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Visualizzazione dei post da marzo, 2023

La Basilica Minore di Porto e la Madonna di Costantinopoli di Gimigliano (CZ)

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 di Maria Lombardo   La Basilica Minore di Porto, frequentata maggiormente nelle feste del 25 aprile e del 1 maggio, accoglie migliaia di fedeli dalle prime luci dell’alba del Martedì di Pentecoste in occasione della Festa della Madonna di Porto.La Madonna di Costantinopoli, protettrice delle comunità di Gimigliano. che la invocavano durante le calamità naturali. L’imperatrice Pulcheria, sorella di Teodosio II, decise che la Madonna venisse onorata il martedì di Pentecoste secondo la definizione dogmatica della Divina Maternità e perchè in questo giorno il popolo di Costantinopoli vinse la battaglia contro i Persiani.A partire dal 29 maggio 1453, giorno conclusivo dell’Assedio di Costantinopoli da parte di Maometto II, con le immigrazioni nell’Italia Meridionale furono importati i riti bizantini e le immagini iconoclaste.In seguito alla venerazione a Napoli, scampata alla peste del 1528, dal 1625 anche la Sicilia e la Calabria ne furono colpiti. La popolazione di Gimigliano, venuta a c

Per questo 25 aprile vi racconto la storia di Gerardo Amato di Serra San Bruno (VV)

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 di Maria Lombardo Luglio 1945, Serra San Bruno, Calabria. Un camionista porta in paese una notizia strana, inattesa. È uno dei pochi a possedere un mezzo di locomozione e per lavoro, ogni giorno, fa avanti e indietro dalle montagne delle Serre alle città della costa vibonese. Va raccontando di un misterioso incontro, ma molti sono perplessi. Dice di essersi imbattuto, «sui piani di Vallelonga», in un uomo che era andato via da Serra diversi anni prima. Un uomo che era andato in guerra, e che come tanti altri in guerra era morto. Un incidente fatale: era finito sotto un treno e le tremende ferite riportate alle gambe lo avevano ucciso in poco tempo. Così almeno c'era scritto, chiaro e tondo, in una lettera che qualche tempo prima la Croce Rossa aveva spedito a casa sua, dove lo aspettavano la moglie e i loro due bambini. E pure in una seconda lettera, questa volta anonima, erano ripetute le stesse cose: morto in un incidente ferroviario. Nessuna speranza, dunque. Almeno fino a quel

Cipuddrizzi a frittelle: lampascioni a frittelle ricetta di Calabria

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 di Maria Lombardo Oggi vi proponiamo un’ altra ricetta con un ortaggio usato nella cucina tipica del sud, soprattutto in Calabria, Basilicata e Puglia, parliamo ancora dei lampascioni, in Calabria cipuddrizzi, preparati a frittelle.   Preparazione Pulire bene le cipolline, lavarle e lessarle in acqua e un bicchiere di aceto per alleggerire l’ amaro. Dopo averle scolate, preparare la pastella. In una ciotola, per mezzo chilo di cipolline, sbattere due uova, aggiungere un pizzico di sale, un bicchiere di acqua frizzante (aiuta la lievitazione), formaggi grattuggiati secondo i gusti, pepe nero. Aggiungere gradualmente la farina fino a raggiungere una pastella omogenea, aggiungere le cipolline e mescolare bene. Con un cucchiaio friggere in olio bollente, preferibilmente in olio di semi perchè più leggero. Lasciare asciugare su carta assorbente e servire.    

“La signorina” dello Stretto: il pesce sciabola tra Bagnara Calabra e Scilla

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 di Maria Lombardo E’ considerata la signorina dello Stretto!   Presente soprattutto tra Calabria e Sicilia, in particolare nello Stretto di Messina.È conosciuta come signorina, per il suo corpo sinuoso, allungato e piatto, senza squame, ha una caratteristica forma a nastro, con una pinna dorsale costituita da raggi spinosi, lungo fino a 2 metri e con un peso massimo di 6-8 kg. Il colore è argenteo, a volte con una o più fasce longitudinali di colore giallo oro sui lati, pinne gialle e trasparenti. Anche la testa è caratteristica, a punta, con una cresta, occhi piuttosto grandi, mandibola robusta e bocca ampia munita di denti aguzzi che gli danno un aspetto vagamento minaccioso.Involtini, cotolette, o semplicemente grigliato, è una vera bontà, che impazza nei ristoranti e nelle cucine di tutto lo Stretto.Bagnara Calabra e Scilla, sono i giacimenti che, pescandolo, ne preservano la cultura e le tradizioni. Preferisce i mari caldi e vive nei fondali, addirittura fino a 700 metri di profo

