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Visualizzazione dei post da agosto, 2017

La battaglia di Vibona ricordata da Giulio Cesare

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di Maria Lombardo Non è assolutamente eufemismo dirlo ma Vibona giocò un ruolo fondamentale nel mondo romano, grazie alla presenza del suo attivissimo porto le cui vestigia giacciono nelle acque di Trainiti. Sono in pochi gli studiosi che conoscono tale evento ed doveroso riportare alle cronache storiche l’evento. La battaglia però viene menzionata nel De Bello Civili da Cesare, quando si racconta lo scontro tra Pompeo e lo stesso Cesare. Giulio Cesare ricorda l’audacia dei veterani di Vibona sotto Publio Sulpicio. Nel 48 a. C. di fronte il porto vibonese scoppiò una battaglia navale tra le flotte di Cesare e Pompeo. Cesare descrive di suo pugno ciò che accadde, tra acque e fuochi, svoltasi prima dinanzi il porto di Messina e poi dinanzi al porto ad Vibonem (De Bello Civili, lib. III, cap. 101, vers. 1-5) trad. di: Fernando Solinas F., a cura di, Cesare. La guerra civile, , Mondadori, Milano 1989, pp. 284-287 : “La flotta era divisa in due parti, l’una agli ordini del pretore Publi

Vi porto a Cala Ravaglioso sulla costa Palmese Reggina

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di Maria Lombardo Con Cala Janculla, Ravaglioso è il fiore all’occhiello della Costa Viola un peccato non raccontarla ai miei lettori. Ora che siamo quasi nel “clou” della stagione estiva è necessario raccontare più posti di mare possibile. Tutti posti incantevoli.Cala Ravaglioso è sormontata da una scogliera con tipici anfratti che degradano verso il mare, una folta vegetazione ricca di zagare, fichi d’India che colorano di tinte estive il paesaggio. La caletta è rammentata anche come porto di Oreste, colui che perse il senno dopo il matricidio, senno che recuperò tuffandosi 7 volte nelle acque di Ravaglioso. Sul fondale sgorga una sorgente che crea una sorta di vasca d’acqua dolce, un paradiso per gli amanti delle  immersioni subacquee. Una curiosità che in pochi conoscono è che Ravaglioso è un presidio di legalità gli uliveti sulla sommità della scogliera appartevenano ai Mammoliti cosca potente di Oppido Mamertina. Inoltre la meravigliosa caletta è presidiatissima dai ragaz

Giangurgolo la nostra maschera calabrese!

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di Maria Lombardo Questa è la nostra maschera tradizionale assieme a Beppe Nappa. Giangurgolo deriva da Gianni Boccalarga o Gianni Golapiena, persona insomma che ama le chiacchere ed il cibo. La convivialità calabrese! Purtroppo ha una nascita incerta alcuni vogliono che la nostra maschera sia nativa di Napoli. Dalla Capitale poi approdò a Reggio per mettere in ridicolo le persone che imitavano i cavalieri siciliani “spagnoleggianti”, infatti quando la Sicilia passò ai Savoia vi fu un flusso di nobili decaduti in Calabria. Fu proprio a loro che affidarono questa maschera. Nel mondo dell’arte fu presa molto in considerazione. Ha un naso enorme e una spada altrettanto smisurata che pende su un fianco, indossa un alto cappello a cono, un corpetto stretto e soprattutto i pantaloni a sbuffo a strisce gialle e rosse, particolare significativo che riproduce i colori d’Aragona. Giangurgolo,  convenzionalmente, porta sul volto una maschera rossa arricchita da una naso di cartone, sul capo

Le farse, antico rito del Carnevale calabrese

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di Maria Lombardo Non ho fatto in tempo a vivere questo antico rito lo dico davvero con amarezza perché l’ultima generazione a viverlo a Nicotera è stata quella degli anni’50. Mio padre però a suo modo mi fa immaginare quello che di bello e costruttivo non ho fatto in tempo a sperimentare. Le farse erano delle scenette scherzose che si mettevano in pratica sotto Carnevale, insomma servivano “ u tindi cacci n’cuna da testa”, magari la miseria della vita quotidiana. Era un modo per tenere in vita gli ultimi “botti” di una festa che stava perdendo la sua ilarità a favore del progresso e del consumo, e gli adulti hanno smesso di mascherarsi per portare le farse. Una tradizione che fu sempre documentata in Calabria fin dal’700 e che riuscì a resistere fino agli anni ’50. Che peccato aver perso questo rito! Alcuni studiosi come Vincenzo Dorsa sostengono che la farsa era praticata nel mondo greco-latino, testo a sfondo ironico che si ricollega al teatro popolare napoletano. Le farse sono

