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Visualizzazione dei post da 2024

Calabresi e Unità: il gruppo dei Sambiasini

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 di Maria Lombardo  Teatro di tutto è la battaglia dell'Angitola se volete nel blog troverete un cospicuo pezzo. In quell' occasione i Calabresi scontrandosi col Generale Nunziante:” S i arrestarono alla distanza di circa un miglio, dove, trovata già in posizione la gente discesa con Stocco, da Filadelfia, si disposero tutti a ricevere convenientemente il nemico che si avanzava”annota E. Borrello ne l 'attacco dell'Angitola e l'agguato al Nunziante da parte dei sambiasini. Ovunque vi fu accanita resistenza! Notarono anche la codardia di Nunziante:” N unziante spingeva innanzi le sue colonne, tenendosi in coda, in mezzo ai bagagli, e procedeva oltre, non a cavallo, ma in carrozza chiusa, solamente quando sapeva i passi superati ed il pericolo lontano” (Borrello). In tal modo arrivò sino a presso il Ponte delle Grazie, dove, la natura del luogo permettendo a Stocco di spiegare nello stesso punto tutta la sua gente, incominciò un fuoco così vivo che i borbonici vi f

I vini della Costa Viola: le cosiddette “armacìe"

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 di Maria Lombardo  Era da un po' di tempo che intendevo parlare delle armacie, di cui la Calabria è ricca per l'orografia della regine. Prendo atto dal lavoro di Domenica Guerra che le descrive benissimo! Le "armacìe" (o "armacère") sono i secolari muri a secco che sostengono i terrazzamenti vitati della Costa Viola di Reggio Calabria: 20 km di costa terrazzata affacciata sullo Stretto e a strapiombo sul mare (lungo i comuni di Villa San Giovanni, Scilla, Bagnara, Seminara, Palmi), dove da secoli si pratica la cosiddetta "viticoltura eroica" o "estrema" per le condizioni difficili in cui operano da generazioni i viticoltori dell'area.“La tecnica del muretto a secco realizzata con pietre posate una sull’altra e con il solo utilizzo di terra asciutta garantisce la stabilità dei terreni in quelle aree rurali e terreni scoscesi di cui la Costa Viola è caratterizzata, mantenendo quelle condizioni microclimatiche adatte all’agricoltura “

Le caramelle al Bergamotto di Reggio Calabria

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 di Maria Lombardo Con effetto dissetante e digestivo, buone e con poche calorie, le  Caramelle al Bergamotto di Reggio Calabria  sono una delle prelibatezze realizzate con questo agrume tutto calabrese, profumatissimo e dalle innumerevoli proprietà benefiche. Il Bergamotto di Reggio Calabria denominato anche  Principe degli agrumi , soprattutto negli ultimi anni è diventato uno tra gli agrumi più richiesti a livello nazionale. Grazie al suo particolare sapore e alla sua versatilità, il Bergamotto di Reggio Calabria si è guadagnato ampio spazio all’interno delle cucine di chef stellati e non, ed è diventato, oltre che protagonista di numerose ricette sia dolci che salate, anche  ingrediente principale di liquori e prodotti per la cura dell’ambiente e del corpo . Il Bergamotto di Reggio Calabria è riuscito a guadagnarsi anche una buona posizione all’interno dell’industria dolciaria, e proprio grazie al suo aroma particolare e alle sue numerose proprietà benefiche è stato utilizzato a

IL CONTRIBUTO DEGLI ALBANESI AL RISORGIMENTO ITALIANO:LE DONNE ALBANESI ERANO AGGUERRITE

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 di Maria Lombardo  Tutto ebbe inizio con la perdita di fiducia nel governo, si moltiplicavano, in ogni città e villaggio, le sette segrete della Giovane Italia, dette anche « chiese », Celeberrima la loggia di Lungro, diretta da uomini dalla tempra di acciaio come Damis e Vincenzo Stratigò. A questa loggia, o a quella di S. Demetrio Corone, prendevano parte moltissimi del clero italo- albanese e quasi tutte le famIglie di rilievo dei vari villaggi. Anche Castrovillari ebbe la sua. Pur meno importante di quelle di Lungro e di S. Demetrio Corone, essa contò fino a quattrocento iscritti e aveva come precettori i due sacerdoti greci Michele Bellizzi di S. Basile e Michele Bellusci di Frascineto, nipote, quest'ultimo, del celebre vescovo. ....... La Calabria era così tutta in rivolta. Il battaglione albanese portava cappello piumato, per le vie di Cosenza. Si trattava di oltre 3000 uomini, quasi tutti albanesi. Non mancavano all'appello gli albanesi della Lucania, al comando di

