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Visualizzazione dei post da novembre, 2023

Sapete che in Calabria doveva nascere un borgo dedicato a Garibaldi

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 di Maria Lombardo   Parliamo di Garibaldipoli, forse il primo progetto di rigenerazione urbana in Calabria, concepito da un personaggio singolare, Luigi De Negri, un ex garibaldino genovese trapiantato a Napoli abile avventuriero e basta. Il luogo prescelto era l’odierna Galatro in provincia di Reggio Calabria. Di quel progetto rimangono però le terme costruite a fine ‘800! Conosco questa storia come frequentatrice delle terme e poi lettrice del testo di Giuseppe Monsagrati “Garibaldipoli e altre storie di terra e di mare” (Rubbettino 2021). Su De Negri si conosce poco o niente ma nel 1862 tentò la fortuna in Calabria. Che sia stato garibaldino e avesse partecipato alla spedizione dei Mille lo si apprende dai documenti del Generale. L’eroe dei due mondi in effetti ebbe con lui un rapporto particolare. In cui c’era di tutto, tranne la fiducia. E le sue idee strampalate, a volte geniali ma sempre irrealizzate, emergono dagli archivi giudiziari e ministeriali. Torniamo però a Galatro e

Quando Scipione Cicala detto Sinan Bassà predò molti centri calabresi

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 di Maria Lombardo  Gli ambasciatori veneziani a Costantinopoli dicevano di lui che era arrogante, bugiardo e avido, non mancando nel contempo di ritenerlo intelligente e coraggioso. E per questo cercavano in tutti i modi di farselo alleato. Scipione Cicala, detto Sinan Bassà, è tra i tanti rinnegati cristiani che combatterono al soldo dell'Impero ottomano, senz'altro il più famoso. Tanto famoso che le sue gesta nel tempo  hanno trovato chi le riecheggiasse in canzoni e in pagine letterarie, come nel caso di Fabrizio De Andrè che nel suo "Creuza de ma", dedicò uno dei suoi brani più belli proprio a Sinan Capudan Pascià, e più di recente lo scrittore catanese, Pietrangelo Buttafuoco, che ha scritto l'intenso romanzo "Il  lupo e la Luna". Nasce nella vicina Messina da Visconte Cicala, e dalla misteriosa schiava turca Lucrezia, Scipione deve la sua notevole fama all'abilità politica e più ancora militare che dimostrò nella rapidissima e prestigiosa scal

I murales albanofoni di Vena di Maida (CZ)

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  di Maria Lombardo  Da qualche anno, Vena di Maida ospita un percorso artistico a cielo aperto che rimembra e magnifica le sue antiche tradizioni albanofone. In principio fu Diamante se volete approfondire su Diamante nel blog troverete un nutrito articolo. Grazie ai murales si può aver riguardo, cura dei posti e di tornare a guardarli veramente come luoghi vivi e non come presepi da percorrere un festivo all’anno; luoghi palpitanti che ancora potrebbero dare all’umanità che ospitano.Per il suo forte impatto e la sua carica popolare l’arte del murale permette a una platea sempre più vasta di conoscere luoghi mai sentiti prima e che fino a non troppi decenni fa soltanto una ridotta cerchia di eletti – studiosi, viaggiatori, persone fornite di una cultura specifica – poteva essere in condizione di conoscerli.E pure questa volta abbiamo divagato. Ritorniamo perciò a Vena di Maida, centro che oggi conta circa ottocento abitanti e che, sotto i Borbone, tra il 1831 e il 1839 fu comune a sé,

