La stanza segreta: leggende calabresi


 di Maria Lombardo

Il Papa Alessandro VI° per non promettesse a Carlo VIII° di Francia l'investitura al regno di Napoli, propose a Federico d'Aragona, fratello di Alfonso II° di Napoli, il fidanzamento tra il suo quarto figlio, Goffredo Borgia, avuto da Vannozza Cattanei, con la nipote di quello, Sancia. Federico, convinto dai vantaggi politici e di governo, accettò ed il papa, che già aveva nominato Goffredo Canonico prebendario ed Arcidiacono della Basilica di Valencia, quindi destinato a condurre una vita religiosa, tanto manovrò che il matrimonio tra Sancia e Goffredo stesso avvenne, per procura, il 17 agosto 1493.Goffredo,aveva allora solo 12 anni e Sancia 17. Il matrimonio fu perfezionato a Roma il 5 maggio dell’anno seguente. Andando in moglie a Goffredo Borgia, fratello della moglie di suo fratello, Alfonso d'Aragona, Sancia divenne Principessa di Squillace e Goffredo, in quanto suo sposo, oltre che beccarsi 10.000 ducati di dote, divenne Principe del vasto feudo ed estese il suo dominio su diversi luoghi, in quell’area della Calabria. Una quasi leggendaria tradizione vuole che, venuti a prendere possesso del loro principato, nel castello di Squillace fu approntata una stanza segreta dove le damigelle spogliarono i due novelli sposi e li misero a letto, con lo sposo alla destra della sposa. Ma circa un mese dopo, Sancia, che era figlia illegittima perché nata a Gaeta dal Re Alfonso II° di Napoli e della sua amante Trogia Gazzela, si era già stufata del suo marito-bambino, anche lui di dubbia paternità perché sospettato di essere nato dal secondo marito di Vannozza, cioè Giorgio della Croce, ed in quella stanza segreta ospitava, spesso e volentieri, i suoi numerosi amanti di passaggio, compreso molto probabilmente anche il cognato Cesare Borgia, evidentemente, giunto a far visita. Notizia di tali cose giunse a Roma, all’orecchio del Papa che se ne rammaricò e scrisse una lettera al Maestro di Camera, lo spagnolo Antonio Gurrea, al quale fece intendere che, al pari della principessa, tutte le donne del principato erano di facili costumi e lascive. Il Gurrea, pur tentando una vaga difesa di Sancia, fece notare, al papa, nella lettera di risposta che le donne del principato erano oneste. Goffredo e Sancia, per tanto, lasciarono Squillace e tornarono a Napoli. Ma anche là, nelle sue stanze, Sancia continuò a ricevere amanti e cosi il papa, appurato il fatto, ordinò al figlio e alla nuora di trasferirsi Roma. Così, il 20 maggio del 1496 la principessa Sancia d’Aragona e suo marito Goffrdo Borgia entrarono in Roma accompagnati dal corteo regale e accolti dalla cavalcata di Lucrezia Borgia. La principessa Sancia arrivò verso le dieci del mattino, con un corteo regale, rallegrato da quattro buffoni di palazzo e da due buffoni aggiunti, montando un cavallo parato di velluto e raso nero a liste e vestendo l'abito cittadino, nero, dei paesi meridionali, con grandi maniche.Bella e sensuale, Sancia divenne subito amante di Cesare e intima amica della cognata. Ma Sancia, oltre che con l’altro cognato Giovanni, se la faceva con tanti altri, come una vera meretrice, per cui il suocero la fece rinchiudere in una cella di Castel Sant’Angelo d’onde, alla morte del papa, la trasse fuori Prospero Colonna, uno dei suoi nobili estimatori. Intanto, Goffredo fu mandato in guerra contro i francesi ed al suo ritorno dopo il ritrovamento con la moglie, si consolò con una certa Maria Milan di Villaermosa che, alla morte di Sancia, sposò dandole una numerosa prole e on la quale visse finchè non morì per un misterioso caso inopinato ripensando certamente a Sancia e alla stanza segreta nella sede del suo principato calabrese.


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