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Visualizzazione dei post da dicembre, 2021

In Calabria tra fine Dicembre e inizio di Gennaio da secoli si rinnova il tradizionale rito della macellazione del maiale.

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Crediti foto: https://www.irpiniaoggi.it/   di Maria Lombardo  L’allevamento e macellazione di questo suino era considerato un prodotto alimentare indispensabile dai nostri avi. Fino a qualche anno fa infatti non esisteva un nucleo familiare che non allevasse un maiale per nutrirsi delle carni di esso. Carni gustosissime che costituivano il primo fabbisogno energetico giornaliero. Il maiale, prima della sua uccisione, veniva acquistato e fatto ingrassare dopo lunghi mesi di sacrifici da parte della famiglia contadina. La macellazione andava dalla festività di Santo Stefano fino al giorno dell’Epifania. La mattanza si consumava in maniera abbastanza pittoresca e andava fatta dotandosi di coltelli di vario genere. E ogni persona aveva un ruolo ben preciso, da chi preparava il povero animale a chi puliva le cuoia con dell’acqua bollente. C’era poi anche chi girava il sangue che sgorgava come una fontanella dalla carotide dell’animale affinché non si coagulasse per fare il sanguinaccio

Siete mai stati al Museo della Memoria Ferramonti di Tarsia (CS)

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 di Maria Lombardo  Del campo di internamento edificato a Tarsia ho parlato ampiamente negli anni passati sia in questo blog che in altri. Infatti dal 1940 al 1943 nella frazione Ferramonti venne realizzato un campo di internamento civile. Di esso, utilizzato fino al 1945 per ospitare profughi, non resta praticamente nulla. Il campo di Ferramonti, il più grande d’Italia, fu utilizzato dal 1940 al 1943 per internati ebrei, italiani e stranieri, antifascisti, apolidi e cittadini di potenze nemiche. Le condizioni di internamento, nonostante gli sforzi nell’auto-organizzazione da parte dei prigionieri stessi, furono rese difficili dall’insalubrità del luogo, dagli scarsi rifornimenti, e anche dai combattimenti tra i vari eserciti nell’estate del 1943. In quel periodo il campo fu ufficialmente disciolto, ma molti internati, non avendo alternative, scelsero di rimanervi. Il campo fu quindi amministrato dagli Alleati, che lo diedero presto in gestione agli stessi (ormai ex) internati fino a q

Sapete che Ingrid Bergman fu a Catanzaro. La firma sul lenzuolo

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  di Maria Lombardo  Nel 1950, sul n.41 de "L'Europeo" settimanale (poi ripreso da "L'Europeo" bimestrale nel gennaio 2006) trovò posto un articolo dedicato a Ingrid Bergman madre e seduttrice scritto da Camilla Cederna, forse la più colta e brillante cronista di costume nel secondo Novecento. Ne "posto" un breve brano, molto emblematico di una certa Italia. (S.L.L.) Nel racconto “Una violacciocca per Ingrid” scritto da Sergio Caroleo viene descritto l’episodio del loro arrivo e il particolare fascino dell’attrice, così riassunto in alcune righe: “…Ingrid, inefficacemente celata da un paio d’occhiali scuri a goccia, con la bionda chioma raccolta da un foulard annodato alla nuca, apparve a tutti imponente nella sua naturale bellezza. Portava un leggero cappotto chiaro, che lasciava intravedere i pantaloni, capo di vestiario quasi del tutto inusuale per le donne catanzaresi. Aveva tra le mani una Leica, che tradiva uno sguardo curioso ed emancipato s

“U suffrittu”, tipica prelibatezza dell’antica cucina reggina

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Crediti foto: https://www.ntacalabria.it/   di Maria Lombardo  Il soffritto, nell’accezione classica, è l’insieme di spezie ed ortaggi che serve per soffriggere qualcosa: dalla carne al pesce, agli intingoli per i diversi piatti di pasta. A Reggio Calabria ‘u suffrittu’ è un piatto gourmet, espressione di quella cucina tradizionale che non passa mai di moda e che ha come base la carne di maiale. Si tratta, infatti, di un succulento spezzatino a base di carne e di interiora di suino. La pietanza, un tempo, si preparava soprattutto durante la stagione invernale in concomitanza con l’uccisione del maiale. Un rito più che usanza “fare” il maiale e si riunivano interi nuclei familiari. La ricetta de ‘u suffrittu’ si inserisce in questa usanza secolare e mantiene ancora intatta tutta la sua storia culinaria di estrazione popolare, fatta di sapori forti e genuini. Ingredienti per 6 persone: - 600 grammi di carne di maiale - 400 grammi di interiora di maiale - Un bicchiere di olio extravergin

