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Visualizzazione dei post da febbraio, 2021

La storia del nivuriddu, Michele Antonio Scigliano di Longobucco (CS) figlio del Ras etiope Ubie Manghescià.

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  di Maria Lombardo    Vi ho già parlato del periodo in cui a Longobucco vennero confinati 35 personaggi di primo piano del regno di Etiopia. Erano dei confinati mandati al confino dai fascisti! Dicevo così in quel pezzo proprio in questo blog:” vi sono alcuni comunicati risalenti al periodo: "Il Signor Maresciallo mi ha confermato che sono disciplinati, rispettosi, non si lamentano e non danno alcun motivo di lamenti. Soltanto il Degiazmacc Mangascià Ubiè, avendo lasciato dubbio di non essersi comportato riguardosamente con donne del paese, fu allontanato ed isolato in altra vicina località, con l’autorizzazione del R. Ministero".Il soggiorno non fu comunque facile per gli etiopi, sempre sotto l'occhio dei gendarmi e costretti a patire il freddo pungente della Sila al quale non erano abituati. Ma il loro ricordo vive ancora sull'altopiano calabrese, e la loro presenza è testimoniata dalla presenza di una piccola comunità mista, figlia di un incontro durato circa 6

Bocconotti al cedro ,l'oro di Calabria.

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  di Maria Lombardo  Cari lettori oggi vi “mostrerò” come si preparono questi buonissimi dolcetti calabresi. Attenzione vi ho già parlato   sia dei bocconotti di Mormanno ed anche della marmellata di cedro fatta in casa. Ingredienti per 40 bocconotti al cedro: 5 tuorli 150 g di zucchero 150 g di strutto (o burro) 100 cc di vermout 500 g di farina 1 bustina lievito 1 bustina vanillina La scorza grattugiata di un limone RIPIENO: 400 gr di marmellata di cedro Preparazione: Setacciate lievito e farina sulla spianatoia, formando la classica fontana. Aggiungete lo zucchero, la scorza del limone grattugiata e le uova, il burro o lo strutto, poi aggiungete un po’ di vermout per arrivare alla consistenza della pasta frolla. Formate una palla che sarà avvolta nella pellicola per alimenti e riposta in frigo per qualche ora. Passato il tempo di posa, stendete la pasta con il mattarello allo spessore di 3 – 5 mm. Tagliate dei dischi di circa 5 – 8 centimetri e usateli

Uno straordinario Crocifisso in avorio di Alessandro Algardi da vedere al Museo Statale di Mileto (VV).

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 di Maria Lombardo  Oggi andiamo a scoprire uno straordinario capolavoro d’arte che si trova a Mileto, oggi borgo di poco più di 6 mila anime in provincia di Vibo Valentia ma un tempo splendida capitale di un regno, quello di Ruggero, della dinastia normanna degli Altavilla. Sull’area occupata dall’antica città oggi sorge un sito archeologico imponente che cela tesori di inestimabile valore oggi visibili al   Museo è ospitato in un’ala del Palazzo Vescovile,   la cui costruzione, iniziata con il vescovo Capece Minutolo (1792-1824), venne portata a termine intorno al 1860. Le opere esposte abbracciano un arco temporale compreso tra l’età tardo-imperiale e il XIX secolo, e sono distribuite su due piani. Si parte dal piano terra dove sono esposti i reperti di età romana, presumibilmente provenienti dal sito dell’antica Hipponion/Valentia, e quelli medioevali riconducibili all’ex abbazia benedettina della SS. Trinità e all’antica Cattedrale, come frammenti di vetrate policrome e un ricco c

Montepaone (Cz) e l’arte dei crivi.

