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Visualizzazione dei post da novembre, 2020

I ceci di San Nicola il rito di San Nicola a Spadola (VV)

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  di Maria Lombardo  Il culto di San Nicola è molto radicato in Calabria! Questa stagione vi porterò a Spadola nelle Serre del Vibonese, questa festa in questa località viene festeggiata in due “trance” la prima domenica di agosto poiché San Nicola è patrono del paesello montano e il 6 dicembre, ed è il momento per gustare i cibi rituali che gli abitanti del luogo preparano. Ad   agosto si mangiano i ceci si consumano bolliti, conditi a crudo con olio extra-vergine di oliva e arricchiti col peperoncino piccante. Si mangiano in pubblico, nella piazza del paese, dove viene allestita una grande tavolata e dove vengono distribuiti dai devoti del santo. La processione di San Nicola è legata al rituale della vaccaredha, con la cottura di pani di grano a forma di vacca, benedetti dal sacerdote e distribuiti ai fedeli che si affacciano dalle case per attendere il passaggio della statua del santo. La tradizione gastronomica si collega all’usanza folklorica di far aprire la processione di San Ni

La leggenda calabrese dell’albero di fico: ecco perché a Natale mangiamo le crocette

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 di Maria Lombardo  Da sempre i calabresi ma non solo hanno considerato l’albero del fico come un amuleto tanto da piantarlo in ogni pezzo di terra e nei giardini delle case. I suoi dolci frutti hanno sfamato generazioni di calabresi cresciuti a “pani e fica sicchi”! Inoltre una bella leggenda narra:” Maria, Giuseppe e il piccolo Gesù un brutto giorno dovettero fuggire verso l’Egitto, per scampare alla strage degli innocenti ordinata da Erode. Presto però scese il buio e, non essendoci nessun altro riparo, i tre decisero di trascorrere la notte sotto un fico che, appena vide la Sacra Famiglia, allungò i rami e allargò le foglie fino a nasconderla completamente agli occhi dei soldati del malvagio re. Quando fece giorno la Madonna uscì dal verde nascondiglio e rivolgendosi all’albero di fico disse: «Che tu sia benedetto, o fico. Per due volte all’anno darai i frutti più dolci della terra». Da allora, all’inizio e alla fine dell’estate il fico dona i suoi frutti dolcissimi e i calabresi,

La cicerchiata calabrese per Natale dell’alto ionio di Calabria.

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  di Maria Lombardo  Sia la Cicerchiata che gli struffoli quindi vengono preparati con un impasto simili ma non uguale ai turdilli Calabresi, sono anch’essi fritti ma a differenza dei turdilli sono come delle piccole palline tonde immerse nel miele e decorate con diavoletti di zucchero colorato. Ecco la loro deliziosa ricetta per un Natale bellissimo da trascorrere in famiglia… Ingredienti: 250 grammi di farina 00’ – 2 cucchiai di marsala – 3 uova – 2 cucchiai di zucchero – 2 cucchiai di olio extravergine di oliva – scorza grattugiata di due arance – olio per friggere – 150 grammi di miele – confettini di zucchero colorato – frutta candita. Preparazione Setacciate la farina e su una spianatoia formate una fontana con il classico buco, nel quale metterete: le uova, lo zucchero, il marsala, l’olio di oliva. Ora impastate gli ingredienti tra loro, fino ad ottenere un impasto elastico. Ricavate dall’impasto dei piccoli filoncini di pasta da tagliare a tocchetti da 1 cm. Prendete ne

Il Risorgimento in Calabria: i fatti di Cosenza del 15 marzo 1844.

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 di Maria Lombardo    E’ veramente una pagina dimenticata ma ho deciso di portarla in auge per l’importanza dei fatti. Il 15 marzo 1844 si solleva la città di Cosenza in Calabria Citra conclusasi con 4 Caduti, 5 fucilati e un suicidio. Fatti che se pur non ricordati portarono direttamente all’Unità, protagonisti e fautori della sommossa   furono Nicola Corigliano e Francesco Salti, patrioti cosentini. Negli anni che precedettero la sommossa, le condizioni di Cosenza e della provincia erano tristi sotto il governo borbonico:erano stati aboliti la bandiera e l'esercito; il lavoro mancava, l'indigenza, il malcostume, l'ignoranza e il brigantaggio dilagavano. Le fonti di ricchezza erano inaridite. I procuratori che si sono susseguiti spesso e volentieri parlavano di una terra miserrima ma la situazione divenne al limite nel ’43 col decreto del 31 marzo che dichiarava in modo inappellabile “Demanio dello Stato” l`agrosilano, riducendo ad un terzo il compenso degli usi dovuti a

Frittata di “Zucchini Spinusi” l’avete mai assaggiata?