Il pane di Cutro, famoso prodotto del crotonese

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di Maria Lombardo Famoso è il pane di Cutro del Crotonese, l’ars della panificazione in Calabria è molto radicata, i pani della tradizione calabra sono identificati dall’aroma caratteristico sempre fresco. Quello di Cutro non differisce dalla tradizione anzi eleva la “ caratura” dei pani calabresi. Un pane che nel Crotonese è una vera e propria istituzione. Il GAL Kroton ha di recente proposto a diverse aziende agricole l’utilizzo del tradizionale grano varietà Cappelli, che ne esalta le qualità organolettiche. Queste pagnotte sono molto richieste in tutta Italia, dovunque ci siano calabresi che hanno bisogno di assaporare i sapori di casa anche a chilometri di distanza. In estate, ad agosto, si tiene l’annuale Sagra del Pane, ma la domanda supera l’offerta ed è quasi impossibile trovarlo. Con code lunghissime davanti ai forni della città, spesso bisogna ricorrere alle prenotazioni per riuscire ad accaparrarsi una delle richiestissime forme.. Viene preparato con una miscela di gran

Antichi Canti di corteggiamento in Calabria

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  di Maria Lombardo Un tempo il corteggiamento era visto come l’inizio di un percorso importante nella vita di una giovane contadina in età da marito, un mezzo che gli consentiva di avere visibilità sociale e sentirsi importante. Ben altri tempi dove ci si accontentava di poco. Era davvero dura la vita che dovevano fare i poveri corteggiatori, la ragazza non usciva mai di casa e se lo faceva era sempre accompagnata.  “‘A fhimmana non viduta, centu ducati e’ cchiù è valutata”  ragion per cui le schette ossia le nubili si potevano guardare solo in Chiesa. Tuttavia era anche in uso che il giovanotto cercasse la donna nel suo paese. Quale buona occasione la domenica a Messa o le feste di paese. Le donne da marito in quei giorni smessi gli abiti quotidiani tiravano fuori dal baule l’abito migliore magari cucito dalla madre. Il giovanotto frequentava la chiesa ma solo per incrociare lo sguardo della ragazza scelta. A volte l’incontro amoroso, un po’più ravvicinato, avveniva nei campi ch

Carnevale tra due sponde: “Crispedde”,crispelle, calabresi e messinesi un dolce antichissimo

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di Maria Lombardo Questa stagione ho deciso di proporre ai lettori delle ricette di carnevale in “tandem” proponendo la contaminazione nell’arte culinaria tra regioni vicine: Calabria e Sicilia. Si sa a Carnevale si deve mangiare saporito e quindi via ad una carrellata di dolci fritti e zuccheratissimi. Le crespelle dolci sono dolcetti versatili buone in ogni momento apprezzate sia a Natale che a Carnevale. Le crispelle hanno una base di acqua, farina e lievito madre, un impasto molto morbido che viene farcito e poi fritto. Gli ingredienti sono differenti per alcuni versi i Calabresi adorano prepararle con un ripieno o di crema o cioccolato, i messinesi li odorano con le bucce di agrumi e uno spruzzo de vermuth. Ecco gli ingredienti e il procedimento per farle in casa. Questa è la ricetta per la  Sicilia . Ingredienti 700 gr. di farina, 200 di latte, 400 di acqua, 30 gr. di lievito di birra, 2 cucchiaini di sale, 120 di zucchero, 2 bustine di vanillina, aroma d’arancia o scorza d

Il Bergamotto calabrese fa parte del bouquet di odori fin dalla scoperta dell’acqua di colonia