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 di Maria Lombardo  E’ un caratteristico borgo della costa ionica catanzarese dove si conserva ancora l’arte antica di confezionare i crivi. Attenzione quest’arte cari lettori è difesa con le unghie e con i denti! “U crivu” è un cesto con regole precisissime guai non seguirle. Vi sono delle misure da seguire per realizzare i diversi formati di questo cesto che è un misto tra un setaccio, un essiccatoio e un contenitore. Le misure sono cinque, a cominciare dal crivo che ha una circonferenza di 1,5 m; poi vi sono il mianzu crivo, il cistiallu, il mianzu cistiallu, e per finire il piccolino con una circonferenza di 60 cm. Per realizzare un crivo occorrono ben sette materiali: il rovo, la paglia, due varietà di giunco, verghe di castagno, la canna ed il saracchio. Ogni massaia Montepaonese ne deve possedere almeno un paio! Come abbiamo detto il crivo va a svolgere diverse mansioni: da setaccio per il grano durante le trebbiature, a graticcio per essiccare ortaggi durante le calde giornate

Sapevate che il “cappello alla calabrese” piacque a Giuseppe Verdi tanto da farlo portare al protagonista della sua opera Ernani?

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 di Maria Lombardo    In questo blog vi ho parlato molto del “cappello alla calabrese”, vi ho parlato che oltre   al tributo di sangue versato alla patria dagli innumerevoli martiri, la Calabria donò all’Unità d’Italia anche un cappello. Un copricapo che divenne il simbolo della sollevazione del popolo italiano contro le tirannie straniere. Nei salotti liberali milanesi le donne presero a indossarlo in omaggio a quelle lontane indomite contrade in lotta contro il Borbone. Vi ho già spiegato che dopo   la rivolta di Reggio e Gerace, un ulteriore ingente tributo vermiglio del popolo calabrese alla causa risorgimentale - proprio per la ferocia con la quale l’esercito di Ferdinando II la represse - accanendosi finanche con i cadaveri degli insorti, destò in tutta Italia sentimenti di commozione e di sentita solidarietà, e l’orrore per le barbare fucilazioni fu oggetto di ampie cronache in tutti i giornali liberali dell’epoca.Il “cappello alla calabrese” divenne l’emblema della resistenza

"A pitta pizzulata"…la cucina contadina calabrese.

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  di Maria Lombardo  La “cucina povera” ha una tradizione antica, è quella del popolo, dei contadini, delle classi povere; essa è espressione dell’arte della cucina che si mescola con un’altra arte, ben conosciuta, quella di arrangiarsi. Comprende ricette preparate con ingredienti semplici e genuini, secondo la tradizione calabrese, utilizzando ciò che è disponibile in casa, compresi gli avanzi del giorno prima. Richiede poca spesa e molta fantasia.La pitta pizzulata è una preparazione tipica della cucina tradizionale calabrese e consisteste in una torta salata non lievitata che si ricava da un impasto a base di farina, uova, pecorino grattugiato, sugna e vino bianco. La pasta si stende in tortiera, si condisce con pomodoro, olio di oliva e peperoncino piccante e si fa cuocere in forno. Ingredienti per 6-8 persone 500 grammi di farina 00 75 grammi di sugna 2 uova 100 grammi di vino bianco 100 grammi di pecorino grattugiato 350 grammi di salsa di pomodoro origano secco

Mercoledì delle Ceneri a Sambiase (CZ). C’era una volta…

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 di Maria Lombardo  Non avevo ancora documentato quello che succedeva e ancora succede il mercoledì delle Ceneri a Sambiase uno dei centri maggiori del lametino. C’era una volta, è vero ma ci sono zone dove questo rito si può ancora vedere. Si usava appendere ad un filo, posto tra una casa e l’altra, sette pupazze, la conocchia e il fuso, dei rametti, dei cardi secchi e una sarda salata, per significare il periodo di filatura e di digiuno. Le sette bambole   simboleggiavano le domeniche quaresimali. Le pupattole, che venivano rimosse una domenica dopo l’altra, avevano ciascuna un nome: Anna, Rebecca, Diana, Lazzara, Susanna, Palma e Santa. Corajisima avanza ogni settimana fino ad arrivare da un capo all’altro del balcone. Inoltre il rito di Sambiase che ricorda quello Lucano prevedeva l’esposizione delle pupazze citate in calce   venivano conservate in una cassapanca man mano che trascorrevano le domenica di Quaresima. Copia di queste pupattole sono custodite nell’ecomuseo «Luogo della

LA STORIA DI LIBERO GIANCARLO CASTIGLIA, DETTO "JOCA", IL CHE GUEVARA CALABRESE CHE LOTTO' CONTRO LA DITTATURA BRASILIANA