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 di Maria Lombardo    Mia mamma e mia nonna avevano le mani d’oro in tutto quello che facevano con poco preparavano delle ricette succulenti e variegate. Avete presente “a zucchina spinusa” loro pensavano fosse una qualità da sempre esistita in Calabria tipo un qualcosa di autoctono. La zucchina spinosa, chiamata anche chayote (termine di derivazione atzeca) o Sechio, è un ortaggio appartenente alla famiglia delle Cocurbitaceae. Proviene dal Sud America e, in particolare, dalla Costa Rica, dalla Martinica e dall’isola della Réunion. Insomma è ortaggio esotico portato dopo la scoperta dell’America.Attenzione deve essere sbucciata con attenzione, in quanto la buccia esterna è ricoperta da spine (in verità piuttosto morbide in alcune varietà).Il gusto della zucchina spinosa è particolare.È, infatti, una via di mezzo tra la patata e la zucchina nostrana. Ecco perché spesso laa cucino a frittata eccovi gli ingredienti.   3 zucchine spinose, 6 uova, 1 ciuffo di prezzemolo tritato, ol

“Na polia i turruni i Taurianova”: Taurianova ( RC) ed il suo famoso torrone.

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  di Maria Lombardo  Oggi, gli scaffali dei supermercati strabordano di qualsiasi specialità dolciaria, ma ai miei tempi, tutto questo lustro non c'era...Per Natale, si faceva provvista "a hfera" o al mercato domenicale, di qualche sussumella e qualche "poglia di turruni". I cultori della pasticceria assegnano alla cittadina di Taurianova il primato nella produzione del torrone, l’affermazione crea dei problemi di primogenitura legati alle origini ed alla tradizione storica di questo prelibato e apprezzato dolce. I pasticceri di Bagnara vantano, infatti, una secolare tradizione nella lavorazione del torrone, che si tramanda da padre in figlio dai primi anni dell’ottocento, e si sentono autorizzati e legittimati, nel sostenere che è il prodotto simbolo della loro città piuttosto che di Taurianova. La querelle è di un certo peso ed ancora oggi non è stata risolta. Se ne ha testimonianza in “Quando a Reggio non c’erano i cornetti” di Giuseppe Polimeni   pubblicato

Sapevate che l’epidemia di Spagnola del secolo scorso partì da Limbadi in Calabria?

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  di Maria Lombardo  Ebbene si Limbadi nel 1918 fu la “Codogno” di un secolo fa, era però la seconda ondata! Si moriva per questa influenza fuori stagione destando preoccupazione per quelle morti inquietanti. Insomma è come se il covid 19 anno domini 2020 degenera in complicazioni polmonari portando alla morte.  Molti crederono che fosse giunta la fine dell’umanità. La prima ondata di influenza passò sostanzialmente inosservata, in Italia come all’estero. La “febbre spagnola”, denominata così non perché provenisse dalla Spagna, ma perché le notizie arrivavano dal paese iberico che in quegli anni era neutrale e quindi non soggetto a censura di guerra, aveva fatto la sua prima apparizione nel marzo 1918, ma fu solamente verso la fine dell’estate che il virus cominciò a mostrare tutta la sua forza dopo una mutazione probabilmente avvenuta nel mese di luglio. A quel tempo però Limbadi non era nel Vibonese ma facente parte della provincia di Catanzaro. Sembra che proprio a Limbadi si potero

Liquore di Piretta:rosolio di limetta calabrese.

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 di  Maria Lombardo  La piretta è un agrume poco conosciuto e di scarso valore commerciale in quanto i suoi frutti non sono particolarmente apprezzati. Dalle bucce di questi frutti, però, si ottiene un liquore casalingo, simile al limoncello, ma addirittura più gradevole e aromatico. Si prendono sette / otto frutti di piretta, si sbucciano cercando di ottenere solo la scorza colorata, e si mettono in infusione in un litro di alcool in un barattolo di vetro ben chiuso. Si lascia così a macerare per circa 20/25 giorni, al buio e scuotendoli ogni tanto. Quindi si pone in una pentola un litro di acqua, la si riscalda e contemporaneamente vi si sciolgono 750 gr. di zucchero; quando l'acqua zuccherata è raffreddata vi si aggiunge l'alcool con tutte le bucce; si mescola ben bene e poi si travasa il liquore così ottenuto filtrandolo con una garza posta nell'imbuto. Il liquore di piretta è pronto per essere gustato; è meglio lasciarlo riposare per qualche giorno!

