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Visualizzazione dei post da maggio, 2022

Bergotto Red! Quando siete in Calabria dovete assaggiarlo …è paradisiaco!

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  di Maria Lombardo  Prodotto realizzato da   "La Spina Santa", la quale vanta una vasta produzione di liquori, dolciumi e specialità al bergamotto. Il Bergotto è una bevanda al bergamotto frizzante realizzata senza conservanti e coloranti mentre il Bergotto Red è una bevanda composta da pregiato succo di melagrana dolce ed energetico e succo di bergamotto. Bibita   inoltre gassata fresca e dissetante!Per questi e tanti altri prodotti, vi invito a visitare la pagina dell’industria di Bova nel Reggino.  

Tradizioni scomparse della festa di San Giovanni in Calabria: Cutro (KR) le “cummari du palijaiu”

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 di Maria Lombardo  Un tempo l’amicizia era tenuta molto in considerazione in Calabria! A Cutro, quando due donne erano molto amiche e volevano diventare ”cummari” a tutti i costi , anche se non avevano figli da battezzare o da cresimare, diventavano “cummari du palijaiu” per suggellare con un patto la loro amicizia. Quello che si faceva il 24 Giugno era importante una commare mandava all’altra   su un vassoio   “a nguantera” una specie di pupazzo “u pupulu” fatto con un’erba profumata che nasce spontaneamente nei campi. Quest’erba si chiama “ palijau!” Sulla testa del pupazzo veniva posto un anello d’oro e intorno i “cannellini” e una bottiglia di “rosoliu”. Il 15 Luglio , giorno della festa di San Vittore l’altra commare doveva assolutamente   ricambiare il dono e restituiva l’anello. Oggi questa tradizione non c’è più perché   bastano la stima e l’affetto tra due persone per continuare un rapporto d’amicizia. Ma è rimasto un detto “cummari du’ palijau quandu ti viju mi ndi priju ma

Le Infiorate di Calabria questa stagione per il Corpus Domini vi porto ad Aprigliano (CS)

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  di Maria Lombardo  Nel giorno del Corpus Domini e in altre festività! Meravigliose opere floreali per le vie cittadine impreziosiscono alcuni borghi di Calabria. In Calabria si realizzano a: Verbicaro, Scalea, Santa Domenica Talao, Campora San Giovanni, Paola, Montalto Uffugo, Cetraro, Luzzi, Cosenza, San Marco Argentano, San Giorgio Albanese, Aprigliano, Tarsia, Potenzoni, S. Domenica Ricadi, Vallelonga, Dasà, Taurianova, Monasterace, San Luca, Bovalino borgo, Gallico, Palmi, Polistena, Anoia, Cittanova, Portigliola, Siderno sup., Bova, Ardore, Stilo, Cinquefrondi,   Bovalino Marina,   Crotone, Petilia Policastro. In prevalenza nel giorno del Corpus Domini, qualcuna alle Grazie, alla Pentecoste, al Carmine.   Nelle scorse stagioni vi ho consigliato di vedere quella di Potenzoni nel vibonese e di Monasterace nel reggino. Si rimane ovunque estasiati! Quest’anno vi porto ad Aprigliano, un piccolo borgo dell'altopiano della Sila dove resistono le tradizioni. Tra queste ritroviamo l&

Mia nonna Maria mi raccontava spesso “da linusa” che usava come antinfiammatorio

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 di Maria Lombardo  Il lino ha sempre avuto un ruolo fondamentale nella coltivazione calabrese, coltivazione questa giunta a noi dalla Grecia ma col tempo ed il progresso certi metodi efficaci sono scomparsi. Io però memore dei racconti di mia nonna uso i semi di lino nelle insalate! Ma cos’è “a linusa” semplicemente i semi del lino che si trovano un po' ovunque in commercio, un tempo mia nonna li ricavava dalla fioritura. Il lino aveva bisogno per crescere rigoglioso di sole pianura e campi curati. A giugno si mieteva dopo che a novembre era a dimora. Il sole di giugno doveva essiccare i mazzoli di lino poi pestati e ne si ricavava il seme. Ebbene era davvero miracolosa si diceva! Curava foruncoli ascessi e vesciche diventando una specie di “pomata” si pestavano ben bene nel mortaio irrorati di poca acqua calda e si impastava. La si spalmava su un pezzuola e si metteva sul posto da trattare lasciando la benda per un giorno. Curava anche la gastrite ma stavolta la preparava in una

