Post

Visualizzazione dei post da febbraio, 2019

8 MARZO 1832 TRA CROTONE E CATANZARO SI ABBATTè UN VIOLENTO SISMA.

Immagine
di Maria Lombardo Per l’ennesima volta la Calabria Ultra, terra già stremata dalla Monarchia Borbonica viene duramente sconquassata da un terribile sisma, questa volta l’epicentro è tra Crotone e Catanzaro. Ormai gli anni in Calabria si contavano attraverso le calamità naturali! La scossa avvenuta nel cuore della notte all’1:15 magnetudo 6.6 ( Richter) spazzò via centinaia di persone. Le cronache del tempo cantano:” “Nell’ottava luce di Marzo del 1832 nessun segno di prossima catastrofe sulla Catanzarese regione si osservava. Placido, e sereno, il cielo, cheto l’aere, indocilito e terso il mare, spensierati i Calabresi ed alle consuete blandizie o uffici della vita intesi …. quieti e tranquilli, tutti glielementi adunque erano in pace. Menzogniere apparenze, la terra chiudeva nel suo grembo tristi e potenti furori che tosto con orribile sconvolgimento della natura avrebbe sbrigliati”.   L’epicentro esatto del sisma viene individuato dall’INGV fra Cutro e San Mauro Marchesat

Kreshmesha, un rito arberesh riscoperto per il periodo quaresimale.

Immagine
di Maria Lombardo Nelle stagioni passate in questo blog ed in molti altri vi ho parlato dei riti del Mercoledì delle Ceneri che apre il periodo di astinenza con l’esposizione della “Coraisima” e “Curemme”, questa stagione vi “catapulto” nel rito di Acquaformosa e dei borghi albano foni  calabri. In realtà questo rito era proprio scomparso ma Kreshmesha la bambola di pezza che sta a simboleggiare la Quaresima è tornata dall’oblio. Questa bambola di pezza è confezionata con rimanenze di stoffe varie somigliante ad una vecchina ricca di simbologie. Alta 50 centimetri veste il lutto per la morte del marito Carnevale e quindi con una sottavesta, o «kandush» colorata di verde, la «linja» o camicia bianca senza merletto e il giubbetto nero di lana, oppure con la «camicia», una specie di camicetta di colore molto scuro, e il grembiale nero, e un fazzoletto nero in testa.  Significativi, il pezzo di guanciale e di salsiccia conservato nella tasca destra, teso a sottolineare l’astinenza,

Locri (RC): la fine del castello Teotino, la nascita dell'ospedale di Locri

Immagine
di Maria Lombardo E’ anacronistico di questi tempi parlare della storia dell’ospedale di Locri nel Reggino Calabrese, visto le notizie sconfortanti che pendono su questo nosoconio. Eppure cari lettori quello che sto per narrarvi non è una favola è la pura verità. Piuttosto è una, breve e concisa storia di un Castello, un bel Castello che sorgeva dove ora è ubicato l'Ospedale Civile di Locri. Anzi, per meglio dire, fu esso stesso adibito a nosocomio prima che sorgesse la nuova costruzione, ma poi, per far spazio al costruendo nuovo ospedale, e con molto rispetto dei “beni culturali”, fu allegramente abbattuto dalle ruspe un bel mattino, di buon ora, verso la fine dell'anno 1970. Questa è la storia triste e amara del Castello Teotino insomma una villa signorile. Villa costituita da un edificio centrale isolato e da una serie di bassi edifici rurali circostanti. Sembrava un fortilizio con tre torri ed  una merlatura ghibellina. Tutt'intorno a se, a mo di decorazione, u

“U risu d’Azata” il martedì grasso è carico di tradizioni in Calabria.

Immagine
di Maria Lombardo Un piatto davvero molto antico e molto nutriente ma di un sapore sopraffino. Il pranzo o la cena del martedì grasso al culmne dei 5 giorni di baldoria e abbuffate, deve concludersi almeno con questo piatto. Il giorno dopo farà ingresso “ a corajisima ” e quindi per 40 giorni si farà una dura astinenza da tutte le pietanze del Carnevale.   Ma perché si chiama “ risu d ’ Azata ” perché il martedì grasso si fa l ’ alzata ossia si toglie la carne dalla mensa. Vi fornisco gli ingredienti: 500 grammi di riso olio evo aglio cipolla   una carota sedano passata di pomodoro due uova sode 200 grammi di salsiccia fresca fhrittula usatela se vi piace ma in passato era obbligatoria caciocavallo silano formaggio pecorino grattugiato sale Ora andiamo alla preparazione: Per iniziare bisogna sbriciolare il salame in olio, aglio e cipolla e rosolare. Preparate la passata di pomodoro e lasciate cuocere il sugo secondo i vostri gusti. Cuocete il riso in

Il martedì grasso nella Vallata di Sant’Agata: San Salvatore (RC).

