Post

Visualizzazione dei post da agosto, 2020

Pomodori ripieni: la ricetta calabrese

Immagine
  di Maria Lombardo  I pomodori ripieni sono un piatto tipico calabrese realizzato principalmente nel periodo estivo e servito come secondo piatto. Questa ricetta calabrese è ricca di storia, basti pensare che anticamente in Calabria la preparazione dei pomodori ripieni corrispondeva a un’usanza vera e propria. In antichità, durante il periodo estivo, le donne utilizzavano tutto ciò che avanzava nelle dispense per creare questo piatto gustoso ed economico ad oggi replicato in tutta la nazione e nelle migliori cucine.   Ingredienti     pomodori; pangrattato; parmigiano; provola; prosciutto cotto o salame; capperi; prezzemolo; aglio; sale e pepe; olio per friggere Procedimento Lavare i pomodori, tagliare la parte superiore e svuotare il contenuto dei pomodori in una ciotola, avendo cura di togliere i filamenti interni più duri. Sminuzzare finemente l’interno ricavato dallo svuotamento dei pomodori, aggiungere il pangrattato e mescolo per bene. Aggiun

‘Nzuddi i dolci tipici delle feste patronali reggine.

Immagine
  di Maria Lombardo    Miei cari ed affollatissimi lettori nel mondo oggi ho deciso di parlarvi delle n’zuddhe quei dolci che si trovano solo nelle feste patronali del Reggino. Attenzione è inutile che li confondete con il prodotto denominato mastazzoli che si produce a Soriano nel Vibonese che appare oltre che buono molto raffinato al pari di una scultura. Non tentate di confonderlo nemmeno con quello del cosentino. Sono fatte queste n’zuddhe   con una mescola di farina di grano, zucchero ed aromi vari. Ve ne sono di diversi tipi, di vario aspetto, sapore, fragranza e forma. Gli artigiani (i nzuddari) sono veramente bravi a dare le più svariate forme, le più tradizionali sono quella di pesce, di cavallo, di cesto, di cuore, di bambola, di vari animali. La caratteristica delle ‘nzudde normali è quella di sciogliersi in bocca   invece pi ‘nzuddi i Siminara ‘nci vonnu denti bboni.   L’impasto di farina e miele, infatti, li rende elastiche e dure e quindi bisogna anche saperle spezzar

Fucile Modello Mongiana scopriamo insieme tutta la verità su questo cavallo di battaglia neomeridionalista.

Immagine
  di Maria Lombardo      Il Fucile Mongiana era un unico modello a percussione con canna da 40 pollici simile al modello 1842 dell'esercito francese rispetto al quale è più lungo di 45 mm, il movimento di alzatura è trasmesso direttamente e le finiture sono d'ottone ad esclusione della controcartella rettangolare. Tra le somiglianze da notare che l'acciarino a "molla indietro" è privo di tirantino e su di esso solitamente viene inciso l'anno di costruzione   mentre il marchio di fabbrica all'esterno di esso, il cane di percussione sul luminello è dritto. Sul calcio vengono riportate le "coordinate" del soldato che lo usa: la sigla del reggimento, il numero della fila ed il numero di posizione.   Prende il nome del piccolo borghetto di montagna oggi nel Vibonese mentre a suo tempo nelle Reali ferriere ed Officine di Mongiana nell'omonimo paese del Monteleonese su un'idea del direttore M. Carascosa e alla precisa volontà di G. Murat. L&

Sapete che San Bruno è considerato il santo guaritore degli “spiriti maligni”? Lo scopriamo nell’iconografia presente nelle chiese di Serra San Bruno (VV).

Immagine
    di Maria Lombardo  Oggi per Viviamo la Calabria torniamo a Serra San Bruno nel Vibonese per osservare l’iconografia di San Bruno di Colonia. Siamo agli inizi del XVII secolo,   quando Bruno di Colonia viene riconosciuto in maniera abbastanza diffusa e precisa come il santo che guarisce dagli “spiriti maligni”. Ne rende esplicita testimonianza, nella sua opera postuma Della Calabria illustrata, Padre Giovanni Fiore laddove scrive: «Questo santissimo patriarca [...] volatosene al Cielo l’anno 1101, a 6 di ottobre, lasciò in terra il suo prezioso Corpo, che risplende con molti, e continui miracoli, quali maggiormente si ammirano nel giorno, in cui celebrasi la sua festività, ch’è il primo Lunedì di Pentecoste, nel quale la statua con dentro la testa del Santo si porta processionalmente nella Chiesa di S. Maria, e nel seguente giorno si restituisce al pristino Santuario, concedendo in tali occasioni molte grazie a coloro, che implorano il di lui patrocinio. L’istesse grazie miracolose

STALETTI’ (CZ). PIETRAGRANDE: LA TOMBA PRIVATA DI UNA PRINCIPESSA.