Fra Carmelo Falduti di Caroniti (VV) e la sua opera per il Santuario della Vergine del Carmelo di Monte Poro.

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 di Maria Lombardo  Spesso anche noi abitanti del   comprensorio sottovalutiamo quel bellissimo Santuario di cui ne ho parlato ampiamente nel blog e la storia di colui che l’ha voluto ardentemente. Un bellissimo boschetto ammanta quel posto da favola, ristoro dei pellegrini che d’estate giungono copiosi! Fra Carmelo Falduti nasce a Caroniti oggi borghetto montano del Vibonese il 04 /10/1845 in un’altra frazione vicino al Monte Poro Caroniti. Il frate che era in principio pastore sostenne di aver avuto in quel boschetto la visione della Vergine che chiedeva di edificare per lei una chiesa.L’amore che subito ha avuto per Maria   tanto che la chiamava   “la mamma bella”, gli fa   abbandonare il lavoro di pastore e vestendosi   con un saio, e con la coroncina del Santo Rosario in mano cominciò a girare in vari paesi vicini e lontani a chiedere l’elemosina che per l’aiuto ottenuto dalla gente, cominciò a costruire una piccola chiesa oggi sede del Crocifisso. Cosi cominciarono le visite di d

Andiamo a Mammola (RC) per assaggiare un piatto contadino: “fagioli cu stoccu”

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 di Maria Lombardo  Mammola ha una cultura gastronomica tradizionale di cucina tipica montanara e contadina e di prodotti tipici. La cucina offre vari piatti di tradizione, alcuni dei quali inclusi nell'elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali del Ministero dell'agricolutra. La gastronomia del luogo si basa sulla rielaborazione di ingredienti semplici di tipico utilizzo contadino.I prodotti tipici tradizionali sono: lo stocco di Mammola; la ricotta fresca e ricotta affumicata di Mammola, fatte con latte di capra; il Caprino della Limina; l'Olio extra vergine di oliva della Locride; i salumi al peperoncino piccante e finocchietto selvatico; le nacatole; la pizzata (pane di mais); il pane di grano casereccio al forno a legna.In particolare lo "stocco", per la lavorazione della spugnatura e per la preparazione, ha fatto attribuire a Mammola il titolo di “Paese dello Stocco”. Ogni 9 agosto dal 1978 è organizzata la "Sagra dello Stocco". Per

Donne calabresi e Risorgimento. Il gesto eroico di Francesca Zupi nella battaglia del Volturno.

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  di Maria Lombardo Sono state molte le donne calabresi che si sono immolate per il Risorgimento. Non sono mai ricordate! Eppure figlie di una terra povera e al margine dello Stato seppero rendere onore ai principi in cui credettero.È riportato da Giacomo Oddo Bonafede, nel suo libro I Mille di Marsala. Scene di rivoluzione, G.Scorza Milano 1864, personalmente consultato, nella Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, da me che cercavo significativi contributi al femminile. Oddo Giacomo di Gratteri (Palermo 1827-1906), dopo aver dismesso l'abito domenicano ed essersi convertito ai moti liberali, per non creare scandalo, scelse di scrivere con il cognome della madre, Oddo appunto e non del padre Bonafede, questa testimonianza che riporto.Francesca Zupi di Fiumefreddo Bruzio (CS), di vent'anni, nata da Alessandro ed Elisabetta Pellegrini,  nobile e ricca, seguace della Carboneria, animata da grande ardore patrio, seguì i suoi fratelli Achille e Giuseppe Zupi che militavano con Gari

“Murunedhi” e vino novello per San Martino in Calabria.