Mario Martire l’aviatore del cosentino che morì a Mauthausen

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 di Maria Lombardo  Nato a Pedace (CS) il 10 luglio 1919, morto a Mauthausen il 17 febbraio 1945. Mario Martire è stato un ufficiale pilota che si è distinto in varie campagne militari (Etiopia, Spagna, Grecia, etc.), dimostrando grande abilità di aviatore. Prima di seguire l’amore per la Patria si distinse nel calcio giocando nei “Lupi della Sila”. Numerose furono le imprese compiute da Mario Martire nel corso della Seconda guerra mondiale, questa volta con il grado di tenente, al comando di una veloce squadriglia di aerei e, grazie alla sua perizia, riuscì sempre a tornare al Campo base, anche quando operazioni ad alto rischio nel settore mediterraneo avevano richiesto un elevato prezzo in termini di aerei abbattuti e uomini morti ed egli stesso aveva avuto il suo velivolo crivellato di colpi. Il 9 settembre 1943 il capitano pilota, medaglia d'argento al valore, è stato sorpreso all'aeroporto di Cameri (No) dopo la soffiata di una spia fascista. Ufficiali e avieri, privi di c

28 DICEMBRE 1908 nascono i comitati “Pro Calabria” per la ricostruzione post terremoto calabro-peloritano

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 di Maria Lombardo    E’ l'anniversario di una pagina triste della città di   Reggio e Messina: distruzione e morte. ".. in un cataclisma che nessuna mente umana avrebbe potuto concepire, nemmeno nei sogni di una macabra fantasia, che nessuna parola saprà mai riprodurre, che nessuna penna saprà mai descrivere, noi abbiamo perduto tutto…"Una poesia che la poetessa Ada Negri scrisse per l'occasione invitava alla raccolta aiuti che fu copiosa sia Italia che all’estero:… Fratelli in Cristo, destatevi dal sonno, andate a soccorso con zappe e leve, con pane e vesti. Nelle lontane terre dell'arsa Calabria crollano ponti e città: i fiumi arrestano il corso, sotto le case travolte le creature sepolte vivono ancora, chi sa!! … Batte la campana a stormo. Pietà, fratelli, pieta!... Ed ecco che il 28 dicembre 1908 alle 5,21 un fortissimo terremoto d’intesità dell’undicesimo grado della scala Mercalli distrusse le città di Messina e di Reggio Calabria. Per evitare la dispersi

Sapete che esiste il triangolo stocco calabrese: Mammola, Cittanova e Canolo tutti nel Reggino

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Crediti foto: http://ilricettariodellanonna.altervista.org/   di Maria Lombardo  La Calabria non è una terra monotona. Quando si crede di aver schematizzato tutto c’è sempre il colpo di scena. Il passaggio dalla costa tirrenica a quella ionica incontra il naturale spartiacque nel Parco Nazionale dell’Aspromonte. Costa, montagna, pianura. Storie diverse, territori diversi, cibi diversi. Il mare d’estate e quello d’inverno, poi paesaggi e storia di un mondo pastorale e rurale, infine la montagna. Al posto della neonata, del pesce spada, dei surici di mare, entrano in scena i formaggi, l’olio, i salumi, il miele, le confetture di agrumi. Una cucina di terra, per riassumere. Difficile però rinchiudere tutto in un elenco: qui nulla è scontato, meno che mai banale. Quando si crede di aver catalogato costa e montagna, cibi di terra pietanze di mare, ecco Mammola. In un gioco di carte sarebbe quella che spariglia. Alle porte del Parco Nazionale dell’Aspromonte spunta Mammola patria del pesce s

Lo sapete? La mistica Natuzza Evolo miracolata per intercessione di San Giuseppe Moscati

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Crediti foto:  https://www.ilriformista.it/   di Maria Lombardo  Tra tutte le storie davvero suggestive e degne di nota che avvolgono la figura di Natuzza Evolo, la Mistica di Paravati, va ricordato il rapporto che Ella ha avuto con il grande santo medico Napoletano   Giuseppe Moscati. È per questo che voglio riportare un episodio narrato dal professore Marinelli, grande studioso della figura di Natuzza. San Giuseppe Moscati oggi è conosciuto in tutto il mondo per virtù della sua intercessione e della Carità che esercitava presso i suoi malati. Egli infatti era un medico. "Il Beato Giuseppe Moscati (1880-1927) le apparve più volte. La prima volta che lo vide, Natuzza fu particolarmente colpita dalla sua bellezza, e gli chiese: "Professore, perché siete così bello?". Al che il Beato le rispose: "Perché sono vicino alla Madonna e perché nella mia vita ho praticato la Carità umile e nascosta, che non offendeva nessuno". Il medico Santo l'aiutò quando fu oper