Immagine
  di Maria Lombardo  PIETRAGRANDE prende il nome da un grosso scoglio alto dodici metri che si eleva a pochi passi dalla terraferma. E’ una località di inesauribile suggestione e di forte impatto visivo: ‘un gigante solitario che ha abbandonato i suoi compagni per un viaggio in mare’. Qui si rinnova il felice connubio tra scogliera granitica ed onde del mare, con l’aiuto della splendida spiaggia di ciottoli e del maestoso scoglio, che si erge isolato nelle acque. D’estate meta turistica balneare e luogo di divertimento notturno, nelle altre stagioni, uno degli scenari naturalistici più affascinanti della costa ionica. Ma, nell’immaginario turistico della costa jonica catanzarese, Pietragrande è soprattutto il mito notturno di una discoteca che è più di un semplice ritrovo. Il Lido nacque negli anni ’60, dando il via ad un’intensa e attivissima vita by night calabrese. Cancellato per ben due volte all’inizio degli anni ’70 dall’irruenza del mare, il Lido (oggi intitolato “La scogliera d

ANTICA RICETTA CALABRA, Uova sode ripiene e fritte.

Immagine
  di Maria Lombardo  Le uova sode ripiene sono una ricetta antica, venivano preparate da mia madre quando c’erano da fare dei lavori in campagna: la trebbiatura o altri lavori per cui si doveva preparare da mangiare per gli operai. Ed era un piatto veramente apprezzato da tutti. Ingredienti per 6 persone 8 uova 2 cucchiai abbondanti di parmigiano 1 cucchiaio di pane grattugiato Prezzemolo q.b. 1 spolverata di pepe nero macinato Sale qb Olio extravergine in alternativa olio di arachidi per friggere Preparazione facile Per prima cosa fare le uova sode, lavare 6 uova e immergetele nell’acqua fredda e portare a bollore, far cuocere per 7/8 minuti dal momento che iniziano a bollire. Trascorso il tempo spegnere il fornello e per non farle diventare con l’alone verde intorno al rosso e per sgusciarle con facilità metterle subito in acqua fredda, aspettare che siano fredde e sgusciarle, vedrete che non avranno il colore verdastro e si sgusceranno velocemente senza avere pro

Il cappello calabrese, terrore delle polizie austriache, papaline e borboniche

Immagine
 di Maria Lombardo    Dopo i moti anti-borbonici del ‘48 i Calabresi adottano un cappello di foggia strana che in breve tempo diventa simbolo della resistenza all’oppressore e anche segno di riconoscimento tra”i cospiratori “. Una circolare di Polizia di Monsignor Giuseppe Milosi Ferretti inviata ai vari governatori , specifica che “Si è osservato che in onta di reiterate avvertenze e divieti intorno l’uso di cappelli di color bianco con nastri ed orlatura nera, o verde o rossa nonché di altri così detti all’Ernani, e che in qualunque modo per la forma e per il colore escono dall’ordinario, seguono tuttavia ad usarne taluni non senza ammirazione dei buoni.”Per cui “Interesso la Signoria Vostra Illustrissima a dare le più pronte disposizioni per il pieno relativo effetto nella parte che la riguarda”.Il cappello “ sovversivo “ viene proibito con decreto del 15 febbraio 1848 a firma del barone Torresani Lanzenfeld, allora direttore generale della Polizia di Milano dell’Impero Asburgico.

Sua maestà il Bergamotto.Dalla cosmetica al "Bergotto"

Immagine
 di Maria Lombardo  Dalle  marmellate , alla crema da viso, dal miele aromatizzato al liquore, inclusa la grappa al Bergamotto . E poi biscotti e caramelle geleè. Gli olii essenziali estratti dal frutto sono utilizzati in  profumeria come essenza di base di numerosi profumi.    E c'è qualcuno che si è inventato  il "Bergotto"  una bibita leggermente gassata con il caratteristico sapore dell'agrume  mediterraneo. La coltivazione del Bergamotto e le diverse produzioni ad esso legate, rappresentano un settore economico-produttivo in crescita e capace di mantenere e  sviluppare l'occupazione  in aree che diversamente, soffrirebbero ancor più della crisi economica. La presenza del Bergamotto in Calabria sarebbe stata accertata tra il XIV ed il XVI sec.,  ed il primo "bergamotteto" sarebbe stato impiantato intorno al 1750. Deriva probabilmente da un incrocio fra arancio amaro e limetta acida anche se non manca chi lo ritiene una specie vera e propria d

Sapete che la fontana la Calabrisella di piazza del Popolo a Rossano ( CS) è uguale ad una stessa statua che si trova in Francia?

Immagine
  di Maria Lombardo  Oggi Viviamo la Calabria cercherà di dipanare una serie di misteri che riguardano la fontana citata in calce. Ebbene in Place Felix Garrigou di Tarascon sur Ariège, nel dipartimento dell’Ariège della regione dell’Occitania al Sud della Francia, esiste una fontana simile alla famosa Calabrisella di Piazza del Popolo a Rossano, che rappresenta una donna che trasporta l’acqua. Insomma   operazione che avveniva abitualmente in un’epoca in cui in casa l’acqua ancora non arrivava. Queste statue però si differenziano   per un particolare la gozza ossia l’anfora in cui la giovane “ritratta” portava l’acqua quella della Calabrisella è senza manici, la francese ne ha due. La Calabrisella oggi in Piazza del Popolo inizialmente era collocata in Piazza Domenico Labonia, poi Piazza Matteotti. Infatti, successivamente al terremoto del 1836, il sindaco Serafino Falco ottenne i finanziamenti per dotare la Città di un acquedotto. Poi nel 1864 il sindaco Agostino Stajani fece prosegu

FriddaCala (fredda va giù) la geniale idea di un ragazzo del Vibonese.