Anicini calabresi: ricetta semplice e gustosa della cucina calabrese

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 di Maria Lombardo  Gli anicini rappresentano non soltanto un dolce ma una peculiarità della tradizione calabrese. Preparati con ingredienti semplici, rimandano alla povertà della materia prima ed alla ricchezza del gusto. Ingrediente fondamentale è l’anice. Una tradizione che è resistita al tempo ed alle nuove tendenze gastronomiche. In passato, si usava omaggiare con gli anicini i familiari di un defunto, onorando con la preziosità del dolce il sacro rito del funerale. Tuttavia, era facile trovare questi biscotti anche sulle tavole dei pranzi di nozze che un tempo si festeggiavano in casa. Gli anicini racchiudono un universo di emozioni, ricordi e sapori. Ingredienti : - 150 g di farina 00; - 50 g di fecola; - 150 g di zucchero semolato; - 30 gr di mandorle amare; - 3 uova + 1 tuorlo; - 30 g di semi di anice o liquore di anice. Procedimento : Montare bene le uova con lo zucchero aggiungere la farina setacciata, la fecola setacciata, le mandorle tritate grossolanamente e i sem

La "casetta blu" di Pellaro (RC) diventa patrimonio culturale

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Crediti foto: www.ilreggino.it di Maria Lombardo  La “Casetta Blu” presente sulla S.S. 106 a Pellaro, a Reggio Calabria, diventa patrimonio culturale: il Ministero della Cultura per la Calabria, finalmente si è espresso per tutelarla. Vi invito a visitarla ne rimarrete senza parole. Le forme nitide e il colore azzurro sgargiante dell’edificio, incastonato nel versante agricolo modellato a terrazzi, ha da sempre colpito l’osservatore e alimentato la curiosità tanto da divenire parte dell’immaginario collettivo delle comunità. Ed è anche per questo che riveste valore di identità storico-culturale e rappresenta rara testimonianza del rapporto armonico tra attività umana e paesaggio. In realtà è una casa colonica degli anni Venti e Trenta del 1900 nelle campagne reggine. Il fabbricato ha una superficie coperta di circa 200 metri quadrati e si presenta con forme compatte semplici tipiche della “casa recinto” o “italica”. Si sviluppa su due livelli addossati al pendio è collegati esternamen

13 giugno 1799- Un calabrese di Bagnara Fabrizio Ruffo inneggia a "Sant'Antonio gluriuso" ponendo fine a Napoli all’occupazione francese.

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  di Maria Lombardo  Si narra che ci fu lo “zampino” di Sant’Antonio da Padova se il Cardinale Ruffo, alla testa dell'Armata Cristiana e Reale della S. Fede in Nostro Signore Gesù Cristo   entra in Napoli, ponendo fine alla effimera Repubblica partenopea e all'occupazione francese del Regno di terraferma che, dal gennaio di quell'anno aveva causato, nelle varie provincie, circa 20.000 morti con episodi di inaudita e gratuita violenza, provocando l'insurrezione popolare di intere plaghe   dai "lazzari" a Napoli, ai "montanari" in tutto l'Abruzzo, ai "contadini" nella Terra di Lavoro. E’ chiaro che il porporato di Calabria usò ogni mezzo per ripristinare la triste dittatura dei Borbone, pensò anche di incamerare nel suo esercito queste fazioni citate in calce. Avrebbe scritto a metà Novecento Benedetto Croce, nella sua "Storia del Regno di Napoli": «La monarchia napoletana, senza che se lo aspettasse, senza che l'avesse mess

E se vi dicessi che a Cosenza si può mangiare il tartufo da passeggio

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 di Maria Lombardo  In genere lo servono così come in foto, è un gelato al piatto del genere pezzu duru. A Cosenza presso L’Etoile di Mario Lanzillotta si può mangiare con soddisfazione il Tartufo da Passeggio Calabrese. In questi tempi di pandemia permette di degustare questo magnifico prodotto nei luoghi dove si preferisce. “La preparazione non vuole essere una copia del celeberrimo tartufo di Pizzo – ha sottolineato Davide Destefano, responsabile Nazionale Conpait Gelato – anzi sfrutta la fama della preparazione napitina presentando una declinazione del prodotto inserito all’interno di una fragrante cialda Babbi”. Insomma una sfera di nocciola con cuore al cioccolato in una cialda fragrante! Ed allora provatelo e poi ditemi ...

