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Visualizzazione dei post da marzo, 2024

La stanza segreta: leggende calabresi

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 di Maria Lombardo Il Papa Alessandro VI° per non promettesse a Carlo VIII° di Francia l'investitura al regno di Napoli, propose a Federico d'Aragona, fratello di Alfonso II° di Napoli, il fidanzamento tra il suo quarto figlio, Goffredo Borgia, avuto da Vannozza Cattanei, con la nipote di quello, Sancia. Federico, convinto dai vantaggi politici e di governo, accettò ed il papa, che già aveva nominato Goffredo Canonico prebendario ed Arcidiacono della Basilica di Valencia, quindi destinato a condurre una vita religiosa, tanto manovrò che il matrimonio tra Sancia e Goffredo stesso avvenne, per procura, il 17 agosto 1493.Goffredo,aveva allora solo 12 anni e Sancia 17. Il matrimonio fu perfezionato a Roma il 5 maggio dell’anno seguente. Andando in moglie a Goffredo Borgia, fratello della moglie di suo fratello, Alfonso d'Aragona, Sancia divenne Principessa di Squillace e Goffredo, in quanto suo sposo, oltre che beccarsi 10.000 ducati di dote, divenne Principe del vasto feudo

Il Lattaio: antichi mestieri di Calabria

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 di Maria Lombardo Una volta nelle città, e nei paesi un po’ più grandi, c’era la “bottega del lattaio”, con qualcuno che faceva anche il servizio di portare il latte per le case. Altre volte c’erano produttori di latte in piccolo, a livello familiare, che portavano a domicilio questo prezioso alimento. Ecco la figura del lattaio che la mattina prestissimo inforcava la sua bicicletta, ai lati della quale pendevano due o più grossi contenitori di latte (è stato chiamato anche il “mest iere in bicicletta”) e cominciava il suo giro. Davanti alle porte che lui sapeva, fermava la sua bicicletta, l’appoggiava sul cavalletto o al muro di casa, riempiva i recipienti che aspettavano in bella mostra davanti alla porta, risaliva in bicicletta e via, verso un’altra casa. Talvolta c’era qualcuno ad aspettarlo con i recipienti in mano: un “Buongiorno!”, riempiva la bottiglia o il bricco che gli veniva presentato, un saluto e via! Se c’erano dei bambini, un buffetto sulla guancia o una carezza, e vi

GIZZERIA LIDO CZ...Sapete che la famiglia Florio possedeva l'antica banchina per il commercio di merci?

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 di Maria Lombardo Era da sempre considerata '' la Marina di Nicastro'' , era questa a llora una spiaggia costeggiata da povere case di pescatori ,che nei momenti di riposo allineavano sulla sabbia le piccole imbarcazioni in legno . Nel mare si protendeva l'Antica Banchina in cemento armato di proprietà della fam.Florio, grandi commercianti di prodotti agricoli che proprio nel Lametino avevano i loro broker (Mediatori) che compravano , vendevano e trasformavano le varie merci per loro conto, come : Vino , Olio, Legname , Pomodori, Pesche, Pere, Riso, anche la vinaccia eravamo i primi produttori di Tannino e olio Lampante , ecc. coltivate e immagazzinate nelle varie piattaforme del Lametino e altre località, venivano esportate tramite Piroscafi e piccole navi che sostavano per rifornimento alla Banchina fin dall'antichità quando questa era in legno , alcune merci erano richieste anche negli Stati Uniti d'America, in particolare il Vino da Taglio chiamato anc

GARIBALDI A SPEZZANO ALBANESE (CS)

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 di Maria Lombardo  Tutto ebbe inizio con un telegramma che annunciava l'arrivo di Garibaldi tra Castrovillari e Spezzano Albenese, fu un vero tripudio di preparazioni. Lo spirito patriottico degli Spezzanesi si fece sentire come non mai. Tutto accorsero a vedere quell'uomo le cui gesta fecero dimenticare quel governo ottuso. L'opera di Martino Antonio Rizzo “La disfatta” il crollo dei Borbone in Calabria dedica un nutrito capitolo all'evento, il Dittatore però si fermò prima a Tarsia dove tenne a battesimo una bimba. Poi ci furono persino le donne:” Una lunghissima sequela di donne, modulando il canto denominato dagli Albanesi vala, portossi ad incontrarlo assai lungi dall’abitato, cantando le lodi dell’eroe, come ai tempi di Troia. All’entrar nel paese, la guardia nazionale in due lunghe file gli rese i militari onori, e l’arciprete D. Paolo Nociti, nonostante il suo naturale cauteloso e circospetto, andogli incontro alla testa di tutto il clero in mozzetta con la cro