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  di Maria Lombardo  Libero era nato in Calabria, a San Lucido, piccolo paesino sul Tirreno in provincia di Cosenza. Ma decise di appartenere a chi lotta contro la dittatura e l'oppressione, anche se ciò avviene dall'altra parte del mondo.C'è il mare, a San Lucido, e quando la visibilità è buona si intravedono le Eolie e a volte persino la Sicilia. Quel mare Libero lo attraversa con tutta la famiglia nel 1955 a soli 11 anni. Sarà una lunga traversata: si stanno infatti recando in Brasile con la prospettiva, ovviamente, di una vita migliore. In pochi anni Libero si diploma, si laurea giovanissimo e si avvicina al movimento operaio brasiliano. Lo fa al momento giusto - o sbagliato, a seconda dei punti di vista: nel 1964 un colpo di stato dei militari supportato dagli USA destituisce il presidente Goulart ed instaura, appunto, una dittatura militare.La prima opzione sarebbe andare via. Ma Libero non ci sta. Ha studiato, conosce la violenza e l'arroganza delle dittature mil

Nasce in Calabria e più precisamente a Cosenza ‘u Vasiddru, il primo vero “Bacio” cosentino.

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   di  Maria Lombardo  L’idea arriva da due fratelli della Valle dell’Esaro, Remo e Valerio Tripicchio, titolari della “Terra dei fichi”, un’azienda produttrice di fichi dottati certificati dop.A dare il nome al prodotto ci ha pensato Sergio Crocco alias Canaletta, storico fondatore e presidente de La Terra di Piero, da sempre impegnato a fare solidarietà.‘U Vasiddru è in pratica il primo “bacio” cosentino, fatto di fichi al cioccolato con all’interno frasi d’amore, proverbi e bestemmie in cosentino. Facendo inevitabilmente il verso al “Bacio” Perugina.Il prodotto, in edizione limitata, sarà disponibile con un prezzo di lancio a partire dal 10 febbraio nei migliori bar di Cosenza e provincia e a La Terra di Piero. Una corposa parte dei proventi sarà destinata alla costruzione del Parco dei nonni.Piovono ordinazioni anche dall’estero e nei prossimi giorni lo storico cast degli attori di Sergio Crocco sarà impegnati a girare lo spot di ‘u Vasiddru interamente in cosentino… un’altra trova

Il Castello Normanno di Rende ( CS) o "Giganti di Pietra"

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  di Maria Lombardo      Fu costruito nel 1095 per ordine di Boemondo d’Altavilla, che lo elesse come propria base prima di partire per la prima crociata. La particolare morfologia del colle, a forma di cuneo, garantiva una difesa naturale, per cui l'edificio fu dotato solo di feritoie per archi e balestre, un'enorme cisterna per la raccolta dell’acqua piovana e una cinta muraria spessa più di due metri. Insomma era un maniero difensivo! “Ciclopiche” mura lo proteggevano e tre torri ai lati davano una sicurezza all’abitato di Arintha l’odierna Rende. Certamente la struttura era ideata e realizzata per riuscire a contenere nel modo più efficace gli assalti dei nemici e quindi molte delle caratteristiche dimensionali e costruttive del maniero derivavano da tale necessità . All’interno dell’edificio poi trovavano posto per certo alcune macchine per la difesa quali i mangana e gli ingenia con cui si scagliavano sassi ed altri proiettili contro gli avversari così come baliste e ba

Filei Calabresi del Giovedi' Grasso

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  di Maria Lombardo  <<La parola "filei" e' di origine dialettale e cambia a seconda della zona, in provincia di Reggio Calabria sono conosciuti come maccaruni. E' una pasta fatta con semola di grano duro e per tradizione si deve usare il migliore. Con l'impasto si formano delle striscioline lunghe e sottili e si arrotolano, una per volta, attorno a un ferretto simile ai ferri da calza (firriettu). Ritirando il ferretto si ottengono dei tubetti che, conditi con abbondante sugo di carne di maiale, sono il piatto tradizionale del "giovedi' grasso" .>> Nella mia zona si chiamano “ stranguggjhi” nel blog troverete storia e ricetta. INGREDIENTIx 4 persone: 240gr di fileja 100gr Carne di Maiale Tritata 2 Cipolle Rosse di Tropea 1oogr di Concentrato di Pomodoro 1 dl di Vino Rosso 5ogr di Ricotta fresca 50 gr Salsiccia fresca 50 gr Pecorino semistagionato 2 Foglie d'alloro 1 Ciuffo di finocchio selvatico( o delle barbe d