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di Maria Lombardo E’ sempre stato presente nei pensieri e nelle scoperte dei grandi uomini il bergamotto calabrese, un agrume che cresce solo in Calabria e di cui ho parlato ampiamente in questo blog sia per quanto riguarda l’agrume che i suoi oli essenziali. Parlare però solo con questi due argomenti del bergamotto non basta le cose a mio avviso devono essere fatte bene. Quello che voglio raccontarvi è la storia di Giovanni Paolo Feminis nato a Crana , ma che emigrò in Germania per fare fortuna. Dotato di un olfatto molto spiccato aprì a Colonia una distilleria e iniziò a produrre l’aqua mirabilis, ossia un’acqua medicamentosa basata su una ricetta conventuale. Feminis iniziò un lungo percorso e solo una trentina di anni dopo iniziò a spiegare i segreti al cugino Giovanni Maria Farina anche lui marchigiano che emigrò per dirigere la ditta del cugino. Lanciando l’Acqua mirabilis col marchio di “Eau admirabile de Cologne“, rilevando l’antica casa produttrice e fondando la “Johann Ma

Il San Valentino Calabrese con la torta dei “ziti” di Roggiano Gravina(CS)

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 di Maria Lombardo San Valentino festeggiato secondo le antiche usanze calabresi sarebbe un sogno! La scorsa stagione sempre su questo blog vi ho parlato dei canti di corteggiamento e serenate ora ho deciso di proporre un dolce molto antico che si prepara a Roggiano Gravina” pi i ziti” ossia i fidanzati prossimi sposi. Un dolce che in tempi passati si offriva in casa della sposa una settimana prima delle nozze, offerto anche dopo le nozze quando amici e parenti facevano visita alla neo coppia. Come tutte le tradizioni si stava perdendo per lasciare spazio al progresso ed alla contaminazione del benessere, un vero peccato perderla. Una tradizione dei contadini preparare dolci poveri ma sfiziosi ma con gli anni ’50 solo in poche sapevano farla “ a sugna mastra” l’unica a prepararla come gli antichi. Ora vi spiego come prepararla per vivere una festa tutta Calabrese. Ecco cosa serve:  1 chilo di farina ,6 uova, 125 gr di latte, 250 gr di zucchero, 125 gr di olio di oliva, 2 bustin

LA PIZZA CARMELITANA del quartiere Gagliano di Catanzaro

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di Maria Lombardo  Ebbene si a Gagliano di Catanzaro è possibile gustare una pizza che si cucina solo in questo quartiere. E’ la pizza Carmelitana dedicata al Priore della congrega del Carmine. Questo antichissimo quartiere pare abbia origini Romane e si è esteso vicino 4 chiese:dedicate al Rosario, a Santa Maria Assunta in Cielo, a San Salvatore e a San Biagio nei rispettivi rioni detti in dialetto locale Mandaranu, U Timpuna,U Goniu e Gutteddhi. Un tempo questo territorio era soggetto alle congreghe, oggi invece solo due gestiscono le feste del Rosario e del Carmelo. Una sana competizione che vide la cretività dei membri battersi a suon di ricette. Nasce la pizza Carmelitana! Un piatto creativo e gustosissimo che cela anche aneddoti e saperi antichi. Può sembrare una pizza come le altre, ma vi assicuro che differisce in toto anche nel modo di servirla. Una grande pizza su una teglia curiosa e molto grande. Questa pizza ha però una storia molto sui generis! In compagnia poi nascon

ANCHE LA CALABRIA PUÒ RIPARTIRE DALLE SUE RAZZE AUTOCTONE: LA CAPRA NICASTRESE

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di Maria Lombardo E’ proprio vero la Calabria è una terra dalle mille contraddizioni, una terra che può e deve ripartire dalle soprattutto dalle sue radici. Una delle sue peculiarità che desidero discutere col gentile viaggiatore calabrese e la capra Nicastrese, erede dell’antica Neocastrum, di origine bizantina una razza che già dal 2002 è stato istituito un Registro Anagrafico ma tutt’oggi è considerata una razza vulnerabile. Questa razza, originaria del territorio di Nicastro (ora Lamezia Terme), si è diffusa su tutto il territorio della Calabria grazie alla sua ottima produzione di latte. Effettivamente tale razza è allevata in tutto il territorio catanzarese poiché si adatta bene all’aspro territorio. Della Nicastrese sono oggi presenti poco meno di 5000 capi, allevati allo stato semibrado nei prati-pascoli calabresi per gran parte dell’anno il recupero di questa razza in grave pericolo di estinzione passa proprio attraverso la promozione e la valorizzazione di prodotti di