BUCATINI CON MOLLICA E ALICI

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 di Maria Lombardo Avete presente quando si hanno improvvisi ospiti a cena...?il frigo e la dispensa sono quasi deserti e la voglia di uscire per fare la spesa è pari a zero..cosa fare??fare un piatto veloce,semplice e con ingredienti che sicuramente sono ancora sopravissuti in casa.. Ingredienti per 4 persone: -400g di bucatini(o altra pasta lunga) -100g di pane raffermo -6 filetti di acciughe sott'olio -qualche oliva nera -1cucchiaino di capperi sotto sale -olio evo -sale e pepe q.b. Preparazione: Dissalate i capperi sotto l'acqua corrente e asciugateli,poi tritateli molto finemente insieme alle olive.Scolate i filetti d'acciughe dall'olio di conservazione,asciugateli con carta da cucina e tagliateli a pezzetti.Scaldate in una padella 3 cucchiai di olio evo,unite le acciughe a pezzetti,schiacciatele con una forchetta fino a farle sciogliere nel condimento,ora unite il trito di capperi e olive e fate insaporire per due minuti.Grattuggiate il pane

3 MAGGIO: "A CRUCI I CANNA" LA CROCE DI CANNA.

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 di Maria Lombardo In Calabria, il 3 maggio, anticamente giornata della festa della Santa Croce, i contadini portavano nei loro campi una Croce fatta di canne e ornata da rametti di ulivo benedetti in chiesa la domenica delle palme.Al termine della mietitura, questa croce, veniva portata sull’aia e inalberata sulla sommità delle biche. La trebbiatura si faceva a calpestio, la paglia e la pula veniva divisa dal grano al soffio del vento, sul cumulo di grano veniva collocata la stessa croce di canne issata precedentemente nei campi. Lo scopo di questo rituale, cioè di portare la Croce nei campi, era quello di proteggere le colture dai temporali e dalla grandine. Nei giorni della mietitura dei questuanti si avvicinavano all’aia salutando con queste parole: "Dio u vu crisci/ Dio ve l’aumenti; i padroni rispondevano invariabilmente: "bona venuta"/benvenuti.Allora, la massaia riempiva la gerla di grano e la versava nella bisaccia dei questuanti i quali rispondevano: "Dio

MISTERIOSO E SCONOSCIUTO VESCOVO SERAFINO DI MONTEPAONE E L'EPIGRAFE SULLA SUA TOMBA CHE RIMANDA A LEONARDO DA VINCI...

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 di Maria Lombardo Moltissimi calabresi hanno  visitato la cattedrale di Santa Maria Annunziata a Otranto in Puglia con il suo mosaico pavimentale realizzato dal monaco Pantaleone, la bella facciata, la cripta, la cappella dei Martiri etc. Credo però che nessuno si sia mai fermato un istante a vedere un importante sarcofago marmoreo, opera dello scultore Niccolò Ferrando, dedicato al vescovo Serafino di Montepaone, comune della diocesi di Squillace. Questo perchè nessuno conosce questo misterioso personaggio calabrese sicuramente legato a San Francesco di Paola. Ammetto che fino ad oggi ignoravo anche io chi fosse! Del santo paolano e dei fatti accaduti in questa importante cittadina pugliese nel '400 molti di voi ne sarete a conoscenza. Ma vediamo i punti salienti : nel 1480 sbarcarono a Otranto forti contingenti di turchi che si impadronirono dell'importante caposaldo; in quell'anno circa 800 persone insieme al vescovo si rifiutarono di rinnegare la propria fede e furon