“Cuddura ca ciuciulena” il pane di Natale di Reggio Calabria e dintorni

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 di Maria Lombardo E’ una tradizionale tipologia di pane molto rinomata e storicamente prodotta nella città di Reggio Calabria durante il periodo delle Festività natalizie .Come da tradizione, la Cuddura sin dal cenone della Vigilia di Natale fino al pranzo dell’Epifania è sempre presente sulle tavole dei reggini dall’antipasto al contorno.Il termine “Cuddura”, deriva dal greco antico “kollura” e significa ”corona”; il nome di questa tipologia di pane si rifà proprio alla sua classica forma di corona.La “Cuddura”, viene realizzata con farina di semola di semola di grano duro, ed oltre ad essere buona e fragrante, si mantiene morbida per diversi giorni.Le nonne reggine non buttavano mai la Cuddura avanzata: anche quando rafferma, con una leggera tostatura si rivela ottima per la realizzazione di deliziose bruschette.La Cuddura viene realizzata con una lavorazione lunga e  particolare, basti pensare che necessitano almeno 24 ore per la realizzazione del lievito madre, ingrediente necessa

“ U pipazzo” un pancrusco ai profumi del Pollino novità del Natale 2023

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 di Maria Lombardo     “U pipazzaro” è la novità per il Natale 2023 della storica insegna di panetteria “Il fornaretto” della famiglia De Gaio. Quattro generazioni al servizio dell’arte bianca che rappresenta oggi una delle più longeve esperienze di artigiani che la città del Pollino possa vantare. Il concepimento del panettone salato per il Natale 2023. “U pipazzaro” (il nome con il quale nel Pollino sono riconosciuti i castrovillaresi) è un pancrusco ai profumi del Pollino realizzato con farina, uova, lievo madre, pecorino locale, olive nere, buccia di arance provenienti dalla zona agricola di Cammarata, peperone crusco e pepe rosso (u pipazzo) in polvere, olio di oliva.«La mia volontà – spiega Piero De Gaio, custode delle ricette dolciarie castrovillaresi – è quella di rafforzare sempre di più la consapevolezza e l’identità dei nostri prodotti da forno con la storia alimentare che ci appartiene. Siamo in una terra ricca di grandi espressioni della terra e dell’artigianalità legata

A Fiumefreddo Bruzio in provincia di Cosenza, si trova un castello detto Castel Freddo

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 di Maria Lombardo Paese annoverato tra i Borghi più belli d’Italia, si trova ubicato un famoso castello chiamato Castel Freddo o Castello della Valle, più semplicemente noto come Castello di Fiumefreddo. Nel 1054 Fiumefreddo fu espugnata da Roberto il Guiscardo, re normanno, che provvide a fortificarla per opporsi alle frequenti scorrerie dei Saraceni, costruendo prima numerose torri di avvistamento e di difesa, e poi una vera e propria roccaforte a picco su di uno sperone roccioso impervio e quasi inespugnabile, dotata di poderosi muri di contenimento per portare a livello il terreno franoso nella parte est. Nei secoli successivi, il castello ricoprì un ruolo di grande importanza dal punto di vista strategico e visse momenti di splendore essendo abitato da grandi personalità. Nel 1098 l’autorità feudale passò al principe di Fiumefreddo Simone de Mamistra, feudatario di Carlo I d'Angiò, autore di un primo ampliamento, per passare poi nel 1270 al feudatario francese Giovanni Bronio

IL PRIMO IMPERATORE DI ROMA, OTTAVIANO CESARE AUGUSTO, ERA CALABRESE !

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 di Maria Lombardo Era quasi certamente nativo dell'antica città di Thuri, attuale Terranova da Sibari, Gaio Ottavio Turino che Giulio Cesare adottò con il nome di Ottaviano. Le principali fonti riguardanti il primo imperatore romano, dal 27 a.C al 14 d.C. , le troviamo nell'opera storiografica di Svetonio “Vite dei Cesari” ma molte altre notizie, che provano l'origine turina di Ottavio detto poi Ottaviano Cesare Augusto, si possono notare facilmente anche attraverso “Google Libri”, basti vedere ad esempio il testo scritto nel 1723 dal vescovo di Velletri, Alessandro Borgia dal titolo “Istoria della chiesa e città di Velletri...”. Detto vescovo, che indagava sulla possibile origine velletrana di Ottaviano Augusto, dovette ammettere che “la gloria di questo imperatore ha eccitato l'ambizione di più città a pretendere i suoi natali: tre particolarmente sono quelle alle quali vengono dagli scrittori con discorde parere attribuiti, cioè Turi oggi chiamata Terranova in Calab