L’Unità d’Italia voluta dai calabresi: il Nicoterese Adilardi Saverio

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  di Maria Lombardo  Nicotera bellissimo borgo medioevale del vibonese ha dato i natali a molti patrioti dell’Unità d’Italia, ebbene in questo blog vi ho parlato ampiamente della figura di Bruno Vinci. Saverio nacque a Nicotera, al tempo nella Provincia di Calabria Ultra Seconda da Gregorio e da Maria Teresa della nobile famiglia Toro. Rimase orfano e venne affidato allo zio paterno il canonico Carlo Cesare, il quale gli diede un’educazione umanistica avviandolo agli studi presso il Seminario di Nicotera. Sposò la nobildonna Innocenzia Cipriani di Carlo da cui ebbe numerosa prole che educò al culto della famiglia e della patria: gli ideali che lo animarono nel corso della sua vita. Uomo di carattere e leale con elevato ingegno e fervido di disegni arditi e di nobili sentimenti, formatosi alla cultura liberarle, diffuse le idee mazziniane a Nicotera e nei paesi limitrofi, ottenendo numerose adesioni al movimento liberatore dalla tirannide borbonica. Partecipò alla rivolta di Reggio Cala

Oggi vi propongo una ricetta particolare, insalata di melanzane condita con aceto e menta piccante.

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  di Maria Lombardo    Si tratta di un piatto leggero e fresco, con melanzane lessate, melanzane piccanti aceto e menta. E’ una tipica ricetta calabrese, da noi sono le melanzane all’aceto, semplicemente, ma è giusto fare una chiara distinzione dato che ce ne sono diverse varianti da paese a paese, anche con melanzane fritte. Queste sono preparate con le melanzane lessate, quindi molto leggere, oltre che fresche, profumate e piccanti, ma chi non lo ama, il peperoncino può anche non metterlo. Questo è un piatto fresco e leggero, veloce da preparare, perfetto da preparare d’estate, in anticipo, e lasciato riposare in frigo. Si conserva per più giorni, e sta bene con i classici piatti estivi, la carne o il pesce alla griglia. Il contorno che preferisco d’estate! Ingredienti per 4-6 persone: §   4 melanzane viola di medie dimensioni §   Olio d’oliva extravergine §   Aceto di vino bianco qb §   1 spicchio d’aglio §   1 peperoncino §   Qualche fogliolina di menta §   Sale Preparazione :

Bovalino (RC) la devozione per Sant’Antonio e l’antico rito dei “virginegli”

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  di Maria Lombardo  Nonostante le peculiarità da paese a paese, la devozione popolare in questi centri ha molti tratti in comune. Ancora sopravvive l'usanza di portare in Chiesa ceste di pane, che vengono benedette e poi distribuite fra i fedeli. A Bovalino Superiore il culto è probabilmente diffuso dai frati del locale Convento, detti dell'Osservanza, appartenenti all'Ordine Serafico, promotori di questa immensa figura in ogni luogo dove si siano insediati. E nel distrutto Convento di Santa Maria del Gesù, un tempo, era presente anche una scultura raffigurante il Santo, oggi conservata nella Chiesa Matrice, da alcuni attribuita a Fra Diego da Careri, scultore seicentesco formatosi proprio a Bovalino. Due tradizioni vanno invece via via scomparendo: quella dei "virginegli", e quella di indossare il giorno della festa, per voto, il saio francescano. A volte veniva indossato per tutta la Tredicina, se non tutto il mese di giugno. I "virginegli" invece era

La Fonderia di Monteleone di Calabria dai Bruno agli Scalamandrè.

