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Visualizzazione dei post da febbraio, 2018

Le cuddure al bastone. Un rito del Giovedì Santo Calabrese ora dimenticato.

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di Maria Lombardo Anticamente, si usava portare in chiesa alle funzioni del giovedì santo le Cuddure di pane fatto in casa che dopo la benedizione del sacerdote  venivano distribuite ai componenti delle congreghe che fungevano da apostoli o anche alcune, affettate in proporzione  ai presenti che potevano chiedere qualche porzione in più da portare a casa da offrire come cibo benedetto ai malati o anziani rimasti a casa. Quel pane si assaggiava con devozione in ricordo di quello offerto da Gesù ai suoi discepoli nell’ultima cena e divenuto simbolo dell’eucarestia. Le cuddure venivano in origine portate infilate ad un bastone, poi  sostituito da una cesta per comodità delle donne che producevano in casa il pane e poi  lo portavano in chiesa  in tempo per la sacra funzione e lo consegnavano al sacerdote o ad un confratello addetto. Il termine  cuddura derivava dal greco antico kollura che significa corona e in origine ne sottolineava la forma tondeggiante ed intrecciata.  Un diale

Riti Quaresimali del Catanzarese Calabrese: “Morzeddhu da crucia”

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di Maria Lombardo In una Calabria che non smette mai di stupire, visitata non solo per le bellezze storiche e paesaggistiche ma amata per le ricette luculliane della tradizione. Il Morzello di Baccalà è l’alternativa a quello fatto con le parti povere del vitello. Questa variante nasce per poter consumare il piatto tipico di Catanzaro anche durante il Venerdì Santo e la Quaresima, periodo nel quale si mangia di magro. E’ il motivo per il quale questa pietanza antica, dalle tradizioni profonde e ancora sentite, è anche detto “U Morzeddu da Crucia” (il morzello della croce). Insomma il nome del piatto rispecchia il grande rispetto che i Calabresi hanno per la settimana santa.  Ecco a Voi gli ingredienti : - 1/2 kg di baccalà ammollato; - 1l di passata di pomodoro; - origano; - olio extravergine di oliva; - cipolla di tropea; - peperoncino piccante a piacimento. Dopo aver lasciato il baccalà nell’acqua per alcuni giorni al fine di dissalarlo,  fate sbollentare il bacc

In Quaresina in Calabria venerdì pesce: 'nzalata di stoccu"( Ricetta di Cittanova)

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di Maria Lombardo Un tempo era un pesce solo per i "poverelli" il pesce delle mense contadine! Oggi invece lo stocco è uno dei cavalli di battaglia della cucina calabrese. Qualcosa di cui vantarsi perchè ricercatissimo nei ristoranti locali dai turisti. Nell'articolo precedente ho volutamente omesso che la tradizione del pescestocco nel Sud Italia fu introdotta dai Normanni poichè era loro usanza portare conn se scorte di merluzzo. L'essiccazione naturale è uno dei metodi di conservazione più antichi del cibo. Si ha notizia di questa tecnica di conservazione nei mari del nord già dai tempi di Carlo Magno, tecnica che consentiva una conservazione del pesce per anni e lo rendeva facilmente trasportabile. Inoltre le acque calabre di alcune zone come lo Zommaro dona al pesce messo in ammollo un sapore eccellente. Questo venerdì vi catapulto in unna ricetta tipica di Cittanovese: u' stoccu 'nsalata. In queste preparazioni non ci sono dosi ma si prepara i

In Quaresima in Calabria venerdì pesce: Stoccu chi patati.