Garibaldi e Bixio sconfiggono le truppe regie a Reggio e dintorni: Reggio è presa il 22 agosto 1860

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 di Maria Lombardo Appena sbarcato in Calabria, Garibaldi in due giorni dal 19 al 20 agosto 1860,depistò i borbonici come sua usanza. Alla fine si diresse verso Reggio, dove attese gli uomini del generale Missori e concertò l’attacco. Dodicimila soldati regi erano sul posto doveva essere una passeggiata sconfiggere l’esercito meridionale di Garibaldi, sprovvisto di cannoni e cavalli. Non fu così. Le colonne si misero in marcia e, protette dal silenzio della notte, sorpresero le truppe regie. Le avanguardie di Nino Bixio s’imbatterono nelle vedette del 14° reggimento del colonnello Antonio Dusmet,   ed aprirono il fuoco. I comandanti dell’esercito delle Due Sicilie, credendo di avere d’avanti i soli quattro battaglioni di Bixio, concentrarono le loro forze in un fuoco energico che, da un lato, costrinse Bixio ad una dura prova per tenere il nemico imbrigliato, dall’altro scoprirono il fianco al grosso delle camicie rosse guidate da Missori e Garibaldi. Bixio travolge i Borbonici e rip

Sabato Santo a Caulonia (RC): Il Caracòlo

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 di Maria Lombardo  Il Sabato Santo veniva detto della “Gloria”, in quanto verso mezzogiorno suonavano le campane, ormai sciolte nello scampanio della “Gloria”; alle parole :”Gloria in excelsis Deo”, pronunziate dal sacerdote durante la Santa Messa, un sistema di funicelle faceva cadere un lenzuolino che copriva la statua del Cristo Risorto e tutti i fedeli gioivano, battendo le mani (era calata la Gloria). Il suono delle campane si diffondeva nell’aria, facendo ricordare a tutti la resurrezione del Signore.Era la gioia dei bambini che aspettavano, con ansia, quel momento per mangiare il proprio dolce pasquale.La sera i giovani accendevano in piazza grandi falò e si sedevano attorno rifacendosi al modo in cui gli Apostoli si erano appartati lontano dalla Croce, per paura di essere aggrediti dai Giudei. Liturgicamente, oggi, il Sabato Santo è giorno destinato al silenzio ed alla riflessione. In questo giorno la Chiesa sosta presso il sepolcro del Signore, meditando la sua Passione e Mor

Lenor tenta di omaggiare la Calabria con l’ammorbidente “Sogno di Calabria”

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 di Maria Lombardo Del Bergamotto evidentemente ci interessa poco, ma molto poco, è però il prodotto di punta calabrese per questo quest’articolo. Un po' per canzonare la Lenor un po' perché nessuno si è rivoltato.Peccato che quello presente sull’etichetta dell’ ammorbidente e quello proiettato nelle immagini dello spot pubblicitario con la Blasi non sia il bergamotto, ma il Lime Kaffir o Combava, di colore verde, verdissimo con buccia rugosa, esotico che rimanda alla natura, peccato che la Combava sia lontanissima da Reggio Calabria e sia coltivata in Asia nei paesi che si affacciano sull’Oceano Indiano. La grande distribuzione ha scelto un frutto che non è il bergamotto per vendere mille prodotti al bergamotto. Noi continuiamo a vendere e fornire bergamotto come succo, essenza e frutto fresco e tante tante chiacchiere. Ed allora Lenor si scusi con Reggio Calabria ed i calabresi. (altra fonte City Now)

HULLONJËRA UNA BUONISSIMA PIETANZA DELL'ARBERIA CALABRA

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  di Maria Lombardo Hullonjëra (che si legge con la h aspirata) è una pasta non hanno il buco come i bucatini, quindi con la macchina non si possono fare. Sono simili agli spaghetti, e possono anche spezzarsi cadendo nel cesto riposto sotto al tavolo. Per altro, in albanese sei dimagrito si dice u hullove, che richiama la sottigliezza di questa pasta fatta a mano; una pasta che i più giovani non sanno nemmeno che esiste.La si mangia quasi sempre con un sugo di pomodoro fresco, l’importante è che non sia asciutto.   LA RICETTA ORIGINALE DOF HULLONJËRA Ecco la ricetta della pasta hullonjëra di Anna Stratigò   Ingredienti   Per la pasta:   farina: un pugno a persona (farina di grano duro e tenero in parti uguali) q.b. di acqua tiepida q.b. di sale q.b. di olio Per il sugo:   q.b. aglio o cipolla q.b. pomodori freschi q.b. peperone in polvere q.b. basilico q.b. peperoncino Procedimento   Impastate le farine con l’acqua tiepida aggiungendo un pizz