Parmigiana di zucchine e “vi scialati!” una delle ricette calabresi

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di Maria Lombardo Quando arriva l’estate la tavola delle massaie calabresi si “veste” di colori e sapori intensi e di prodotti locali in gran quantità. Ogni mattina l’orto regala prodotti copiosi! Ragion per cui ogni buona donna di casa gioca d’anticipo sulla trasformazione di questo “ben di Dio” e prepara succulenti piatti e numerose varianti. Oggi ho deciso di proporvi la variante calabrese della parmigiana di zucchine… Attenzione a non confondere questo piatto molto moderno, come la variante della Dieta Mediterranea ricordo che negli anni ’50 quando venne scoperta questa Dieta era un piatto assente e voglio sottolinearlo dalla dieta contadina e dalla corte di Nicotera. A mio avviso è un doveroso rimprovero che rivolgo ai tanti Istituti di Dieta Mediterranea che da un po’ “sbucano come funghi”. Ma ora vediamo la massaia calabrese cosa adopera per prepararla:  Ingredienti :  3-4 zucchine grandi, 120 gr di prosciutto cotto, circa 5-6 sottilette, parmigiano grattugiato qb, 250 ml

Il Rubino di Calabria: il magliocco Canino di Nicotera

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 di Maria Lombardo Valorizzare il Vibonese e valorizzare Nicotera per un suo rilancio nel turismo enogastronomico è questo il mio imperativo. Nessun borgo del vibonese o paesi limitrofi può vantare una stretta correlazione tra territorio e Dieta Mediterranea, i motivi sono palesi e ben documentati anche in questo blog. Tutti i tentativi di altri borghi di appropriarsi di questo patrimonio Nicoterese non sono validi ai fini storici e sicuramente un qualsiasi convegno non può avere la forza del web che indirizza questi miei articoli per il mondo. Non serve decantare ancora le bellezze paesaggistiche e la salubrità del territorio Nicoterese che “accoglie” come un padre amorevole cultivar che sono degne di nota per il mondo. Il magliocco canino giunse nel Nicoterese sul finire dell’800 e veniva curato nelle terre che dalla Badia portano ai declivi fino al mare. Un piccolo grappolo con acini a forma conica e di color blu intenso votato al nero. Caratteristica fondamentale il colore de

Il Brigante di Piscopio: Mercadante

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di Maria Lombardo                                                                                             Di Piscopiu puru u diavulu nci ndi fujiu  Ho sempre spiegato per onestà intellettuale ma soprattutto per far chiarezza ai miei lettori, che bisogna fare netta distinzione tra Brigantaggio pre-unitario e quello post-unitario. Durante un mio scavo storico sul piccolo centro di Piscopio oggi provincia di Vibo, mi imbatto nella storia in un brigante pre-unitario uno di quelli che la Corona Francese cercò di combattere con ogni mezzo. Era uno di quei grossi omoni che infestavano i centri pre montani abitando le grotte e creando scompiglio. Nulla a che vedere con la storia dei legittimisti post unitari. Da sempre la letteratura straniera amava raccontare queste storie intrise di sangue e briganti. Le loro imboscate avevano indotto molti scrittori stranieri del tempo a raccontare di questa regione, come di una terra sauvage (1).Proprio così queste storie vere mortificavano ir

INTORNO A MESMA E MEDAMA DISPUTA (Nicotera VV)

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di Maria Lombardo Visitando i vari scritti del conte monteleonese (oggi Vibo Valentia), grande erudito il Cav.Vito Capialbi, già noto ai più come archeologo ottocentesco, che per ovvi motivi indisse numerosi scavi nell’agro Nicoterese, al fine di reperire vetusta o vestigia di città italiote come Medma o Medama, ho colto l’interesse su un testo che porta titolo “ Su Mesma e Medama”. A conti fatti lo scorrere delle pagine mi ha fatto capire che nell’agro Nicoterese oltre a Medma che probabilmente era nei pressi di Rosarno, esisteva una città che secondo le parole del Capialbi :” surse col nome di Nicotera”: ossia Medama. Tuttavia è nel 1838 che il Capialbi nella sua medesima opera giunge a conclusione che:”Mesa o Mesma che Medama o Meda erano due differenti città d’Italia “. Essendomi chiaro di non prendere lucciole per lanterne ed essendo mia usanza progredire nella mia scienza è mia ferma intenzione sviluppare quanto detto dal Capialbi per cognizione di causa ho ricercato per capi