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 di Maria Lombardo  La festa di San Martino è il giorno in cui in Calabria   arriva il momento di assaggiare il vino novello, prodotto dall’ultima vendemmia. In passato questo giorno era una festa per i nostri nonni che giravano per le cantine degli amici o dei vicini del paese per assaggiare il vino nuovo e festeggiare con i brindisi sul superamento della fase mosto.Per la sera di San Martino e la “degustazione” del vino novello, le donne in casa preparavano pietanze e prelibatezze tipiche della nostra cucina, per mandare giù i bicchierini del vino novello. Alla tavola non potevano mai mancare le zeppole oppure   un pezzo di pane fatto in casa, appena caldo o conservato, le olive schiacciate, prodotti sott’olio, affettati, sopressata, salame, soliti spizzichi da accompagnare con il vino.“I murunedi o mbriacuni”, sono delle golosità tipiche calabresi. Si tratta di stuzzichini da gustare in compagnia, con un buon bicchiere di vino. Questa è la sua ricetta, semplice e senza dosi precise,

La storia dell’Albergo delle Fate di Villaggio Mancuso nella Sila Piccola

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Crediti foto: https://www.leggoscrivo.com/    di Maria Lombardo  L’Albergo delle Fate è monumento storico nazionale, dichiarato bene di notevole interesse architettonico dal Ministero per i Beni Culturali, con Ddr n. 124 del 28 novembre 2007. Costruito interamente in legno negli anni ‘30 da Eugenio Mancuso, con soluzioni architettoniche ancora oggi modernissime. Ricordiamo che anche le casette del circondario sono edificate in legno. Da sempre considerato “l’albergo per eccellenza” della Sila è collocato in posizione dominante in un bellissimo parco posto proprio al centro di Villaggio Mancuso, frazione montana di Taverna, patria dell’artista seicentesco Mattia Preti e piccolo comune della provincia di Catanzaro. Il suo aspetto potrebbe far pensare a un'architettura del Nord Europa, tanto più che l’albergo è ancora oggi immerso nella natura, fra pini altissimi e la vegetazione rigogliosa della Piccola Sila. Esempio di un'architettura che coniuga estetica, funzionalità e soste

Le patate rosse "o pipi bruscenti", sono una ricetta antichissima di Calabria.

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  di Maria Lombardo     La ricordano in pochi calabresi al giorno d’oggi, ammetto che nemmeno io la conoscevo. Ho trovato qualche appunto su fogli volanti che erano di mia mamma sembra però che questa ricetta la facesse la mia bisnonna nata a fine ‘800.   La ricetta è composta da ingredienti semplici e per meglio dire, ingredienti che tutti i contadini di Calabria, avevano nelle loro dispense: come i peperoni essiccati al sole,   alloro, le patate, l’origano, la cipolla e l’olio. Ricetta semplice ma gustosissima e di cui oggi, vi vogliamo far conoscere ed apprezzare il suo sapore antico. Ingredienti per 4 persone Patate – 4/5 grosse Peperoni essiccati al sole – 3 / 4 Olio Origano Cipolla Qualche foglia di alloro Sale Q.B. Procedimento di preparazione   In un tegame versate l’olio e appena sarà caldo, aggiungetevi i peperoni essiccati – che rigirerete, finchè non diventeranno croccanti. Ora, toglieteli dal fuoco e sbriciolateli grossolanamente, per poi metterli da

IL 26 SETTEMBRE MORIVANO IN CIRCOSTANZE SOSPETTE GLI "ANARCHICI DELLA BARACCA": AVEVANO SCOPERTO L'ASSE TRA ESTREMA DESTRA E 'NDRANGHETA CHE PORTÒ ALLA STRAGE DI GIOIA TAURO.

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  di  Maria Lombardo  E’ il 22 luglio del ’70 da Gioia Tauro in Calabria a grande velocità passa un treno, il Torino-Palermo con 200 personea bordo. Il treno però deraglia il bilancio 6 morti e 70 feriti il caso si chiuse come errore umano e vanno a processo 4 dipendenti delle Ferrovie. Prosciolti però da ogni accusa! Ma 4 giovani non ci stanno a questa chiusura   farsa, sono Gianni Aricò, Annalise Borth, Angelo Casile, Luigi Lo Celso e Franco Scordo. Anarchici giovani colti e determinati i ragazzi sella Baracca dal nome dove si riunivano aprono una controinchiesta. Partono dalle proteste contro la decisione governativa di istituire Catanzaro come capoluogo della Calabria, i moti si trasformarono in una rivolta dai toni eversivi. I capi della rivolta di Reggio sono capi di estrema destra   tra cui il missino Ciccio Franco che rilancerà il famigerato slogan “boia chi molla”. I ragazzi della Baracca hanno in mano un dossier di tutto punto, foto agganci e pedinamenti sanno quanto la cosa