che come condimento di un primo piatto a base di riso o pasta. La zucca è uno dei pochi ortaggi di cui, come dicono i nostri nonni, non si butta nulla: dai semi presenti al suo interno infatti si ricava un particolare  olio benefico  che può essere utilizzato in cucina come condimento a crudo o sulla pelle (per via delle sue proprietà emollienti e lenitive) .La zucca è in