Antico gioco carnevalesco Calabrese: “’A partita du Ruaju”, spolveriamo le tradizioni

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di Maria Lombardo Un gioco che riempiva i pomeriggi del Carnevale in molte zone di Calabria fin dal secondo dopoguerra, purtroppo questa bella tradizione oggi è rimasta solo in pochi centri come Dasà, Arena, San Demetrio Corone nel Catanzarese che viene chiamato “Gioco della Rola” o ruzzola.Un legno a forma di formaggio doveva essere lanciato lontano, sino ad arrivare ad un punto preciso; chi con meno colpi raggiungeva il traguardo prefissato vinceva un formaggio vero che poi, chiaramente, veniva mangiato da tutti. Vi sono paesi che invece usavano direttamente una forma di pecorino stagionato che si frantumava ai lanci e subito dopo si sostituiva “ cu u ruajiu”. Gioco per divertirsi non c’è uno  specifico vincitore ma la tradizione carnevalesca del consumo è anche questa. Inoltre è un gioco che si svolge in strada una sfida a 4 contro 4 che si fa con allegria e spirito di condivisione. Questo gioco carnevalesco che deve essere un ponte tra passato e futuro ma un ponte fatto di pre

Tra Calabria e Sicilia, l’insalata d’inverno: Insalata di arance ed aringhe

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di Maria Lombardo Le ricette in “tandem” è questo il mio scopo, una ricetta fresca, genuina e saporita ed il “must “ delle zone citate nel titolo dove si è evoluto il giardino Mediterraneo, il Reggino in Calabria e la Sicilia. Pochi ingredienti ma molte varianti ogni famiglia la prepara e la specializza a modo suo. L’arancia è la base! Attenzione mai troppo dolci il Tarocco è la cultivar ideale. Il Tarocco è acidulo quindi si sposa bene con il salato. Io propongo quella più in voga ed è quella che piace a me tra le più classiche, ma potete aggiungere anche olive nere o bianche, sedano, pepe rosa se la volete arricchire di altri profumi. Questo squisito antipasto si può gustare nella maggior parte delle osterie e trattorie siciliane insieme ad un buon bicchiere di vino bianco della casa. Oppure fatela in casa vi propongo gli ingredienti. RICETTA- Ingredienti  4 Arance, 2 Finocchi, 2 Aringhe affumicate deliscate, 2 Cipolline scalogne, Olio extravergine d’oliva, Sale e Pepe q.b. 

Vi porto sul Pollino a scoprire il Carnevale di Alessandria del Carretto

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di Maria Lombardo Ad Alessandria del Carretto sul Pollino Calabrese il Carnevale è rimasto immutato come ogni tradizione, un territorio questo desolato, isolato ma da vedere. Rilanciato da alcuni anni perché in Calabria le tradizioni non si possono perdere e vanno preservate e divulgate. Qui il Carnevale è molto simbolico non si è omologato al progresso come in molte zone della Calabria, dove i Carnevali identitari sono periti. Ad Alessandria del Carretto, come negli antichi carnevali europei, due maschere permettono agli uomini di fare festa sul rischio di dimenticare le regole dell’esistenza: i Połëcënëllë biëllë e i Połëcënëllë bruttë. Le maschere belle sono i ragazzi abbigliati di colori che danzano la tarantella e sono a braccetto con le donne in abito tradizionale. Una cosa induce alla riflessione la vestizione che fa comprendere il sottile passaggio tra uomo e immacolato. E’ assolutamente di buon auspicio possiamo gridarlo! Vestiti con pantaloni di velluto camicia bianca e s

Sila crotonese e l’ “Arca” su un altura tra Savelli e Castelsilano (KR)

