Donne calabresi e Risorgimento. Il gesto eroico di Francesca Zupi nella battaglia del Volturno.
di Maria Lombardo
Sono state molte le donne calabresi che si sono immolate per il
Risorgimento. Non sono mai ricordate! Eppure figlie di una terra povera e al
margine dello Stato seppero rendere onore ai principi in cui credettero.È riportato
da Giacomo Oddo Bonafede, nel suo libro I Mille di Marsala. Scene di
rivoluzione, G.Scorza Milano 1864, personalmente consultato, nella Biblioteca
Nazionale Centrale di Roma, da me che cercavo significativi contributi al
femminile. Oddo Giacomo di Gratteri (Palermo 1827-1906), dopo aver dismesso
l'abito domenicano ed essersi convertito ai moti liberali, per non creare
scandalo, scelse di scrivere con il cognome della madre, Oddo appunto e non del
padre Bonafede, questa testimonianza che riporto.Francesca Zupi di Fiumefreddo
Bruzio (CS), di vent'anni, nata da Alessandro ed Elisabetta Pellegrini, nobile e ricca, seguace della Carboneria,
animata da grande ardore patrio, seguì i suoi fratelli Achille e Giuseppe Zupi
che militavano con Garibaldi e, indossata la divisa, si munì di due revolvers e
di altre armi e si recò a combattere nella battaglia del Volturno, decisa a
morire per la causa italiana. Si pose agli avamposti del primo reggimento
calabrese comandato dal colonnello Pace, dando prova di grande coraggio e
spirito di sacrificio.“Fu la prima che si lanciò nella mischia scaricando i suoi
revolvers contro gli avversari”. Una mitraglia le scoppiò davanti e lei cadde
tramortita, ma non uccisa, tanto che riuscì ad alzarsi e tornare al combattimento.
Menotti Garibaldi era presente e l'apprezzò molto per il suo coraggio. Volle
premiarla nominandola sottotenente. Una rarità per una donna a quel tempo
divenire sottotenente! L'episodio è riportato pure da P. Camardella, I
Calabresi della Spedizione dei Mille, Roma 1913.
Un grazie all'autrice
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