Immagine
di Maria Lombardo N on c’è zona del Reggino come a San Salvatore che tiene a questa chiusura del Carnevale come in questa comunità di San Salvatore. La mia scelta è caduta sul rito di San Salvatore poiché si svolge tutto in questo giorno. Nelle prossime stagioni prometto di raccontarvi tutti i riti di ogni borgo della Regione. In questo centro questo   rito si rinnova da secoli sempre nello stesso modo! Ed è senza dubbio un rito rimasto agro-pastorale :   “ I rituali dell’incoronazione, del processo, del testamento, della morte, del bruciamento di Carnevale – che variavano di zona in zona, da paese a paese – riconducono ad antichi riti agropastorali di inizio anno, di rinascita della natura, di passaggio da una stagione all’altra, in cui centrale era il rapporto con i morti e con le divinità sotterranee. Ancora oggi in  molti paesi e contrade della regione rimane la processione di nannuzzu carnulivaru, l’antico rito funebre”. I “mascarati” affollano le strade di questo borgo

Ombre sul Vescovo Francesco Franco della diocesi di Nicotera (VV).

Immagine
di Maria Lombardo Sull' illuminatissimo Vescovo Francesco Franco qualche esperto fa scendere delle ombre oscure. Addentrandosi in esse  si scopre che egli era discendente  della nobile famiglia dei Duchi di Precacuore e di S. Agata,  e resse la diocesi di Nicotera dal 1745 al 1777, anno della morte,che avvenne il 20 aprile. Era un personaggio molto spavaldo e tracotante, amava circondarsi di concittadini di indole simile alla sua; partecipava attivamente alla vita politica della città ingerendosi addirittura nella nomina di sindaci di suo gradimento; conduceva una vita dedita più all'arricchimento materiale che al profitto spirituale; abusava della propria autorità per sfruttare l'ignoranza e l'ingenuità dei poveri sudditi, istigandoli a presentare "querela criminale" contro personaggi di spicco della zona per poi sopprimerli,  o farli zittire affinchè non manifestassero l'istigazione subita ed altre indebite procedure. La sua condotta induceva

Giovedì grasso in molti centri della Calabria si incorona il “Re Carnevale”.

Immagine
di Maria Lombardo  Attenzione cari lettori questo articolo non è rivolto ad un concorso di bellezza dedicato alla settimana più  pazza del mondo. Prenderò ad esempio per narrare questo rito la città del Carnevale calabrese: Castrovillari. Per 5 giorni salirà sul trono della Città di Castrovillari, divertendosi il più possibile; le porte del suo palazzo saranno aperte e le cucine pronte ad accogliere chiunque voglia assaggiare cibo prelibato, ma per fare ciò deve allontanare la sorella minore, ovvero la “Quaresima”; inizia così la teatrale diatriba, in vernacolo, tra il Re Carnevale e la Quaresima. Di seguito il tradizionale rituale dell’incoronazione di quest’ultimo e la conseguente, simbolica, nelle sue mani, delle chiavi della città da parte del sindaco . A Castrovillari,Quaresina è l’assennata sorella del beone Carnevale mentre in altri centri della Regione è la moglie. Per il rito dell’incoronazione viene organizzato un corteo festoso e coloratissimo in cui compaiono an

Villapiana (CS): J’AM’A SCUNTRUè A MARZ” RITO DEL BENVENUTO A MARZO.

Immagine
di  Maria Lombardo Siamo a Villapiana un borgo della provincia di Cosenza. Fondata intorno al 1300 come Casalnuovo, feudo di svariate famiglie : i Marra, i Carafa, i Pignatelli, i Castrocuccio e dei Pignatelli di Bellosguardo fino al 1806. Con decreto del 1863 Casalnuovo prese il nome di Villapiana. In questo ameno borgo il 29 febbraio di ogni anno succede qualcosa che si rinnova da secoli la tradizionale festa di “Jam’ A scuntrè a Marz” (Andiamo a dare il benvenuto a marzo, letteralmente),con l’attenta collaborazione della pro loco, dell’Amministrazione Comunale e di tutta la popolazione villapianese. Un rito che si rifà ad una leggenda Villapianese, attenzione la partecipazione è aperta a tutti. Non c’è nessuna controindicazione solo tanta voglia di passare una serata in allegria per divertirsi e dare un metaforico calcio all’inverno che piano piano comincia a cedere il passo alla primavera. Andiamo però  a ricordare la leggenda  di “Marzo ù paccj”un mese particolare con repen