Pasta con pesce spada e “siccateddhi “ di melanzane

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 di Maria Lombardo pasta: 200 gr pesce spada: 1 fetta 150 gr circa siccateddi di melanzane o una melanzana piccola olio d'oliva aglio: 1 spicchio peperoncino: 1 pezzetto vino bianco: mezzo bicchiere pomodori piccadilly: 10-12 menta fresca scorza di limone sale Spuntate la melanzana, lavatela e tagliatela a cubetti. Oppure rigenerate in acqua i siccateddhi di melanzana.Mettete la melanzane in un colapasta, salatela e lasciatela riposare almeno 30 minuti.Trascorso questo tempo, friggete la melanzana.Una volta pronta tenetela da parte.Pulite il pesce spada e tagliatelo a pezzetti.In una padella dal fondo largo versate un giro d’olio d’oliva.Aggiungete uno spicchio d’aglio tritato e un pezzetto di peperoncino.Non appena l’aglio comincia a soffriggere aggiungete il pesce spada e rosolatelo in padella.Sfumate con il vino bianco.Quando l’alcol sarà evaporato aggiungete i pomodori spellati e tagliati a pezzetti.Salate, aggiungete della menta fresca tritata e lasciate

LA GRANDE REGGIO QUANDO CIRCOLAVA IL TRAM

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 di Maria Lombardo Il tremendo sisma del 28 dicembre 1908 aveva messo in ginocchio la città di Reggio Calabria, l’opera di ricostruzione si dimostrava molto lenta e complessa ma, nonostante ciò, nella seduta del 27 gennaio 1912 il Consiglio comunale, esaminata la richiesta di concessione di un’area per la costruzione della rimessa in zona Santa Caterina o Annunziata, stabilì e deliberò quanto segue: “Il Comune, analizzata la richiesta della Società delle Tramvie e senza dover affrontare alcuna spesa, concede in uso gratuito mq. millecinquecento di area necessaria per la costruzione della sottostazione di trasformazione, della sala accumulatori, della rimessa, dell’officina di aggiustaggio e delle relative adiacenze di accesso e manovra. Tale terreno posto vicino l’ex Chiesa dell’Annunziata, è confinante a nord con la nuova via Indiana (oggi via G. Miceli), ad est con via Columbia (oggi via Mons. De Lorenzo), a sud col palazzo Liconti e con l’altra parte dell’isolato fabbricabile ed a o

Giuseppe Zangara, l'anarchico calabrese che voleva uccidere Roosevelt

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 di Maria Lombardo  Giuseppe Zangara era un muratore nato a Ferruzzano (RC) il 7 settembre 1900 ed emigrato negli Stati Uniti.La mattina del 15 febbraio 1933, al Bayfront Park di Miami sparò cinque colpi all'indirizzo del capo della Casa Bianca. I cinque proiettili sparati dalla sua semiautomatica a buon mercato hanno mancato il presidente Roosevelt, che se l'è cavata solo con un grande spavento, ma sono andati comunque a segno, uccidendo il sindaco di Chigaco, Anton "Tony" Cermak, che faceva parte del drappello presidenziale e ferendo altre quattro persone. Prontamente intercettato ed arrestato venne giudicato colpevole nel corso di un processo lampo e quasi subito giustiziato: il 20 marzo, poco più di un mese dopo l'attentato, si è ritrovato faccia a faccia con il boia sulla sedia elettrica del penitenziario di Raiford. Zangara diede esempio di coraggio estremo pronunciando davanti alla morte le parole: « Mi date la sedia elettrica. Io non ho paura di quella

" Testu o furnu" ricetta di Tropea (VV)

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 di Maria Lombardo  Piatto emblematico della tradizione locale, un antico sapere gastronomico per secoli tramandato oralmente tra le famiglie che abitavano nel centro storico di Tropea “U testu o furnu”, il testo al forno, è un piatto emblematico della tradizione tropeana, un antico sapere gastronomico per secoli tramandato oralmente tra le famiglie che abitavano e che in parte ancora vivono nel centro storico, ma anche trascritto con dovizia descrittiva degli ingredienti tipici e delle fasi precise di preparazione nei quaderni di cucina delle matrone tropeane, le famose “gnure”.Tra le tante prelibatezze che rendono veramente esclusiva la gastronomia tropeana vi è proprio questa pietanza rappresentativa della cultura locale che esprime alla perfezione i principi valoriali della Dieta Mediterranea.Il piatto viene definito con un’espressione dialettale che indica il recipiente in cui gli ingredienti vengono cotti. “U Testu”, infatti, è una teglia di terracotta di forma circolare ed è a