La filastrocca su sant’Andrea che ogni nonna recitava ai nipoti il 29 novembre

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 di Maria Lombardo Le festività natalizie, secondo un antico proverbio della civiltà contadina calabrese, venivano introdotte ad opera del messaggero S. Andrea apostolo che si venera il 30 novembre ed era uso recitare i seguenti versi: “Sant’Andria (30 nov.) portau la nova / ch’allu sei (6 dic.) è di Nicola, all’ottu (8 dic.) è di Maria, allu tridici ( 13 dic.) è di Lucia e allu vinticincu (25 dic.) di lu veru Messìa” Vi è poi  un canto di Tropea su Sant’Andrea, protettore dei pescatori: “Sant’Andria d’i piscaturi, / è la santu prutetturi, / e la genti ‘i Parghelia, / chi la sciabaca manìa, / Beja festa a Iju nci fa’ / Pi’ la grandi fidi c’ha. / E dicimu nui a Trupia: / Quandu èni Sant’Andria / fannu i zippuli a Pargalia.”TRADUZIONE (Santo Andrea dei pescatori,/ è il santo protettore, / e la gente di Parghelia, /  che la rete sciabica ha sempre nella mani, / Bella festa a Lui (S. Andrea) ci fa / per la grande fede che ha. / E diciamo noi a Tropea: Quando è di S. Andrea / fanno le zeppo

Pittapì-Mbassulàti-Passulàti dolce natalizio da assaggiare

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 di Maria Lombardo  (Ricetta originale pizzitana) Ripieno-Procedimento e Ingredienti: - amalgama noci e nocciole spezzettate, pinoli, uva passa, cacao amaro, zucchero, cioccolato fondente, cannella, garofano, buccia d'arancia grattugiata, latte (per le quantità ciascuno faccia come vuole) - metti sul fuoco a fiamma bassa mescolando spesso fino ad ottenere una crema densa e pastosa (non deve filare) e falla raffreddare prima di usarla Impasto esterno: Procedimento e ingredienti - amalgama 500 gr. di farina, 250 gr. di zucchero, 100 gr. di burro o strutto, 1 bustina di lievito per dolci, 3 uova intere, 1 bustina di vanillina (se l’impasto si vuole più croccante eliminare il burro o strutto) - lascia riposare in frigo per qualche ora. poi forma dei dischetti e farciscili con l’impasto0 - inforna a 200° per 15/20 minuti, controllando lo stato di cottura per evitare che si brucino N.B.: - se l’impasto è duro, aggiungi del latte.  

LE “JETTE FICHI” A TRECCE ERANO LE PREFERITE DI GIOVANNI PASCOLI

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 di Maria Lombardo Ecco un affascinante documento letterario-gastronomico: una lettera che Giovanni Pascoli scrisse da Messina al suo amico poeta Giovanni Patari, che viveva a Catanzaro, in Calabria, al quale chiede di spedirgli quegli “ottimi fichi secchi in filze". I fichi secchi infilati in una canna, a quanto pare, facevano parte della dieta iperproteica degli atleti dell'Antica Grecia, così come del soldato romano; quest’ultimo, infatti, li portava con sé unitamente ad una borraccia che, al contrario di quanto si potrebbe pensare, conteneva sempre e solo aceto, indispensabile per disinfettare l’acqua reperita durante le campagne. Ancora oggi si possono trovare in Calabria, infilati con uno spiedo di canna. Ecco la lettera di pascoli Messina, 24 novembre 1900, "Carissimo professore, ho bisogno di alcuni prodotti calabresi che non so a chi richiedere e che se a me richiedono sorelle e nipotine. Sono principalmente certi ottimi fichi secchi in filze e senza noce e