"Il remoto vulcano di Sambiase" nel lametino

Immagine
di Maria Lombardo Leggendo "Storicittà,rivista d'altri tempi" per gentile concessione degli Eredi. Revisione di Storicitta, p.10-11,nov-dic '94 anno III n°32-33 trovo   un pezzo molto interessante di Antonio De Sarro. Pezzo alquanto particolare che “ipotizza” un remoto vulcano a Sambiase nel Lametino. L’autore scomparso inizia a dare dati storici fondamentali: "La Brezia era una regione della Calabria che gli storici hanno localizzato nella sua parte centro - meridionale. La capitale era Bretto che, secondo  Stefano  di Bizantino, era stata fondata da Bretto, figlio di Ercole e di Balesia (1) . La città si trovava nei pressi di una località denominata Ercole (l'attuale monte Sant'Elia?) e di un'altra conosciuta con il nome di Balesia (l'attuale Sambiase?)”. E’ certo che il lavoro dei geologi ha evidenziato in tempi remoti l’esistenza di un vulcano che anche la toponomastica ricorda. Inoltre anche nei reperti archeologici riaffiorano eleme

“’a frittata 'i carnulevaru” di Amantea (CS)

Immagine
di Maria Lombardo Un piatto salato del Carnevale   calabrese è   proprio “a frittata i carnulevaru”, questa stagione però vi parlerò di quella che si prepara ad Amantea per il Martedì grasso. Questo piatto ha una storia i giovani di Amantea si mascheravano e facevano visita ad amici e parenti facendo le farse. Attenzione nel blog troverete un pezzo che spiegherà questo rito. In cambio dopo il bicchierino di rito si offriva ai mascherati salami, uova, formaggi, vino tutte cose che si trovavano facilmente in tutte le case. Alla fine del giro di visite ci si riuniva e si preparavano certe belle e gustose frittate di pasta. Non metterò grammature a Carnevale si deve mangiare a sbafo e succulento.  Ecco cosa urge tanto nel confezionarla le massaie calabresi sono uniche: - spaghetti; -  uova; - salsiccia o soppressata calabrese; - formaggio silano; - prosciutto cotto; - uova sode; - pecorino; - olio e.v.o. q.b. Ora vi spiego come farla: cucinate la pasta nel modo che conoscete, s

La festa più bella dell’inverno calabrese: Saracena (CS) si celebra S.Leone tra fede e profano.

Immagine
di Maria Lombardo Attraverso lo studio della Calabria ho imparato che le più belle tradizioni sono quelle dei borghi “sperduti”.   Tradizioni che vivono secoli di storia e sempre rinnovati! Siamo a Saracena nel Cosentino ai piedi dei Monti di Orsomarso.   Il patrono di Saracena è   San Leone, che viene celebrato con un rito tra sacro e profano che contribuisce allo sviluppo dell’identità culturale. La festa di San Leone è infatti l’appuntamento più atteso ed importante dell’anno che si rinnova da secoli tra tradizione popolare, musica ed enogastronomia e che attira ogni anno numerosi visitatori da ogni parte della regione. Le celebrazioni per S.Leone durano due giorni si parte del 19 febbraio con una suggestiva fiaccolata che parte dalla chiesa del Santo e tra canti e suoni degli strumenti tradizionali e soprattutto grida di giubilo con megafoni artigianali. «Evviva S. Leone»… L’invocazione augurale – scrive Teti per l’edizione 2016 della festa – era trascinata, urlata, ri

MESORACA (kr): VI PORTO A VISITARE IL Santuario del SS. Ecce Homo.