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di Maria Lombardo Era il cavallo di battaglia della cucina povera di mia nonna, la stessa cucina che negli anni '50 deliziò i palati dei coniugi Keys. Già i coniugi Keys a Nicotera furono ospiti alla tavola dei miei avi per studiare usi e costumi della Dieta Mediterranea unito a quello stile di vita che rendeva i Nicoteresi sani e longevi. Le sue origini risalgono al '500 quando dal porto di Napoli partirono per la Calabria i primi esemplari. I battelli carichi scaricavano al Pizzo unico porto attrrezzato in tutta la Regione ed a dorso di mulo veniva portato a Mammola, la capiitale dello “ stoc”calabrese.“U stoccu” non è altro che lo stoccafisso Norvergese essiccato per poterlo conservare. Mai scambiarlo col baccalà diceva mia nonna odore e sapore erano diversi! La ricetta du stoccu chi patati è molto diffuso nel Sud però veniva e viene cucinato con più accuratezza nel Vibonese. Insomma una ricetta adatta a tutte le stagioni, non c'era caldo o freddo quando si portav

LE “CASEMATTE” , ultimi silenziosi testimoni della guerra in Calabria.

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di Maria Lombardo Fin da quando ero bambina mi sono sempre interrogata cosa fossero quelle piccole costruzioni disseminate intorno all'Aereoporto militare di Vibo Valentina. Mi sentivo rispondere frettolosamente dai miei che servirono durante la guerra. Ma a cosa servivano? Sicuramente a difesa dei centri nevralgici calabresi. Furono i tedeschi a costruirle volerle ma furono progettate e realizzate dalla Regia Marina italiana in collaborazione con l’Esercito,poiché l'operazione Usky del luglio '43 passò dalla Sicilia alla Calabria. La Calabria andava fortificata! Con l'operazione Baytown i tedeschi sgattaiolavano verso Salerno dove attendevano un grosso sbarco e poi puntare su Roma. Le casematte, piccoli bunker in cemento armato del diametro di circa 20 metri e uno spessore minimo di 60 cm. erano dotate di feritoie per garantire una copertura di fuoco che copriva una visuale di 360.° Mimetizzabili con la vegetazione e quindi poco visibili spuntarono come funghi

La Vallja un ballo albanese in Calabria.

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di Maria Lombardo Nella Calabria cosentina esiste una serie di paesi che tramandano da generazioni un tipo di ballo curioso e fatto due giorni dopo la Pasqua. Sto parlando dei popoli calabro-albanesi che popolano il cosentino: la famosa cultura arbresche che balla la Vallja. Una cultura che ha permeato l'area cosentina quando i popoli albanesi dovettero lasciare le proprie contrade per cercare la terra promessa. La Vallja non è assolutamente una tarantella e non è un ballo praticato dai nostri progenitori, ma è un ballo di vittoria e di liberazione. Tuttavia la curiosità particolare e che coincide proprio con i riti della Pasqua che per noi calabresi ha significato forte e radicato. Abiti variopinti dai colori sgargianti predomina il fucsia l'oro ed il verde acceso tanto è vero che praticano la Paschae Baccanales. Le donne ancora hanno l'obbligo dei gioielli vistosi mentre mentre gli uomini vestiti da turchi. Il ricordo vivido di una vittoria degli albanesi sui Turchi

A Davoli (CZ) il Venerdì Santo si svolge un rito antico: “a 'naca”.

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di Maria Lombardo Questa è la Settimana Santa, la settimana che precede la Risurrezione di nostro Signore dopo aver vissuto la Passione. Con il Venerdì Santo tutti i centri ed i borghi di Calabria portano avanti i riti che giunsero a noi dai “potentiores” Spagnoli durante la loro dominazione. Appunto il rito che si tramanda a Davoli fin dal Seicento è assolutamente un retaggio della dominazione spagnola. Fin dal '600 il piccolo ma suggestivo Borgo di Davoli si prepara a vivere questa tradizione emozionante e poco conosciuta con una lunga preparazione che dura settimane. Nelle settimane prima sono i giovani del paese che si riuniscono dove è possibile per creare le loro opere d'arte: gli abeti carichi di luminarie rudimentali detti “i lampiune”. Portare l'abete per un giovane di Davoli è una cosa davvero emozionante da provare almeno una volta nella vita. Ogni lumino che risplende nella notte potrebbe rappresentare la luce della nostra anima che viene liberata dal p

Riti della Settimana Santa: Troccula e carici!

