Il Castello di San Marco Argentano (CS)
di Maria Lombardo
Risale all’epoca
dell’iniziale incastellamento attuato dai Normanni nella metà dell’XI secolo,
ed è da mettere in relazione con la loro conquista del Mezzogiorno d’Italia. La
costruzione originaria si deve
all’operato di Roberto il Guiscardo, sebbene alcuni studiosi ne abbiano
piuttosto individuato la committenza nei fratelli Guglielmo e Ungado Drogone. L’imponente
struttura, realizzata a scopo difensivo, conserva ancora oggi il suo assetto
originario, infatti è completamente accessibile e presenta una struttura detta
“motta” (elevata sui resti di una struttura romana), ovvero una tipologia di
castello diffusa in tutta Europa, caratterizzata da un allestimento di una
palizzata in legno che circondava una collinetta fatta di terra di riporto e
sormontata da una torre a pianta cilindrica. Durante i secoli ha subito dei
rifacimenti che, sin dal Basso Medioevo, contribuirono a sostituire l’ossatura
in materiale deperibile con una più robusta veste litica.Pertanto, l’odierno torrione
cilindrico, comunemente detto “Torre Normanna”, venne in realtà rialzato in
epoca tardo-sveva o proto-angioina mentre al periodo aragonese apparterrebbe
sia la torretta quadrata posta a guardia dell’ingresso, sia l’anello murario
che circonda il nucleo centrale del complesso.I rimaneggiamenti e la cura nella
conservazione della motta testimoniano in ogni caso l’importanza strategica del
fortilizio di San Marco Argentano, che doveva costituire non solo un’ottima
vedetta a controllo della valle del fiume Fullone, ma poteva altresì garantire
il dominio tattico di uno degli accessi al mar Tirreno. Inoltre, il torrione
sarebbe stato utilizzato da Federico II in funzione di prigione, per poi
passare di proprietà, in successione, ai Corsini, ai Sanseverino e agli Spinelli.
Ancora nel Settecento la motta veniva rimaneggiata e utilizzata come carcere,
nonostante i gravi danni sopportati per un terremoto di notevole intensità. Oggi
la torre è recintata da un alto muro in pietra e la sua imponenza è data da un’altezza
di 22 metri e da un diametro di 14. All’apice della torre risaltano 66
mensoloni lapidei di forma triangolare, mentre internamente l’edificio è diviso
in cinque piani, sui quali si distribuiscono ampie sale di forma circolare: la
Sala delle Granaglie, la Sala delle Prigioni, la Sala delle Armi, la Sala delle
Udienze e la Sala del Principe. Fra i vari ambienti si sviluppa una scala di
forma elicoidale, che ne consente il raccordo.
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