Una canzone sul 1° Maggio nella Calabria del I Novecento

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 di Maria Lombardo  Vincenzo De Angelis Brancaleone (RC), 1877-1945, dopo studi di medicina all'università di Messina fu medico nel paese natale fino alla morte. Intellettuale fra i più in vista a Messina e a Reggio Calabria dove, assieme a Gaetano Sardiello (repubblicano) e Guglielmo Calarco (socialista) fondò nel 1909 il periodico «Giovane Calabria».Per la pubblicazione spese i suoi consigli anche Gaetano Salvemini, docente di Storia Moderna all'Università di Messina sin dal 1901, con una lettera aperta a De Angelis uscita sul periodico «Resurrezione» del 20 giugno 1909 [ora in Italo Falcomatà, Democrazia Repubblicana in Calabria Gaetano Sardiello (1890-1985), Roma 1990, p. 31].De Angelis fu anche massone e, fondata a Reggio una loggia denominata l'Avvenire sociale, fu anche Venerabile della famosa e prestigiosa loggia denominata 5 martiri di Gerace; delegato al congresso socialista che si tenne ad Ancona nel 1914 (26-29 aprile) avversò, senza fortuna, un ordine del giorn

L'EPISODIO TERRIBILE CHE, SECONDO MOLTE FONTI. SEGNO' LA VITA DI BRUNONE DI COLONIA (SAN BRUNO).

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 di Maria Lombardo  In un libro del '500 di un autore calabrese ancora oggi quasi sconosciuto di nome Gian Lorenzo Anania intitolato: “L'Universal Fabrica del Mondo...” vi è un passo riguardante San Bruno: “...il ricco monastero di Santo Stefano del Bosco...dove si conserva, con molte altre reliquie di Santi, il Corpo del beato Bruno, il quale vi fece penitenza, essendosi partito da Parigi, per il miracolo, che vidde del Divino giudizio di un Dottore, il quale rizzatosi sopra se nella lettica, mentre gli si facevano l'essequie, testificò al popolo che gli era intorno, essere come empio Giudice dannato nelle pene dell'Inferno” . Qualcuno potrebbe non capire ma si sta parlando di Raimondo Diocrés, dottore di teologia e filosofia alla Sorbona morto a Parigi nel 1082. Al funerale di questo famoso professore parteciparono in tantissimi, tra cui Brunone di Colonia, e tutti rimasero atterriti da un fenomeno che si verificò nel momento in cui stavano per chiudere la bara posta

Sapete che con l'arrivo di Garibaldi a Napoli persino un formato di pasta prese il suo nome?

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 di Maria Lombardo Giuseppe Maria Garibaldi considerato “l’eroe dei due mondi” per le sue imprese militari compiute in Europa e in America latina. A lui sono stati dedicati numerosi monumenti, piazze, parchi, vie, negozi, teatri, cinema, navi, portaerei, stazioni ferroviarie, scuole, lapidi commemorative, francobolli, medaglie, inni, lodi e canzoni.Addirittura c’è anche un pesce dalla particolare colorazione rossa, appartenente alla famiglia delle Pomacentridae che ricorda le camicie indossate dai garibaldini, a Napoli il 7 settembre 1860 con l’arrivo dei Mille il formato di pasta ditalini furono ribattezzati Garibaldini, ovviamente serviti con il favoloso sugo alla napoletana. Al grande generale gli furono dedicate anche numerose ricette culinarie, come ad esempio il timballo di pasta o Coppola di Garibaldi realizzato con maccheroni, pancetta a dadini, cipollotto, salsa di pomodoro, basilico fresco, peperoncino, olio evo e spezie aromatiche.

La Tegola di Pellaro, al Museo Nazionale di Reggio Calabria.

