LE “JETTE FICHI” A TRECCE ERANO LE PREFERITE DI GIOVANNI PASCOLI


 di Maria Lombardo

Ecco un affascinante documento letterario-gastronomico: una lettera che Giovanni Pascoli scrisse da Messina al suo amico poeta Giovanni Patari, che viveva a Catanzaro, in Calabria, al quale chiede di spedirgli quegli “ottimi fichi secchi in filze". I fichi secchi infilati in una canna, a quanto pare, facevano parte della dieta iperproteica degli atleti dell'Antica Grecia, così come del soldato romano; quest’ultimo, infatti, li portava con sé unitamente ad una borraccia che, al contrario di quanto si potrebbe pensare, conteneva sempre e solo aceto, indispensabile per disinfettare l’acqua reperita durante le campagne. Ancora oggi si possono trovare in Calabria, infilati con uno spiedo di canna.

Ecco la lettera di pascoli

Messina, 24 novembre 1900,

"Carissimo professore, ho bisogno di alcuni prodotti calabresi che non so a chi richiedere e che se a me richiedono sorelle e nipotine. Sono principalmente certi ottimi fichi secchi in filze e senza noce e le olive seccate. A lei non mancherà modo di ordinare queste cose (a me note dai tempi miei basilischi) a un commerciante di costà, che me ne mandi in assegno un pacco agricolo di discreto peso e dimensioni. Le ne sarei graditissimo. E le mando tanti auguri e me le offro come aff.mmo. Giovanni Pascoli".

Essiccati al  sole settembrino quando avranno raggiunto una buona essiccagione procuratevi delle canne, che andranno prima tagliate con un coltello affilato in piccoli bastoncini, dalla lunghezza di 20 cm circa. Ricavati tanti bastoncini, quante sono le trecce di fichi che vorrete realizzare e stando attenti a tagliare i singoli bastoncini da un nodo a quello successivo della canna stessa, iniziate ad eliminare un nodo da una estremità – con l’aiuto del coltello e appuntite la parte interessata.A questo punto, spaccate i fichi nel senso della loro lunghezza, avendo l’accortezza di lasciali uniti da un’estremità e farciteli o con gherigli di noci o con mandorla pelata – una per ciascun fico – per poi richiudere il tutto, comprimendo il frutto con il palmo della mano.Infilate i fichi nelle canne precedentemente appuntite, facendo sì che si formi una fila di fichi incrociati, proprio come fosse una treccia. Ora, infornate per qualche minuto le vostre trecce di fichi a forno preriscaldato a una temperatura di 200 °C, avendo cura di non farli bruciare o indurire.Quando le trecce di fichi secchi alla calabrese saranno appena uscite dal forno cospargeteli con zucchero semolato e cannella in polvere.


Commenti

Post popolari in questo blog

Le paste Gioiosane un dolce tipico di Gioiosa Jonica: venite a gustarle in Calabria!

La Riganella è un dolce del rituale pasquale, tipico delle comunità d'origine albanese

” U SACCHIETTU” di Longobucco (CS)anticipiamo il Capodanno Calabrese!