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Crediti foto: www.beweb.chiesacattolica.it   di Maria Lombardo  In ogni paese di Calabria la campana ha occupato sempre un posto di primo piano, poiché ogni evento nascita morte o matrimonio era proprio lei ad annunciarlo. L'uso delle campane giunse in Europa dall’Oriente diventando poi di uso comune nel culto cristiano. Nel sec. VI in documenti latini la campana è indicata con i nomi “ signum ” e “ campanus “: signum perchè il suo suono era un segnale di convocazione agli atti liturgici; campanus perchè allusivo della Campania, regione da cui, certamente per merito di S. Paolino da Nola, l’uso dello strumento si è diffuso in ogni dove. In Italia il suo uso si è di sicuro affermato dal sec. VIII. In Calabria furono introdotte dai Normanni ed ebbero uso civico ossia servivano per l'adunata ai lavori e per avvisare l'arrivo dei turchi alla marina!. La campana maggiore della Chiesa del Purgatorio in Tropea reca impresso il marchio delle Fonderie Scalamandré in Monteleone di

Oggi vi porto alla splendida cascata del Tufarazzo e le sue ninfee

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Crediti foto: rivistanatura.com   di Maria Lombardo  Le cascate hanno da sempre attirato la curiosità e l’interesse degli uomini, simbolo della forza e del lavoro instancabile della natura. Oggi per Viviamo la Calabria visitiamo virtualmente una cascata molto “fotogenica” che si trova nel Parco Nazionale del Pollino, esattamente nel territorio del comune di Morano: la Cascata del Tufarazzo. Essa si può ammirare in tutto il suo splendore a poca distanza dai ruderi del Monastero di Colloreto e il suo getto divide una piramide di roccia così perfetta da sembrare opera umana, esattamente in due metà, ognuna delle quali, dall'alto al basso, è occupata da tanti getti minori a formare tanti veli argentei che illeggiadriscono il verde dei muschi e il rossiccio del macigno. Sembra una di quelle collinette artificiali dei giardini all'italiana del '700, innalzate apposta per farvi scorrere sopra getti d'acqua sistemati ad arte. Sito naturalistico emozionante, carico di solennità

Digestivo cherry altre varianti, vi ho già presentato quello fatto col frutto: digestivo coi noccioli di ciliegie.

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  di Maria Lombardo  Se volete realizzare un liquore digestivo con noccioli di ciliegie ecco cosa vi occorrono i seguenti ingredienti : - 500 ml di alcool puro; -  400 gr di zucchero; -  1 kg di noccioli di ciliegie. Procedimento Mettete i noccioli in un barattolo con chiusura ermetica, ricopriteli con l'alcool e lasciate macerare per 1 mese. Trascorso il tempo necessario versate il tutto in una pentola con coperchio. aggiungete lo zucchero e portate ad ebollizione. Fate intiepidire senza sollevare il coperchio. Infine filtrate, per eliminare i noccioli, e versate in bottiglie sterilizzate. Conservate il luogo buio e fresco per almeno 1 mese prima di consumare. Il liquore di ciliegie può essere conservato per 1 anno in un luogo fresco o in frigorifero, soprattutto nel periodo estivo, per servirlo ben freddo.

McDonald’s e Burger King se le suonano di santa ragione con i panini alla cipolla di Tropea.

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  di Maria Lombardo  Nella settimana in cui parte il Giro d’Italia, Burger King lancia un nuovo panino dedicato alle eccellenze italiane. Il nuovo fra i burger ‘Italian Kings’ è il cipolla rossa burger, che unisce all’eccellenza calabrese della cipolla rossa, quelle dell’Emilia-Romagna. La ricetta infatti include glassa di aceto balsamico di Modena IGP e scaglie di Parmigiano Reggiano. «Dopo Nduja di Spilinga, Parmigiano Reggiano DOP e pecorino romano DOP, oggi celebriamo la cipolla rossa e l’aceto di Modena IGP– ha aggiunto – La maggior parte della nostra materia prima e dei nostri fornitori si trova in Italia e questa nuova ricetta è un’ulteriore conferma del nostro impegno nella valorizzazione del territorio, che quest’anno abbiamo voluto rinforzare ulteriormente diventando orgogliosi sponsor dell’italianissimo Team Eolo-Kometa e del Giro d’Italia». Queste le dichiarazioni dell’azienda! Ma c’è anche McDonald’s. La linea di panini premium, ideata in collaborazione con il noto volto t

Sapete perché a Limbadi (VV) l’ultima domenica di maggio “nesci u Santu Poveru”