Immagine
  di Maria Lombardo Nata dall'idea del Beer Firm  made in Vibo Valentia  Giuseppe Lo Giudice.  La birra si presenta con un color giallo carico ed un cappello di schiuma basso ma compatto, buoni i profumi e ben bilanciata la nota di amaro. Piacevolmente maltata, equilibratamente luppolata e corpo medio di 5,8°. Fridda Kahla , che in dialetto calabrese significa "fredda va giù", è una birra di stile inglese fatta con malto d'orzo e di frumento ed una miscela di luppoli nobili europei. Non Pastorizzata, non filtrata e rifermentata in bottiglia. Si presenta con un color miele dorato e con una soffice schiuma bianca. Al naso emana complessi aromi caramellati, cereali e miele in perfetto equilibrio con l'amarezza delicata data dai luppoli.L'entrata è morbida, mentre la chiusura presenta una vena amara e persistente. Dal colore ambrato, emana freschi e avvolgenti sentori di frutta tropicale; Al naso è ricca di note citriche, agrumate e resinose. Al palato il sapore

La tragedia di Monongah in America: 37 calabresi persero la vita in una miniera.

Immagine
  di Maria Lombardo  Quello che sto per raccontare è davvero una storia conosciuta a pochi!   Monongah era una manciata di casette di legno che sorgeva nei pressi di una miniera, ubicato a quasi 300 metri di altitudine nello Stato del West Virginia (USA).   La compagnia che vi operava per l’estrazione del carbone era la “Fairmont Cool Company”. Questa, come da consuetudine in quel tempo, assumeva i lavoratori selezionandoli tra quelli più robusti e in salute. Si assumeva in gruppi di connazionali per aiutarsi e supportarsi,lavoravano anche più di dieci ore al giorno nella polvere, ed erano retribuiti sulla base delle quantità di carbone estratte dal giacimento: nel migliore dei casi riuscivano a percepire 0.75 dollari al giorno, circa 3.75 lire, paga nettamente superiore a quella che percepiva un bracciante agricolo nella Calabria dei primi del ‘900. I calabresi che lavoravano in quella miniera conoscevano già quel lavoro in quanto la Calabria ricca di miniere, ma erano pronti a corr

Alici imbottite, ricetta calabrese

Immagine
 di Maria Lombardo  Le alici imbottite sono un piatto di pesce tradizionale della cucina calabrese e di tutto il sud Italia. È un piatto estivo molto goloso e sfizioso ed è ottimo servito sia come antipasto finger food che come secondo piatto. Si realizzano aprendo le alici a libro e farcendole con un composto di pangrattato, prezzemolo, uovo, sale, pepe e parmigiano. Si sovrappongono poi due alici e si passano prima nella farina, poi nell’uovo sbattuto e in fine nel pangrattato per poi essere fritte in olio bollente. Come per tutte le ricette tradizionali esistono numerose varianti, è infatti possibile aggiungere provola al ripieno oppure è possibile cuocere i pesci direttamente in padella insieme con di pomodoro. Le alici imbottite sono ottime servite caldissime e perfette accompagnate con insalata verde o patate al forno. Scegliete alici freschissime, dal colore brillante e dall’occhio vivo. Le alici vengono comunemente riconosciute come pesce azzurro, sono molto ricche quali omega

Sbarco di Garibaldi a Nicotera (VV): Francesco Maria Cipriani scrive un sonetto di protesta!

Immagine
di Maria Lombardo Chi poteva darsi agli sfoghi in rima se non il rampollo di una nobile famiglia Nicoterese che con la cacciata del Borbone piangevano sui nuovi fatti storici. Piangeva per i propri commerci e penava per i suoi denari! I ceti conservatori   i proprietari terrieri il clero cittadino i quali non si rassegnavano ai mutamenti politici e sociali   ebbero una violentissima reazione. Essi avversi al nuovo corso degli eventi, in una collettività a maggioranza di analfabeti affidavano alla poesia il proprio dissenso con toni di condanna insinuazioni ed allarmi ai circoli nicoteresi noti per essere stati i fautori e complici di Garibaldi. Ed ecco che con un sonetto senza titolo si sfoga il Cipriani! (…) Nu squazuni i Caprera cu na facci di magaru Ruinau la Talia intera E pi nui non c’è riparu. (…) Poi passa unto continente Cu na murra di squazuni Ingannau tutti l’aggenti Stu pirata stu capruni. Comu a Napuli arrivvau Fora dissi Gesuiti! Li