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 di Maria Lombardo  Fu rinvenuta nel 1975 presso Pellaro, a 10 km da Reggio,sulla costa ionica. Si tratta di un documento epigrafico straordinario ed unico: reca incise dopo la cottura una serie d'iscrizioni in un greco latinizzato al disotto ed a destra di una grande iscrizione centrale la cui lettura, con la relativa traduzione, è chiara: " (tomba) di Clemente, schiavo di Alfio Primione". Si tratta quindi di una povera, semplice epigrafe destinata a segnare la tomba di uno schiavo bilingue, come indica il nome grecizzato. Ma quello che rende del tutto particolare l'epigrafe è la lunga iscrizione sottostante, anch'essa graffita sulla tegola: parlano due amici del defunto, Anthos di Reggio e il vasaio Ermeros, anch'essi schiavi, e lo salutano, al vocativo: "Addio, testa di rapa, tu che pretendi la libertà, scostumato, cattivo fomaciaio, primogenito mal comprato! Tegola (che parla) a mo' di Esopo". Gli stessi concetti sembra siano ripetuti nella

Oggi vi presento l'amaro Pikros

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 di Maria Lombardo La Calabria oltre ad essere una regione rinomata per la produzione di olio, salumi e formaggi, ‘Nduja e conserve sott’olio, è anche una terra dove è possibile gustare ottimi amari e liquori 100% Made in Calabria e ovviamente realizzati con gli ingredienti di questa terra e dalle mani sapienti degli artigiani.L’amaro del Capo, l’amaro Silano, l’amaro Jefferson, il liquore al Bergamotto di Reggio Calabria o alla liquirizia, Il Kaciuto e l’amaro Scilla sono solo alcune delle tipologie di liquori e amari prettamente calabresi e perfetti da gustare a fine pasto.Tra gli amari calabresi, sta pian piano muovendo i suoi primi passi una tipologia di amaro pregiato e delicato denominato Pikros. L’amaro Pikros è il risultato di un infuso di erbe di Calabria ed è un liquore dalle origini antichissime e realizzato con una ricetta top secret. L’amaro Pikros racchiude in un solo sorso i principi attivi di erbe benefiche e piante officinali, fiori, frutti e radici, come l’arancio, i

Involtini di spada alla calabrese

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 di Maria Lombardo Gli involtini di pesce spada alla calabrese sono un secondo piatto estivo, buono e genuino. Questa ricetta è semplice e veloce da realizzare, profuma di Calabria e, con l’uso di pesce spada rigorosamente fresco, sarà un vero e proprio successo. Ingredienti 2-3 spicchi d’aglio Caciocavallo tagliato a cubetti Una manciata di Capperi Succo di mezzo limone Olio evo Una manciata di olive verdi pangrattato pepe nero 5-6 Fette di pesce spada sottili Prezzemolo Sale peperoncino Procedimento Per preparare il ripieno degli involtini fate rosolare 1 fetta di pesce spada e una volta pronta tritatela. Eliminate il nocciolo dalle olive e tritatele finemente insieme ai capperi, al prezzemolo e all’aglio. Riponete il composto in una ciotola e unite il pangrattato, il formaggio, il succo di limone, il pepe, il sale, il trito di spada e un filo d’olio extra vergine di oliva. Amalgamate impastando bene fino ad ottenere un composto o

Sapete che il brigante Pietro Bianco era arruolato nell'esercito meridionale di Garibaldi?

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 di Maria Lombardo  Pietro Bianco, nato a Bianchi (piccolo paese della Sila cosentina) il 30 marzo 1839, è uno dei briganti più famosi della Valle del Savuto e di tutta la Calabria.Riconosciuto dal Tribunale di Catanzaro colpevole di ben centosette reati contro la proprietà e di centodue contro la persona, fu condannato a morte e decapitato a 34 anni d'età, il 19 settembre 1873, nel vallone di Rovito a Cosenza.Attenzione lettori mi attengo alle parole dei colleghi blog la vocedel Savuto.”Il bisettimanale "Il Calabro" (1869-1906), giornale ufficiale per gli annunci giudiziari, ci racconta la cronaca della sua decapitazione. Erano trascorsi sedici anni dall'ultima esecuzione capitale nella città di Cosenza. Pietro Bianco, prima della condanna a morte, era un pastore e, al passaggio di Garibaldi in Calabria, si arruola nei Mille e partecipa anche all'assedio di Capua (1860), un episodio del processo di conquista del Regno delle Due Sicilie, che portò alla proclamazi