Gaetano Boca alla testa degli arbreshe organizzò la rivolta calabra del'48

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 di Maria Lombardo  Nato a Vena di Maida nel 1820, mori a Nicastro nel 1896. Fu alunno ed amicissimo di Settembrini con il quale intrattenne una fitta corrispondenze epistolare. Nominato ufficiale della polizia borbonica nel Febbraio 1848 fu sempre mazziniano, cospiratore ed organizzatore della rivolta calabra; condusse gli italo - albanesi nel campo di Filadelfia e combatté all'Angitola nel 1848. Condannato a venticinque anni di ferri dopo essersi presentato volontariamente, fu relegato a Ventotene, per dieci anni, fino al 1859, dove conobbe Silvio Spaventa col quale ebbe pure rapporti epistolari. Rientrato in Patria a fine pena, collaborò con Felice Sacchi, Giovanni Maria Cataldi, Carlo Sanseverina e Andrea Cefaly in appoggio all'arrivo di Garibaldi. Capitano del II reggimento Cacciatori della Sila - Divisione Stocco, assieme al figlio Pietro luogotenente, partecipò alle battaglie del Volturno e di Caserta Vecchia e risulta dagli atti ufficiali essere stato a Napoli fino al

La mortadella calabrese che punta a conquistare il mondo: la Nerella

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 di Maria Lombardo  Tutto iniziò con alcuni allevatori che si unirono in un consorzio per tutelare il maiale nero dell'Aspromonte, razza suina di eccellenza. Oggi da quelle carni si producono salumi innovativi che vogliono minare lo strapotere delle 4 Dop. Ma che ci fa una mortadella nella terra dei 4 insaccati Dop e del salume spalmabile più famoso del mondo? Da qualche tempo il primato di capocollo, pancetta, salsiccia, soppressata e ‘nduja è insidiato da una mortadella prodotta nella Locride con la carne di maiale nero di Aspromonte. Aspromonte e Locride. Due luoghi che, se li nomini, pensi subito alla criminalità organizzata. Ma la storia del Nero aspromontano racconta anche un riscatto partito anni fa da “Potamos”, un progetto di inclusione ideato da monsignor Giancarlo Maria Bregantini, oggi arcivescovo di Campobasso e ancora nel cuore dei calabresi proprio per il suo impegno antimafia. Non parolaio ma sul campo. Un territorio, peraltro, dove il maiale è sacro da tempo immem

Cirella frazione di Diamante (CS) bellissimo borgo medievale.

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 di Maria Lombardo  Il promotorio del monte Carpinoso che la sovrasta e che propende verso il mare, naturalmente difeso, ospita sulla sua sommità i resti dell’antica “Cerillae”. È un antico borgo medievale, con struttura arroccata tipica dei centri bizantino-normanni dell’alto Tirreno calabrese. Il luogo risulta abitato da tempi antichissimi infatti ci sono evidenze della presenza di tribù primitive e gli stessi luoghi erano fiorenti in età Romana a partire dall’età repubblicana sino alla prima età imperiale. Silio Italico ne ricorda la momentanea conquista punica nell’ambito della guerra romano-annibalica mentre gli itinerari romani tardi menzionano il centro come statio mutatio (stazione di posta) lungo il tracciato costiero della via Popilia. Nel 649 al Sinodo di Papa Martino I prese parte un Romanus Episcopus Cerellitanus, e ciò consente di affermare che Cirella costituiva un importante punto di riferimento nell’organizzazione della Calabria in quanto sede diocesana. L’abitato sul

Sorbetto al gelsomino

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 di Maria Lombardo Dal The ai fiori di gelsomino al liquore ai fiori di gelsomino sino ad arrivare al gelato o al sorbetto al gelsomino: sono numerosi i dessert che possono essere realizzati con questo fiore profumatissimo. Oggi vi proponiamo la ricetta del sorbetto al gelsomino, semplice da realizzare e ottimo da servire a fine pasto. Ingredienti 500 gr di Zucchero 150 gr di Fiori di gelsomino secchi o freschi 3 Albumi Succo di limone q.b. ù Acqua q.b. Procedimento Versate 1 litro d’acqua e 1/3 dei boccioli di fiori di gelsomino in una bacinella dove resteranno a macerare per 12 ore. Fate bollire 200 ml di acqua e 250 gr di zucchero. Filtrate l’acqua dei fiori di gelsomino e unitela allo sciroppo di zucchero con il succo di mezzo limone. Montate 2 dei 3 albumi a neve con l’aiuto delle fruste elettriche e uniteli al composto principale. Conservate in freezer per 3 ore, ma ogni mezz’ora tiratelo fuori e rimescolate. Trascorso il tempo necessario, fru