La Settimana Santa di Natuzza Evolo, la mistica calabrese

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 di Maria Lombardo Il fenomeno più studiato e più raccontato è senza alcun dubbio quello legato alla settimana santa, il periodo in cui per tanti anni ha rivissuto sul proprio corpo la passione del Signore, dalla crocifissione alla salita al calvario. Nei giorni che precedevano la Pasqua, Fortunata cadeva, infatti, a più riprese in uno stato di estasi e le stimmate si trasformavano a contatto con bende e fazzoletti in testi di preghiere in lingue diverse, ostie, ostensori, corone di spine e cuori. Solo nell’ultimo anno di vita sul suo corpo non si sono aperte le ferite e le sofferenze sono state meno dolorose degli anni precedenti.Per anni medici, scienziati e uomini di chiesa hanno trascorso il giorno più critico, ovvero il venerdì santo, accanto alla mistica per tentare di alleviare le sue sofferenze, ma anche per tentare di comprendere il mistero di una vita straordinaria vissuta sotto il segno dell’umiltà, della carità e della fede.Nessuno da questa parti ha mai dimenticato il cl

STORIA DELLA MATTEO BRUZZO, UNA NAVE DI MIGRANTI ITALIANI ALLA QUALE FU IMPEDITO L'APPRODO A MONTEVIDEO A COLPI D'ARTIGLIERIA

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 di Maria Lombardo Necessità, la speranza di una vita più agiata. Gli Stati Uniti e l'America Meridionale divennero le mete di 7 milioni di italiani a cavallo tra '800 e '900. E per la maggior parte di loro, non si trattò esattamente di una crociera di piacere.Chi organizzava questi viaggi voleva lucrare quanto più possibile sulla pelle di chi partiva. Navi che potevano trasportare 1000 persone ne trasportavano almeno 300 o anche 400 in più: le condizioni igieniche erano scarse, le morti frequenti. La storia   del Matteo Bruzzo è significativa anche per il parallelo con il linguaggio di prevaricazione e violenza spesso utilizzato in contesti contemporanei. Salpò da Genova nel 1884 per un viaggio che sarebbe potuto durare anche un mese. Raggiunto l'Oceano, alcuni passeggeri iniziarono tuttavia a presentare gravi sintomi che riconducevano al colera. Un'epidemia, a bordo di una nave, è un pericolo immane. E le condizioni igienico-sanitarie della nave favorirono la diff

DALLA LEGGENDA AUREA DI SAN FRANCESCO DI PAOLA SCRITTA DAL BEATO FRANCESCO MOTTOLA. PER IL 2 APRILE FESTA DI SAN FRANCESCO

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 di Maria Lombardo  «La vedi la vampa lassù?» Il bimbo guardò con la pupilla tesa: «No, mamma», rispose. Fu cosi che la gente di Paola apprese che il santo era morto. I bimbi lo dissero ai bimbi e le mamme alle mamme, che la fiamma non ardeva più e l’Isca non cantava più, scendendo al mare, la sua canzone sacra. Il santo l'aveva promesso: finché sarò vivo, anche andando in Francia, lascerò qui la vampa; e i bimbi, e quelli ch'avevan nel cuore il battito puro dei bimbi, la vedevano ogni sera, nel vespero, sopra la montagna bruna lambita dall'Isca, la vampa di San Francesco. Era apparsa la prima volta quando Francesco era nato, sulla povera casa di Paola, poi s’era nascosta nel suo cuore e lo aveva arroventato; ma appariva sul suo volto; e quando pregava gli splendeva negli occhi, e quando parlava la parola gli sprizzava faville e quando operava nell'anima e nelle cose lasciava i segni lucenti del fuoco. Una mattina accese con le dita le candele dell'altare, una s

La Riganella è un dolce del rituale pasquale, tipico delle comunità d'origine albanese