Leonzio Pilato il più grande studioso del Medioevo

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 di Maria Lombardo Leonzio Pilato è il Padre dell'Umanesimo occidentale. Mai, amor mi fu tanto caro! Il più grande Studioso, Intellettuale e Letterato, Mitografo meridionale  del Medioevo.  Nato a Seminara, verso il 1313.  Fino a 40 anni fa, di Leonzio Pilato nulla si sapeva. Soffice piuma confusa, dal vento, tra le polveri di scarto. Francesco Petrarca, dicendo di Lui e del suo pessimo carattere di arcigno  greco meridionale, lo condannò alla damnatio memoriae, pur avendo visto, attraverso  Lui, la luce della sapienza del mondo classico. Allevato da Barlaam, secondo  Scuola e  disciplina bizantina  che imponeva l'addestramento dei bimbi allo studio e alla traduzione dei codici antichi, si presume che Leonzio Pilato all'età di 7 anni, fosse stato addestrato da Barlaam a tradurre i codici classici dal greco in latino, come in uso nelle Scuole presso i Monasteri Ortodossi. La prima notizia certa, su Leonzio adulto, ci viene riferita da Boccaccio quando apprende il significato

Le patitine fatte in Calabria: Le Montanine

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 di Maria Lombardo Due ragazzi ci provano. Ed è subito successo. Dopo anni di attività agricola diretta a Camigliatello, basata sulla produzione di patate da consumo, il giovane imprenditore ANTONIO PAESE con la sorella SERENA, ha riscontrato una serie di difficoltà commerciali. Così ha studiato una possibile alternativa. Da qui l'idea di trasformare le sue patate in chips, dando loro un valore aggiunto. Antonio e Serena decidono di commercializzare un prodotto denominato "LE MONTANINE". Si parte con due gusti: 1. -classica, patate silane e sale, fritte in modo artigianale usando una miscela d'olii, 70% olio di semi di girasole e 30% olio extravergine d'oliva. La classica intramontabile. 2. - Cipolla di Tropea IGP e patate della sila IGP. Un connubio perfetto, prodotte usando la stessa tecnica, ma soprattutto scegliendo prodotti Calabresi. Dopo i primi mesi di prove e verifiche, il prodotto sembra funzionare bene. Colpisce il suo gusto intenso, un sapo

Il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria il secondo museo più grande del mondo per numero di reperti

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 di Maria Lombardo   Inaugurato nel 1959, rappresenta uno dei rari esempi di edificio progettato e realizzato per accogliere collezioni museali infatti il Palazzo che lo ospita, intitolato a Marcello Piacentini, uno dei massimi esponenti dell’architettura del primo Novecento, che lo concepì nel 1932 in chiave moderna, dopo aver visitato i principali musei d’Europa, è tra i primi in Italia ad essere progettato al fine esclusivo dell’esposizione museale. Dopo il Museo Archeologico di Berlino, quello di Reggio Calabria, è il museo più grande al mondo per numero di reperti dell’antichità, ma non ha pari quando si parla di tesori della Magna Grecia, quell'area geografica del nostro Paese che fu anticamente colonizzata dai greci intorno all'ottavo secolo a.C. e di cui restano importanti testimonianze proprio in quello che è considerato uno dei centri espositivi più prestigiosi d'Italia. Dunque, il Museo di Reggio Calabria è una delle mete obbligatorie per tutti gli amanti della

Le luculliane frittelle di cavolfiore alla calabrese

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 di Maria Lombardo   Tra le ricette calabresi invernali spicca quella delle frittelle di cavolfiore, una delizia da fare rigorosamente fritta e da servire come antipasto o come secondo piatto. Scopriamo come realizzare le frittelle di cavolfiore.   Ingredienti   800 gr di cavolfiore   3 cucchiai di farina 00   mezzo bicchiere di acqua   1 spicchio d’aglio   prezzemolo   5 cucchiai di parmigiano o pecorino come si usava un tempo   sale q.b.   pepe nero q.b.   2 uova   Olio di semi   Procedimento   Pulite il cavolfiore e sbollentatelo. Scolatelo e fatelo raffreddare. Preparate la pastella con le uova e una parte di farina e l’acqua. Aggiungete il resto della farina e in seguito il prezzemolo, il formaggio, l’aglio e il pizzico di sale. Qualora la pastella dovesse risultare troppo liquida aggiungete dell’altra farina.Riducete il cavolfiore a pezzi non troppo piccoli e unitelo alla pastella, poi aggiungete pepe nero e peperoncino e mescol