Ginberg è un gin artigianale prodotto con bergamotto rigorosamente calabrese ed erbe officinali

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 di Maria Lombardo Calabria è una terra rinomata, oltre che per la storica produzione di formaggi e insaccati, anche per la produzione di liquori e distillati realizzati con le materie prime del territorio come liquirizia, bergamotto, peperoncino e erbe aromatiche dal prezioso potere digestivo. Esistono diverse tipologie di gin in commercio, e quando il Gin incontra il prestigioso Bergamotto di Reggio Calabria denominato anche Principe degli agrumi nasce GinBerg, un gin aromatico che profuma di Calabria targato Officina degli Infusi.  Un prodotto, con al suo interno tutta la tradizione dei grandi maestri distillatori. Questa eccellenza tutta meridionale si è aggiudicata la prima posizione sul podio della competizione Gin Awards World 2020 nella categoria compound gin.  Definito dagli stessi produttori ‘Unfiltered cold compound gin’, (gin non filtrato composto a freddo), Ginberg viene realizzato con alcool di cereali, varie erbe e il bergamotto di Reggio Calabria, vero e proprio vanto

IL PIZZETTO O LA BARBA , AUTENTICO TERRORE PER IL TRAGICOMICO REGNO DELLE DUE SICILIE

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 di Maria Lombardo Durante il regno di Ferdinando II portare la barba era ritenuto segno di patriottismo italiano o di liberalismo, per cui era stata emessa una circolare di polizia che imponeva di sorvegliare attentamente coloro che non fossero rasati. Talora le autorità, in quello stato di polizia che era il regno delle Due Sicilie, andavano oltre ed imponevano con l a forza il taglio della barba. L’ispettore Campagna percorreva Napoli con uno stormo di poliziotti e tratteneva i barbuti, portandoli con la forza da un barbiere per farsi radere. Coloro che rifiutavano erano arrestati, come avvenne ad un maestro di musica di nome Battisto che portava la barba per nascondere una deformità del volto. In Calabria la situazione era peggiore! Durante il suo viaggio in Calabria, Ferdinando II si fermò a Marcellinara, dove incontrò il barone Saverio Sanseverino, capo urbano, che portava un’ampia barba. Non appena il barone e capo della polizia locale gli giunse dinanzi, il re lo apostrofò in

Sapete che: SAN FRANCESCO DA PAOLA è il Santo dei tassati d'Italia, potete rivolgervi a lui!

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 di Maria Lombardo  Il Santo taumaturgo, come sappiamo è protettore dei marinai e di tutta la popolazione calabrese, potrà in qualche modo intercedere nei cuori e nelle menti di chi è chiamato in qualche modo a recuperare denaro pubblico al fine di porre un limite a quella che ha assunto i caratteri di una vera e propria vessazione. Provate! D’altra parte, a tutti i tartassati offrirà conforto, l’opportunità di una preghiera per sfogare rabbia e continua tensione, nonché la speranza che questo stato di cose prima o poi cessi e torni a normalità. Il perché San Francesco da Paola rivesta anche questo nuovo ambito di “protezione” lo spiegherò subito. Si narra che, siamo attorno al 1482, il Re di Napoli, Ferrante d’Aragona, al fine di smascherare l’ennesimo impostare del tempo mise alla prova più volte il Santo. In una prima occasione, invitatolo a corte, facendogli recapitare un vassoio di pesci fritti che San Francesco rifiutò, nonostante la fame, per il suo stile alimentare rigidamen

Visitiamo la Cappella dei Greci di Amendolara (CS)

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 di Maria Lombardo Sullo sfondo di un panorama mozzafiato, ad Amendolara, sorge l’antica Cappella dell’Annunziata o Cappella dei Greci, edificata in epoca bizantina (IX-X sec.) e restaurata nel XVI sec.La cappella pare sia stata costruita su un tempio pagano e sull’arco della porta si osserva una testa di sileno scolpita su un tufo, usata come chiave di volta. All’interno figurano santi e madonne realizzate tra il XIV° e il XV° secolo. Splendidi sono la Madonna Odigitria, il Cristo e nella calotta dell'abside, un Dio Padre che regge il globo, circondato dai pianeti, dalle stelle, dai venti e dalle divinità pagane. Da qui lo sguardo poteva correre a tutte le dodici cappelle presenti in Amendolara.

