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Visualizzazione dei post da gennaio, 2020

Torte antiche di S. Marco Argentano (CS): Lagana pane e sanguinaccio.

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di Maria Lombardo Oggi per Viviamo la Calabria siamo a San Marco Argentano bellissimo borgo del Cosentino. Centro urbano di antica storia, sito lungo la  Valle del Crati  in zona collinare, dal clime mite e temperato, è fra i più importanti centri artistici e culturali della  provincia di Cosenza . Ebbene siamo qui per parlarvi di un dolce molto antico che si preparava in concomitanza con l’uccisione del maiale, che qui come in tutta la Calabria è una vera istituzione .   Per prima cosa nel momento che si uccide un maiale   il sangue caldo viene raccolto in una bacinella mescolando continuamente mentre sgorga fino a che non ne esce più e facendolo raffreddare, una volta raffreddato si filtra per eliminare qualche grumo di sangue e si conserva in frigo aggiungendo a circa 2 litri di sangue un pizzico di sale, tipo cucchiaino da tè e 2 arance. Poi si prende un pane intero da circa kg 1,5 si taglia a pezzi e si mette a bagno in acqua come se si volesse preparare le polpette, ut

Organtino maschera di Castrovillari (CS)

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di Maria Lombardo Ebbene si Castrovillari la “Capitale” calabrese del Carnevale ha una sua maschera riscoperta dal prof. Giulio Palange, studioso di teatro dialettale calabrese, Organtino nacque, a Castrovillari, nel 1635, e fu il primo testo teatrale in dialetto calabrese. La maschera viene ripresa dalla farsa che venne rappresentata in piazza San Giuliano, antico cuore della città, l’evento coincise anche con la nascita del Carnevale di Castrovillari, oggi considerato uno dei dieci maggiori carnevali della penisola. Quel manoscritto rimase nell’oblio per 3 secoli e mezzo fin quando Palange nel 1990 lo riscrive. Lo studioso castrovillarese per primo riuscì a delineare i lineamenti psicologici di questa maschera tratta dal mondo pastorale arcaico della nostra regione, una regione nella quale, ancora più di oggi, la miseria rendeva cattivi, e il successo, oggetto di invidia. Organtino era un pastore ma la fortuna lo volle massaro dimenticando arrogantemente le sue origini. Sf

Minestra con salame pezzente : “minestra ca nnuglia” cosentina.

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di Maria Lombardo Un tipo di minestra invernale molto deliziosa e confortante vi consiglio di provarla! Ingredienti 1 kg di verdure miste: cicoria, scarola, bieta porcellana e quello che vi aggrada 4 patate medie 2 salsicce del pezzente 1 spicchio d'aglio peperoncino piccante secco pecorino grattugiato sale q.b. olio evo Preparazione Sbollentate in abbondante acqua salata le salsicce per ben due volte in acqua pulita.Questo procedimento serve per scaricare una parte del loro sapore intenso. Scolatele, tagliatele a rondelle e tenetele da parte. Lavate bene la verdura e lessatela insieme alle patate pelate in acqua salata. Scolatele, conservando qualche mestolo dell'acqua di cottura. Fate imbiondire in una padella con l'olio d'oliva uno spicchio d'aglio e un peperoncino piccante. Spegnete. Adesso fate uno strato di verdure e patate, uno di salame pezzente e infine date una solverata di pecorino. Continuate ancora con verdura, salame e pecorino.

C’era una volta San Sosti (CS) … e il suo Carnevale …

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di Maria Lombardo Il Carnevale di San Sosti nel cosentino era caratterizzato dalle serate danzanti “i festini” ed erano davvero molto attesi , queste serate si prolungavano fino al sabato dopo Carnevale chiamato «Carnevaletto». Le feste attesissime come detto in calce si svolgevano nelle spoglie e piccole case dei San Sostenesi   si ballava fino a stancarsi al suono delle fisarmoniche e delle chitarre e di tanto in tanto un’interruzione consentiva di rifocillarsi con qualche bicchiere di vino e dolci caserecci. Ci si divertiva davvero con poco! Ma succedeva anche qualcosa di unicum il «Corteo dei Mesi dell’anno», di cui gia’ parlava Giovanni De Giacomo nel suo libro “Popolo di Calabria” pubblicato nel 1886, dicendo a proposito:  “Siamo a San Sosti in provincia di Cosenza:“ è Carnevale e tredici uomini, camuffati miseramente in maschera, in mezzo a molti monelli escono in piazza e cominciano «li parti»   ” . Certo ci si vestiva usando quello che si aveva ma questo rito   ricor

Il 3 febbraio a Serra San Bruno (VV) si festeggia un rito legato a San Biagio ed al biscotto dell’amore.