Immagine
di  Maria Lombardo Oggi per Viviamo la Calabria siamo a Mesoraca nel Crotonese   borgo creato   dagli Enotri poi abitata anche dai Greci. Terra che   chiamarono” Mesorachion” terra tra due fiumi,il Reazio e il Vergari. Inoltre posta tra   i monti della Sila piccola ed il medio Jonio. Passeggiando fra le strette viuzze del suo centro storico, numerose sorprese si palesano agli occhi attenti dei visitatori che vi trascorrono almeno poche ore. Oltrepassata la frazione di Filippa, verso i monti del Parco Nazionale della Sila, si mostra in tutta la sua incantevole beltà il “ Santuario dell’Ecce Homo” che da secoli ormai ospita una comunità di Francescani Minori dell’Osservanza. Il Cuore spirituale del santuario è la scultura dell’ Ecce Homo, opera di fra Umile da Petralia. Attenzione ne parlerò prossimamente di questo pregevole mezzo busto ligneo.Fra il 1500 ed il 1600, tre conventi francescani vennero dedicati al culto della passione di Cristo. Il convento della Sacra Spina di Pe

Anche Giangurgolo la maschera calabrese usata dai Napoletani per ridicolizzare i calabresi.

Immagine
di Maria Lombardo Nelle scorse stagioni carnevalesche vi ho parlato in questo blog di Giangargiulo la maschera della Regione Calabria. Questa maschera ha avuto molta popolarità anche in Europa! Durante il predominio spagnolo serviva per prendere di mira e sbeffeggiare la classe dirigente del periodo.   La maschera del Capitano valoroso e spaccone, che assunse volta a volta i nomi di Spavento, Spezzaferro, Spezzamonti, Fracassa, Bombardone. Giangurgolo, cioè Giovanni dalla grande gola. Insomma non un personaggio di cui fidarsi ! Durante l’800 però le cose mutano il pregiudizio e la satira della Capitale si sposta sui Calabresi, popolo ai margini dello Stato povero ed arretrato. A questo punto la Commedia dell’arte Napoletana non lo vede più come lo spagnolo da sbeffeggiare ma crea appositamente   il tipo calabrese del Capitano. Il Giangargiulo ottocentesco diventa   da   figura dell’eroe a una sorta di macchietta che nasconde, sotto discorsi da « bravo », una caricaturale d

“IO SONO MIA”: MIA MARTINI LA CALABRESE grande interprete della canzone italiana

Immagine
di Maria Lombardo Con lo pseudonimo di Mia Martini si “ cela ” Domenica Rita Adriana Berté detta Mimì (Bagnara Calabra, 20 settembre 1947 – Cardano al Campo, 12 maggio 1995),sorella maggiore di Loredana Berté. Artista raffinata quanto tormentata, iniziò la sua carriera nel ’ 63 facendosi chiamare Mimì Bertè. La carriera di ragazza   yè-yè; tuttavia, il successo che trovò in questa veste,   durò ben poco, e dopo alcuni anni di oblio riapparve sulle scene, nel 1971, col nuovo pseudonimo di Mia Martini. Il suo primo lavoro “ Oltre la collinetta ” per il periodo fu piuttosto all'avanguardia, per arrangiamenti, tematiche e cantato. Successi come Piccolo uomo, Donna sola, Minuetto, Inno, Agapimu, Che vuoi che sia..., Libera, Per amarti, la consacrarono tra le protagoniste assolute della musica italiana negli anni settanta, decennio nel quale raggiunse una grande popolarità nazionale e internazionale. Apprezzata all ’ estero in paesi come   Spagna, Francia, Germania e Giappone

12 febbraio festa del Pilerio a Cosenza: una delle feste votive di Calabria.

Immagine
                                                        foto Lorenzo Coscarella di Maria Lombardo Non scambiate il 12 febbraio come “qualcosa” legata alle feste Mariane poiché si festeggia la patrona di Cosenza.  La ricorrenza del 12 febbraio rientra nell’ambito delle cosiddette “feste votive”. Si tratta cioè di commemorazioni locali, che non seguono le date del calendario liturgico ma sono legate al ricordo di un avvenimento particolarmente significativo per un luogo. In genere si tratta di episodi dolorosi in cui però si sia manifestato il patrocinio di un santo o della Vergine in un dato posto. Andiamo però ai dati storici il 12 febbraio 1854 Cosenza e la Calabria Citra vengono colpiti da un sisma che provocherà ingenti danni a uomini e cose . La fortissima scossa di  magnitudo 6.2  colpì di pomeriggio, verso le 17,50. Il sisma con epicentro nella Valle del Crati provocò morte e distruzione. A perire furono 500 persone che peggiorò le condizioni di una  terra già ai margini