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  di Maria Lombardo    Il mio legame con San Pantaleone c’è sempre stato da figlia di Limbadese anche io lo chiamavo affettuosamente “U Santu”. Miracoloso lo si sa questo protettore di Limbadi! Ebbene si Limbadi nel 1918 fu la “Codogno” di un secolo fa, era però la seconda ondata! Si moriva per questa influenza fuori stagione destando preoccupazione per quelle morti inquietanti. Insomma è come se il Covid 19 anno domini 2020 degenera in complicazioni polmonari portando alla morte. Molti crederono che fosse giunta la fine dell’umanità. La prima ondata di influenza passò sostanzialmente inosservata, in Italia come all’estero. La “febbre spagnola”, denominata così non perché provenisse dalla Spagna, ma perché le notizie arrivavano dal paese iberico che in quegli anni era neutrale e quindi non soggetto a censura di guerra, aveva fatto la sua prima apparizione nel marzo 1918, ma fu solamente verso la fine dell’estate che il virus cominciò a mostrare tutta la sua forza dopo una mutazione p

Tagliolini nel latte piatto Arbëreshë per il giorno dell’Ascensione: taglioni dell’Ascensione

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Crediti foto: www.villapianaonline.it   di Maria Lombardo  La cucina Arbëreshë è una cucina povera ed essenziale, ma con un tocco mediterraneo: erbe selvatiche, minestre, torte salate, verdure, carni e tanta pasta. È proprio su quest’ultima che ho deciso di porre la mia attenzione, la pasta. Questo piatto è di particolare importanza sempre in relazione all’aspetto religioso. Infatti, durante il giorno dell’Ascensione, anche i pastori sono in festa e dedicano tutta la giornata al Signore: così, il latte non viene lavorato, ma regalato ai compaesani, che di tutta risposta hanno ideato una ricetta “rituale” per utilizzare il latte senza buttarlo via, ovvero dei semplici tagliolini di acqua e farina cotti e conditi nel latte. E al massimo con una spolverata di pecorino di montagna sopra. Ciò derivava dalla credenza popolare che tenerne per sé in quel giorno anche solo una goccia di latte poteva causare la sterilità delle bestie. Oggi la tradizione continua: i produttori di latte non lo lav

Spiaggia di Michelino: Parghelia (VV)

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  di Maria Lombardo La spiaggia si trova a Parghelia è un piccolo comune in provincia di Vibo Valentia, confinate a sud con Tropea e a nord con Zambrone. Il nome trae origine da un’antica struttura dedicata a San Michele ed è raggiungibile solo a piedi, attraverso una lunga scalinata di oltre 210 gradini, dalla quale è possibile godere di un panorama spettacolare, con lo Stromboli che fa da sfondo, oppure via mare. Una volta arrivati non troverete alcun servizio o alcun lido, ma solo la bellezza di un luogo unico e incontaminato che vi metterà a contatto con la natura. La caletta di Michelino è suddivisa in due versanti (nord e sud) dagli Scogli della Ringa posti al centro della spiaggia. Le due parti sono ugualmente belle, circa 150/200 metri ciascuna di sabbia dorata con vegetazione alle spalle. Da entrambe si vede la zona antica di Tropea con il Monastero dell’Isola. Mare incontaminato, colori cangianti e natura selvaggia per una delle più belle spiagge di tutto il litorale tirrenic

Antichissima ricetta di Altomonte (CS) per il mese dei matrimoni: "durci da sposa"

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di Maria Lombardo  Paste delle spose, usate appunto come buon augurio per il matrimonio. Ingredienti - 1 kg di farina; - 4 uova; - 140 g di olio o strutto; - 260 g di zucchero; - 2 bustine di ammoniaca o lievito per dolci; - scorza e succo di limone. Procedimento Impastare tutti gli ingredienti come per la classica frolla creando un panetto. Con una rondella tagliarla a rombi. Spennellare con l’uovo la parte superiore e cospargerlo di zucchero e di codette colorate. Sistemarli in una teglia foderata con carta forno. Infornare a 180° fino a quando risultano ben dorati.  