Sapete che in Calabria si produce a Corigliano Calabro (CS) Reolì? Il primo olio spalmabile…

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  di Maria Lombardo  Udite udite…Olio extravergine d’oliva spalmabile? Certo che si viene ottenuto con un procedimento detto‘organogelazione’, sviluppato e brevettato dal laboratorio di reologia e ingegneria alimentare dall’Università della Calabria, e industrializzato grazie all’interessamento di una serie di imprenditori del luogo per tentare un’avventura commerciale che parta dal Sud. Un prodotto che speriamo possa trovarsi nelle catene di supermercati– “Ci sono voluti circa 15 mesi per industrializzare questo brevetto – dice il presidente di Reolì, Eugenio Conforti,   – e creare la piattaforma produttiva. Abbiamo investito due milioni di euro, senza attingere ai fondi comunitari o regionali e partiamo con una decina di dipendenti. Con l’attuale capacità installata riusciamo a produrre fino a 5mila tonnellate l’anno di prodotto e contiamo di raggiungere in tre anni i 10 milioni di euro fatturato, a regime”. Il prodotto è un condimento spalmabile, venduto in confezione da 200 grammi,

Luisa Caronte contro Macrì parole al vetriolo:"bisognava avere un metodo serio e legale per definire il governo di un progetto"

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  di Maria Lombardo  Ecco la verità sul perché Tropea è stata esclusa dalla competizione per il titolo di Capitale Italiana della Cultura 2022! Sono costretta a respingere e a rispondere in maniera vigorosa e forte alle accuse vergognose rivolte, ancora una volta, a me dal Sindaco di Tropea riguardanti le motivazioni dell’esclusione della Città dalle finaliste di Capitale Italiana della Cultura 2022, attribuite a Suo dire per mancanze riconducibili alla mia attività professionale. Quest’ultimo articolo del Sindaco si è rivelato come quello della verità! Il Sindaco di Tropea è stato smascherato, grazie alle motivazioni dell’esclusione della Città comunicate dal Mibact e contenute nel verbale della commissione esaminatrice del 5 novembre 2020, che lui stesso ha illustrato e che io ringrazio vivamente per averlo fatto. Dalle motivazioni di esclusione del progetto, rese note dal Sindaco, si conferma quanto da me affermato nella replica del 28 gennaio ultimo scorso, a seguito dei suoi conti

Il filosofo calabrese Galluppi contro il governo Borbonico: “mi perseguiti pure il governo, purché mi lasci insegnare, ché io insegnando gli fo la maggiore guerra, formo voi altri giovani, che un giorno sarete colti, onesti, generosi e suoi nemici”.

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  di Maria Lombardo    Ho già parlato della vita del filosofo di Tropea e di tutte le peripezie affrontate per insegnare fino alla sua cospirazione contro il regime Borbonico.Nel brano delle Ricordanze dedicato al Galluppi - la storia del coltissimo ma ingenuo e orgoglioso filosofo che, partito dalla natia splendente Tropea, si presenta direttamente al ministro di Polizia di Ferdinando II per reclamare la nomina alla cattedra di Logica e Metafisica nell’università napoletana, ormai priva di titolare da cinque anni - il climax è rappresentato, da un lato, dalla fiera e stizzita replica del Galluppi (riportata dal Settembrini, con compiaciuta e autobiografica competenza, rigorosamente in dialetto calabrese) alle boriose ma legittime obiezioni del ministro borbonico; d’altro canto, dall’effetto che l’avvenimento ebbe sull’ambiente intellettuale partenopeo, nel quale Galluppi era da molti conosciuto e stimato. Certo il filosofo calabrese ebbe davvero da penare! L’Università di Napoli è s