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Visualizzazione dei post da dicembre, 2018

La notte di San Silvestro come la festeggiavano nel mondo agro-pastorale calabrese.

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di Maria Lombardo La Vigilia di Capodanno di un tempo non era proprio come la festeggiamo oggi. La tradizione non prevedeva sontuosi banchetti come facciamo ora, il menù prevedeva un solo piatto di lenticchie con o senza carne.   Si favorivano inoltre le occasioni d’incontro intorno alle “fhocare”. Inutile dire che quest’occasione ha origini antichissime gli uomini preistorici per esempio il momento del cambio dell’anno, era un avvenimento importante, segnalato da monumenti quali i megaliti. Nel mondo agro-pastorale calabrese usanza giunta fino a noi si sceglieva la carne di maiale  è sicuramente tra le più nutrienti, proprio per questo, mangiare lo zampone e il cotechino a capodanno promette un anno ricco e fortunato. La tradizione vuole, poi, che si consumino cereali simbolo di ricchezza, abbondanza e prosperità. Già i Romani pensavano che la lenticchia, simboleggiava l’abbondanza, il denaro. Ogni lenticchia è una moneta, quindi più ne mangeremo e più soldi avremo. Nemmeno l

Superstizioni e riti di Capodanno. I calabresi li praticano?

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di Maria Lombardo Tra pochi giorni anche la Calabria si appresta a festeggiare il nuovo anno, anche tra superstizioni e riti.   Quasi tutti sono legati a riti scaramantici per l’auspicio di un futuro prospero, sereno, ricco   e la maggior parte deriva da antiche tradizioni pagane. Fu Giulio Cesare, nel 46 a.C., a creare quello che ancora oggi è conosciuto come il calendario Giuliano, che fissava l’inizio del nuovo anno il primo gennaio . In quel giorno i Romani usavano invitare a pranzo gli amici e scambiarsi il dono di un vaso bianco con miele, datteri e fichi, il tutto accompagnato da ramoscelli d’alloro, detti “strenne” come augurio di fortuna e felicità. Insomma quello che facciamo noi! Le usanze che caratterizzano la notte di Capodanno sono tutte legati alla eliminazione del male, fisico e morale, accumulatesi nell’anno trascorso. Bruciare, strappare, lanciare sono i termini che ricorrono nei vari rituali, mirati a cancellare i ricordi sgraditi, le amarezze, i rimorsi, le

I "buffeddi" della Calabria Grecanica: la cucina tradizionale dei contadini.

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di Maria Lombardo Fin ’ ora vi ho parlato dei dolci tradizionali natalizi che venivano preparati nelle famiglie benestanti fatti con spezie e frutta secca. Oggi però sposto l ’ attenzione sui dolci natalizi dei poveri che non volevano rinunciare alla tradizione. Pare infatti che un tempo, fossero uno dei piatti preferiti delle famiglie meno abbienti, per via della loro preparazione abbastanza semplice e dei loro ingredienti nutrienti. I “ buffeddi ” sono dei panzerotti dolci, di pasta sfoglia a forma di mezzaluna, farciti con patate dolci e fritti nell'olio. Ecco cosa serve per confezionarli Ingredienti per la pasta : 300 gr di farina tipo “0”,   3 uova,   50 gr di zucchero,   olio di oliva o strutto, 1 pizzico di sale ,   1 bustina  di lievito o ammoniaca per dolci , 1 bicchiere di vino bianco liquoroso. Ingredienti per il ripieno : 500 gr di patate dolci,   2 cucchiai di vino cotto,   1 pizzico di cannella e chiodi di garofano. Procedimento

Dalla catastrofe del terremoto del 1908 “ all'intervento Russo” a Messina per portare aiuti.

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di Maria Lombardo Da un po' di tempo girano sul web notizie “storiche” di ruberie territoriali eseguite da truppe governative nei confronti dei cittadini di Messina e niente di meno su questi fatti il racconto spetta in uno dei “libretti” del giornalista Pino Aprile. Cerchiamo di fare chiarezza con cognizione storica ho visto molta gente prendere per vero quanto sostiene Aprile senza citare fonti. Intanto chiariamo il fatto che nessuno ha mai occultato notizie storiche si è sempre conosciuto tutto. Gli storici meridionalisti quando vigeva un meridionalismo sano scevro da enfasi e demagogia hanno sempre discusso di questi temi a qualche “storico” sfugge davvero qualcosa negli studi. Sfugge l'onestà intellettuale! Sfugge anche la consapevolezza di affermare che fino a Nicotera non funzionava nessun telegrafo ne ho già discusso ampiamente in questo blog. L'articolo ben corredato di note farà luce sul perchè i russi arrivarono prima o magari erano già sul posto. Ma l&#

Il primo più “gettonato” del cenone di Natale Calabrese: “spaghetti, alici e musjica atturrata”.