Santi di Calabria: Sant’Elia Lo Speleota

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 di Maria Lombardo Così chiamato per distinguerlo dall’omonimo profeta e da S. Elia Juniore, nacque a Reggio Calabria nel 863 da ricchi genitori, Pietro e Leonzia. Quando era bambino, Elia fu spinto a terra da un compagno di giochi e cadendo si fratturò una mano, un medico sprovveduto gli legò la mano ferita così forte che gli caddero le dita, per cui fu chiamato monochiro “con una sola mano”.All’età di diciotto anni, la madre Leonzia gli propose di sposare una nobile giovinetta e di metter su famiglia. Elia, però, rifiutò la proposta e fuggì di casa andando prima a Taormina di Sicilia, a far penitenza, e poi si diresse in pellegrinaggio a Roma. Qui, nelle vicinanze della città eterna, prese l’abito monastico di S. Basilio Magno (forse nell’abbazia di Grottaferrata). Tornato a Reggio Calabria, Elia fuggì di nuovo a causa delle invasioni Saracene, stavolta a Patrasso in Oriente col famoso monaco Arsenio. Ritornato in Calabria dalla Grecia dopo otto lunghi anni, Sant’Elia Speleota, insie

All’inizio di tutto c’era la “pitta ‘mpigliata”...oggi c'è persino l'amaro m'pigliato

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 di Maria Lombardo Era in principio un dolce che stava svanendo nei meandri della memoria.Poi nacquero alcune aziende, e da dolce natalizio dei silani grazie a noi blogger oggi lo conoscono ovunque. Negli ultimi anni il ritorno sulla scena grazie ad alcuni giovani che l’hanno saputa rivalutare e rilanciare sul mercato con successo. Ed ecco che Andrea Panetta che con il gruppo gli ‘mpigliati’ ha creato un composto con il quale è riuscito a ‘trasferire’ il sapore e il profumo della pitta ‘mpigliata in diversi contesti e ottenere così diversi prodotti . Nasce così liquore ‘mpigliato, presentato lo scorso anno davanti ad un luogo simbolo: di fronte la celebre Abbazia gioachimita di San Giovanni un Fiore. Ma dopo il liquore si è spinto all'amaro ha partecipato così al  concorso internazionale di Lione 2024 , dove son stati valutati ben  10.391 campioni provenienti da 49 paes i. L’amaro al sapore e profumo dell’ormai celebre dolce è l’ unico prodotto Calabrese premiato .Il liquore è &

La spiaggia di Simeri Crichi (Cz): la Costa dei gigli

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 di Maria Lombardo  Se stai cercando una meta per le tue vacanze al mare in Calabria, non puoi perderti la spiaggia di Simeri Mare, una delle più belle e suggestive della costa jonica. Questa spiaggia, situata nel comune di Simeri Crichi, in provincia di Catanzaro, è famosa soprattutto per il suo colore, molto vicino al bianco, per il suo mare verde cristallino e per essere circondata da alberi di eucalipto.Ma non solo: la spiaggia di Simeri Mare è anche conosciuta come la “Costa dei Gigli”, per via dei rarissimi gigli marini che crescono sulle dune di sabbia e che sono una specie protetta. La spiaggia di Simeri Mare si estende per circa 4 km e offre sia tratti liberi che attrezzati con stabilimenti balneari, bar, ristoranti e servizi vari. È una spiaggia ideale sia per le famiglie che per i gruppi di giovani, dato che non manca il divertimento.Sono infatti presenti tanti locali, discoteche e villaggi turistici, come il Simeri Village e il Floriana Resort, che fanno di Simeri Crichi un

Domenico Piro e il territorio dell’erotico nella Calabria del Seicento: Duonnu Pantu

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 di Maria Lombardo Su don Domenico Piro, meglio noto come Duonnu Pantu, hanno scritto studiosi di storia regionale e critici letterari: da tutti viene annoverato tra i più grandi poeti dialettali calabresi accanto a Vincenzo Ammirà. Come l'Ammirà non venne apprezzato nel suo tempi per il contenuto erotico dei suoi versi in vernacolo. Fu un grande artista ma le sue opere non vennero mai stampate circolavano nei salotti e basta. Dobbiamo risalire all’Ottocento per trovare il primo e forse l’unico biografo attendibile del Piro. Il dotto Luigi Gallucci, anche lui poeta, raccolse con amore e competenza i componimenti ancora in circolazione presso famiglie borghesi di Aprigliano, tentando d’individuarne l’autore. Ha trovato una notevole mole di componimenti scritti in dialetto e di contenuto erotico che la tradizione attribuiva a Duonnu Pantu, ma in effetti appartenevano ad autori diversi. Il Piro nasce ad Aprigliano, città allora ricca e colta che nel Cinquecento e Seicento annovera