Lombroso: il meridionalista

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 di Maria Lombardo  Nel 1862 scrisse la prima denuncia dei mali della Calabria, anni prima rispetto a tanti altri, perchè lui la Calabria la visitò e la studiò sul serio. Oggi però è visto come padre dei pregiudizi verso il Sud. Impresse tutto nel suo lavoro In Calabria, scritto da Cesare Lombroso nel 1897. Il libretto è stato riedito nel 2009 da Rubbettino e riproposto, in ristampa anastatica (cioè tal quale all’originale ottocentesco) da Local Genius alcuni mesi fa. In pratica scrive un diario che poi verrà pubblicato.Il Lombroso dell’epoca è un medico di 28 anni specializzato in igiene e aggregato al Regio Esercito durante i primi anni di occupazione dell’ex Regno delle Due Sicilie. È inoltre un laico di orientamento socialista con una spiccata sensibilità sociale. Prima di arrivare in Calabria, il giovane studioso si era occupato della pellagra, che tormentava i contadini del Nord. Anche da noi si sofferma tantissimo sulle condizioni della popolazione. Con un risultato: anticipa d

La varietà delle fave “ a tri coccia” , il cui baccello contiene tre semi

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 di Maria Lombardo  Davvero molta antica questa varietà e sarà quella che fu utilizzata dai greci e dai romani; non sempre però i baccelli contengono tre semi, ma talvolta uno, due o addirittura quattro. I semi di questa varietà sono notevolmente grossi, più di quanto non siano quelli di varietà a baccelli molto lunghi; essi venivano privati della buccia e poi venivano essiccati, diventando adatti per preparare una purea denominata “ maccu”. In riferimento alle fave a “ tri coccia “, esse venivano seminate alla fine di ottobre ed entravano tardivamente in produzione alla fine di marzo, quando i padri con gioia dei bambini portavano dai campi i primi baccelli ed allora essi prima di mangiarle, le trasformavano gioiosamente in mucche, aggiungendo dei minuti stecchi di legno con funzione di zampe ed altri più sottili per rappresentare le corna.

Drapia ( VV) ed i suoi dolci di Pasqua: i “vrazza” alias i bracci

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 di Maria Lombardo Ingredienti: 2 kg. di farina c.a. 10 uova 1 kg. di zucchero 1/2 lt. di latte, 300 gr. di margarina vegetale, 2 bustine di pane degli angeli. Versare lo zucchero e la margarina in un recipiente e impastare rigorosamente a mano fino ad ottenere un composto omogeneo. Aggiungere poi le uova amalgamandole bene all’impasto precedente. Versare il latte e la farina un po’ per volta fino ad ottenere un impasto omogeneo. Prima di infornare aggiungere le bustine di lievito per dolci. Versare l’impasto nelle teglie per forno e cuocere per 40 min. c.a. alla temperatura di 180°. Buon appetito. Durante il periodo di Pasqua anche il Sud Italia fa sfoggio delle sue prelibatezze culinarie. Stiamo parlando dei “Vrazza” (braccia), la cui origine affonda in uno dei periodi più tristi della società italiana all’indomani del devastante terremoto che nel 1908 colpì duramente Reggio Calabria e Messina. Quell’evento che colpì al cuore l’Italia, la rese una famiglia unita. Tutto il Sud fu

Sapevate che: Un pezzo dell'aorta di Carlo Poerio è conservata a San Nicola la Crissa (VV)

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 di Maria Lombardo  Da un documento insolito, si attesta la conservazione di una sorta di reliquia in memoria di Carlo Poerio, ossia un pezzo dell'aorta appartenente proprio all'avvocato e politico italiano. La stessa è custodita in una teca nella Biblioteca comunale di San Nicola da Crissa, sormontata da un ritratto di Antonio Garcea, collega e amico del celebre patriota a cui stette accanto durante la malattia e negli ultimi giorni della sua vita. Due patrioti, due perseguitati, due amici: il napoletano Carlo Poerio e il calabrese Antonio Garcea condivisero anche la prigionia nelle galere borboniche.Come riportato sulla pagina "Vito Teti - Schegge di umiltà", un documento, redatto in data 29 aprile 1867, conservato nelle carte dei discendenti di Garcea, attesta: «Noi sottoscritti Medici Chirurghi Testimoni dichiariamo che essendo trapassato ieri verso le ore 4,30 pom. l'illustre Barone Carlo Poerio e oggi 29 nell'esecuzione della iniezione del Cadavere, d