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di Maria Lombardo La vigilia di Natale in Calabria è stata sempre ricca nella sua povertà! Chiedo scusa per il gioco di parole ma è proprio così che vorrei descriverla. Cenone “di magro” 13 pietanze per ricordare i 12 apostoli e Gesù oppure   9 per ricordare la gravidanza di Maria. Il piatto preferito dai Calabresi restano gli spaghetti con alici e mollica abbrustolita nata per volere delle classi povere che di pesce avevano solo i filetti di alici sotto sale. Un piatto di recupero pensando al pane raffermo “atturrato”. Inoltre tradizione vuole che si mangi pasta lunga spaghetti, bucatini basta non divagare.  Questa tradizione della pasta con la mollica fa parte della storia di quasi tutto il Sud d’Italia, non per niente anche in Sicilia è molto famosa la pasta ammuddicata. Ma è la tradizione della pasta in sé che nasce nel Sud con la venuta degli Arabi nel periodo della Reconquista. Furono infatti proprio loro che la portarono nel nostro Paese!  Eccovi cosa serve per 4 perso

Frittelle dolci calabresi alle castagne: Rigorosamente farina di castagne di Sersale!

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di Maria Lombardo Eccovi un paio di dolci adatti per questo periodo: l’inverno calabrese dove spopolano i derivati della castagna di Sersale. Non posso dimenticarmi di decantare le lodi di questa farina che in tempi di magra era davvero l’unico mezzo per sfamare. Pane, pasta e dolci in tutte le case si potevano fare con questa farina e dopo l’essiccazione e la molitura veniva stipata “ntò casciuni” come polvere magica. Qualche bambino biricchino riusciva a rubarne qualche manciata e mescolata con l’acqua dava una deliziosa pappetta. Ricordi di mio padre! I dolci fatti con questa farina erano attesi e sfiziosi: frittelle dolci calabresi e gnocchi fritti alle castagne! Si tratta di una ricetta dolce ma povera e contadina, oggi è uno sfizio per il palato. La farina di castagne si usava con parsimonia come ogni cosa un tempo poiché le castagne erano libere ed ogni famiglia andava per monti a coglierle. Vi indirizzerò con una quantum per 10 frittelle e 20 gnocchi fritti, queste mi

La Giurgiulena il torrone dei calabresi

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di Maria Lombardo Realizzato in quasi tutta la Calabria   non intendo identificarlo come un dolce natalizio di una determinata zona. Il suo nome deriva dalla denominazione dialettale del sesamo, che, come è facile intuire, non può che essere l’ ingrediente principale. L a sua origine è araba  e  conosciuta anche in Sicilia con il nome di Cubaita , si differenzia da quest’ultima per l’impiego di miele di fichi. L’aspetto di questo dolce è di un torrone forse “ante litteram” ma nemmeno può essere confuso con la “ cupeta” di Montepaone nel catanzarese. Quindi   attenzione! Il sesamo viene lavorato con miele e zucchero e quindi indurito. Nello specifico, la Giurgiulena si ottiene tostando il sesamo circa dieci minuti in una pentola antiaderente; il suo inebriante profumo d’arancia la sua forma a rombo e poi adagiato su foglie di arancio lo rende accattivante.Ecco a Voi gli ingredienti: 500 gr. di sesamo 250 gr. di zucchero 250 gr. di miele di fichi (si può usare anche il miele

Quando tutti i bambini calabresi scrivevano la letterina ai genitori.

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di Maria Lombardo Un rito bellissimo e dolcissimo che si è perso. La cara letterina di Natale   quei luccicanti cartoncini colorati con presepi, renne e Babbi Natale ricoperti di fine porporina poi soppiantata da quelle meravigliose di carta stampata che compravamo in edicola. Dopo molti anni in fondo ad un cassetto di mia nonna   ho ritrovato la lettera che in prima elementare avevo scritto ai miei genitori. Quanti buoni propositi si affidavano a quei preziosi biglietti, scritti con grafia incerta e infantile innocenza! Servivano molte ore di lavoro per quella letterina, si stava attenta ai dettagli e prima si affidava alla brutta copia il duro esercizio per non sbagliare. Nulla era lasciato al caso, non si poteva sbagliare, sarebbe stata letta durante il pranzo natalizio davanti a tutti gli invitati. La maestra che ci seguiva passo passo per facilitarci il lavoro e soltanto dopo infinite correzioni e ripensamenti, li ricopiavo sul rilucente cartoncino, cercando di non scrosta

Un tempo in Calabria i bambini ricevevano come dono “ i turduni”

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di Maria Lombardo Prima di “catapultarvi” nei dolci ricordi dell’infanzia devo rammentarvi che questo prodotto è ormai introvabile.  Dolci e morbide, le castagne essiccate lentamente e non completamente vengono poi sapientemente affumicate e infilate una a una a formare una collana. Trovare l’antica ricetta è stata una vera caccia al tesoro ormai solo qualche bottega di quartiere sa produrle. Era un prodotto dei paesi montani dove i centri erano immersi nei castagneti. La castagna per queste zone era una vera fonte di sostentamento! Le castagne una volta consumate fresche venivano essiccate ( la procedura per fare le pastille è in questo blog quindi eviterò di parlarne in questa sede), il profumo delle castagne   nei mesi autunnali si sente in ogni angolo, tra “le varole” fatte al fuoco nel “varolaru”, una padella con buchi, e “i vallani”, che altro non sono che castagne bollite. Ma ora vi spiego come venivano prodotti e poi confezionati “i turduni”. In genere alcune mamme le

Focare Decembrine: riti natalizi calabresi.