Dalla tradizione culinaria rossanese, le "lumingiane ara schipecia"

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 di Maria Lombardo 4 melanzane 2 peperoni verdi 2 pomodori 3 foglie di alloro 1 spicchio d’aglio olio di oliva e sale Tagliare a metà le melanzane a mo' di barchetta e fare dei taglietti diagonali lungo le fette, cospargerle di sale e fare riposare per far sì che perdano il l’amaro. Versare l’olio in padella, posizionare le melanzane su tutta la superficie, aggiungere quindi i peperoni e poi i pomodori precedentemente tagliati a tronchetti. Aggiungere l’aglio e l’alloro, far cuocere a fuoco lento con il coperchio. Verso fine cottura togliere il coperchio, alzare la fiamma e lasciare asciugare.

La stanza segreta: leggende calabresi

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 di Maria Lombardo Il Papa Alessandro VI° per non promettesse a Carlo VIII° di Francia l'investitura al regno di Napoli, propose a Federico d'Aragona, fratello di Alfonso II° di Napoli, il fidanzamento tra il suo quarto figlio, Goffredo Borgia, avuto da Vannozza Cattanei, con la nipote di quello, Sancia. Federico, convinto dai vantaggi politici e di governo, accettò ed il papa, che già aveva nominato Goffredo Canonico prebendario ed Arcidiacono della Basilica di Valencia, quindi destinato a condurre una vita religiosa, tanto manovrò che il matrimonio tra Sancia e Goffredo stesso avvenne, per procura, il 17 agosto 1493.Goffredo,aveva allora solo 12 anni e Sancia 17. Il matrimonio fu perfezionato a Roma il 5 maggio dell’anno seguente. Andando in moglie a Goffredo Borgia, fratello della moglie di suo fratello, Alfonso d'Aragona, Sancia divenne Principessa di Squillace e Goffredo, in quanto suo sposo, oltre che beccarsi 10.000 ducati di dote, divenne Principe del vasto feudo

Il Lattaio: antichi mestieri di Calabria

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 di Maria Lombardo Una volta nelle città, e nei paesi un po’ più grandi, c’era la “bottega del lattaio”, con qualcuno che faceva anche il servizio di portare il latte per le case. Altre volte c’erano produttori di latte in piccolo, a livello familiare, che portavano a domicilio questo prezioso alimento. Ecco la figura del lattaio che la mattina prestissimo inforcava la sua bicicletta, ai lati della quale pendevano due o più grossi contenitori di latte (è stato chiamato anche il “mest iere in bicicletta”) e cominciava il suo giro. Davanti alle porte che lui sapeva, fermava la sua bicicletta, l’appoggiava sul cavalletto o al muro di casa, riempiva i recipienti che aspettavano in bella mostra davanti alla porta, risaliva in bicicletta e via, verso un’altra casa. Talvolta c’era qualcuno ad aspettarlo con i recipienti in mano: un “Buongiorno!”, riempiva la bottiglia o il bricco che gli veniva presentato, un saluto e via! Se c’erano dei bambini, un buffetto sulla guancia o una carezza, e vi

GIZZERIA LIDO CZ...Sapete che la famiglia Florio possedeva l'antica banchina per il commercio di merci?