San Gennaro è Calabrese

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 di Maria Lombardo  Secondo la tradizione nel 305 Gennaro in viaggio verso Miseno, presso Napoli, si recò con due religiosi a far visita ad un giovane diacono incarcerato in seguito alle persecuzioni contro i cristiani volute da Diocleziano. Per la sua testimonianza di fede venne imprigionato v enne imprigionato anch’egli e condannato a essere straziato dalle belve, che, però, davanti a lui si fermarono. Allora il giudice Dragonzio lo fece decapitare. Due fedeli raccolsero un po’ del suo sangue e lo conservarono in memoria. S Il nome di San Gennaro è di origine latina e significa "nato il mese di gennaio". Patrono di Napoli, Benevento e Sassari è nato nella seconda metà del terzo secolo. E' venerato come protettore di orafi e donatori di sangue. Viene invocato contro le coliche e i mali intestinali. Nella iconografia popolare il suo attributo principale sono le ampolle del sangue. Da sempre viene considerato l'anima motore del popolo napoletano, a cui non dice ma

Il Venerdì Santo di Polistena (RC)

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 di Maria Lombardo Il Venerdì Santo rimane per  Polistena  un giorno di lutto e di sacre rappresentazioni. Alle sette di mattina, dalla porta principale della chiesa Matrice, prende il via la processione dell’Addolorata.I n un particolare silenzio, dalla porta del Duomo spunta una grande bandiera nera, il Cristo impersonificato da un fedele che chiede un voto o per un ex voto con una tunica rossa, una parrucca bionda e una pesante croce sulle spalle (egli non può essere riconosciuto per tradizione popolare sino a giorno di Pasqua), è seguito dai discepoli che la sera prima hanno partecipato alla funzione della Coena Domini. Aprono il corteo gli stendardi neri, l’uomo dalla tunica rossa che si trascina con la croce sulle spalle, mentre attorno a lui uomini, in tunica bianca, stringono fra le mani una lancia.Subito dopo viene la statua della Madonna Addolorata, al suo apparire la banda intona la “ Settima Parola ”.Una musica funebre, scritta, dal musicista polistenese Valensise, per le

Dolci calabresi tipici di Pasqua a Mormanno (CS) si chiamano cuzzole.

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  di Maria Lombardo Non sono dolcissime perché in alcuni paesi le mangiano con i salumi. 1kg di farina 250 gr di zucchero 100 gr di strutto 2 cubetti di lievito di birra o in polvere 1pz di sale Buccia di limone grattugiata e vanillina. 5 uova Un po' di liquore.  Si mescola un po'di farina con il lievito , 2 cucchiaini di zucchero e mezza bustina di lievito per dolci .  Creiamo il cosiddetto " crescente" o lievitino. Poi si mescola tutto insieme e si impasta. Date la forma ai vostri dolci. .da piccola ci mettevano anche un uovo incastonato nella pasta per abbellimento. Li coprite e fate lievitare al caldo per 4 0 5 ore. Poi spennellate con uovo ed infornate 50 minuti a 170 gradi

La particola insanguinata di Maròpati

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 di Maria Lombardo Un fenomeno analogo di minore portata, si verificò nel 1974 ad una ventina di chilometri da Taurianova. Chi volesse attingere testimonianze in merito può recarsi nella Chiesa parrocchiale di S. Giorgio Martire in  Maròpati , un piccolo Comune di circa 1500 abitanti della provincia di Reggio Calabria. In tale chiesa, la mattina del 3 novembre di 26 anni or sono, furono celebrate quattro SS. Messe, l'ultima delle quali a mezzogiorno da mons. Saverio Ferina di Monreale (PA) per i suoi 50 pellegrini giunti da Maletto (Catania).  Il motivo di tanto interesse era il quadro raffigurante la  "Madonna del Rosario"  in casa Cordiano a Maròpati, che il 3 gennaio 1971 cominciò a versare lacrime di sangue.  Verso le 13,30 la signorina Concettina Tracuzzi di 23 anni del luogo, per incarico della sorella del parroco, si era recata in Chiesa per porre sull'altare due vasi di fiori. Si attendeva per il pomeriggio l'arrivo di altri pellegrini provenienti da Milan