Cerisano (CS) e le piante maiatiche di ciliegio: maturano a maggio

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  di Maria Lombardo  Cerisano, paese in provincia di Cosenza,   è anche caratterizzato dalla numerosa presenza di piante maiatiche, una varietà di albero di ciliegie che rispetto a quelle tradizionali maturano nel mese di maggio. Ciliegie che quindi, rispetto a quelle che hanno maturazione più tardiva, non hanno bisogno di trattamenti per evitare la produzione di vermi e quindi possono ritenersi davvero genuine e biologiche. Si tratta di un frutto molto succoso con una forma a cuore di bue, rosso brillante nella parte più esposta al sole e roseo dall’altra, molto usato per la produzione di marmellate. Queste ciliegie hanno però l’innesto con ciliegio maiatico per non perdere questo frutto antico utilizzando la pianta di visciola, un albero di ciliegio selvatico che fa parte dei ciliegi acidi come l’amarena e il marasco. Anticamente a Cerisano venivano scelte le piante di visciola in montagna, perché la tradizione vuole che siano piante molto più longeve tant'è che in paese ce ne so

A pochi chilometri da Tropea dovete visitare la meravigliosa spiaggia di Coccorino (VV)

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  di Maria Lombardo  Spesso diamo per scontato che le località più belle siano quelle famose, ignorando però il fascino di quelle meno conosciute. Una di queste è senza dubbio la spiaggia di Coccorino, piccolo centro del Vibonese a pochi chilometri da Tropea. Il visitatore in cerca di tranquillità può trovare qui tutto ciò di cui ha bisogno: mare cristallino, cangiante dall’azzurro al blu; innumerevoli e bellissime insenature tra le rocce, ideali per fare piccole escursioni e snorkeling; grotte suggestive, come quella dell’Aspide, raggiungibile solo a nuoto o a piedi. Nei pressi di questo antro, sorge un’insenatura, meta in passato delle massaie del luogo, abituate a raccogliere qui il sale che durante la stagione estiva si formava sulle pareti, una volta ritiratosi il mare. Sul lato opposto rispetto alla grotta, c’è la spiaggia della “Finestrella”, così chiamata per via di un grosso foro sullo sperone della roccia. Anche qui un tempo sorgeva una cava di sale. Tra queste graziose calet

La Peonia del Pollino o Peonia peregrina (Banxhurna, in arbëreshë)

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Crediti foto: http://andreavacchianoguidapollino.weebly.com/   di Maria Lombardo  L'area del Pollino custodisce una pluralità di piante e fiori, alcune specie endemiche, altre rare, dell'Appennino meridionale. Una di queste è la Peonia pellegrina o peregrina (Banxhurna nella lingua arbëreshë), presente sia sul Monte Carnara che sui monti della dorsale del Pellegrino. Il rosso purpureo ed il velluto dei petali mostrano lo splendore di una natura incontaminata e la rara ed incantevole bellezza di un fiore, capace di competere con la bellezza delle rose. Carnosa e delicata, questa peonia, le cui radici sono tuberi che in passato i popoli dell’Europa meridionale e dell’Asia usavano a scopo medicinale, negli aneddoti e nei canti della tradizione arbëreshë viene associata a una donna bellissima, ma sgarbata, con virtù e difetti, come l’odore forte e acre del fiore, che, una volta colto, si sciupa rapidamente. Un canto popolare di San Paolo Albanese (Pollino lucano) che si intona dura

Dieta Maditerranea di Nicotera (VV): Venite ad assaggiare la luculliana “frittura i surici”

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  di Maria Lombardo Ci troviamo nel cuore di maggio, mese dedicato alla pesca sportiva e amatoriale. Il noto esemplare, vive vicino alla riva e si nasconde sotto la sabbia, ha la caratteristica di essere pescato durante tutto il corso dei mesi caldi. È un pesce pregiato, molto buono da mangiare fritto, ha delle carni bianche, delicate, con pochissime lische. Va ghiotto per i crostacei, infatti il gambero è l’esca utile per la sua cattura. Dotato di denti molto aguzzi, i pescatori e gli appassionati conoscono molto bene il suo temibile morso. Nelle nostre acque nuotano anche degli esemplari di buona pezzatura che possono essere arrostiti direttamente sulla griglia. Di questo pesce non si butta via nulla, gli antichi non lo squamavamo neppure prima di mangiarlo, infatti le sue squame morbide diventavano un tutt’uno con la pelle, croccante e saporita. Il suo colore è inconfondibile, arancione acceso anche se alcuni esemplari, abbastanza voluminosi tendono al verde intenso. Insomma