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di Maria Lombardo La festa di San Biagio è presente tutt’ora nel calendario di Serra San Bruno. Una festa molto singolare legata al fatto che San Biagio fu patrono di Serra, senza ombra di dubbio possiamo affermare che il culto di San Biagio è bizantino ma nulla più è dato sapere se non notizie nebulose. Il culto, dopo aver percorso le accidentate e tortuose vie della fede, nella cittadina bruniana deve essersi diffuso con una certa rapidità, al punto tale che la chiesa Matrice è vocata, proprio, a san Biagio. La tradizione liturgica è molto antica intanto si svolgeva una processione davvero partecipata dove per tre volte di faceva il perimetro della Chiesa madre, inoltre si pratica ancora un tradizione dolciaria. Ieri, come, oggi, infatti, i fedeli si recano in chiesa per far benedire gli “abbaculi”, tipici biscotti dall’inconfondibile forma del pastorale, il bastone usato dai vescovi durante le funzioni. Ma cos’è l’abbaculo? Ebbene è un pegno d’amore un dolce che suggellava

PROVERBI CALABRISI SULLA CANDILORA..

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di Maria Lombardo dicenu antichi... a Candilora u mbernu è fora, rispundiu a vecchia arraggiata ca u mbernu dura finu Annunziata, rispundi a vecchia du furnu, belli mei u mbernu dura finu a giugnu! Da Candilora l'orzu caccia a testa fora; se voliti e se non voliti n'atri coranta jorna i mbernu aviti. Della Candelora l'orso mette la testa fuori; se volete e se non volete altri quaranta giorni di inverno avrete.  Alla Candilora `a vernàta è menza intra e menza fore. Pa Candelora cu non avi carni 'mpigna a figghiola" Candelora, tra mito e leggenda La festa della Candelora era un appuntamento atteso anche dai pastori calabresi, i quali traevano da essa pronostici meteorologici dal modo di comportarsi dei lupi. I pastori scrive Antonio Francesco Angarano: “ (...) si appostavano al mattino della festa nei pressi della spelonca e attendevano che il lupo si affacciasse: se questo usciva nei campi, allora la stagione sarebbe stata piovosa, se invece si ritir

La famiglia Brenner, dall'Austria a Cosenza passando per il campo di internamento di Ferramonti di Tarsia

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DI Maria Lombardo Gustav Brenner era nato a Vienna il 4 giugno 1915. Di religione ebraica , cercò di sfuggire all’ira di Hitler contro gli ebrei, rifugiandosi prima a Trieste e poi a Milano. Nel 1940 anche in Italia imperversava la “caccia all’ebreo” e, mentre lavorava a Milano presso una casa editrice, fu arrestato ed internato a Ferramonti di Tarsia. Nel campo calabrese egli conobbe ancora, anche se non con i tratti violenti e ignobili delle esperienze vissute nei campi tedeschi, il dolore dell’internamento e dello sradicamento dalla propria vita personale e professionale, la malaria, il freddo, gli stenti e la paura dei bombardamenti e del futuro. In questa terra, tuttavia, il suo destino volse alla vita e non alla morte, come ci si sarebbe potuti aspettare. Nessun atto di crudeltà fu mai attribuito a chi ha comandato a Ferramonti, a chi ha controllato la vita degli internati: il direttore Paolo Salvatore, il commissario di Pubblica Sicurezza, il frate cappuccino Callisto Lo

Prodotti tipici di Calabria: “ a ‘Nnuglia” ossia il salame pezzente.

