Mele selvatiche calabresi brutte ma buone:”u Pùmu”





di Maria Lombardo



E’ chiaro che conosciutissimo è il melo coltivato!  Non esistono solo le mele rosse, gialle o verdi, ma ben oltre 7000 varietà. Le più conosciute sono generalmente quelle “da supermercato”, come la Pink Lady, la Stark, la Fuji o la Golden, più comunemente suddivise tra mele “croccanti” e non. Ma ne esistono anche molte altre. Ma le mele selvatiche calabresi sono qualcosa di indescrivibile, pomi piccoli e polposi sferici imperfetti e bruttarelli. Non a caso si chiama “u pùmu” in italiano il Pòmò. Il pòmo è una varietà di mela selvatica che ritroviamo lungo tutta Italia (ce ne sono diverse infatti, ma questa è una delle poche buone da mangiare). Riescono a regalare sapori "paradisiaci", specie se appena raccolti, ad autunno inoltrato. E' un frutto delizioso, fragrante, dissetante, considerato antiacidoso, protettivo, disintossicante, vitaminoso. Sono mele che non subiscono trattamenti, si possono discretamente conservare per una parte dell'inverno, poi rinsecchendosi ma guadagnando in dolcezza! Si consumano al naturale, ma possono essere proposte al forno (un tempo finivano regolarmente nel forno della stufa economica a legna , sempre accesa d'inverno); nelle omonime crostate e torte, nonchè nello strudel; per farne confetture, usarle in pasticceria, essiccate a fettine, per dolci al cucchiaio, cotta al forno, in macedonie, in piatti salati per arrosti suini, in minestra, in minestra fredda, nel pudding inglese, nel soufflé, nella spuma di mele, nella ricetta delle meline speziate. Attenzione prossimamente vi fornirò la ricetta di mia madre per fare la marmellata.

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