Raffaele Piria scienziato e liberale Calabrese

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 di Maria Lombardo «A Raffaele Piria, scienziato sommo, che l’ufficio del pensiero intese, come investigazione e redenzione, scopritore cittadino milite ad ogni età civile, parrà esempio completo del tipo umano». Le parole incise nella lapide posta il 2 giugno 1895 sulla facciata della casa natale dello scienziato a Scilla. Ebbene si nacque a Scilla il 20 agosto 1814. Patriota, politico e professore, Raffaele Piria fu soprattutto chimico di fama mondiale, il cui nome «decoro della patria nostra, rimarrà onorato negli annali della scienza» dichiarò il presidente del Senato del Regno d’Italia, Gabrio Casati nel 1865 all’indomani della sua scomparsa. Fu lui che scoprì l’acido acetilsalicilico che diede il via all’aspirina che tutti oggi assumiamo. Seppur nato a Scilla crebbe a Palmi con uno zio ricco che gli permise di studiare a Reggio e poi a Napoli. Accortosi della sua passione per la chimica, «una vera e propria vocazione» come dirà l’allievo Stanislao Cannizzaro, il docente Frances

Ibico, un poeta greco che nacque a Rhegion (oggi Reggio Calabria)

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 di Maria Lombardo   Nacque intorno al 570 a.C., da una famiglia nobile. Si formò presso la scuola lirica di Stesicoro. Viaggiò molto e visse a Samo alla corte del tiranno Policrate dove incontrò il poeta Anacreonte. Cicerone lo considerò il poeta d'amore più ardente degli altri poeti della Magna Grecia. Si narra che Ibico ideò la Lira Fenicia o sambuca, strumento musicale simile all’arpa, ma molto più contenuto. Circa la sua morte, probabilmente a Corinto, si racconta che: «Ferito a morte dai ladri nei pressi di Corinto, il poeta in punto di morte vide uno stormo di gru e le pregò di vendicare la sua morte. I ladri nel frattempo giunsero a Corinto e, poco dopo seduti nel teatro, videro le gru sopra le loro teste. Uno di loro, sorpreso, esclamò: "Guardate, i vendicatori di Ibico!", così la gente capì cosa era successo accusando gli autori del delitto.» (Plutarco, De garrulitate, XIV) Forse tale leggenda nacque per l'analogia tra il nome del poeta e il nome di un

Finalmente ho assaggiato il Bergorino

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 di Maria Lombardo La Calabria vanta una storica produzione soprattutto per quanto riguarda i formaggi e i salumi che tuttora vengono prodotti secondo alcune ricette storicamente tramandate da generazioni. Cosa succede quando il pecorino incontra l’aroma del Bergamotto di Reggio Calabria, il principe degli agrumi tutto calabrese?   Dal connubio tra il sapore morbido del pecorino e l’asprezza del Bergamotto di Reggio Calabria, fattoria della piana ha dato vita ad un formaggio tutto da assaporare e ovviamente Made in Calabria: il Bergorino. I formaggi Fattoria della Piana sono il frutto della lavorazione artigianale del latte, privo di additivi e conservanti, proveniente esclusivamente da allevamenti cooperativi di ovini e bovini alimentati su pascoli naturali. Fattorie della Piana propone ai buongustai le eccellenze del territorio calabrese realizzate nel rispetto delle tradizioni e all’interno dei locali è possibile acquistare una vasta gamma di salumi formaggi, olio, carne e specialit