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di Maria Lombardo Una cosa è sicura questo rito molto antico di accendere i fuochi la sera di ogni vigilia comandata si sta davvero perdendo in molti centri di Calabria. Il progresso ormai ed un diverso galateo ci impone che i festeggiamenti per la Vigilia dell’Immacolata per la Vigilia di Natale e di Capodanno avvengano in casa a tavola coi parenti. Un tempo non era così, specie nei centri collinari e montani! Il rito “partiva” con la ricerca della legna già dalla mattina, in tarda serata poi si accendeva la grande focara in una strada designata o nella piazza del paese. Ed ecco il grande falò scoppiettare ed accogliere la gente che si ritrovano per raccontare le loro storie, per divertirsi, davanti ad un “caldo grande camino” di tutto il paese. Ma ora vediamo un po’ dove resiste questa tradizione in Calabria. Si svolgono un pò ovunque (in alcune zone del cosentino vengono chiamate Carcare); nel Reggino Ionico Luminare nel Catanzarese Fhocare. La fòcara del 24 dicembre, come

Dolci della tradizione natalizia di Diamante (CS): “Chinole”.

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Crediti foto:  https://www.lucianopignataro.it/ di Maria Lombardo Ho già presentato la scorsa stagione questo tipo di dolce che si trova con nomi diversi in tutta la Calabria. Questo Natale non riproporrò le solite ricette ma ho voluto parlarvi delle “chinole” Diamantine poiché il suo ripieno   viene fatto con le castagne e non con i ceci. Partiamo dal ripieno! Ingredienti per la crema del ripieno: 500 gr di castagne secche 200 gr. di cioccolato fondente 3 tazzine di caffè Zucchero a piacere assaggiate la crema e aggiungete lo zucchero nella quantità da voi desiderata un bicchierino di liquore   Si può personalizzare la ricetta aggiungendo frutta secca tritata tipo nocciole o mandorle,ma in modica quantità Ingredienti per l'impasto : Due mestoli olio e 4 di vino dolce(zibibbo) Una buccia di mandarino o arancia Una stecca di vaniglia Un kg di farina Cannella Ora vi spiego come lavorare il tutto! Mettete in una pentola antiaderente, le castagne

Il culto dell’Immacolta Concenzione in Calabria.

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di Maria Lombardo Con l ’ 8 dicembre la Calabria entra nel vivo dei riti natalizi e spolvera le più belle tradizioni. Molti poi sono i paesi di Calabria che hanno la Vergine come patrona, ed i festeggiamenti molto sentiti. Ed ecco un breve excursus nelle zone che festeggiano questa ricorrenza . L’Immacolata Concezione è patrona di Catanzaro.Nel 1641, i catanzaresi invocarono la protezione della Madonna Vergine e Immacolata contro la peste e la città fu risparmiata. Ogni anno presso il Santuario si riuniscono non solo i catanzaresi ma anche i paesi limitrofi per ascoltare la Novena.  L’8 dicembre, giorno della festa, ha inizio con la Messa dell’aurora che, per tradizione ormai consolidata, richiama migliaia di fedeli che sostano sul sagrato fin dalle tre del mattino.Il culto dell’Immacolata fiorisce anche a Diamante dopo che un bastimento che trasportava l’attuale statua della Madonna in Sicilia, si bloccò misteriosamente proprio davanti al paese nel 1928. Il bastimento riuscì a

Fritti per Natale di baccalà in pasta lievitata alla Calabrese.

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di Maria Lombardo Questo piatto della tradizione natalizia è diffusissimo in tutto il Mezzogiorno, ma in Calabria non si cucina passando il fritto semplicemente nella farina. Nemmeno si prepara come farina  le zeppole   con un po’ di baccalà all’interno, questa versione è un mix tra le due   ricette, e cioè pezzi di baccalà impastellati…. buonissimi, farete un figurone! Ecco a voi gli ingredienti, ovviamente io metterò delle dosi minime voi poi userete le quantità che vi aggradano. Ingredienti: - 700 g di filetto di baccalà dissalato - 300 g di 220 g di acqua - 80 g di lievito madre (in alternativa 6/8 g di lievito di birra) - 1 cucchiaino di miele - 1 cucchiaio d'olio evo - olio di arachidi per friggere - 10 g di sale La ricetta va iniziata la sera prima del Cenone della Vigilia sciogliamo il lievito nell'acqua   con lo zucchero. In una ciotola uniamo il composto alla farina e all'olio e amalgamiamo bene gli ingredienti. Aggiungiamo il sale. Sarà un