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di Maria Lombardo Si tratta di un prodotto calabrese della tradizione contadina Il salame pezzente o del pezzente che figura nell'elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali calabresi ( PAT ) è un insaccato di origini povere preparato con le parti meno pregiate del maiale e destinato alla tavola dei meno agiati. Ai poveri contadini spettava questo! Un tempo le contadine  dopo aver dato sfogo alle varie preparazioni dei   salumi più importanti utilizzavano, sempre nell'ottica della lunga  conservazione della carne e dell'utilizzare ogni parte del maiale, i tagli meno nobili per confezionare questo salume simile alla salsiccia. Cotiche, fegato, polmone, lardo ed anche le budella avanzate venivano tagliati a punta di coltello e impastati con peperoncino piccante, sale marino e in alcune zone anche finocchietto selvatico. L'impasto veniva poi insaccato e stagionato per almeno due settimane. In seguito era conservato nella sugna oppure nell'olio d'oliv

IL PITTORE PIETRO NEGRONI LO “ZINGARELLO” DI COSENZA.

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di Maria Lombardo Chiamato per il suo aspetto fisico lo “zingarello” poiché era molto trasandato, Pietro Negroni nasce a Marco Argentano in provincia di Cosenza tra il 1515 e 1520. In principio vi fu una battaglia con Borgo Partenope , sempre nel cosentino sulla città di nascita ma a spuntarla fu il borgo di San Marco Argentano per un documento che cita il borgo come luogo di nascita dello “Zingarello”. Il primo documento su Negroni è del 1539 si tratta della commissione di una  Immacolata  da parte di Pacilio Certa, di destinazione sconosciuta (Treccani, dizionario biografico). E’ chiaro che l’artista calabrese abbia collaborato alle coreografie allestite per l’ingresso a Napoli dell’imperatore Carlo V nel 1535. Nella Capitale entra nella bottega del suo conterraneo  Marco Cardisco  e subì l'influenza di  Polidoro da Caravaggio , che diffondeva in quegli anni nel sud dell'Italia il linguaggio e gli stilemi della  Maniera . A lui probabilmente  Giorgio Vasari  si rif

DIRETTAMENTE DALL’AUSTRALIA ARRIVA NELLA PIANA DI SIBARI IL “LIMONE CAVIALE”, L’AGRUME PRELIBATO CHE COSTA 200 EURO AL KILO

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di Maria Lombardo La Calabria è una regione all’avanguardia, famosissima per la sua ricca produzione di agrumi tradizionali e non, infatti, sono molti i frutti esotici presenti sul nostro territorio (ricordiamo il cedro, la limetta calabrese, il bergamotto, l’annona, le bacche del goji e alcune varietà di arance e mandarini), finiti col divenire prodotti identitari grazie all’inarrivabile qualità ad essi garantita dal terreno e da particolarissimi microclimi.  Recentemente, ha fatto il suo debutto una nuova varietà di agrume, sorprendente per caratteristiche e prezzo in quanto, per acquistarne un kilo bisogna spendere circa 200 euro, stiamo parlando del “Finger Lime” (citrus australasica).Questo frutto arriva direttamente dall’Australia, il suo sapore gradevole e fresco esplode sul palato, ricorda un mix fra il bergamotto, il pompelmo e il lime, con note di pepe rosa, mentre la buccia, utilizzabile grattugiata in cucina e in pasticceria, conferisce una nota amarognola. Vanta

Bobo Craxi ed i cimeli Garibaldini: Sapevate che si battè per esporre nel suo studio il “ Garibaldi a Roma” dipinto dal Nicoterese Domenico Russo.

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di Maria Lombardo Nel passato si ricorda di una disputa tra Bettino Craxi presidente del consiglio dei Ministri ed il museo Nazionale San Martino di Napoli avente tela raffigurante Giuseppe Garibaldi, Craxi   amante di cimeli Garibaldini intendeva collocare la tela chiamata Garibaldi a Roma nel suo studio a Roma ma trovò l ’ opposizione del museo. Era il “ Garibaldi a Roma” del pittore   di Nicotera borgo calabrese: Domenico Russo! Come è noto Bettino Craxi fu un appassionato ammiratore della figura dell’eroe dei due mondi. In un celebre discorso pronunciato da Craxi in occasione del centenario della morte dell’eroe (Marsala, 15 aprile 1982) emerge quanto amasse considerare Garibaldi il precursore del suo socialismo così come si può leggere: […] il socialismo di cui egli [Garibaldi] parla e di cui si erige a difensore contro i reazionari e contro altri socialismi è un socialismo umanitario, intessuto di principi etici e di valori cristiani. […].  Craxi vedeva in Garibaldi n

Antiche ricette calabresi: Sangue di maiale fritto!