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di Maria Lombardo Con questo articolo inizierò il mio personale contributo al ricordo delle antiche e ancestrali tradizioni di retaggio spagnoleggiante. E' proprio così i nostri riti sono stati introdotti durante la Dominazione Spagnola nel nostro Mezzogiorno! Fino a qualche anno fa in quasi tutti i paesi Calabresi si rappresentava la “Passione vivente” dove si ricostruiva la scena della morte di Gesù. Accanto alla ricostruzione si utilizzavano anche degli attrezzi particolari come la troccola sostituiva il suono delle campane durante i riti della settimana santa dal lunedì al rintocco di Pasqua. Questa “ campana” era di due tipi la prima è composta da una scatola di legno con linguette mobili, all’interno della quale si fanno girare, con una manopola esterna, due ruote dentate che provocano lo scatto delle linguette mobili su ogni dente e che permette un suono secco e fragoroso. E poi la raganella è costituita da un semplice telaio di legno o di canna da cui è ricavata una li

TRADIZIONI QUARESIMALI: "U RANU PO SEPURCU"

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di Maria Lombardo Con la Quaresima iniziano anche i riti di preparazione alla Settimana Santa. Sono giorni, questi, dove si iniziano a preparare germogli di grano, lenticchia, ceci che poi serviranno per adornare l'Altare della Reposizione. Uno spazio allestito dopo la Messa della cena dove si conservano i pani rimasti. In poche parole il Sepolcro per il Giovedì Santo! Essendo un rito antico ci si deve attenere in toto, caratteristica principale il”ranu” deve essere giallo, dal quale si trae la farina e quindi l'ostia che simboleggia il corpo di Cristo. Mentre era prerogativa delle madri prepararlo il “Davurillu”uno dei tanti nomi della tradizione calabra per il grano. I bambini invece si divertivano a curarlo ed a vedere crescere questa erbetta che porteranno in Chiesa. Ma vediamo come si prepara oggi non tutti ricordano i nostri riti antichi:” in un sottovaso si prepara uno strato di cotone su cui mettere i semi. I semi vanno poi ricoperti con un altro strato di coton

Stoccu i Mammola, il famoso pesce di montagna calabrese.

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di Maria Lombardo E' assolutamente ben noto come lo stoccafisso giunse nelle nostre contrade attraverso il gusto dei Normanni i quali nei loro spostamenti portavano un gran carico di merluzzo essiccato. Ma la cosa più curiosa è come questo prodotto “approdò” in un piccolissimo centro montano calabrese: Mammola. Questo pesce alquanto facile da trasportare e poi da conservare ebbe la sua stagione d'oro nel 1432 quando si riscoprì questo prodotto e lo si introdusse prima a Venezia e poi a Napoli. Napoli città cosmopolita già a quel tempo accolse bene questo pesce e lo introdusse sulle tavole con ogni variante. A Napoli a quel periodo studiavano i giovani benestanti di “ provincia” tra cui giovani mammolesi e molti commercianti che portavano alcune “novità” nelle Calabrie. Da Napoli le balle del pescestocco trasportate da golette e brigantini sbarcarono a Pizzo, dove attraversando le montagne delle Serre sul dorso dei muli, giunsero a Mammola, dove trovò il suo habitat natur

20 febbraio 1943: Amantea sul Tirreno Cosentino viene bombardata dagli Americani.

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di Maria Lombardo Almeno un anno prima in Calabria si vivono eventi legati all’armistizio dell’8 settembre, gli anglo-americani iniziano a bombardare a tappeto la nostra Regione con il loro carico di morte e distruzione. Tutta l’Italia è allo stremo famose le parole del Re a Villa Savoia in Roma:  “Caro Duce l’Italia è in tocchi. L’esercito è moralmente a terra. I soldati non vogliono più battersi.” Gli alleati dal canto loro stavano lavorando ad uno sbarco in Sicilia! Per scoraggiare e colpire la popolazione civile iniziano una serie di bombardamenti su tutta la Penisola. In questo modo il `43 diventa per gli italiani l’anno delle bombe. L’Italia aveva subito già molte umiliazioni e tante perdite umane, le città ridotte a cumuli di macerie ed i piccoli centri bombardati perché di lì passano i tedeschi. Nel mese di gennaio del ’43  vi furono già i primi bombardamenti su Catanzaro (25.1), Reggio Cal. (27.1), piccoli centri come Amantea, Cittanova, Gioia Tauro (20.2) e poi