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di Maria Lombardo “Cosa ci fa un’Arca su un’altura nel mezzo della Sila crotonese?”- Nel cuore della Sila Crotonese esiste una struttura “ sui generis” creata dallo scultore Giovanni Girimonte. Rassomigliante ad una grande arca,  porta il visitatore a chiedersi cosa ci fa una  meraviglia così sui monti. Sono poche le notizie che la descrivono ma vasta è la tradizione orale, come si può leggere nel web. Confinata tra il paese di Savelli (KR) e Castelsilano (KR), ha goduto di notorietà a cavallo tra la fine degli anni novanta e il principio del nuovo millennio. Apprezzata per il suo giardino rigoglioso  fluttuante e maestoso. Enzo Biagi fu uno dei primi a portarla  in TV in uno dei suoi programmi più belli, “I Dieci Comandamenti”, dove dedicò un’intera puntata al maestro Girimonte e alla sua principale opera. Questo artista immaginò questa struttura negli anni ’70 e decise di edificarla proprio nel Crotonese.  Girimonte è un pittore molto apprezzato, grazie ai diversi  riconosciment

Quando l’uccisione del maiale coincideva col Carnevale: l’usanza era “polpetti i maiali nto sucu”

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di Maria Lombardo Per ogni festa dell’anno esistono dei piatti tipici che spaziano dal dolce al salato e che si diversificano nelle varie Regioni. E’ noto che il macello del maiale che un tempo si faceva in quasi tutte le case coincidesse col Carnevale: la festa dei bagordi quindi per mangiare la carne fresca ci si portava nelle case di chi macellava l’animale. I piatti salati erano e sono a base di carne di maiale secondo la tradizione, Carnevale si trovava subito dopo il periodo di preparazione degli insaccati e preparati di carne di maiale. Nella nostra terra il giovedì grasso non poteva mancare sulla mensa  “ a tiejia chi polpetti ntò sucu” , certamente a Nicotera questa usanza non mancava! Con questo piatto si celebrava l’addio al consumo di carne in previsione della Quaresima. Poiché questo era l’inizio di unn lungo digiuno per purificare l’anima. La serata del martedì era dedicata ad una bella abbuffata di polpette. Ad aprire i bagordi sono i mascherati che si sono acconciat

Ceramica artistica di Squillace (CZ), un piacere per gli occhi

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di Maria Lombardo Anche la Calabria ha le sue meravigliose ceramiche ed è un peccato non discuterne con i lettori ed informarli di cotanta bellezza artigianale. Siamo a Squillace l’antica Skilletion l’arte della ceramica qui è connessa alla storia della poleis, furono i Greci a portare quest’arte che ripresero dai certosini di Samo. Arte che si è tramandata di generazione in generazione come un rito. Stessi metodi e stessa manifattura! Già Magno Aurelio Cassiodoro, il più illustre cittadino squillacese, primo ministro di Teodorico re dei Goti , ebbe particolare attenzione per quest’arte che riteneva un servizio di pubblica utilità difendendone interessi e diritti. Si ampliò poi coi i Bizantini ed i Normanni che preferivano la produzione ingobbiata e graffita, tecnica Bizantina poi soppiantata dalla smaltatura come le maioliche. Ceramica apprezzata da Alfonso d’Aragona che ne commissionò una meravigliosa anfora col suo ritratto e sovrastata dall’aquila aragonese.La stessa ceramica

Tesori di Arte Sacra Calabrese: La Madonna della grotta di Bombile (presso Ardore – RC)

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Di Maria Lombardo Non conoscevo la Madonna della grotta di Bombile ad Ardore eppure la sua storia è legata un tantino a Nicotera. Fu un eremita agostiniano, tale Jacopo da Nicotera, ad iniziare nel 1500 a scavare la grotta per dedicarsi alla preghiera.Per poi essere conclusa dagli emeriti Zumpaniani! L’ agostiniano visse e morì in questa grotta dove venne collocata una stupenda statua eburnea in alabastro attribuita al Gagini. Una statua questa databile tra 1550 ed 1600. Una lunga serie di leggende e di eventi miracolosi aleggiano su questa candida statua. Si racconta che la Statua fu scolpita da mani angeliche. Pare infatti che lo sculture non sarebbe riuscito a terminare l’opera nei tempi stabiliti con il suo committente il quale, saputo ciò, si recò personalmente nel laboratorio del Gagini e, scostando la tenda dietro cui si celava il lavoro ancora nel calco di gesso, con suo stupore trovò la scultura finita di una bellezza talmente grande da fargli pensare maliziosamente che, f