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 di Maria Lombardo Gli arbereshe calabresi   rappresentano la popolazione più numerosa tra quelle stanziatasi in Italia, sono infatti 35 i comuni divisi tra le province di Cosenza, Crotone e Catanzaro. Gli arbereshe parlano correttamente la lingua albanese,   celebrano le funzioni liturgiche bizantine in greco e mantengono la suggestiva simbologia orientale con antichi gesti e canti in greco e albanese, con i paramenti sacri ortodossi, le sacre icone, i mosaici e le iconostasi. Ma il patrimonio culturale arberesche si manifesta anche nella gastronomia. L'ars culinaria segue di pari passo il calendario liturgico bizantino, tracciando così un vero itinerario gastronomico, abbinando ai riti e alle tradizioni popolari particolari pietanze. E così a Pasqua   accanto ai dolci decorati con uova, simbolo di fecondità e rinascita, come i Kulaçi e i çiçi troviamo la Riganella, la cui origine sembra essere del periodo tardo medioevale. Secondo il rito bizantino la preparazione avviene il giov

VENERDI' SANTO - Processione delle "Vare" a Vibo Valantia

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 di Maria Lombardo  Commovente e suggestivo il Venerdì Santo Vibonese! Nel pomeriggio del Venerdì Santo si svolge la processione delle Vare (in dialetto, "i' Vari"); sono otto statue databili al XVIII secolo, in legno policromo, realizzate dai fratelli vibonesi Domenico e Ludovico Rubino, raffiguranti i momenti più significativi della Passione e Morte di Gesù Cristo: 1.          Gesù Cristo nell'orto del Getsemani; 2.          Gesù Cristo alla colonna; 3.          "Ecce Homo"; 4.          Gesù Cristo caricato della croce; 5.          Gesù Cristo crocifisso; 6.          Gesù Cristo Morto; 7.          San Giovanni; 8.          Madonna Addolorata. Durante la processione, le "Vare" vengono portate a spalla da quattro confratelli dell'Arciconfraternita del SS. Rosario e San Giovanni Battista. La processione inizia alle ore 17.30 dalla Chiesa del SS. Rosario, attraversa le vie del centro storico e si conclude, dopo circa tre ore, ne

BONTA’ E TRADIZIONE POPOLARE : le Gute di Brancaleone (RC)

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 di Maria Lombardo  A Brancaleone e dintorni vengono chiamate con il termine identitario di “Guti-Gute”, Sono soffici brioches   che vengono preparati dalle mani sapienti delle donne nel periodo che precede la Pasqua, anticamente le donne usavano riunirsi nelle case per preparare l’impasto e infornare in un forno a legna queste brioche. Le strade, i vicoli e le case profumavano di “Gute” con un profumo inebriante che preannunciava appunto la Pasqua. Ingredienti necessari: 1 kg di farina di tipo “00” 250 gr di zucchero 250 gr di strutto 5 uova 2 quadretti di lievito di birra (o lievito madre) 1 limone da grattugiare Latte   (quanto basta) Preparazione: 1.          La sera precedente;sciogliere un quadretto di lievito in una tazzina di latte tiepido con 100gr di farina 50gr di zucchero, 2 uova e impastare il tutto. 2.          Lasciare quindi, riposare il tutto fino al mattino successivo. 3.          Al mattino seguente, mettere in una ciotola il preparato della ser

Quando i clandestini eravamo noi: anche i Calabresi

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 di Maria Lombardo  Gian Antonio Stella, nel suo libro “Quando gli albanesi eravamo noi”, ci ricorda che “….Quando si parla d'immigrazione italiana si pensa solo agli 'zii d'America', arricchiti e vincenti, ma nessuno vuole sapere che la percentuale di analfabeti tra gli italiani immigrati nel 1910 negli USA era del 71%.Nei primi decenni del '900 in Svizzera c’erano circa 30.000 bambini italiani clandestini, portati di nascosto dai genitori siciliani e veneti, calabresi e lombardi, a dispetto delle rigorose leggi elvetiche contro i ricongiungimenti familiari, genitori terrorizzati dalle denunce dei vicini che raccomandavano perciò ai loro bambini: non fare rumore, non ridere, non giocare, non piangere. Davvero agghiacciante! Pensare che si scappava per stare meglio ma ora queste cose le abbiamo dimenticate. Prima degli anni ’50 gli italiani andavano a Bucarest per lavorare nelle fabbriche e nelle miniere e alla scadenza del permesso di soggiorno restavano in Romania

A Caulonia ( RC) la settimana Santa inizia con le “tre serate”