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di Maria Lombardo Un’altra parte si lasciava coagulare, si tagliava  in pezzi grossolani e si cucinava soffriggendolo in padella con abbondante cipolla . Come in molti sanno, del maiale non si butta via niente! Il  sangue di maiale  rappreso si ottiene in seguito alla macellazione casalinga del maiale, infatti è proprio questo il periodo in cui viene consumato. Attenzione non provate a comprarlo in macelleria non è in vendita ma è un prodotto della macellazione casalinga del maiale. La ricetta del  sangue di maiale fritto  è semplicissima e gli ingredienti sono parte della tradizione rurale di un tempo ormai andato, durante il quale a causa della povertà diffusa si recuperava davvero di tutto! Io l’ho ereditata da nonna e consiglio vivamente di provarla: avrete così l’opportunità di esplorare sapori squisiti che non riuscirete a ritrovare facilmente in giro per ristoranti  Ingredienti per 4 persone: Un pezzo di sangue di maiale paesano di circa 200 g 3 cipolle di Tr

Museo Nazionale della Magna Grecia di Reggio Calabria: Il Kouros di Reggio

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di Maria Lombardo   Una bellissima opera da vedere assolutamente, una statua di marmo pario che rappresenta un giovane tra i 18 e i 20 anni di età nudo. La sua datazione è il 500 a.C. e la sua altezza è di 90 cm.  Il Kuoros e tante altre bellissime e preziose opere d'arte che testimoniano la vitalità e la ricchezza della Magna Grecia e di Rhegion, è possibile ammirarle al Livello D del Museo Nazionale della Magna Grecia di Reggio Calabria. Tale statua fu rinvenuta nel corso di una perquisizione da parte delle fiamme gialle nella casa di un noto imprenditore locale nel cui salone fungeva da splendido ornamento.Secondo alcuni studi, anche se il ma rmo di cui è fatta è dell'isola di Paros, sembra molto probabile che essa fosse stata realizzata proprio in una scuola d'arte della Magna Grecia. Tipica è la capigliatura di questo giovane con quattro file di riccioli a chiocciola sulla fronte e sulle tempie ancora lunghi boccoli verticali e trecce annodate sulla nuca

RICOTTA CALABRESE

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di Maria Lombardo La Ricotta Calabrese è un latticino molto particolare e vario con un armonia di sapori che va dal piccante al dolce . Non viene ottenuta infatti attraverso la  coagulazione  della  caseina , ma delle proteine del  siero di latte , cioè la parte liquida che si separa dalla  cagliata  durante la caseificazione. Il latte può essere misto di pecora e capra o solo di pecora o solo di capra . La tecnologia più antica consisteva solamente nel riscaldare il siero aspettando l'affioramento della ricotta in superficie. Nei secoli si sono via via sviluppate tecnologie che, sfruttando la reazione di saturazione salina, ottenevano un migliore recupero ed una più alta qualità. Tali tecnologie sono quelle riconducibili all'impiego di acque sorgive e/o marine ieri, ed oggi sali per ricotta. Vi sono ricotte calabresi salate o affumicate ed è questa caratteristica della ricotta calabrese che ne consegue un'ottima produzione e un ottimo consumo. La Ricotta Calabr

Taverna (CZ) per L’Epifania si svolge un rito unicum: La processione del Bambino Gesù.

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di Maria Lombardo L’ Epifania del Signore si svolge anche a Taverna nel Catanzarese ed è senza giri di parole un vero “unicum” per la Regione. Una processione del Bambino Gesù che “incontra” le statue del Bambinello con quelle di Maria e Giuseppe. La dinamica ricalca le note e molto ricorrenti manifestazioni della Domenica di Pasqua variamente denominate: Affruntata, Cunfrunta, Cumprunta, Svelata, ‘Ncrinata. Un rito davvero atteso che fa giungere a Taverna fedeli e curiosi.Il   rito processionale parte dalla chiesa di San Domenico alle ore 16 del 6 gennaio, due zampognari accompagnano Gesù poi la banda musicale si unisce ai due suonatori. Quattro religiosi in tenuta liturgica si affiancano, uno di essi impartisce la benedizione e inizia il corteo.  I portatori coordinati dal priore della Confraternita del SS Rosario sollevano la piccola statua ed escono dalla chiesa. Esponenti di tutte le confraternite partecipano. Una folla oceanica attende la statua accolta con un fragor