Festa della Pita di Alessandria del Carretto (CS)

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di Maria Lombardo Più studio la Calabria e più esce fuori una terra ricca di riti da tramandare e far conoscere. Siamo ad Alessandria del Carretto nel Pollino. La storia di questo centro è recente fu voluta dal marchese Alessandro Pignone del Carretto di Oriolo, il nome del borgo è stato dedicato proprio a lui. Il Marchese accolse in questa “terra promessa” pastori e contadini provenienti dai paesi del circondario. Non a caso patrono del borgo è Sant'Alessandro, si narra che un boscaiolo mentre faceva legna tra gli abeti trovò su un tronco l'imago del Santo. Da quel giorno, si svolge una festa comunitaria scandita da lavori preparatori, riti collettivi, cerimonie religiose e momenti spettacolari. Non a caso la festa si svolge a “tappe”, una festa entusiasmante che attira molti visitatori e che comincia a farsi conoscere al grande pubblico! La festa della Pita però si svolge l'ultima domenica d'aprile, proprio oggi 28 aprile. La kèrmesse viene preparata almeno u

25 APRILE 1836 trema la terra in Calabria Citra: un terremoto dei Borbone

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di Maria Lombardo  Il 25 aprile del 1836 “clima et natura” colpiscono nuovamente la Calabria questa volta a patire la furia della terra è la Calabria Citra. Un sisma questo che interessò il medio Jonio e rase al suolo tutto il comprensorio di Rossano e Corigliano a partire dalle 6 del mattino del 25 aprile. A Corigliano le scosse furono devastanti, ecco cosa dice il Decurionato riunitosi a pochi giorni dall'evento:”Il flagello di Dio il più tremendo, il tremuoto al principar del 25 aprile, alle ore sei e minuti” documento firmato dalla nobiltà del tempo! A seguito del moto sussultorio si verificò anche uno tsunami che colpì la costa di Capo Trionto. Le acque del mare si alzarono al punto di allagare tutta la spiaggia di Rossano, tra Corigliano Calabro e Calopezzati le acque avanzarono per 50 metri. Nella frazione di Cento Fontane furono trascinate via alcune imbarcazioni appartenenti ai pescatori locali; successivamente sulla spiaggia rimase un gran quantitativo di pesce. L

IL RITO "PERDUTO" DELLA PASQUA BIZANTINA a San Giovanni Therestis ( R.C)

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di Maria Lombardo Dopo 6 giorni dalla Pasqua cattolica  si festeggia tra molti eventi anche la Pasqua Ortodossa una delle liturgie che in Calabria si va perdendo inesorabilmente. Ebbene fu proprio nei monasteri bizantini calabresi che questa liturgia trionfò in tutta la sua potenza, mentre oggi nel solo monastero di San Giovanni Therestis, unico in Italia, viene praticata. Per gli Ortodossi la Pasqua è il periodo più bello la madre di tutte le feste! Il loro cammino è molto diverso dai nostri riti, possiamo dire che le settimane del tempo quaresimale iniziano il lunedì e terminano la domenica, mentre dal giorno di Pasqua hanno inizio dalla domenica stessa insieme al ciclo degli otto toni e delle letture bibliche. Effettivamente il loro fulcro è la vittoria di Cristo sulla morte. Espongono per 40 giorni l'icona di Cristo con la croce in mano segno di vittoria, riaccoglie Adamo alla felicità, mentre Eva resta in attesa di essere chiamata. Dietro di loro sono inoltre raffigurat

L’operazione Descend on Calabria: La battaglia di Maida.

