A Fiumefreddo Bruzio in provincia di Cosenza, si trova un castello detto Castel Freddo


 di Maria Lombardo

Paese annoverato tra i Borghi più belli d’Italia, si trova ubicato un famoso castello chiamato Castel Freddo o Castello della Valle, più semplicemente noto come Castello di Fiumefreddo. Nel 1054 Fiumefreddo fu espugnata da Roberto il Guiscardo, re normanno, che provvide a fortificarla per opporsi alle frequenti scorrerie dei Saraceni, costruendo prima numerose torri di avvistamento e di difesa, e poi una vera e propria roccaforte a picco su di uno sperone roccioso impervio e quasi inespugnabile, dotata di poderosi muri di contenimento per portare a livello il terreno franoso nella parte est. Nei secoli successivi, il castello ricoprì un ruolo di grande importanza dal punto di vista strategico e visse momenti di splendore essendo abitato da grandi personalità. Nel 1098 l’autorità feudale passò al principe di Fiumefreddo Simone de Mamistra, feudatario di Carlo I d'Angiò, autore di un primo ampliamento, per passare poi nel 1270 al feudatario francese Giovanni Bronio de Freny, e poi ancora ad Alfonso Sanseverino feudatario di Carlo II, ai De Cardona, al duca di Somma e nel 1531 l’imperatore Carlo V d’Asburgo lo consegnò al capitano spagnolo Ferdinando D’Alarçon che prese il titolo di marchese della Valle. Questi fece rimodernare il castello per uso residenziale secondo il gusto tardorinascimentale dell’epoca: a questa fase di interventi risale il portale d’ingresso michelangiolesco. Un recinto di pietra lo divideva dall’abitato e un ponte levatoio fungeva da accesso settentrionale. Una scala a chiocciola conduceva ai piani alti, dove sorgeva l’abitazione del feudatario. Poche sale conservano il pavimento; sulla facciata resistono alcune belle finestre di tufo lavorato. I sotterranei, in gran parte recuperati, sono stati oggetto di scavi archeologici e ora adibiti a sale espositive e sala convegni. Tre piani nobiliari, un piano sotterraneo, tanti caminetti ed enormi saloni che accoglievano l’aristocrazia calabrese. Tuttora si osservano i resti delle due torri circolari, che nel ‘500 sostituirono quelle quadrate di fattura sveva, chiamate Golette, in onore del decisivo apporto che diedero Ferdinando e suo genero Pietro nella conquista della Goletta, la fortezza che chiudeva lo “stagno” di Tunisi, casa di Ariadeno Barbarossa, il gran corsaro, che aveva funestato le coste d’Italia sino a Fondi. L’alzato fu ridotto allo stato attuale di rudere durante l’occupazione napoleonica per sottomettere gli insorti borbonici, che si costituirono in comunità segrete per resistere agli invasori, anche se mostra perfettamente l’imponenza avuta nel passato. Nel 1807 infatti la fortezza venne distrutta dall'artiglieria francese guidata dal generale Reyner, deciso a catturare, ad ogni costo, Giovanni Battista De Micheli, capo della resistenza borbonica nella Calabria Citra che si arrese dopo un lungo assedio il 12 febbraio di quell’anno. Possiamo dunque ben affermare come il Castello della Valle rappresenti uno dei monumenti più importanti e più belli di tutta la Calabria.

 

 


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