S. VALENTINO: LA STORIA DEI “GIULIETTA E ROMEO” DI CATANZARO.

Immagine
di Maria Lombardo Anche la Calabria ha i suoi “Romeo e Giulietta”   qui però si chiamano Rachele De Nobili e Saverio Marincola. E per la cronaca sono esistiti davvero!   Una bellissima storia d'amore vissuta al Palazzo De Nobili, il tutto si svolge a cavallo del 1830-’40   e due giovani appartenenti all’aristocrazia catanzarese e a due famiglie fra le più note della città s’innamorarono. Rachele una bellissima ventenne   viveva con la madre ed   i fratelli ma l’amore per Saverio veniva osteggiato dalla famiglia per politici   dissapori verso i   Marincola. I loro incontri infatti erano prettamente clandestini!   Famiglie che avevano ideali politici ferrei i De Nobili erano ferrei borbonici i Marincola erano carbonari, un vero stillicidio. I due clandestini si incontravano sotto la finestra di Rachele tutte le sere con la paura certa di venire scoperti dai fratelli della giovane. Una sera però il maggiore dei De Nobili scoprì la tresca, apre il portone principale del palaz

7 Febbraio 1783: dopo il “ gran tremuoto” a Soriano (VV) si prega ancora la “Madonna del Flagello”.

Immagine
di Maria Lombardo Dal 5 febbraio del 1783 la Calabria Ultra era stata interessata da due violentissime e distruttive scosse. Attenzione nel blog troverete due articoli che raccontano quei giorni con relativo tsunami. Per ironia della sorte il terzo giorno tra pianti e dolori di una terra ormai cambiata anche nell’orografia , l’epicentro si spostò a nord, in provincia di Vibo Valentia. Il sisma di magnitudo 6.5 colpì alle 13,10  con epicentro a Soriano, generando altre immense devastazioni in un territorio che già aveva subito gravi danneggiamenti. Acquaro viene completamente raso al suolo e muoiono altre migliaia di persone.   Inutile ribadire che i morti non si contavano più, i cadaveri vengono bruciati immediatamente per il terrore di una diffusione in massa di malattie epidemiche.Dopo quest’evento si cercherà di tornare alla normalità, per quanto possibile! Soriano certamente si trovò a fronteggiare una situazione ancora più difficile rispetto ai paesi su citati, a cau

"Gravioli di vino" il dolce antico del Carnevale Calabrese.

Immagine
di Maria Lombardo Questi dolcetti sono i  più anttichi dolci carnevaleschi che si trovano in Calabria. Provengono niente di meno dal mondo latino e ne parla per primo Apicio nel 1° sec. d. C nel suo trattato  De Re Coquinarie  dandogli il nome di Dulcia domestica et Melcae, in cui la ricetta è molto simile a questa da noi riportata. Inutile dire che questa delizia veniva trasmessa oralmente  ecco a Voi gli ingredienti: 350 g di farina 00 100 ml di olio di semi 200 ml di vino rosso 1 cucciaino di bicarbonato un cucchiaio di zucchero (facoltativo) zucchero per la copertura olio per friggere Confezionarli è facilissimo si fanno in poco tempo, assemblate tutti gli ingredienti eccetto lo zucchero di copertura. Impasta bene, fate un panetto e lasciate riposare per 30-40 minuti. Riprendete l'impasto, fate dei bastoncini grossi un dito, tagliali a tocchetti di 2-3 centimetri, premete ogni tocchetto sui rebbi di una forchetta per darne la forma di uno gno

Vi porto nel Carnevale del Pollino: Castrovillari (CS) divertimento e folklore!

Immagine
di Maria Lombardo Siamo a Castrovillari alle falde del lussureggiante Parco Nazionale del Pollino per parlarvi dello storico Carnevale che ha incoronato questa cittadina, Capitale del Carnevale calabrese. Esiste almeno da 50 anni!  Una manifestazione che vede la sua nascita nel 1959, oggi questo grande evento  organizzato dalla Pro- Loco  sostenuta dall’Amministrazione Comunale e supportata da altri enti, tra cui la Provincia di Cosenza, la Regione Calabria, l’Ente Parco Nazionale del Pollino e la Comunità Montana, è un “carrozzone” di puro divertimento. Attenzione cari lettori per me resta Carnevale del Pollino dal nome storico oggi è Carnevale di Castrovillari. Si rifà comunque ai riti della civiltà contadina con le tarantelle e i canti eseguiti a ritmo di tamburello dinanzi gli usci delle case del borgo. Il progresso non è bandito anzi si rinnova con le sfilate della maschere i carri allegorici  ed il tradizionale  corteo che si concluderà tra la diatriba tra Re Carnevale e