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di Maria Lombardo Il 4 luglio 1806 scoppiò a Maida in Calabria una feroce battaglia che fece scrivere fior fiore di saggisti sulla cruenza di questo evento, che sarebbe servito ad annettere alla Francia anche le Calabrie. Bisognava assolutamente completare la fagocitazione del Regno di Napoli mentre Ferdinando IV fuggiva in Sicilia. Intanto la paura che i Napoleonidi potessero raggiungere Palermo indusse il Borbone a far giungere nella piana di Sant'Eufemia 5000 uomini e armi alle dipendenze dell'inglese Smith. Una battaglia che vide francesi e inglesi battersi sulle collinette di Maida lambite dal fiume Amato. I due eserciti in lizza giunsero sul posto per strade diverse come giusto che sia! I Francofoni salivano da Monteleone, Scilla, Catanzaro mentre gli Inglesi da San Biagio oggi Sanbiase. Gli scontri durarono meno di mezz’ora, ma furono violentissimi, tanto da provocare la perdita di oltre 2000 francesi tra ufficiali e militari di truppa e oltre 300 britannici. Tutta

I Normanni donano alla Certosa di Serra San Bruno territori del Nicoterese: la grangia di San Bruno

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di Maria Lombardo  Importanti vestigia emergono mute tra sterpaglie ed incuria testimoni di un'epoca lontana, mura che raccontano di un passato produttivo a Nicotera, quando i nuovi padroni e fondatori di Nicotera furono i Normanni. In prossimità del mare quasi nascosti dal progresso e dal turismo stagionale dei villaggi turistici nell'agro Nicoterese si possono ammirare i resti di una delle più attive e ricche grangie che facevano capo alla Certosa di Serra. Di questi possedimenti a Nicotera è tutto scritto, gli archivi non intendono essere muti per coloro che sanno interrogarli. Inoltre è la monumentale opera del bibliotecario certosino Benedetto Tromby, “ Storia critico cronologica diplomatica del patriarca S. Brunone e del suo Ordine certosino”, pubblicata a Napoli in 10 volumi tra il 1773 ed il 1779, cioè pochi anni prima del terremoto del 1783 e quindi della distruzione e dispersione della maggior parte del materiale conservato nella biblioteca della Certosa, opera

“ Curuèmm “ (la Quaresima ) antica tradizione riscoperta a Villapiana (CS).

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di Maria Lombardo Chi è “ Curuèmm “ di Villapiana ameno borgo del Cosentino?  “Curuèmm” entra in “gioco” il giorno dopo del martedì grasso appunto il mercoledì delle Ceneri dove si inizia a parlare di Quaresima di restrizione nel cibo per 40 giorni.È il momento della purificazione, del pentimento, del digiuno ecco perché, nella rappresentazione, è secca, debilitata, imbruttita  è in attesa della Pasqua, della resurrezione, della vita che si rinnova.  “Curèmm” viene rappresentata da un fantoccio che si prepara giorni prima per posizionarla per tempo il mercoledì delle Ceneri, nella tradizione di Villapiana viene costruito questa pupazza con oggetti di recupero un maglione nero  su un “corpo” fatto con canne e la testa  è fatta con un’arancia selvatica, “ u ruànc “ in lingua locale, le gambe possono essere delle calze riempite di paglia, di carta, stoffe o quello che si ha al momento, per le braccia si segue la stessa procedura come per le gambe. Basta dare solo un minimo di f

La Rossa di Tropea: la cipolla rossa!

