Il 3 febbraio a Serra San Bruno (VV) si festeggia un rito legato a San Biagio ed al biscotto dell’amore.
di Maria Lombardo
La festa di San Biagio è presente tutt’ora nel calendario
di Serra San Bruno. Una festa molto singolare legata al fatto che San Biagio fu
patrono di Serra, senza ombra di dubbio possiamo affermare che il culto di San
Biagio è bizantino ma nulla più è dato sapere se non notizie nebulose. Il culto, dopo aver percorso le
accidentate e tortuose vie della fede, nella cittadina bruniana deve essersi
diffuso con una certa rapidità, al punto tale che la chiesa Matrice è vocata, proprio,
a san Biagio. La tradizione liturgica è molto antica intanto si svolgeva una
processione davvero partecipata dove per tre volte di faceva il perimetro della
Chiesa madre, inoltre si pratica ancora un tradizione dolciaria. Ieri,
come, oggi, infatti, i fedeli si recano in chiesa per far benedire gli
“abbaculi”, tipici biscotti dall’inconfondibile forma del pastorale, il bastone
usato dai vescovi durante le funzioni. Ma cos’è l’abbaculo? Ebbene è un pegno
d’amore un dolce che suggellava una promessa ed era preparato con ingredienti
diversi a seconda della posizione sociale della famiglia. C’era e c’è chi lo
preparava di torrone chi di “nzuddu” e chi semplicemente farina latte uova e cannella. Secondo la
tradizione, infatti, nel giorno dedicato a san Biagio, il fidanzato donava alla
promessa sposa un “abbaculu” decorato con mandorle e confetti. Mai un fidanzato
ha portato in chiesa un dolce rotto! Una volta benedetto, il biscotto veniva
spezzato in due parti; la parte diritta rimaneva alla donna, mentre quella
ricurva veniva restituita al futuro sposo. Un riferimento, neppure troppo
velato, alla sessualità ed alla fecondità della coppia. I serresi, nella giornata del tre febbraio non
si sottraggono alla benedizione della gola attraverso l’imposizione di due
candele incrociate. Le due candele, rimandano al rito della Candelora. Tutto
cristiano, invece, il culto legato alla benedizione della gola. Secondo la
tradizione, infatti, mentre veniva condotto a Sebaste (Armenia) per essere
processato e poi condannato a morte, durante una persecuzione del IV secolo,
san Biagio avrebbe salvato la vita ad un bambino in procinto di soffocare a
causa di una lisca conficcataglisi in gola.
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