Questa stagione vi insegno a fare “a saimi” servirà per i dolci di Pasqua

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Crediti foto:  https://lacuocaignorante.altervista.org/   di Maria Lombardo    Come tutti i grassi da condimento, ha il duplice ruolo di esaltare organoletticamente la gradevolezza dei cibi e di consentirne la cottura in modo uniforme. Si ricava dal grasso di maiale per fusione, e si usa maggiormente per le fritture, dato il suo elevato punto di fumo. Le parti grassose maggiormente usate per ottenere la sugna,   è un tipo di grasso e precisamente quello delle viscere della zona surrenale, mentre lo strutto è il prodotto derivante dal processo di scioglimento del grasso sottocutaneo. Insomma i pezzettini di lardo che provengono dalla grossolana sgrassatura della cotenna e dei pezzi di carne destinati ai salumi. Lo strutto   di maiale o sugna fatto in casa genuino come quello di una volta: ricetta, ingredienti, dosi, preparazione e conservazione. Le ricette di impasti per molti dolci e alcuni tipi di fritti come zeppole, pizze rustiche, biscotti salati, sono senza dubbio più gustose e

Le vigilie in Calabria con "pitti i baccalà", le frittelle sono sempre deliziose!

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Crediti foto: https://www.tribugolosa.com/   di Maria Lombardo    Le frittelle di baccalà sono veramente irresistibili, adorate e “divinizzate” da ogni calabrese. In Calabria per le Vigilie di ogni festa comandata sono istituzione!   Ingredienti : - 600 gr baccalà dissalato - 100 grammi di farina 00 - 100 grammi di pecorino grattugiato o parmigiano - 1 uovo - prezzemolo -  sale - pepe - olio per friggere   Procedimento : Prepariamo la pastella facendo molta attenzione a non formare grumi con uova e farina, insaporiamola con il formaggio, il sale, pepe e prezzemolo tritato, poi versiamo in questa pastella il baccalà. Il baccalà deve essere precedentemente sbollentato pochissimi minuti, privato delle spine e tagliato a piccoli pezzettini. Se il composto dovesse risultare troppo asciutto, aggiungete un pochino di acqua per rendere più morbida la pastella. In un’ampia padella fate riscaldare l’olio, versate le frittelle a cucchiaiate poco distanti l’una dall

La Razzona la Ferriera privata di Carlo Filangeri in Calabria coeva a Mongiana

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  di Maria Lombardo  Il primo maggio del 1816 Cardinale cittadina del versante ionico calabrese, subì il riassetto dato dai Borbone alla Calabria, a seguito della Restaurazione. Posizionata nel circuito del Principato di Satriano è balzata agli onori grazie alla figura di Carlo Filangeri, e della lungimiranza dello stratega, di posizionare sua ferriera privata alla Razzona zona montuosa del Cardinalese. Studiata da   uno degli storici più in voga John A. Davis in Società ed imprenditori nel Regno Borbonico Laterza Bari 1979 a pag 20 annota:” la ferriera di Cardinale è conosciuta a pochi”. La Razzona posizionata nel complesso del Principato di Satriano venne ereditata a conti fatti dal giovane militare Carlo Filangeri, figlio dell'illustrissimo Gaetano Filangeri, gli storici locali tra cui spicca Cirillo autore di   “Cardinale e la sua storia” Edizioni Sud Grafica pag 48 mette nero su bianco quanto detto:” Satriano, Isca, Sant' Andrea, San Sosti, Badolato, Spadola Torre Ruggero

" 'A SIRA E L'ABBUTTU" antico rito di Cropani (CZ) per l’Epifania

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Crediti foto: https://www.istockphoto.com   di Maria Lombardo  A Cropani la vigilia dell' Epifania ('u Vattisimu) era conosciuta come "a sira e l'abbuttu" e secondo la tradizione si dovevano mangiare tredici cose. La scelta del numero tredici non era casuale, questi alludeva, infatti, alla tavola dell'ultima cena attorno alla quale sedettero Gesù e i dodici apostoli. Trovo questo antico rito in un testo sulla storia del borgo di Cropani (Cropani, ogni metro una porta).La tradizione era rigorosamente rispettata sia dalle famiglie benestanti sia da quelle povere; quest' ultime, non avendo la possibilità di preparare tredici pietanze diverse, solevano contare ogni singolo ingrediente dei pochi e poveri piatti per arrivare a tredici. La semplicissima pasta alle alici con la mollica ne contava già quattro (olio, alici, pasta e mollica), i broccoli in pastella, cinque (olio, broccoli, farina, uova e sale) poi si contava il baccalà fritto, il vino, un pò di frutt