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 di Maria Lombardo Era da sempre considerata '' la Marina di Nicastro'' , era questa a llora una spiaggia costeggiata da povere case di pescatori ,che nei momenti di riposo allineavano sulla sabbia le piccole imbarcazioni in legno . Nel mare si protendeva l'Antica Banchina in cemento armato di proprietà della fam.Florio, grandi commercianti di prodotti agricoli che proprio nel Lametino avevano i loro broker (Mediatori) che compravano , vendevano e trasformavano le varie merci per loro conto, come : Vino , Olio, Legname , Pomodori, Pesche, Pere, Riso, anche la vinaccia eravamo i primi produttori di Tannino e olio Lampante , ecc. coltivate e immagazzinate nelle varie piattaforme del Lametino e altre località, venivano esportate tramite Piroscafi e piccole navi che sostavano per rifornimento alla Banchina fin dall'antichità quando questa era in legno , alcune merci erano richieste anche negli Stati Uniti d'America, in particolare il Vino da Taglio chiamato anc

GARIBALDI A SPEZZANO ALBANESE (CS)

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 di Maria Lombardo  Tutto ebbe inizio con un telegramma che annunciava l'arrivo di Garibaldi tra Castrovillari e Spezzano Albenese, fu un vero tripudio di preparazioni. Lo spirito patriottico degli Spezzanesi si fece sentire come non mai. Tutto accorsero a vedere quell'uomo le cui gesta fecero dimenticare quel governo ottuso. L'opera di Martino Antonio Rizzo “La disfatta” il crollo dei Borbone in Calabria dedica un nutrito capitolo all'evento, il Dittatore però si fermò prima a Tarsia dove tenne a battesimo una bimba. Poi ci furono persino le donne:” Una lunghissima sequela di donne, modulando il canto denominato dagli Albanesi vala, portossi ad incontrarlo assai lungi dall’abitato, cantando le lodi dell’eroe, come ai tempi di Troia. All’entrar nel paese, la guardia nazionale in due lunghe file gli rese i militari onori, e l’arciprete D. Paolo Nociti, nonostante il suo naturale cauteloso e circospetto, andogli incontro alla testa di tutto il clero in mozzetta con la cro

Pasta con pesce spada e “siccateddhi “ di melanzane

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 di Maria Lombardo pasta: 200 gr pesce spada: 1 fetta 150 gr circa siccateddi di melanzane o una melanzana piccola olio d'oliva aglio: 1 spicchio peperoncino: 1 pezzetto vino bianco: mezzo bicchiere pomodori piccadilly: 10-12 menta fresca scorza di limone sale Spuntate la melanzana, lavatela e tagliatela a cubetti. Oppure rigenerate in acqua i siccateddhi di melanzana.Mettete la melanzane in un colapasta, salatela e lasciatela riposare almeno 30 minuti.Trascorso questo tempo, friggete la melanzana.Una volta pronta tenetela da parte.Pulite il pesce spada e tagliatelo a pezzetti.In una padella dal fondo largo versate un giro d’olio d’oliva.Aggiungete uno spicchio d’aglio tritato e un pezzetto di peperoncino.Non appena l’aglio comincia a soffriggere aggiungete il pesce spada e rosolatelo in padella.Sfumate con il vino bianco.Quando l’alcol sarà evaporato aggiungete i pomodori spellati e tagliati a pezzetti.Salate, aggiungete della menta fresca tritata e lasciate

LA GRANDE REGGIO QUANDO CIRCOLAVA IL TRAM

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 di Maria Lombardo Il tremendo sisma del 28 dicembre 1908 aveva messo in ginocchio la città di Reggio Calabria, l’opera di ricostruzione si dimostrava molto lenta e complessa ma, nonostante ciò, nella seduta del 27 gennaio 1912 il Consiglio comunale, esaminata la richiesta di concessione di un’area per la costruzione della rimessa in zona Santa Caterina o Annunziata, stabilì e deliberò quanto segue: “Il Comune, analizzata la richiesta della Società delle Tramvie e senza dover affrontare alcuna spesa, concede in uso gratuito mq. millecinquecento di area necessaria per la costruzione della sottostazione di trasformazione, della sala accumulatori, della rimessa, dell’officina di aggiustaggio e delle relative adiacenze di accesso e manovra. Tale terreno posto vicino l’ex Chiesa dell’Annunziata, è confinante a nord con la nuova via Indiana (oggi via G. Miceli), ad est con via Columbia (oggi via Mons. De Lorenzo), a sud col palazzo Liconti e con l’altra parte dell’isolato fabbricabile ed a o