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di Maria Lombardo Arrivò in Calabria tramite Fenici e Greci! L’area storica di produzione in Calabria è il territorio promontorio di Capo Vaticano che si propaga verso Tropea – Parghelia è caratterizzata da lussureggianti orti famosi per la “Rossa di Tropea”. Stiamo parlando della cipolla, coltivata sui terrazzamenti del Monte Poro, di Ricadi e lungo la costa da Nicotera fino oltre la piana di Lamezia Terme.Il nome  “Rossa di Tropea”  è scaturito dal semplice fatto che le spedizioni delle cipolle in tutto il mondo avvenivano dallo scalo ferroviario di Tropea. Il trasporto delle famosissime cipolle rosse dai campi alla stazione di Tropea, avveniva tramite somari o tramite carri trainati dai buoi, percorrendo sentieri a ridosso del mare. Nel 2008 diviene IGP, rappresenta un souvenir davvero salutare dalla forma rotonda o ovoidale, dal  sapore delizioso, leggero, raffinato e croccante.  Questo magico dono della natura, coltivato sui suoli vulcanici, freschi, profondi, ricchi sop

LA GRANITA CALABRO-PELORITANA: MENZA Cà PANNA! ...Colazione sullo Stretto.

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di Maria Lombardo Un mestiere quello del ” nivaro” molto diffuso tra Calabria e Sicilia peloritana, uomini che raccoglievano la neve nelle montagne sicule e la stipavano nelle neviere per poi d’estate portarla a valle. L’arsura estiva andava calmata! E così la neve d’inverno veniva posta in grossi fossi appositamente scavati nel terreno e ricoperta di cenere vulcanica o dentro grotte vulcaniche, d’estate veniva ripresa e confezionata in “balle”, ricoperta di felci e paglia e trasportata a valle con carretti o muli in sacchi di juta. Con quella neve si preparava dai sorbetti ai gelati “ante litteram” fatti con spremute di agrumi o sciroppi artigianali. Sicuramente saranno in pochi a non conoscere questa usanza ma a Messina si fa colazione da sempre con granita preparata in diversi gusti, con il caffè e con i limoni, gelsi e mandorle, e briosche cu tuppu. I Messinesi fin dal XVI secolo, dovettero migliorare gli espedienti per refrigerare e poi rendere nota questa usanza. La neve

Giudecca di Nicotera (VV)

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di Maria Lombardo Sulla giudecca di Nicotera non esiste uno studio dettagliato, nonostante alcuni autori come Oreste Dito, Gustavo Valente e Placido Antonio Carè, abbiano studiato la condizione degli ebrei a Nicotera sostenendo che, proprio in questa città, venne edificata una delle prime giudecche calabresi. A dare un contributo allo sviluppo dell'economia nicoterese fu Federico II il quale, in ragione della presenza di un porto naturale, favorì la nascita delle attività necessarie ad eseguire le riparazioni e le costruzione della flotta imperiale. Tuttavia, gli ebrei erano specializzati  nell’industria della seta, della tintoria, del cotone, della canna da zucchero e della carta. Il loro contributo abbracciava altri settori come la lavorazione delle materie prime ed il prestito di capitali. Considerato il fatto che il “giudeo” non era ben visto dalla popolazione locale, l'Imperatore fece costruire a ridosso della Cattedrale un quartiere per accoglierli dignitosamente

Gli omissis ed i parenti “n’dranghetisti “ di Enza Dell’Acqua: quando la corrispondenza locale si fa reticente!

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di Maria Lombardo Dopo  un po’ di tempo e dopo accurate ricerche ed indagini siamo qui a spiegare ai tantissimi lettori  di questo blog chi sono i parenti “mafiosi” anche se qui in Calabria è giusto definirli n’dranghetisti di Vincenza Dell’Acqua detta Enza Dell’Acqua “conosciuta” a Nicotera come la giornalista anticosche. La pasionaria che a suon di articoli ha dato filo da torcere alla locale n’drina, così dice lei, ripetiamo dice eh si perché in barba ai piagnistei della corrispondente ( diamo a Cesare quel che è di Cesare è una corrispondente locale nulla più). La corrispondente con  articoli di cronaca spicciola a portata di tutti che certo non hanno scalfito la potente cosca Mancuso si sfoga sul web da tempo di essere tacciata come “giornalaia” dai concittadini. Certo e lo sappiamo da fonte certa e sicura che la corrispondente nella sua “carriera”  ha detto tanto e nulla ammantandosi di grossi omissis che dovrà chiarire in sede legale i famosi 40 ladroni che la donna ha ci