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 di Maria Lombardo I diversi riti prendono avvio dalla domenica delle Palme: a Caulonia, per esempio, questa liturgia va avanti da secoli.Caulonia, un piccolo paesino della Calabria Ionica in provincia di Reggio Calabria, suggestivo per i suoi vicoli e la sua particolare posizione; si erge su un piccolo promontorio, affacciandosi verso Caulonia Marina, la parte più bassa del paese.Caulonia, come del resto tante altre località della Calabria, si riempie di persone in occasione delle feste comandante e del periodo estivo, facendo rinascere, anche solo per pochi giorni, quel senso di unione e di tradizione che da sempre caratterizza la nostra terra.   Come suddetto, a partire dalla domenica delle Palme, si dà inizio ai vari riti: si inizia dal rito “dha Bussata” che si svolge la Domenica delle Palme i fedeli si recano davanti l'ingresso della chiesa Matrice per essere accolti in preghiera e adorare Gesù Sacramento.Così ha inizio l'adorazione dell'Ostia consacrata esposta sul

Venerdì di quaresima calabresi: “alici alla riggitana”

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 di Maria Lombardo     La cucina reggina e quella calabrese in generale si caratterizzano per la presenza di piatti ricchi di gusto che raccontano una tradizione culinaria secolare che si tramanda di generazione in generazione. E chi può resistere ai piatti reggini? Una cucina dal sapore deciso e dagli ingredienti genuini che non smette di stupire turisti e non. Oggi prepariamo un piatto di pesce, corposo succulento e gustoso da servire come secondo piatto o antipasto, stiamo parlando delle   “Alici alla riggitana” una sorta di sformato di pesce semplice da preparare che non può mancare nelle tavole calabresi e che stupirà i vostri ospiti.   Ingredienti - 1 kg di alici - 20 gr di capperi - 100 gr di olive verdi denocciolate - 150 gr di olio di oliva - 1 spicchio di aglio - prezzemolo q.b. - pangrattato q.b. - pepe nero q.b.   Preparazione Preparare questo piatto è molto semplice e veloce.  Si comincia dal pangrattato da condire con capperi, aglio, prezzemolo

Rito di Longobucco (CS) per San Giuseppe: “U mmitu”

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 di Maria Lombardo  La   storia, attribuisce le sue origini all’iniziativa dei Signori medievali nell’offrire ai propri sudditi, una volta all’anno durante la Festa di San Giuseppe, un pasto caldo, nutriente, povero ma gustoso…pasta e ceci appunto. Alla vigilia della festa di San Giuseppe,   si aveva l’usanza di distribuire ai vicini di casa i piatti tipici di questa festività“U mmitu”. Un gusto dal sapore retrò, povero ma gustosissimo.“U mmitu” ha dunque origini antichissime e continua a tramandarsi ancora oggi di generazione in generazione. In dialetto longobucchese   “U mmitu” significa “L’invito”, infatti   si soleva e si suole ancora oggi preparare la pietanza in grandi “cuarare”, pentoloni, disposte nelle varie “Rughe”, rioni, del borgo e nelle campagne, e veniva distribuito a chiunque ne desiderasse un pò, il quale portava dietro con sé il pentolino dalla propria casa. Le    donne che lo cucinavano come ancora oggi si fa    per devozione a San Giuseppe. Oggi le “cuarare” non son

Il Castello di San Marco Argentano (CS)

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 di Maria Lombardo   Risale all’epoca dell’iniziale incastellamento attuato dai Normanni nella metà dell’XI secolo, ed è da mettere in relazione con la loro conquista del Mezzogiorno d’Italia. La costruzione originaria si deve   all’operato di Roberto il Guiscardo, sebbene alcuni studiosi ne abbiano piuttosto individuato la committenza nei fratelli Guglielmo e Ungado Drogone. L’imponente struttura, realizzata a scopo difensivo, conserva ancora oggi il suo assetto originario, infatti è completamente accessibile e presenta una struttura detta “motta” (elevata sui resti di una struttura romana), ovvero una tipologia di castello diffusa in tutta Europa, caratterizzata da un allestimento di una palizzata in legno che circondava una collinetta fatta di terra di riporto e sormontata da una torre a pianta cilindrica. Durante i secoli ha subito dei rifacimenti che, sin dal Basso Medioevo, contribuirono a sostituire l’ossatura in materiale deperibile con una più robusta veste litica.Pertanto, l’